Continua la marcia di avvicinamento verso il debutto dell’Italia contro le Red Roses, fissato a Parma per il prossimo 10 aprile
Sei Nazioni, Italdonne: negativa l’azzurra che era risultata positiva al test della scorsa settimana
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World Rugby XV: date, programma e sedi del nuovo torneo femminile. Italia costretta allo spareggio
Le Azzurre dovranno giocarsi un posto nella seconda divisione con una sfida "dentro o fuori"

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L'unica vittoria del Sei Nazioni 2023 non è bastata alle Azzurre per mantenere la quinta posizione

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Le Azzurre chiudono con una brutta sconfitta. Il ct: "Troppi errori, dobbiamo imparare da questa lezione"

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L'imprecisione in attacco e la fisicità delle gallesi condannano l'Italia ad una sconfitta nell'ultimo turno del torneo

Sara Barattin: “È stato un grande privilegio”
116 caps, un simbolo della nazionale dice addio alla maglia azzurra

Raineri: “Contro il Galles motivazione extra per l’ultima partita in nazionale di Sara Barattin”
Grande voglia di riscatto dopo la sconfitta contro la Scozia, le Azzurre in cerca di equilibrio e fiducia
Un’azzurra. Non era meglio “Sei Nazioni, Italdonne: negativa Arrighetti che sarà a disposizione per l’Inghilterra”?
Poi perché “La Arrighetti”, a che serve l’articolo? Scrivereste “il Lamaro”?
Ci vuole parità anche nell’uso dell’italiano.
Ciao Spike. Premetto che sono dalla tua e, essendo un anzianotto, mi viene da sorridere ripensando alla mia gioventù e alle mie amiche femministe, che mi “svezzarono” dal maschilismo e mi aprirono la mente. Il movimento, all’epoca, era tosto, le donne scendevano in piazza a rivendicare l’eguaglianza al grido di “tremate, le streghe son tornate!”, o con slogan tipo: “col dito…” e, quando si dibatteva per legalizzare l’aborto, “il corpo è mio e me lo gestisco io!” Rammento anche il “mazzo” che mi facevano quando commettevo certi errori, per esempio voler fare il galante tenendo aperta una porta o offrendomi di fare la coda alla cassa del cinema al posto di una di loro. Altri tempi, oggi il rugby femminile si avvia, pare, verso il professionismo e nessuno di noi si sogna minimamente di ritenerlo di “serie B”. Certo c’è tanta strada da fare e, chi come me ha vissuto certi momenti di sogni utopistici del secolo scorso, forse è anche un po’ deluso, perché allora sperava, anzi era certo, per l’inguaribile ottimismo giovanile, che molte di queste cose sarebbero state risolte in quello che è l’oggi e, per noi allora, era un lontano e vago futuro. Scusate l’off topic e le forse inopportune rimembranze. Forza ragazze, aspettiamo con ansia di vedervi in campo!