Super Rugby: i Crusaders valuteranno il cambio di nome assieme alla Federazione neozelandese

Il club di Christchurch e i vertici del movimento nazionale raccoglieranno dati per cercare di capire in che direzione muoversi

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Brigata Estense 3 Aprile 2019, 12:35

    “Contro la stupidità umana, neanche gli dei possono nulla”.

    Non ho parole per questa iniziativa assurda e controproducente. Sono allibito e deluso da chi l’ha proposta e da chi la sembra accettare come fosse un atto dovuto.
    Un punto veramente bassissimo nella storia del rugby.

    • Mich 3 Aprile 2019, 13:16

      Concordo. Il rischio di innescare un meccanismo di azione/reazione è palese.
      Non so se possa essere considerato un punto basso del rugby, ma è certo che farlo passare, come dici tu, per un atto dovuto è un’assurdità al sapore di facciata.

  2. Toto 3 Aprile 2019, 12:58

    Scusa, @Brigata, chi sarebbero gli stupidi?

  3. gian 3 Aprile 2019, 12:59

    onestamente la trovo l’ennesima rincorsa al politically correct a tutti i costi, senza nessun motivo, anche perché, allora, anche gli uragani hanno flagellato zone abitate, gli squali sono predatori, i richiami tribali affondano radici culturali su società dagli usi discutibili, altri incitano alla ribellione… vogliamo prenderci per i fondelli, a cercare c’è un motivo per cambiare nome a tutte le squadre esistenti, o quasi…

  4. Toto 3 Aprile 2019, 13:06

    Chiarisco la domanda, era, senza polemica, per capire se la frase è riferita a chi ritiene il nome offensivo, a chi perpetra azioni violente, o a tutt’e due.

  5. Mich 3 Aprile 2019, 13:12

    Non condivido e riposto il mio commento rilasciato al precedente articolo:

    Io davvero sto inziando da un lato a non capire, e dall’altro a non voler capire.
    Vorrei rispettare le sensibilità di tutti, e premettendo che sono ateo radicale, non ne faccio una questione religiosa.
    Stento però a capire, e quindi a tollerare, il modo in cui le religioni, alcune più di altre a onor del vero, continuano a dire la loro, influire e sollecitare argomenti che non hanno nulla a che vedere con dio, dei, santi, profeti, asceti, spiriti ecc.
    Sono davvero stanco della loro influenza su temi laici, dalle festività religiose incluse nei contratti collettivi nazionali del lavoro alle polemiche di Raiz che non canta a Sanremo di venerdi e di SBW che anni fa censurava lo sponsor (che, per definizione, sgancia i fondi che nessuno mi risulti abbia rifiutato) in quanto contrario alle religioni.
    Il politicamente corretto rischia di farci schiavi. E inoltre, come società e capitano sostengono, non è certo questo il momento di porre la riflessione. Si darebbero leva e risonanza mediatica ai fatti. Esattamente ciò che non deve più accadere altrimenti si rischia di innescare un circolo di azione/reazione.

  6. aries 3 Aprile 2019, 13:14

    Cosa ci mettono, la faccia di Saladino??!
    Ma per piacere…

  7. Toto 3 Aprile 2019, 13:22

    Tutte le opinioni sono valide ma, mi chiedo, se stessimo parlando di un paese mussulmano e di una squadra chiamata “I Jihadisti”, con sede in una città dove degli estremisti islamici avessero appena scannato 50 cattolici in una chiesa, un’iniziativa analoga come la prenderemmo?

    • Mich 3 Aprile 2019, 13:51

      La tua è un riflessione corretta, ma il punto è che qui si parla di sport, di rugby, eppure mi sembra che le questioni religiose debbano sempre e comunque interferire.
      Nel mio commento di poco fa infatti, non ne faccio una questione sociale o religiosa, in quanto sono ateo e mi interessano poco Gesù e Maometto, oppure La Jihad o l’inquisizione spagnola. Ma come alcuni sottolineano, se volessimo riconsiderare tutti i nomi delle squadre, ci ritroveremmo a mettere in discussione tutto e a perderci in cavilli e ragionamento tortuosi solo per salvare il politicamente corretto.
      Per rispondere alla tua domanda, io personalmente me ne fregherei poco o nulla, se non delle vittime.

