Un Top10 in arrivo per il Galles, la mossa della federazione per risollevare il movimento

Secondo indiscrezioni, la WRU starebbe per dare vita ad un nuovo campionato ponte tra il rugby amatoriale e le franchigie dello URC

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Mr Ian 17 Giugno 2023, 12:01

    L unica strada percorribile per garantire il sistema a supporto del 6N che elargisce soldi alle home unione , è questa. Lo hanno capito in Scozia e anche in Galles..solo noi ancora parliamo del mitico campionato italiano di 30 anni e passa fa..

    • Interza 17 Giugno 2023, 15:16

      Si parla di una strada diversa ancora percorribile, programmando in maniera diversa ed affrontando sfide diverse dalle solite di cui si parla da dieci anni a questa parte con l’uscita, solo come esempio, di Treviso dal Campionato e l’accesso a Celtic che adesso non si sa più cosa è esattamente. Si parla ancora del mitico campionato che ci ha fatto entrare nel 6 Nazioni. Mentre qui si parla di imbuti che confluiscono necessariamente in due solo squadre Urc che oltretutto fanno fatica ad avere risultati ed identità di tifosi e ricevono troppi soldi pubblici ed oltretutto localizzate solo al Nord
      Contrariamente a realizzare un campionato che porti imprenditori su tutto il paese e faccia crescere questo sport, che ripeterò all’infinito, ha ancora valori sani di crescita di un ragazzo e di un uomo che pensa anche al dopo. E se la società italiana crescesse come spettatori ed atleti che non vedono solo il calcio, anche gli imprenditori avveduti potrebbero avere un tornaconto.
      Si tratta, a mio parere, di ridimensionare le mire che vedono il discorso dell’alto livello (termine già intrinsecamente negativo in quanto presuppone che vi sia il basso e probabile anche l’infimo…) e della Nazionale come unico volano di tutto.
      È difficile portare imprenditoria se dietro non c’è il baraccone mediatico e polemico dei media come nel calcio. Ma invertire questo sarebbe sano.
      O consideriamo tutti gli sport solo come macchina puramente economica per far girare soldi, allora la strada è questa che molti credono oppure, come crederei io, cerchiamo di rendere gli sport cd minori anche fonte di crescita della gioventù e di appassionati che vanno allo stadio per creare anche una comunità e non per andare solo ad applaudire un show.

      • Fabfab 17 Giugno 2023, 17:19

        In parte ti darei anche ragione, ma non si deve mai perdere di vista situazione attuale, prospettive e obiettivi realistici in tutto ciò che si fa. Hai fatto un paragone col calcio che credo sia assolutamente da non prendere in considerazione per tutta una serie di motivi, ma principalmente culturali. Tutti e dico tutti i ragazzi, in Italia, hanno avuto a che fare col calcio nella loro vita, non solo da spettatori, ma anche da protagonisti, a partire dalle partitelle tra amici, il calcetto, il calcio vero e proprio a 11. Il calcio in Italia è parte intrinseca del patrimonio culturale. E si differenzia talmente tanto dagli altri sport che i tifosi accaniti non sono contenti che i giocatori del loro club giochino in nazionale perché si possono fare male oppure tornare al club affaticati perché la squadra che si tifa viene prima di ogni altra cosa. Quindi rugby e calcio sono assolutamente non paragonabili. Allora mettiamo nel mirino altri due sport di squadra e uno che non lo è. Volley e basket sono quelli di squadra. Il volley in particolare, dalla “generazione di fenomeni” in avanti gode e ha goduto di un largo seguito. Io da ragazzo ho giocato prima a volley (5 anni) e poi a rugby (altri 5). La mia scelta di andare a giocare a volley, a 11 anni, nacque dal fatto che lo si praticava a scuola alle medie e mi ero accorto che un po’ ci sapevo fare. Poi c’erano alcuni miei amici e la scelta è stata facile. Il rugby, di contro, non si pratica nelle scuole. E il boom della pallavolo, in Italia, è nata proprio dopo i successi della nazionale, sia maschile che femminile che ha fatto da traino. Il basket rappresenta maggiormente uno zoccolo duro di appassionati che spesso si tramanda di padre in figlio, un po’ come succede nel rugby. Non conosco il numero di praticanti, ma anche qui vengono in aiuto i vari campetti liberi che ci sono in ogni realtà cittadina. Il terzo sport non di squadra è l’atletica dove il numero di praticanti cresce in base a due parametri: anche qui per quanto si pratica a scuola e per i successi che si possono avere agli eventi che contano (Olimpiadi in primis). Potrei aggiungere il nuoto, ma qui si va ancora in uno specifico diverso in quanto il nuoto viene spesso prescritto da medici e fisioterapisti per fare crescere fisicamente i bambini. In tutti questi contesti dove si colloca il rugby? Quale eventuale modello deve avere? Se leggi i cognomi di molti giocatori scopri che sono per la maggior parte figli e nipoti di qualcuno che ha giocato in passato e che ha trasmesso la passione ai figli. Ma per poter allargare la base occorrerebbero due possibilità: o la pratica nelle scuole o i successi della nazionale o entrambi. Ecco perché reputo importante avere una nazionale competitiva fino ai più alti livelli, che faccia da traino per l’allargamento della base a cui deve fare seguito una politica federale di accoglienza e di infrastrutture, che crei percorsi chiari per poter arrivare ad alti livelli. Insieme a questi una capacità di scouting di grandissimo rilievo che sappia individuare e seguire i tanti talenti sparsi per l’Italia e li faccia crescere anziché abbandonarli a se stessi

