L’iniziativa partita in occasione delle Autumn Nations Series contribuisce a promuove il rugby
I nomi sulle maglie da rugby avvicinano i fans e dovrebbero essere adottati più spesso
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
European Onrugby Ranking: Northampton ancora in vetta, balzo in avanti degli Stormers
Benetton Rugby e Bath vanno all'indietro
Gianmarco Pozzecco “maledice” il rugby: “Sono inc… con il ct Quesada!”
Il CT della nazionale italiana di basket con la sua solita ironia se la prende con le vittorie degli Azzurri
European Onrugby Ranking: Northampton in vetta, risalita incredibile dei Lions
Perde leggermente terreno il Benetton Rugby, scivolone dei Chiefs
Siya Kolisi è nella lista delle 100 persone più influenti del 2024 di Time
La nota rivista ha inserito il capitano del Sudafrica nel suo prestigioso elenco di personalità
European OnRugby Ranking: il Benetton guadagna tre posizioni, Tolosa sul podio
I Trevigiani salgono ancora dopo la vittoria nei quarti di Challenge, Bordeaux fuori dalla Top10
European OnRugby Ranking: balzo in avanti del Benetton, Bordeaux entra nella Top 10
I biancoverdi trevigiani salgono ancora dopo la vittoria con i Lions. Le Zebre scendono di una posizione
L’unica credibile è la tre, tristemente.
Per il resto è una sciocchezza immensa, ma fate un po’ come vi pare, tanto ormai…
E’ una delle poche , pochissime cose che copierei dalla pallatonda ed è una delle poche cose in cui il rebbi, stranamente, non è “avanti”. Il nome sulle maglie è il minimo sindacale in termini di business. Possiedo una bellissima maglia del Leinster che veniva usata in coppa una paio di stagioni fa (Adidas, blu scuro, più scuro della maglia classica) senza numero. Ci fosse il numero 10 e il nome Sexton sarebbe un vero gioiello. Così com’è ora è un po’ una anonima maglia da rugby, oltretutto del passato (perché nel frattempo l’hanno cambiata). Possiedo anche una maglia degli Hurricanes del 2016 quando hanno vinto il SR, anch’essa Adidas. A dirla proprio tutta è davvero brutta, nera sopra e gialla sotto. Ci fosse il numero 10 e la scritta Barrett sarebbe spettacolare. Ok, uno può dire: la tradizione, non svendiamo il nostro amato gioco, chissenefrega dei nomi, ecc. Tutto giusto, ma mettere un segno di riconoscimento personale su maglie che sono già un delirio di patacche sparse a pene di segugio dappertutto (penso alle maglie del nostro Top10) non è svendere, è valorizzare il giocatore, quindi la maglia, quindi la squadra, quindi il rugby. Una maglia dell’Italia anonima non la regalerei a nessuno. Una maglia dell’Italia con su scritto Capuozzo o Sillari magari a qualche nipotino o nipotina ci penserei davvero.
tutto giusto, tutto comprensibile, tempi moderni diremmo. Però il vecchio caro principio per cui la maglia appartiene alla nazionale, appartiene al club e coì via e che tu, come singolo giocatore, vieni dopo il collettivo me lo conservo per me! ecco, se dovessi votare di testa voterei a favore probabilmente, ma il cuore resta ancorato a questo vecchio principio
Quoto. Non si usciva dal campo all’intervallo, l’allenatore in tribuna , capitano primus inter pares etc
Sarà servito a forgiare la classe dirigente inglese per gestire le colonie ma a noi piaceva tanto e sembrava molto egalitario
Per me è fondamentale che almeno i numeri non vengano personalizzati e rimangano dall’1 al 23 in base al ruolo
Quello mi pare sacrosanto!
Quello, adesso, è il prossimo step, ma servirà per fare capire meglio il gioco ai telespettatori, non per vendere magliette
Sarà… sono il meno indicato per espremermi in merito! A me piacevano quelle degli anni ’80!🤣 Diciamo che la vedo un po’ come max85! Comunque, un grande boh!!!
Mi associo pienamente a #fab, la maglia deve restare col numero da 1 a 23, e non deve essere personalizzata per sempre dal cognome, tutto al piu il cognome del giocatore deve essere apposto solo per quella singola partita. Per il business chiedete allo Stade de France. Le tradizioni lasciamole stare, sennò che tradizioni sono
……. scusate Stade Francaise
Fosse per me i nomi li toglierei anche dalle maglie degli altri sport … ho una canotta verde dei Celtics senza il nome, con il solo numero 6, e questo basta e avanza per sapere che si tratta di Bill Russel … per non parlare delle maglie da rugby. ho un paio di modelli con il colletto a polo della canterbury di Scozia e Irlanda, che con nome e numero rovinerebbero tutto. Come scritto prima di me da altri, se proprio devono farlo, cha la numerazione rimanga da 1 a 15 per chi inizia e gli altri in panca
Io ho ancora una maglia dell’Irlanda di fine anni 70 inizio 80 col colletto bianco polo della Mud&Glory (marca australiana) trovata nei primi anni 80 su un banchetto dell’usato che tengo come l’oro e sono particolarmente affezionato a quel tipo di maglia, anche se quando ci giocavo e pioveva o il campo era bagnato diventavano pesanti come cotte di maglia medievali. Già quando vedo le maglie attuali dei club con tutti quei colori sfumati, disegni, sottodisegni e stemmi e stemmini pubblicitari mi prende l’orticaria. Il nome dietro lo trovo il problema minore.
Bella la cotta di maglia medievale! Quelle erano maglie che volevano vedere l’omo in viso! Mica ste robe tecniche di ora!