    • Meridion 3 Aprile 2019, 14:17

      Saracens, Londra, attentati.
      Altra cosa ai mussulmani non frega niente che la squadra si chiami Crusaders, l’unico che ha vinto è il terrorista oggi.

  8. Parvus 3 Aprile 2019, 13:40

    non togliendo un nome e un simbolo ad una squadra si cambiano le teste delle persone.
    le politiche di integrazione devono cambiare…., non i nomi delle squadre.
    come si dice qua in veneto, stucco e pitura bea figura…
    dai una mano di vernice non cambia l’essenza del mobile….!!!!!

    • gian 3 Aprile 2019, 15:45

      l’integrazione in NZ funziona benissimo, poi i pazzi scatenati sono un’altra cosa, e quelli non li cambi, di qualunque colore, religione ed estrazione sociale essi siano

  9. Marte_ 3 Aprile 2019, 14:36

    I Crociati non sono la stessa cosa di uragani e squali (elementi naturali) o saraceni (una popolazione). Se proprio vogliamo fare un raffronto è appunto con Jihadisti.
    Io personalmente sono sempre stato perplesso che una squadra sportiva prendesse il nome di una spedizione militare contro i fedeli di un’altra religione

    • Fabruz 3 Aprile 2019, 15:53

      Non contro i fedeli di un’altra religione ma, almeno nell’accezione iniziale delle prime crociate, una guerra di riconquista di territori persi e di difesa dei confini. Se vogliamo poi il termine è antistorico in quanto i crociati non si sono mai chiamati tali ma sono stati così chiamati dagli storici moderni, tra cui peraltro non c’è preciso accordo su quali spedizioni considerare “crociate”. La jihad, che pure è termine con più significati, è scritta nel Corano. Ecco, giusto per precisare

    • gian 3 Aprile 2019, 16:11

      i crociati non erano una spedizione a carattere religioso, ma puramente di difesa territoriale verso le avanzate arabe o di offensiva verso territori da conquistare o riconquistare (i saraceni stessi non sono una popolazione, al massimo la popolazione sono gli arabi, ma anche questa è una definizione non precisa, cito “Saraceno è un termine utilizzato a partire dal II secolo d.C. sino a tutto il Medioevo per indicare i popoli provenienti dalla Penisola araba o, per estensione, di religione musulmana. Generico e vago, sin dalla nascita rimane un termine senza uno stretto significato etnico, geografico o linguistico, né, addirittura, religioso (basti pensare alla Chanson de Roland, dove anche i Baschi erano così denominati), con diverse variazioni nel corso del tempo. Inizialmente non identificava solo gli arabi ma anche i berberi”) , nello stesso termine crociati si mescolano diverse tipologie di persone, dalla plebaglia agli ordini cavallereschi, da chi era convinto di andare a fare il volere del signore, a chi difendeva dei meri interessi commerciali, a chi difendeva roccaforti e vie di comunicazioni da bande di predoni, la “religione” era un semplice collante, come lo era dalla parte opposta, in realtà, al di fuori delle zone di guerra aperta, la libertà religiosa era molto più garantita di quello che si crede e che viene normalmente raccontato, il confrontare tale realtà con quello che accade oggi non ha senso, è molto più aderente un confronto asse/alleati nella II^ guerra mondiale, quella di oggi ricorda più le guerre di religione europee durante i vari scismi e protestantesimi vari.
      per quanto riguarda gli eventi naturali, dalle mie parti si dice di non parlare di corde in casa dell’impiccato, l’esempio è fatto bell’apposta su cose su cui non si ha controllo, tanto quanto non si abbia su terroristi che piegano la realtà ai loro scopi, associare la propria immagine alla potenza devastante di un uragano che lascia vittime sulla sua strada è altrettanto offensivo che riferirsi a figure guerriere che richiamino, nell’immaginario collettivo, la forza ed i valori della virtù

      • massimiliano 3 Aprile 2019, 16:40

        tanto per parlare di qualcosa di diverso dal solito: “Le crociate viste dagli arabi”, di Amin Maalouf. Saggio storico divertente ed illuminante. Gli arabi nel titolo, per la cronaca, sono principalmente le comunità cristiane della palestina medievale. E ne han viste di tutti i colori!
        Comunque, anche io, da ateo convinto -e oltre- devo dire che mi sembra un non-problema questo. Poi, come stiano vivendo lì la situazione noi non possiamo saperlo.
        Ma parlando di Crusaders, qualcuno sa come sta andando Whetu Douglas?

