La richiesta è di definire un periodo di riposo per tutti gli internazionali
Conrad Smith: “Conta di più la salute dei giocatori o il marketing?”
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
Kieran Read interviene nel dibattito sul nuovo capitano degli All Blacks
L'ex capitano dei Crusaders ha individuato un nuovo profilo come prossimo leader dei Tuttineri
Il ritiro di Sam Cane apre il dibattito sul prossimo capitano degli All Blacks
L'head coach Scott Robertson resta cauto, ma dalla squadra arrivano alcuni segnali
Super Rugby: colpaccio Blues! Vittoria sugli Hurricanes e primo posto in classifica
Guarda gli highlights del big match tra neozelandesi, un vero scontro tra titani
The Rugby Championship U20 2024: Junior All Blacks campioni
I neozelandesi vincono la prima edizione del torneo giovanile e chiudono senza sconfitte
All Blacks: c’è caos intorno alla figura di Richie Mo’unga
Scott Robertson lo vorrebbe a disposizione, ma lui è in Giappone a giocare
The Rugby Championship Under 20 2024: i risultati della 2° giornata
Nuova Zelanda davanti a tutti in classifica, Sud Africa a secco di vittorie
Pensiamo solo al tempo di gioco, come se gli allenamenti con contatto non fossero stressanti. Padovani rischia di saltare il mondiale per un infortunio in un preraduno di giugno della nazionale in vista di un mondiale a settembre. Uno che quest’anno ha giocato campionato coppa e sei nazioni e non so neanche quanti caps abbia già maturato… Se sexton fisse stato francese o italiano si sarebbe dovuto ritirare sei anni fa…
E pensiamo ai sudafricani: URC, Championship e Rugby World Cup una in fila all’altra
…la proposta di un periodo di riposo “obbligatorio” e calendarizzato per gli internazionali, senza prevedere nel contempo una riduzione degli impegni in campo, rischia di favorire sempre più le nazioni che possono (e potranno) disporre di una platea di giocatori di alto livello doppia o tripla rispetto al necessario (penso a NZ e Francia in primis, forse SAF)… per le nazioni minori sarà gioco forza utilizzare le risorse limitate che già oggi hanno… e ripensare calendari e tornei, con diminuzione di giornate (e quindi di introiti pubblicitari e di diritti televisivi, oltre che di botteghino) la vedo dura dura… rimane l’azione individuale del “professionista” che sentendosi sovra-utilizzato abbia l coraggio di dire no, stavolta salto il giro… ma anche questa la vedo dura dura… l’azione sindacale coatta che preveda gli stop obbligatori poi, non solo la vedo dura dura ma 🙂 🙂 🙂
Concordo con quanto hai scritto e in merito alla frase: “rimane l’azione individuale del “professionista” che sentendosi sovra-utilizzato abbia l coraggio di dire no, stavolta salto il giro… ” ricordiamoci dei commenti che si sono letti quando Minozzi si chiamò fuori per un periodo dalle convocazioni della nazionale ….
anche per questo servono periodi di riposo obbligatori e regolamentati
…e non solo Minozzi… ma come regolamentare?… ho sempre fatto il libero professionista, e la stessa logica del “sovraccarico” di lavoro esiste, perché il rischio di dire di no ad un cliente e di vedertelo portar via dalla concorrenza é altissimo, per non parlare poi dei clienti “storici” che arrivano a chiederti un preventivo minore di quello che gli ha fatto il giovane professionista che (e lo capisco) deve entrare nel mondo del lavoro e “svende” la propria professionalità e autorevolezza… succede ormai anche con i notai la cosiddetta “casta” per eccellenza… per i giocatori professionisti idem, dichiari di non voler giocare? … nessun problema, beh!, forse per la realtà italiana in quel momento storico Minozzi non è stato così facilmente rimpiazzabile, ma in altre realtà per uno che molla dieci sono alla porta per entrare… fare cartello?… per carità, é contrarissimo alle norme “europee” sulla concorrenza ( 😉 🙂 )… l’azione sindacale collettiva e coatta (alla CGIL-CISL-UIL per capirci, o alla CGT per rimanere in campo neutro) la vedo, ripeto, dura dura dura, e quindi che fare?…