Critiche feroci alla squalifica “soft” di Farrell: “È una presa in giro, serve una rivoluzione”

Andy Goode di RugbyPass ha aspramente criticato i processi disciplinari dell’ultimo periodo: “Non è solo Farrell. Serve un cambio di rotta”

Critiche feroci alla squalifica "soft" di Farrell: "È una presa in giro, serve una rivoluzione"

Critiche feroci alla squalifica “soft” di Farrell: “È una presa in giro, serve una rivoluzione” PH Sebastiano Pessina

La squalifica di Owen Farrell (4 settimane, che diventeranno tre con il classico corso di World Rugby sulla sicurezza nei placcaggi) ha lasciato degli strascichi notevoli, come tutta la vicenda. Fin dall’inizio, infatti, si erano levate molte critiche sulla scelta dell’arbitro Dickinson di non sanzionare il capitano dei Saracens dopo il placcaggio pericoloso su Jack Clement di Gloucester.

Alla fine, il placcaggio è stato comunque revisionato dalla commissione “citing”, che ha optato per una sanzione che però non ha lasciato tutti soddisfatti. La sospensione, infatti, non farà saltare nessuna partita del Sei Nazioni a Farrell, che peraltro era già recidivo dopo aver ricevuto 5 settimane in un’altra occasione per un intervento simile: anche il quel caso dovevano essere 10, dimezzate per via della “fedina pulita”.

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“C’è così tanto rumore intorno alla sospensione di Owen Farrell, ma la questione non è lui: dopotutto, abbiamo visto cose simili con altri giocatori. Il problema è che non dovrebbero esserci così tante scappatoie nel sistema, e ci deve essere più indipendenza in queste udienze disciplinari. In questo momento, il processo disciplinare non raggiunge lo scopo prefissato, e World Rugby deve intervenire” ha scritto Andy Goode su RugbyPass.

“Il caso è stato esaminato da una commissione indipendente dove però erano tutti inglesi, e la sentenza completa di dieci pagine ha ovunque il logo della Federazione: perché non c’erano un francese, un irlandese e un australiano? La RFU non è l’unica colpevole, in questi casi. Abbiamo visto casi simili di recente con la Federazione Francese e Rugby Australia, e sono sicuro che ogni federazione ha fatto lo stesso nel corso degli anni. World Rugby deve implementare un processo disciplinare centralizzato e veloce” continua Goode.

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Il problema, però, è anche di applicazione del regolamento. Secondo Goode, infatti, troppe squalifiche vengono dimezzate senza criterio: “Il fatto che così tante sospensioni vengano dimezzate perché i giocatori hanno una ‘fedina pulita’ è una presa in giro. Inoltre, in questo caso Farrell non aveva nemmeno accesso a questo fattore per via dell’intervento su Atkinson di un paio di anni fa”.

“Il ragionamento è molto dubbio – continua Goode -, passi la settimana scontata per il corso sui placcaggi di World Rugby, può essere discutibile ma è un’opzione aperta a tutti, non c’è problema. Ma le altre due settimane sono state detratte per via del ‘tempestivo riconoscimento della colpa e considerando il suo comportamento dopo l’incidente e durante l’udienza’. Eppure, Farrell ha detto diverse volte di aver effettuato un contrasto corretto, negando che le sue azioni giustificassero un cartellino rosso. Poi certo, è chiaro che chiedi scusa se sai che può contare a tuo favore all’udienza disciplinare, sarebbe strano il contrario”.

“Non sto dicendo che la RFU abbia adattato il regolamento per soddisfare le sue esigenze, ma la spiegazione della detrazione sembra discutibile e Farrell potenzialmente è in grado di giocare la partita di apertura del Sei Nazioni. L’ultimo chiodo sulla bara è che la terza partita della squalifica Farrell non l’avrebbe comunque giocata, perché il 28 gennaio, giorno di Saracens-Bristol, sarebbe già stato impegnato nella preparazione della Calcutta Cup con l’Inghilterra”.

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