        • gian 3 Aprile 2019, 17:08

          me lo segno da leggere, grazie, sono un appassionato di storia antica. sia chiaro che le bestialità furono fatte, eccome, in nome di Dio, allora come adesso.
          sui giocatori non ti so dire, perché seguo le news, ma le partite non riesco mai a vederle, grazie al lavoro nel WE 😉

        • aries 3 Aprile 2019, 17:49

          È un libro interessante, ľho letto, però come mi succede spesso, purtroppo, contemporaneamente ad altri 20 libri della biblioteca da restituire in tempo, che la moglie, accumulatrice seriale, porta tutti insieme dalle sue razzie nelle biblioteche della zona… Magari me lo faccio riprendere! Da solo però!

      • Giambo 3 Aprile 2019, 17:19

        La prima crociata nacque come richiesta di aiuti da parte dell’imperatore bizantino Alessio Comneno nei confronti del Papa Urbano II, il quale era sotto attacco dai turchi selgiuchidi, ma la religione non fu nient’altro che un pretesto, dato che l’unico desiderio della Chiesa dell’epoca era riportare gli ortodossi bizantini sotto l’egemonia della curia romana (e mandare orde di soldati cattolici nei territori imperiali sembrava un ottimo inizio per ricondurre le pecorelle smarrite al gregge). La presa di Gerusalemme fu quasi un caso, dovuto ad una serie di eventi che presero il via dopo l’inizio della spedizione militare, e le tematiche religiose che circondarono a posteriori quell’impresa ne furono la logica conseguenza. Ma non dimentichiamoci mai che le crociate furono un fenomeno che nacquero quasi per caso, dovuto ad una serie di fattori sociali, economici e politici che con la religione avevano poco o niente a che fare e da cui attinsero solo successivamente nelle spedizioni future.

  10. Toto 3 Aprile 2019, 14:48

    Grazie @Marte e anche agli altri, per le risposte, in effetti pur condividendo quanto scritto da chi non è d’accordo sul cambio nome, avevo ancora un dubbio che non riuscivo a mettere bene a fuoco, in un angolino della mente.

    • Mich 3 Aprile 2019, 15:10

      Sinceramente io i miei dubbi, pochi per la verità, li ho risolti escludendo la religione dai campi che non le competono, e focalizzando la questione sul rischio azione/reazione che queste decisioni possono innescare.
      Se i crociati avessero deciso in tempi non sospetti di cambiare nome, anche adducendo osservazioni di carattere sociale e religioso avrei capito di più, e magari persino condiviso. Ma il fatto che tale valutazione venga successivamente all’attentato, a mio avviso, crea più danni che soluzioni.

      • fracassosandona 3 Aprile 2019, 16:17

        d’accordo con Te, e premetto che non ho mai capito cosa centrassero i crociati con la nuova zelanda e che ho sempre trovato quel nome tanto idiota, almeno quanto il capo indiano dell’Exeter…

        ribadisco che la risposta corretta sarebbe quella di tenersi il nome ed organizzare un’amichevole con i Saracens, alla facciaccia brutta degli ignoranti…

        a me come italiano stanno sul culo i Barbari, con tutte le scorribande che hanno fatto da queste parti devastando Altino, Aquileia per non parlare di Julia Concordia e di Heraclia…
        chiediamo di cambiare anche il nome di quella rappresentativa, che offende la mia storia?
        per non dire i Saracens a Londra… come si fa a celebrare gente che veniva a razziare le coste del mediterraneo, uccidendo e stuprando gli innocenti? o devo fare un attentato a Londra perché lo capiscano?

