Italia Under 20, Brunello: “Vogliamo essere ricordati per qualcosa di bello. A caccia del miglior torneo di sempre”

Abbiamo parlato con il CT degli azzurrini, a due giorni dal debutto nel Sei Nazioni in casa della Francia

Massimo Brunello

Massimo Brunello, Italia Under 20 ph. Luigi Mariani

L’Italia Under 20 di Massimo Brunello sarà la prima compagine a scendere in campo in periodo Sei Nazioni, la sera di venerdì 4 (qua tutte le informazioni per seguire l’incontro d’esordio in tv e streaming), a Mont-de-Marsan in casa della Francia.

Una selezione che riparte dalla scorsa edizione, in maniera inedita andata in scena tra giugno e luglio a Cardiff, di fatto l’ultimo appuntamento ufficiale per il team dell’ex coach di Rovigo e Calvisano, in cui gli azzurrini, seppur quinti alla fine con una sola vittoria (nettissima contro la Scozia), si sono destreggiati bene con la miglior differenza punti complessiva della loro storia (+4), il minor numero di mete concesse (10) e punti concessi (98). A mancare, nei finali di gara tirati (in 3 delle altre 4 sfide), sono stati alcuni dettagli, istinto “killer” ed anche un pizzico di fortuna.

“Ripartiamo da un torneo, quello della scorsa estate, positivo anche a mente fredda. Ragionando su quello che è stato, ma anche su quello che avrebbe potuto essere se avessimo avuto con noi tutti i giocatori su cui pensavamo di contare ad inizio stagione. Con Varney, Favretto, Adorni, Meggiato ed anche altri ragazzi (tutta gente che sta facendo bene in Nazionale maggiore o in franchigia) che non erano presenti a Cardiff (la sfortuna ha privato lo staff di diversi atleti per infortunio, ndr) avrebbe potuto essere un torneo ancora migliore. Ma ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo guardato agli aspetti potenzialmente positivi della cosa, dando spazio ad altri ragazzi, in alcuni casi ancora più giovani, che hanno saputo mettere in mostra tutte le loro qualità”.

“Sul piano dei risultati sono mancate, per quanto fatto vedere, forse un paio di vittorie. Quella che brucia di più è sicuramente la gara contro la Francia (11-13, con l’Italia che nel finale ha sfiorato in almeno un paio di occasioni il sorpasso, ndr). Se fosse entrato il calcio di Manfredi (Albanese Ginammi, ndr), avremmo archiviato positivamente anche il capitolo dei meri e freddi risultati, con due vittorie ed una delle quali di grande prestigio contro i galletti”, ha esordito, raggiunto da OnRugby, Massimo Brunello già focalizzato sulla nuova edizione.

Qual è l’obiettivo per il torneo che inizia venerdì?

“In questi mesi, con staff e ragazzi, ci siamo detti che il primo obiettivo fondamentale, già a partire da Mont-de-Marsan è mettere in campo la nostra identità. Vogliamo essere una squadra solida e cinica, e confermare la nostra competitività: se giochi alla pari ogni partita fino all’80’, significa che hai il potenziale per vincere le sfide”.

“Dando poi una chiave di lettura diversa, so che i ragazzi hanno particolarmente a cuore quanto fatto vedere in difesa in Galles. Vogliono replicare le performance difensive, magari salendo ancor ulteriormente di qualità, e possibilmente subire ancor meno mete (10 lo scorso anno, ndr)”.

“Insomma, mettendo insieme il tutto, vogliamo essere ricordati per qualcosa di bello: disputare il miglior torneo di sempre”.

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La preoccupa lo scarso minutaggio in gare ufficiali di parte del gruppo?

“Sicuramente lo scarso minutaggio rappresenta un’incognita, c’è il rischio che possa pesare. Dei nostri convocati, tranne in alcuni casi, i minuti giocati sono bassi e a volta in categorie come Under 19 e Serie B. Da questo punto di vista, abbiamo una possibile debolezza. Soprattutto nella gara iniziale in Francia, ma la grande voglia di competitività e l’entusiasmo ci devono aiutare ad andare oltre”.

Da allenatore della Under 20, è più l’orgoglio di vedere ragazzi in età Under 20 (Marin e Menoncello, ndr) protagonisti al piano di sopra, o sotto sotto il rammarico di non averli a disposizione?

“Tutti noi siamo molto contenti della convocazione azzurra di Leonardo Marin e Tommaso Menoncello. sono stati protagonisti con costanza nella prima parte dello United Rugby Championship, dimostrando in campo tutte le loro qualità. E sono anche ragazzi con una solidità mentale di un certo rilievo per affrontare tale avventura. Fa piacere vederli lì, perché dietro c’è stato un grosso lavoro a 360 gradi in questi anni, di cui ovviamente gran parte del merito è loro, ma questo dà soddisfazione anche a tutti coloro che hanno partecipato alla loro crescita. L’impegno nella selezione maggiore viene prima di tutto e se possono dare il loro contributo, quella è la priorità”.

“Se indosso i panni esclusivamente dell’allenatore della Under 20, ovviamente, dispiace non finiscano il loro percorso in un torneo – al secondo anno in categoria – che potrebbe dare soddisfazione a loro e a noi. Se non dovessero essere utilizzati al piano di sopra, ci piacerebbe contare sul loro apporto”.

Chi invece sarà sicuramente presente è il nuovo capitano, l’avanti classe ’02 Giacomo Ferrari. Come si è arrivati a questa scelta?

“Semplice. Giacomo (Ferrari, ndr) è un ragazzo generoso e direi anche coraggioso. Solido mentalmente e rispettato da tutti nel gruppo. Si tratta di un punto di riferimento sia tecnico (visto con grande profitto nello scorso torneo, ndr) che attitudinale per tutti i ragazzi, ancor più per i giovani del 2003 alla prima esperienza in categoria. Con lui ci sono anche 4 vice (Ortombina, Teneggi, Pani e Vintcent) a loro volta leader ed esempi da seguire”.

Come si sono approcciati i 2003?

“In generale la classe ’03 ha dei picchi di talento notevoli, con giocatori che hanno già minutaggio in Top10 da protagonisti. Mey e Odiaese (a Colonro, ndr) e Sante (a Mogliano, ndr) hanno avuto un impatto eccellente con il massimo campionato, mostrando qualità che non passano inosservate soprattutto considerando come siano al primo anno di Under 20. In linea generale, invece, a livello fisico i 2002 lo scorso anno erano più solidi, perché il lavoro da quel punto di vista che si faceva in accademia è più difficile da portare avanti nei club. Ad ogni modo avranno tempo e spazio per crescere”.

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