Il fenomenale trequarti azzurro racconta come abbia fatto ad arrivare in alto pur partendo da un fisico assolutamente normale
Ormai non si contano le teste fatte girare da Ange Capuozzo, fenomeno azzurro che dopo un clamoroso 2022 è stato votato come “Rivelazione dell’anno” nei recenti Awards di World Rugby. Il 23enne nativo di Grenoble anche in Francia ha raggiunto livelli importanti macinando mete e successi con Tolosa, e L’Equipe si è interessata a lui con un angolo di lettura diverso.
Leggi anche: Ange Capuozzo premiato di World Rugby come rivelazione del 2022
Nell’intervista pubblicata oggi sul quotidiano transalpino Ange Capuozzo è stato intervistato parlando soprattutto delle sue dimensioni fisiche, quasi da mosca bianca in un mondo di giganti: 177 centimetri per 71 chilogrammi e mezzo. “Spero – ha detto Capuozzo – di portare un po’ di freschezza nel rugby e soprattutto la speranza a quei ragazzi che sentono di non poterci giocare per le loro dimensioni fisiche. In questo sport c’è bisogno di tutti, da quelli enormi a persone normali come me”.
Il trequarti rossonero (inteso come Tolosa) si definisce un ragazzo normale – come dimensioni – che se la cava grazie alla sua velocità, alla sua tecnica e alla velocità, tutti elementi che gli permettono di compensare qualche mancanza fisica.
Relativamente al fatto di giocare, sostanzialmente sempre, contro avversari molto più grossi come mai Capuozzo ha voluto insistere a testa bassa con il rugby pur sapendo di avere un fisico del genere? “Deriva tutto dalla mia esperienza di vita, sono stato un adolescente che è maturato tardi e lottava duramente per spiccare su un campo da rugby. Da ragazzo magari mi sentivo meno muscoloso o forte di altri che avevano già la barba o caratteristiche fisiche più definite, ma per me è stata una scuola formativa e di crescita questo bisogno di dare sempre il massimo”.
Leggi anche: La grandissima stagione del fenomenale folletto azzurro
Ange Capuozzo quindi vuole dimostrare, e ci sta riuscendo anche molto bene, che il rugby è davvero uno sport per tutti: “Ogni bambino che sogna di poter giocare a questo sport deve poterlo fare indipendentemente dal suo fisico. Ognuna delle 15 posizioni in campo richiede doti fisiche e psicologiche diverse, ma alla fine sono tutte complementari”.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.