        i pallatondari almeno l’hanno fatto dichiaratamente per soldi e non per politically correctness, malattia di cui moriremo tutti molto presto, diversamente abili, non udenti, operatori scolastici, BES, operatori ecologici…

        https://www.foxsports.it/2017/01/26/real-madrid-via-croce-logo-per-vendere-medio-oriente/

        • gian 3 Aprile 2019, 16:21

          i crociati sono la rappresentazione, nell’immaginario collettivo, massima del cavaliere, forte, puro e leale, niente più, anzi il crociato propriamente detto manco esiste, ma chiamarsi gli ospitalieri, i teutoni, i templari, i cavalieri di malta etc etc, faceva un po’ troppo complicato…

          • gian 3 Aprile 2019, 16:25

            e, tra l’altro, le crociate non le hanno fatte solo in terra santa, ma pure in veneto, tanto per stare a casa nostra, senza scomodare robin hood dove riccardo cuor di leone era a fare nobilmente le crociate, mentre il perfido, malevolo e crudele principe giovanni era a governare l’inghilterra

          • fracassosandona 3 Aprile 2019, 18:25

            se avessero voluto darsi un nome coerente con la città dove giocano avrebbero dovuto chiamarsi Richters…

  11. mic.vit 3 Aprile 2019, 15:09

    rinunciare al proprio nome storico per qualche petrodollaro in più…andiamo bene, proprio bene!!!

  12. Giorgio Brera 3 Aprile 2019, 15:57

    Si deve innanzitutto premettere che il nome Crusaders ha un collegamento molto “soft” con le crociate storiche. Ne rappresentano al massimo il lato, diciamo così, “avventuroso”: i cavalieri, il castello, la lotta, il sacrificio, il collegamento con la madre patria inglese (protagonista indiscussa di quell’epoca medievale), il tutto mescolato in una normale operazione di marketing (magari un po’ “ignorante”) che, all’epoca della loro fondazione, non aveva probabilmente creato nessuno scalpore. In questa vecchia pagina del sito della squadra è spiegato un po’: https://web.archive.org/web/20070930153532/http://www.crfu.co.nz/main/index.cfm/1%2C366%2Chtml/What-s-in-a-name
    Nella pagina “About us” del sito rinnovato non si speiga invece un bel nulla:
    https://crusaders.co.nz/about-us
    Ora, è evidente che quanto successo laggiù, dove 50 persone sono state assassinate brutalmente da un pazzo fanatico, ha lasciato una ferita molto profonda nella società neozelandese (e sarà difficile rimarginarla in fretta), probabilmente ben poco abituata alla violenza di quella natura (almeno di recente). Tra l’altro i neozelandesi hanno una fissa per rendere la loro una società inclusiva, retaggio anche dei sensi di colpa per i massacri perpetrati ai danni dei maori. E’ uno dei pochi paesi anglosassoni che è venuto a patti con la sua storia coloniale (con risultati forse discutibili, ma almeno hanno fatto qualcosa…).
    Non siamo neozelandesi e quindi difficilmente potremo capire cosa cova nella loro anima in questo momento e quale reale importanza possa avere, per i tifosi, il nome attuale della squadra. Anche perché è un nome recente, non credo abbia potuto acquisire un significato storico-sportivo così rilevante. Se qualcuno proponesse di cambiare il colore della maglia degli All Blacks perché evocativa delle camice nere nazi-fasciste o della bandiera di Daesh non credo che i neozelandesi lo prenderebbero sul serio. Il nome Crusaders, con il castello di cartapesta e quei quattro (a mio parere un po’ trash) cavalieri che gironzolano per il campo prima delle partite, non ha la storia sportiva, culturale ed economica dei Tuttineri.
    Quindi se cambiano nome, vebbè, ne troveranno un altro e si adopereranno per renderlo appetibile in termini di marketing e di fascino sportivo.
    Ma il punto è un altro. Non si può continuamente cedere al politicamente corretto. Sarebbe una cessione senza senso a quel pazzo svitato che ha ucciso 50 persone per puro odio settario e nello stesso tempo sarebbe una cessione ai fanatici islamisti che lo leggerebbero come una vittoria e ne trarrebbero un beneficio propagandistico mica da poco. E poi anche i tempi sarebbero sbagliati: siamo in una fase in cui una fetta consistente del mondo musulmano ha iniziato ad interrogarsi se la strada dell’appoggio ai califfi neri e ai vari Bin Laden sia quella giusta. Siamo in una fase in cui succedono piccoli miracoli di comprensione come quello di ebrei e musulmani che si ritrovano insieme, come raccontato qui: http://piccolenote.ilgiornale.it/39685/ebrei-e-islamici-di-pittsburgh-e-christchurch-contro-il-terrore
    Altrimenti la prossima tappa sarà che qualche idiota chiederà di cambiare il nome alla città di Christchurch e alla regione di Canterbury (che prende il nome dalla città inglese dove sorse il primo nucleo cristiano inglese ad opera di S.Agostino).
    Il revisionismo storico è una caxxata, lo è quando si cerca di modificare la storia del ‘900 (si pensi alla negazione dell’Olocausto) e lo è ancor di più quando si vuol giudicare un periodo storico con il metro moderno, senza condierare il contesto, come per l’epoca delle crociate: esempi eclatanti sono la censura ormai dilagante nei confronti di Cristorforo Colombo negli USA e quella ancor più insensata contro Dante Alighieri reo di essere, secondo certi pensatori politicaly correct, antisemita. Ma davvero? Dante era antisemita 600 anni e passa prima dell’affare Dreyfus?
    La cosa più sensata sarebbe dire “Noi prendiamo il nome dai crociati, dai coraggiosi e intrepidi cavalieri medievali, ma quel nome ci da il coraggio di stare insieme e sostenere i nostri concittadini musulmani e lo facciamo giocando a rugby” o qualcosa del genere.
    Senza considerare poi che il rugby è quello sport dove giocatori di Dublino e di Belfast giocano insieme nella stessa nazionale. Mica pizza e fichi.