        • Flaviuz 17 Giugno 2023, 18:27

          Bell’analisi, letta con piacere e sottoscritta volentieri 👏🏼

        • Interza 17 Giugno 2023, 19:17

          Fabfab le tue opinioni sono apprezzabili e di fatto un po collimano con le mie che naturalmente per questioni di spazio ho cercato di fare una sintesi.
          Scuola che non da opportunità, cultura calcistica, ecc..
          Quello che volevo affernare è che sono contrario alla ricetta che da diversi anni ci viene indicata: otteniamo risultati con la Nazionale ed avremo frotte di spettatori, praticanti a iosa e magari anche campi e soldi per tutti. Diventiamo professionisti è diventeremo Re Mida
          Cercavo di capovolgere questa ricetta con dati di fatto.
          Primo aspetto. Volenti o nolenti il campionato ci ha portato ad entrare nel 6 Nazioni, la Nazionale ha avuto seguito per un po, saranno probabilmente cresciuti gli iscritti praticanti e poi cosa è successo ? Poco o nulla
          Secondo aspetto. Cosa è servito togliere la prima squadra più blasonata Treviso (considerato che Milano era gia sparita e confluita a Calvisano come titolo sportivo) dal Campionato ? Cosa ha portato la partecipazione di due squadre italiane alla Celtic ora un purè di squadre poco celtiche (di cui una storica come nome, ma senza un seguito di appassionati stabili) ? Poco o nulla.
          Parliamo di 23 anni per il primo aspetto e piu di dieci per il secondo.
          Tonnellate di soldi confluiti in tanti errori.
          E arrivo alla conclusione, che troverebbe forse anche in una sintesi del tuo discorso. Come si trovano nuovi giocatori e praticanti ?. Credendo ed investendo negli sport “minori” durante l’accesso a scuola e dando opportunità a tutti i ragazzi da Bolzano a Trapani o da Aosta a Lecce, non dimenticando la Sardegna.
          Con il sistema soldi alla Nazionale, professionismo spinto, e due franchigie al Nord, quando mai faremo una Nazionale con 5 ragazzi siciliani, 5 sardi e 5 campani ? Questi ragazzi si sfogheranno a giocare per strada a calcio, guarderanno le paytv per aspirare ad essere dei calciatori milionari per 10 anni, se hanno la sfortuna di essere sovrappeso avranno milioni di complessi, e qualcuno di loro se non tutti malaguratamente andranno allo stadio di calcio prima di tutto a tifare contro qualcuno e non pro. E durante la settimana leggeranno 30 pagine di giornali sportivi di chiacchiere, polemiche e diseducazione allo sport.
          Dovremmo, noi appassionati e/o ex giocatori, raccontare e spingere questo sport e i suoi valori, spingeremmo anche tanti altri sport che meritano di essere praticati. E non lo facciamo solo dimostrando che vinciamo con la Nazionale, lo facciamo quotidiamente con ragazzi che capiscono la fatica, la condivisione, il sostegno, la crescita come uomo, la collettività che supera l individualismo e soprattutto che lo sport ti forma alla vita che dovrai fare dopo la tua vita d’atleta e l’esempio su questo che puoi dare ad un altro ragazzino che sta iniziando. Grazie per il dialogo !

