Benetton Rugby: Amerino Zatta parla del momento complicato

Senza cinque partite casalinghe, e con la Champions a rischio, non è semplice far quadrare i conti a Treviso

zatta pro12 benetton treviso

ph. Sebastiano Pessina

L’esplosione della pandemia che sta colpendo duramente l’Italia e il mondo intero inevitabilmente va a coinvolgere anche il mondo sportivo, e il rugby non fa eccezione. Lo stop a tempo indeterminato al Pro14 arrivato la scorsa settimana, mette in discussione i bilanci e le strategie economiche delle società, e su questo ha provato a fare il punto Amerino Zatta, Presidente del Benetton Rugby, sulle colonne del Gazzettino di Treviso. “In qualsiasi caso il danno per noi sarà ingente, e al momento è difficile capirne l’entità. L’incertezza dell’attuale situazione e il fatto di non sapere cosa accadrà in futuro influirà parecchio sui nostri conti”. Ci sono infatti diversi aspetti che vanno a confluire nel discorso economico in questo momento, ma i due principali possono essere trovati nei mancati incassi delle partite casalinghe e l’eventuale non qualificazione alla prossima Champions Cup, qualora la classifica venisse congelata e non si tornasse in campo per la stagione 2019/20.

Leggi anche: La rosa del Benetton Rugby per la stagione 2020/21

Sempre Zatta sottolinea che “Se il campionato finisse così a noi mancherebbero 5 partite casalinghe, che dunque non porterebbero introiti. Relativamente a questo dobbiamo ancora scegliere cosa fare con i nostri abbonati, che rischiano di perdere un terzo delle gare per le quali hanno fatto la tessera, dunque vanno a subire un danno tutt’altro che secondario”. L’altro aspetto è quello relativo alla classifica, con Treviso che al momento è quinta nella Conference B, a 8 punti di distanza dal terzo posto che varrebbe l’accesso ai playoff, e soprattutto la qualificazione alla prossima Champions Cup, altra fonte di incassi importante e decisamente maggiore rispetto a una partecipazione alla Challenge Cup. C’è poi il discorso relativo agli stipendi, coi giocatori che hanno un contratto fino al 30 giugno e per loro non sono previsti ammortizzatori sociali, mentre per alcuni dei dipendenti che lavorano negli uffici è stata attivata da lunedì scorso la cassa integrazione.

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