  13. madmax 3 Aprile 2019, 16:10

    Da più di vent’anni il tema negli Stati Uniti è già stato superato e non ci sono più mascotte universitarie come capi indiani, etc. … effettivamente vedere un cavaliere che scorrazza con tanto di elmo, corazza, cavallo bardato a combattimento e spada su e giù dal campo prima di ogni partita dei Crusaders è anacronistico… qualcuno sa poi spiegarmi il legame tra i Crociati e l’isola sud della Nuova Zelanda? Personalmente il cambio di nome mi è indifferente, l’importante è che continuino a migliorare il gioco del rugby e asfaltare i rivali

  14. fabiogenova 4 Aprile 2019, 00:15

    Belin, si parla di Storia con la S maiuscola – anche se qualche belinata qua sopra l’ho letta – ed io sono qui che ancora lavoro a quest’ora…

Lascia un commento

item-thumbnail

Rovigo, Davide Giazzon verso il ruolo di capo allenatore

L'attuale allenatore degli avanti dovrebbe essere affiancato da Joe van Niekerk e Stefan Basson

18 Maggio 2024 Campionati Italiani / Serie A Elite
item-thumbnail

Serie A Elite: appuntamento per costituire la lega dei club

Si chiamerà Lega Rugby e dovrebbe diventare realtà il prossimo 27 maggio

18 Maggio 2024 Campionati Italiani / Serie A Elite
item-thumbnail

URC: Benetton sbriciolato dai Bulls, ma c’è il bonus che serviva

Partita mai in discussione che finisce 56-35, ma le cinque mete dei biancoverdi sono preziosissime per la classifica

item-thumbnail

ProD2: chiusa la stagione regolare, Provence e Vannes in semifinale

Qualificato anche il Dax di Furno e il Beziers di Alongi. Gori saluta Colomiers con 50 minuti in campo

18 Maggio 2024 Emisfero Nord
item-thumbnail

URC, due squadre a caccia di punti pesanti: la preview di Bulls-Benetton

Ad una settimana dalla vittoria di Durban, un nuovo impegnativo banco di prova per i biancoverdi

item-thumbnail

URC: Munster vince e frena la corsa ai play-off di Edimburgo

Il Benetton Rugby in attesa della sfida di Pretoria con i Bulls è distante un punto dalla squadra scozzese, che affronterà sabato 1 giugno