Planet Rugby: “L’Italia esce frustrata dal Sei Nazioni 2023. Eppure è sempre stata competitiva”

David Skippers ha parole positive per gli Azzurri ma afferma: “Non sono stati all’altezza in alcune situazioni”

Planet Rugby: “L’Italia esce frustrata dal Sei Nazioni 2023. Eppure è sempre stata competitiva”

Il Sei Nazioni 2023 si è concluso in maniera abbastanza amara per l’Italia. Il gioco e la qualità messo in campo da parte di molti giocatori sono stati assolutamente degni per una nazionale all’interno del massimo torneo di rugby dell’Emisfero Nord. È però mancato l’acuto, il successo.

Questo aspetto non è condiviso solo da parte della stampa casalinga (si veda anche il nostro articolo a questo link), ma quest’impressione è confermata anche all’estero. Tale è appunto il commento del giornalista David Skippers, ex-giocatore di rugby sudafricano, riguardo il Sei Nazioni 2023 degli Azzurri per Planet Rugby.

Planet Rugby: “L’Italia esce frustrata dal Sei Nazioni 2023. Eppure è sempre stata competitiva”

L’analisi parte, comprensibilmente, dai principali successi ottenuti dall’Italia nel corso del precedente anno solare. Nel 2022 prima la vittoria di Cardiff, che ha interrotto la lunga sequela di sconfitte, e poi lo storico trionfo sull’Australia, il primo nella storia per gli Azzurri, avevano palesato le qualità della squadra di Kieran Crowley e aumentato le aspettative.

Skippers, però, nota che non è andato tutto liscio: “All’interno della squadra c’era molta fiducia in vista del Sei Nazioni 2023 ma, nonostante quell’ottimismo e il miglioramento del loro gioco, gli Azzurri non sono stati all’altezza in alcune situazioni e alla fine hanno perso tutte le partite”.

Nel corso della prima partita contro la Francia, uno degli avversari più duri, “l’Italia ha dato una buona prova di sé, andando vicina al ribaltone”. Skippers afferma che “gli Azzurri hanno eguagliato i Blues nella maggior parte dei reparti – e in alcuni li hanno perfino superati – ma non sono riusciti a mantenere la calma in difesa durante le ultime fasi del match”.

Altro problema è stata una partenza sempre “a rilento”, come si è visto nella maggior parte delle partite. A permettere all’Italia di rendersi comunque pericolosa, e di spaventare gli avversari nel corso delle riprese, è stata la brillantezza del suo reparto offensivo, in primis grazie ad Ange Capuozzo.

Leggi anche: Scozia-Italia, le reazioni della stampa estera alla partita degli Azzurri

Se nelle prime partite gli Azzurri hanno potuto contare sul loro talentuoso estremo, “all’Italia è invece mancato il suo primo mediano d’apertura Paolo Garbisi, al rientro da un infortunio”. E nel match in cui sono riusciti ad essere entrambi in campo, contro l’Irlanda, l’Italia “è sembrata ancor più pericolosa in attacco, spaventando i futuri vincitori del torneo”, perdendo però Capuozzo.

“Un copione simile si è visto nelle ultime due partite, contro Galles e Scozia: gli Azzurri sono usciti sempre sconfitti nonostante delle prestazioni vivaci”. E se col Galles si è vista una mancanza di concentrazione in difesa (si veda il 3-22 alla fine del primo tempo), a Murrayfield “c’è stata una mancanza di compostezza in attacco che ha portato alla sconfitta finale”.

Proprio per questi motivi Skippers conferma la sensazione di amarezza rimasta in bocca agli Azzurri: “La frustrazione tra le loro fila è comprensibile in quanto sono stati competitivi in tutte le partite e diversi giocatori hanno impressionato”.

Oltre al già citato Capuozzo, il giornalista afferma che “è mancata l’abilità da regista di Garbisi nelle prime giornate e una volta rientrato, pur mostrando delle ottime giocate, non era comunque al suo meglio”. “Impressionante è stato il lavoro, sia difensivo sia offensivo, della terza linea italiana con Lamaro, Negri e Lorenzo Cannone”, così come Skipper non dimentica i due piloni Fischetti e Ferrari, oltre al seconda linea Ruzza.

Il giornalista conclude che l’Italia ha bisogno di approfittare dei test match di avvicinamento ai Mondiali e delle partite più agevoli in Coppa del Mondo per aprire una striscia positiva ed abituarsi a vincere così da non considerarsi “in partenza come la sfavorita”.

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