Ecco come è stato fotografato il match disputato dagli uomini di Kieran Crowley
Italia-Galles: le reazioni della stampa estera alla partita degli Azzurri
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Almeno non è ripartita la tiritera dell’Italia fuori dal 6N.Per ora.
Vero, ma visto l’andazzo delle u20 non credo gli convenga entrare in quel dibattito!
Tutto vero purtroppo, la partita doveva mentalmente gestita con molta più calma e precisione. Nelle occasioni più importanti sembra che ci prenda una frenesia, una voglia di chiudere la pratica velocemente, che ci fa andare in tilt. Anche questa è crescita, ma è la seconda partita target dopo la Georgia, che canniamo. Il vero salto di qualità e di livello lo faremo quando sapremo gestire partire come questa. Il percorso è difficile ma i nostri ragazzi sono convinto che ci daranno soddisfazioni. Adesso però brucia.
Calma non tanto : l’Italia ha messo in difficoltà le avversarie giocando in attacco ad una velocità maggiore delle difese avversarie, così come padroneggiando sanno fare gli All Blacks. Solo, serve confidenza in se stessi.
Calma nel senso senza fretta di chiudere subito il risultato o la partita
Comunque il giorno dopo l’amarezza non se n’è andata (parlo per me). Mi sento molto come @Barriddu ieri nei commenti sotto l’intervista di Lamaro. Spiace molto, sembra sempre che ci manchi il centesimo per fare l’euro e quando ne troviamo uno, ce ne casca un altro dalla tasca.
Ieri sera a cena un amico più cinico di me diceva una cosa del tipo “vero che dobbiamo imparare a vincere, ma per imparare prima o poi dobbiamo iniziare a farlo (vincere). Se continui a perdere non vedo come potremo mai imparare”. Brutale, ma abbastanza vero. Io cerco di essere più fiducioso. Abbiamo un gruppo di ragazzi ben sotto i 30 anni, che per almeno un altro ciclo mondiale dopo questo saranno al centro del progetto. Certo, ci mancano i ricambi e le nuove leve, inutile nascondersi, ne mancano tante e di qualità, e il nostro movimento non sembra in grado di alzarsi davvero (si è mai fatto qualcosa a riguardo?)
Speriamo che tutto questo (sconfitta di ieri compresa) serva a qualcosa per crescere. Speriamo davvero.
Analisi oggettive, ma almeno non ci hanno massacrato. Una partita no capita anche ai migliori. Figuriamoci a noi che non siamo i migliori. Vedo anche comunque un bicchiere mezzo pieno: mai era successo nella nostra storia di essere partiti “favoriti”. È sempre molto, ma molto difficile gestire una simile situazione, non solo nello sport, ma anche nella vita. Può essere che al Murrayfield, senza pressioni addosso (relativamente parlando), si riesca a combinare qualcosa di buono.
Secondo me, per fare un altro salto di qualità che ci porti a competere realmente con le grandi, occorre che si riescano “a portare” molti più bambini a giocare a rugby, e che si riesca ad alzare il livello degli istruttori. Galles, Irlanda e Scozia possono permettersi di mantenersi ad altissimo livello (a periodi con fatica, vedi Galles attuale, Scozia degli anni ’00 e fino metà dei ’10 e Irlanda degli anni ’90) con popolazioni di pochi milioni di abitanti, penso per le capacità dei tecnici di base, da noi evidentemente carenti, oltre a quelle organizzative. Le nostre under hanno ottenuto risultati più che buoni negli ultimi anni ma sento dire che per le prossime annate vi sia stata una diminuzione del “reclutamento”. Il collegamento con l’attuale 6N lo posso esprimere così: se con grandi fatiche ti sei portato a una distanza tale da poter competere, sei comunque sotto di quel po’ che ti tiene bel lontano dal vincere il 50%, ma anche il 35-40% delle partite, anche se molte finisci per perderle con punteggi contenuti. Quando poi, magari a causa di un brutto periodo altrui, avresti l’occasione per giocartela alla pari, finisce che la tensione ti manda in tilt. Se poi hai anche qualche “grossa” assenza (cosa normale nello sport e soprattutto nel rugby attuale), ecco che il quadro si completa. Poi ieri vi è stato anche qualche episodio di semplice sfortuna…
Concordo sul fatto che bisogna intervenire partendo dagli istruttori,anche con una base ridotta di partecipanti si può provare a migliorare il bacino a cui attingere per la nazionale.Tempo addietro,su un social,solo per avere espresso un mio pensiero,civilmente e senza offendere nessuno(come mi sforzo di fare sempre)sono stato coperto di insulti da un energumeno che si è qualificato come allenatore di una giovanile(credo dell’Aquila,se la mente non mi inganna,così riportava il suo profilo).
Uno non fa statistica nazionale,per fortuna.
Viene da dire che se le nuove leve sono nelle “sapienti” mani di gente così noi non siamo rimasti al rugby pane e salame,siamo proprio al pane e letame.
Per chi,come il sottoscritto,crede ostinatamente che la bellezza di questo sport siano i valori che infonde(e che fanno parte del bagaglio dei veri vincenti)scoprire che nel nostro movimento esistano e possano inquinare la formazione sportiva ed umana dei ragazzi gente del genere,è un colpo nelle parti basse.
Che poi ci siano problemi economici e logistici lo posso immaginare e che la soluzione non sia un gesto con la bacchetta magica pure,ma una valutazione in questo senso andrebbe fatta,ed alla svelta.
Zebre/Benetton: URC = Italia: 6 Nazioni
102 SCONFITTE dell’Italia da 2000
Mental coaches please.
Ci mancano Monty e Ange. Ma Minozzi e Morì dove sono finiti? E per carità mai più Menoncello ala. Piuttosto convocherei il ‘vecio’ Bellini.