Ne ho addosso una in questo momento, CUS Firenze, colletto e maniche lunghe! Una replica ovviamente…
Strisce bianche e rosse orizzontali?
Non giocavi solo contro l’avversario, giocavi anche contro la maglietta. E durante una partita in giovanile, nel 1977, mi si ruppe una scarpetta e c’era una seconda linea che ne aveva un paio di riserva, di quelle a caviglia alta, marca Rivat o Rivac (francesi). Me le prestò per il secondo tempo. Ora te immagina un’ala di 70 kg, col 43 di piede, giocare con scarpe a caviglia alta numero 45 col fango a mezza gamba…mi sembrava di essere come in quei film di gangster che buttano qualcuno in mare col cemento ai piedi…
“gli facciamo le scarpe di cemento e poi un bel giro in barca!” Comunque meglio un 45 che un 42 eh! Io nel ’77 ero ancora in fase di concepimento, penso che la prima volta che mio padre mi portò al campo a vedere una partita, fosse l’83! Ricordo benissimo una damigiana, forse due, di vino sugli spalti con il tubo infilato e il rubinettino, self service, portata dagli ospiti alcolizzati, penso zona Treviso… Mi sa che il rugby Belluno fosse in A2 ma non vorrei dire una bischerata! Di sicuro c’erano i classici (ai tempi) 5 gradi sotto zero alle 3 del pomeriggio, brinata perenne tipo permafrost! Bei tempi… quando sudavo dopo un po’ mi si ghiacciavano i capelli!
Al vecchio Padovani a Firenze ho patito i momenti più freddi della mia vita. Spesso con la giovanile o con l’under 23 si giocava la domenica mattina. Partenza alle 6,30, eravamo al campo alle 9,30 stile pista di pattinaggio su ghiaccio, con brina perenne e tramontana tradizionale. Ovviamente spogliatoi senza riscaldamento dove faceva forse più freddo che fuori
Fab, se ti sembra fredda Firenze, non hai idea cosa fosse Belluno negli anni 80, anzi, santo Stefano di Cadore per la precisione… da quando mi sono trasferito in Toscana non possiedo più piumini, giacche o roba del genere… Mi ricordo settimane intere che la mattina c’erano 15 gradi sotto zero e non saliva mai sopra lo zero manco alle due del pomeriggio! Bei tempi andati, ora ci sono le zanzare pure a dicembre!
In Premiership stanno utilizzando i cognomi già da anni per i primi XV… Non ho notato però tutto questo ritorno in termini di inclusività e nemmeno a livello economico…
Un’idea potrebbe essere associare il nome ad un numero personalizzato, ma si perderebbe completamente il significato della maglia nel rugby.
…..ohh, manca solo leggere la frase si stava meglio quando si stava peggio!
Mi hai anticipato. Torniamo a fare stamping nelle ruck ed a placcare a ghigliottina 😁
E comunque, per me questo dei nomi deve essere il limite massimo di personalizzazione. A rugby il ruolo non lo capisci dal posizionamento in campo, poichè a parte ali ed estremo, nel gioco “rotto” non ci sono posizioni pre-confezionate, quindi il numero associato al ruolo lo vedo come una necessità, più che una virtù da conservare.
Non so se era riferito anche a quello che ho scritto io. Tengo a precisare che l’unica cosa che rimpiango di quei tempi è il tipo di maglia rispetto a quelle odierne che sembrano più tutine aderenti da supereroi Marvel e che il rovescio della medaglia era che comunque le maglie del passato erano pesantissime, soprattutto in caso di pioggia o fango. Sui numeri ho specificato che non mi piacciono i numeri personalizzati, per una questione di necessità, come hai scritto, ma anche “estetica”. Sapere che 1 e 3 sono i piloni, 2 il tallonatore il 10 l’apertura e via dicendo secondo me consente anche a chi gioca il sogno di indossare proprio quel numero perché vuol dire essersi guadagnati il posto da titolare. Avere il 99 sulla schiena che rimarrà 99 sia che uno sia titolare, in panca o in tribuna, lo vedo demotivante per i ragazzi. Opinione, ovviamente, del tutto personale
Bah, il numero è una semplice convenzione per riconoscere il giocatore, per comodità associato ad un ruolo, infatti c’è chi usa la lettera sulla schiena. Se c’è il nome puoi mettere anche il disegnino di tuo nipote
Boh, sì, forse funzionerà.
Immagino che le menate sul romanticismo della maglia “che è solo in prestito” e che va riconsegnata lavata e stirata non abbia più senso. Siamo nelle mani sei geni del marketing, perché qualcosa dovrebbe andare storto?
Per conto mio non vedo l’ora di poter regalare la maglia di Capuozzo al mio pilone si 160kg
Tipo gli Old, in fondo.
Ancora meglio sarebbe con i soprannomi:
Skeja (quello che corre forte), Castagna (quello che mena), Schivanèa (il mago della finta), Scoresa (questioni di spogliatoio), Tega (ancora questioni di spogliatoio), Schia (ancora questioni di spogliatoio, questa volta drammatiche), Mudanda (no, non è un X man), Tabeina (quello fortemente scarso in matematica)…. E avanti così
😂😂😂
“la maglia appartiene alla nazionale, appartiene al club e tu, come singolo giocatore, vieni dopo il collettivo”.
Che bello !
Che bello passare ai bambino questi principi !
Che bello pensare che lo sport possa essere ancora qualcosa di più che intrattenimento ed esercizio fisico !
Io, a differenza di alcuni, vendo in ciò proprio il futuro. Non ci si può arrendere al nulla ed alla bruttezza.