          • Flaviuz 17 Giugno 2023, 20:15

            Bravo!

          • Fabfab 18 Giugno 2023, 09:40

            Credo che le ricette per risollevare il rugby in Italia possano anche essere più di una, o magari una sintesi di quelle che ognuno può suggerire. Con me sfondi una porta aperta quando dici che va allargata la base a tutto il territorio nazionale e non una questione emiliano-veneta. Penso però che per fare questo ci vogliano alcuni fattori trainanti per garantire fondi e visibilità. E la partecipazione (e possibili vittorie) della nazionale sono fondamentali. Come ben saprai, i proventi del 6 nazioni non sono uguali per tutte le squadre, ma cambiano a seconda del piazzamento. Più ci si piazza in alto e più soldi entrano. Stesso discorso vale per le due franchigie che tu non vorresti, ma che portano denaro fresco sia ai due club che alla federazione. Poi ci sarebbe da capire come vengono spesi questi soldi e li si va in un altro settore di cui sono ignorante e pertanto non mi pronuncio. Che il professionismo spinto sia da rivedere mi trova d’accordo. Le botte che stanno prendendo club e franchigie in Inghilterra e Galles sono lì a dimostrarlo, ma dubito anche che si possano spostare indietro le lancette e tornare ad un campionato solo domestico raggiungendo comunque risultati sportivi (e sovvenzioni conseguenti) di buon livello. Come ho sempre detto, federazione, franchigie, serie A Élite (come l’hanno ribattezzata) si devono mettere ad un tavolo e remare tutti nella stessa direzione per il raggiungimento di livelli e risultati che diano soddisfazioni a tutto il movimento in modo da aumentare la visibilità. Da lì, a cascata, promuovere la palla ovale in ogni dove con la creazione di strutture e la promozione di questo sport. Formazione di tecnici ed osservatori qualificati (quando giocava mio figlio erano le società che proponevano i propri ragazzi ritenuti migliori alle varie selezioni, ma non è detto che i proponenti fossero così lungimiranti). Ricordiamoci che ogni ragazzo ha una maturazione diversa da un altro. Se ti ricordi i famosi asterischi delle accademie, poi accanto a loro trovavi qualcuno che l’asterisco non l’avevano. Quanti talenti (e potenziali campioni) sono andati sprecati in ogni parte d’Italia perché non sono stati visti e magari hanno abbandonato il rugby proprio per questo?

  2. Fabfab 17 Giugno 2023, 14:08

    Ecco, una cosa intelligente che auspico da anni. Le squadre che formano il domestico affiliate alle franchigie in modo tale da creare un ascensore che permetta ai più bravi di confrontarsi ad un livello più alto e a chi fa poco minutaggio in franchigia la possibilità di farlo comunque nella squadra affiliata

  3. mistral 17 Giugno 2023, 14:13

    …era questo il famoso coniglio estratto dal cappello?…

    • mistral 17 Giugno 2023, 14:53

      …la domanda era per @gian…

      • gian 17 Giugno 2023, 18:04

        Potrebbe essere, ma anche qui è tutto da vedere, se non hanno i soldi per le franchigie dove li trovano per 10 squadra semipro?
        Il sistema pare molto il nostro, ma più legato alle franchigie, con la differenza che il nostro è un sistema che ha inserito le franchigie su un campionato di primo piano (almeno così dovrebbe essere) in cui c’è poco scambio, anni fa di più,ma che è allenante per i giovani di talento, loro lo creano per fare la stessa cosa, ma dal nulla. Personalmente credo che potrebbe funzionare a livello sportivo, ma lo vedo poco arguto dal punto di vista economico, con il rischio di avere tifo e richiamo per gli incontri locali e perdita di appeal nelle franchigie

  4. Shakespeare 17 Giugno 2023, 14:38

    Se son rose, fioriranno…

  5. Dusty 17 Giugno 2023, 14:40

    Devono presentare un business model: sbaglio o è quello che vuole fare Innocenti con la storia del budget minimo per essere ammessi al campionato? Comunque a me sembra che le anglo federazioni hanno sempre quel sano pragmatismo che invece difetta a noi che invece ci perdiamo in mille ragionamenti spesso fine a se stessi.

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