L’emozionante saluto di Nasi Manu al Benetton ed alla città di Treviso

Il terza linea tongano lascia la Marca dopo 3 stagioni oltremodo intense

Nasi Manu – Benetton Rugby

Nel corso dei suoi tre anni a Treviso, purtroppo, i tifosi dei Leoni e tutti gli appassionati ovali hanno potuto osservare poche volte le gesta di Tavake Nekasi Liukanasi Manu, detto Nasi – uno degli 8 giocatori ad aver lasciato in questi giorni il team veneto -, sul rettangolo verde di Monigo.

Tra infortuni, una severa malattia nel corso della stagione ’18/’19 e l’emergenza sanitaria che ha colpito pesantemente il 2020, l’avanti neozelandese – rugbisticamente tongano – ha indossato la maglia del Benetton Rugby 13 volte (per un totale di 640′), eppure è riuscito a lasciare un segno indelebile nella gloriosa storia della compagine trevigiana, per quanto mostrato fuori dal campo, dove si è rivelato un combattente speciale.

“Un giocatore, oltre ad essere forte in campo, deve esserlo anche fuori. Faccio l’esempio di Nasi Manu: è un giocatore fondamentale all’interno del nostro ambiente, è unico. È di ispirazione per tutti gli altri per come si muove ed allena, per come cerca la video analisi… Fa crescere l’ambiente e i giovani in una certa maniera”, disse di lui, nella primavera del 2018, Antonio Pavanello, direttore sportivo dei Leoni.

Poche settimane dopo, purtroppo, subito dopo le amichevoli agostane, all’ex Hurricanes viene diagnosticato un tumore al testicolo. Una notizia improvvisa, estremamente dura, che costringe il terza linea tongano a cambiare campo di gioco, per la sfida più importante della sua vita, vinta con la sua grande tenacia, sospinto anche dall’affetto e dalla vicinanza straordinari di compagni, società, città ed appassionati di rugby di Treviso e di tutta Italia.

Un successo, quello di Nasi sulla malattia, “celebrato” la sera del 12 aprile 2019 a Monigo, quando nell’intervallo della sfida contro Munster, Manu – consegnando all’Istituto Oncologico Veneto, dove combatté la sua battaglia, un assegno di 16mila euro -, in mezzo al campo, si lasciò andare in un lungo ed intenso messaggio di ringraziamento verso tutti coloro che gli furono vicini. Avrebbe dovuto essere un discorso di pochi secondi, ed invece il discorso tenne banco per alcuni minuti, tra i più toccanti vissuti sui campi da rugby negli ultimi tempi.

Nell’ultimo anno, Manu è tornato in campo per affrontare nuove sfide con energia, entusiasmo e professionalità immutate. Anzi, forse addirittura accresciute, un’impresa, considerando la forza e la serietà del soggetto in questione. Prima il Mondiale con Tonga (“un sogno”), poi il ritorno in campo (per 3 partite) con il Benetton Rugby, un ultimo intenso ‘cameo’, prima dell’addio ai Leoni, consumatosi in un coacervo di emozioni, che traspaiono tutte in modo vigoroso nell’emozionante intervista video rilasciata a Ben TV.


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“Considererò sempre questo posto, Treviso, come la mia casa. Io, mia moglie e mia figlia considereremo sempre il Benetton Rugby come una famiglia. È difficile lasciare il Benetton, ho passato momenti molto belli qui proprio perché la posso considerare la mia famiglia e questa è diventata la mia casa. Spero un giorno potremo tornare qui e rivedere ancora tutti”, ha spiegato Manu, visibilmente emozionato.

“È triste, ma penso di non aver dimostrato abbastanza con la maglia biancoverde. Suppongo per gli infortuni e per la malattia avuta. Credo che il migliore ricordo avuto in campo è stato quando abbiamo battuto il Leinster fuori casa due anni fa, la reputo una delle mie gare migliori. Essere in spogliatoio dopo quella partita ci ha dato veramente molta fiducia e resterà un ottimo ricordo. Mi mancherà quasi tutto di questa squadra, io mi sono divertito molto qui, è triste andare via ma è parte della vita. Ora è giunto il tempo di qualcosa di nuovo per me, un prossimo capitolo e auguro al Benetton Rugby il meglio”, ha proseguito il flanker, prima della chiosa affettuosa.

“Voglio soltanto dire grazie a tutti, Treviso avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, specialmente questo club. È molto difficile spiegare quanto Treviso sia stata emozionante. Grazie per i bellissimi ricordi”.

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