Mark Alexander non usa mezzi termini verso il governo: i ritardi mettono a rischio inno e bandiera degli Springboks. Ma il Ministero ha una soluzione
In Sudafrica ha di fronte a sé una delle sfide più difficili dei quarti di finale della Rugby World Cup 2023, il confronto con la Francia padrona di casa. Come avevamo anticipato il rischio che gli Springboks la affrontino sotto bandiera neutrale era reale.
Il match si disputerà questa domenica 15 ottobre alle ore 21:00 e, qualora il governo sudafricano non aggiornasse la sua legislazione antidoping agli ultimi parametri richiesti dalla WADA, gli Springboks affronteranno i Blues senza poter cantare il proprio inno e sotto una bandiera neutrale.
Leggi anche: Rugby World Cup 2023, le designazioni arbitrali per i quarti di finale
Si tratterebbe di un colpo d’immagine gravissimo per gli Spingboks e tutto il Sudafrica. Dopo i primi allarmi lanciati dalla stampa locale, nelle ultime ore si è fatto sentire direttamente, e senza mezzi termini, il presidente della Federazione di rugby sudafricana (South African Rugby Union) Mark Alexander.
Queste le dichiarazioni del dirigente, riportate da Planetrugby: “Abbiamo questo problema perché il nostro governo non è riuscito a far promulgare la nuova legislazione antidoping”.
Il presidente della Federazione ha rincarato la dose: “È una vergogna. È una vergogna per il nostro Paese. Sono stati avvisati con largo anticipo delle modifiche necessarie. Dovremmo conformarci ai requisiti WADA. Non siamo ancora riusciti ad aggiornare la nostra legislazione per includere le modifiche richieste. Delle teste dovrebbero cadere”.
D’altra parte, dal Ministero dello Sport sudafricano si predica calma: si assicura che non si arriverà alla situazione di dover rinunciare ai propri simboli nazionali, nel caso facendo appello al Tribunale arbitrale dello sport di Losanna. In questo modo le conseguenze del mancato adeguamento sarebbero sospese e il problema rimandato, dando così tempo al Parlamento del Sudafrica di modificare la legge secondo l’iter previsto.
Qualora invece si avverasse lo scenario più negativo, per quanto improbabile, il provvedimento riguarderebbe gli Springboks e non solo: anche la nazionale di cricket del Sudafrica, che sta attualmente partecipando ai Campionati del Mondo in India, dovrebbe rinunciare ai propri simboli nazionali, aggravando così l’imbarazzo per un simile ritardo.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.