Il direttore di gara ha spiegato ciò che è successo incassando il supporto della Federazione Neozelandese
L’arbitro Ben O’Keeffe ha parlato degli insulti ricevuti sui social dopo la finale di Super Rugby
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La gente è fuori di testa. Anche io mi arrabbio se un arbitro fa male il suo lavoro e lo sopporto male, ma sono pur sempre delle fottute partite di rugby o altro sport che sia. Le minacce o addirittura le aggressioni agli arbitri sono non solo inaccettabili ma proprio impensabili. Si fanno questioni di vita o di morte per fesserie del genere, ma non per cose realmente importanti. È una deriva che va arginata al più presto.
Sono d’accordo Mike!
Un andazzo dal quale, se non si interviene subito ed in maniera tranchant, sarà difficile tornare indietro.
È una questione difficile questa dei social anche perché si scontra la salvaguardia del diritto di espressione con la tutela della persona coinvolta, in questo caso l’arbitro. Forse, e dico forse, per un arbitro sarebbe più opportuno non avere un profilo social che inevitabilmente diventa il luogo sul quale chiunque ti può attaccare nella maniera più becera e senza argomentazione a supporto di quello che scrive.
Magari li facciamo arbitrare nell’anonimato e con una maschera sul viso, così poi possono vivere liberamente la propria vita…
bella idea, li vestiamo e li trucchiamo come i Kiss!
vedo che hai capito tutto.
Si sarebbe utile. Se decidi di seguire una strada professionale di questo, purtroppo, ti esponi alla stupidità di alcuni. Non credo che rinunciare a mettere il faccione sui social sia una rinuncia così drammatica
Quindi per far esprimere quattro deficienti, togliamo all’arbitro il suo diritto alla libertà? Ho capito bene? Magari ho capito male…
No aspetta. Una persona può aprire mille profili social, fruirne liberamente senza aprire una pagina che lo presenti in qualità di arbitro. Gli schemi ci sono sempre e dappertutto, e sempre ci saranno. Che cosa costa usare i social in anonimato invece che con la definizione di arbitro internazionale? Poi, lui è libero di fare come vuole e deve rimanere libero di prendere le sue scelte, ma a questo punto gli scemi potrebbero dire che loro sono liberi di essere scemi e offendere un arbitro che per loro era venduto. Poi sta all’arbitro stesso tutelarsi per vie legali o semplicemente bloccare certi personaggi idioti. Insomma non si vuole limitare la libertà di qualcuno ma solo richiamare al buon senso
Purtroppo non ci trovo niente di strano: li il rugby è sport nazionale come qui lo è il calcio e dove lo sport è più sentito, li trovi inevitabilmente i boari di turno.
Detto ciò sarebbe educativo per qualsiasi sport, far arbitrare agli atleti un paio di partite per fargli rendere conto che non è poi così facile dirigere una gara e, dopo che ti sei fatto dare del figlio di p da dei mocciosi o urlato in faccia dai propri amici, allora sono certo che anche in loro aumenterebbe il rispetto verso il povero cristo col fischietto.
Veramente nel rugby gli atleti non sono il problema. Casomai lo sono i tifosi o sedicenti tali. Anzi, i giocatori direi che sono esemplari un pochino meno gli allenatori. Vero Erasmus?