Rovigo-Calvisano, verso una nuova sfida

Sabato si gioca il big match tra prima e seconda del Top 12. Abbiamo intervistato i capitani, Matteo Ferro e Alberto Chiesa

top 12 rovigo calvisano

ph. Rugby Rovigo

L’arrivo della primavera coincide di solito con l’inizio del periodo più caldo per il campionato italiano. Il Top 12 2018/2019 di fatto conferma questa tradizione, perché sabato pomeriggio al ‘Battaglini’ la sfida tra Rovigo e Calvisano potrebbe già offrire un verdetto iniziale della regular season, ovvero il primo posto in classifica.

Le due squadre – che il 30 marzo si affronteranno anche per il playoff in Continental Shield – sono separate solo da un punto, con i rossoblu davanti grazie a un’inarrestabile marcia iniziata proprio un girone fa. I bresciani sono invece reduci da una convincente vittoria contro il Petrarca, un segnale importante in vista del secondo big match consecutivo. OnRugby ne ha parlato con i capitani delle due squadre: Matteo Ferro e Alberto Chiesa

Rovigo non vuole smettere

“Affrontiamo ogni settimana con l’obiettivo di fare la miglior partita, a prescindere dall’avversario. Sicuramente sarà una sfida più difficile delle altre” – ha esordito capitan Ferro. Per l’occasione tornerà in panchina anche Umberto Casellato, dopo la lunga squalifica rimediata a gennaio. “È stato lontano da noi solo fisicamente, ma in settimana ha sempre lavorato con noi e prima delle partite è sempre stato a pranzo. Non lo abbiamo sentito distante, poi in panchina avevamo un tecnico esperto come ‘Kino’ Properzi a gestire bene il tutto”.

All’andata si aspettavano tutti una vittoria del Calvisano, perché noi veniamo da due sconfitte e da una vittoria senza bonus contro Valsugana. Da quel momento invece abbiamo cominciato a divertirci e a divertire il pubblico; quando c’è entusiasmo poi si lavora meglio durante la settimana”.

“Abbiamo un gioco che in Italia forse non si è mai visto, o comunque è difficile da vedere. Sapevamo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo per proporre questo tipo di gioco così positivo, ma il lavoro fatto ci sta ripagando e siamo felici”.

Ferro dice di ricordarsi bene quel periodo prima della sfida d’andata a Calvisano, che a conti fatti ha rappresentato un po’ il turning point della stagione rodigina. “Ci allenavamo bene, ma sabato e domenica non riuscivamo a ottenere i risultati che volevamo. Quella partita è arrivata in un momento di confusione societaria e nostro a livello di spogliatoio, che ci ha dato quegli stimoli in più per vincere la partita e per credere in più nel nostro potenziale”.

Anche se Rovigo a tratti sembra una squadra quasi perfetta, in realtà c’è ancora tanto spazio per migliorare. “Non siamo pienamente soddisfatti di quello che stiamo facendo, sopratutto dal punto di vista difensivo e della disciplina”.

“Abbiamo regalato qualche punto di bonus difensivo di troppo, per esempio proprio al Calvisano all’andata o contro le Fiamme Oro. Ci sono tanti aspetti su cui lavorare”. In touche, per esempio. “È vero che è stata la fase statica più problematica per noi, ma da qualche settimana stiamo lavorando con un coach nuovo perché Umberto (Casellato) era da solo ad allenarla. Ci stiamo trovando bene, qualcosa è cambiato e contro il Valsugana siamo andati molto bene”.

Rovigo e Calvisano, come detto, sono due squadre dalla filosofia spiccatamente offensiva, il che potrebbe far pensare a una partita piuttosto aperta in campo. Difficilmente i due allenatori rinunceranno alle loro filosofie di gioco, del resto. “Sarà una partita molto combattuta, in cui le due squadre possono segnare da un momento all’altro. Ci sarà un arbitro internazionale che vorrà far giocare tanto. Mi aspetto una partita molto divertente, in cui cercheremo di far prevalere il nostro gioco offensivo”.

Del Calvisano, Ferro dice che “è una squadra molto fisica, per cui bisognerà placcare tanto. Sappiamo che ha un’ottima touche, la migliore del campionato, per cui dovremo commettere pochi falli per non farli andare in rimessa laterale”.

“Dobbiamo comunque pensare soprattutto a noi: ci diciamo sempre che il più grande avversario siamo noi stessi. Abbiamo la testa e le motivazioni giuste”.

Qui Calvisano, con capitan Chiesa

La prima cosa che ricorda Alberto Chiesa è che, a un certo punto del girone d’andata, “noi eravamo quarti e loro quinti”, per sottolineare le difficoltà incontrate da entrambe le squadre all’inizio. “Poi sono usciti i valori delle due squadre: Rovigo è in un momento davvero buono, hanno grande confidenza. A loro riesce un po’ tutto”.

“È fondamentale sicuramente per la prima piazza questa partita. Poi ci sono altre partite, ma daremmo un segnale forte – continua il livornese – Ci siamo detti in gruppo prima della sfida contro il Petrarca che sarebbe iniziato un periodo tosto, perché poi abbiamo anche lo spareggio di Continental Shield. C’era consapevolezza, già dalla scorsa settimana, che il periodo era parecchio importante”.

L’importanza della partita si sente, dice Chiesa. “Noi senatori cerchiamo di trasmettere tranquillità ai nostri giovani, che magari pensano di viverla male. Poi è pur sempre una partita di rugby. È una settimana che sta andando bene, come volevamo noi”.

Per il capitano dei bresciani non ha grande peso il giorno in meno di riposo rispetto a Rovigo (“Abbiamo una rosa che ci può permettere di giocare anche dopo cinque giorni, poi le motivazioni compensano”), mentre il successo di domenica contro il Petrarca ha dato invece indicazioni importanti. “Non è andata solo dal punto di vista del risultato, ma anche come abbiamo gestito tutti gli 80 minuti. È stato un passo in più verso la maturità che stiamo cercando di raggiungere”.

E come si raggiunge, questa maturità? Secondo Chiesa attraverso una maggiore concretezza. “Creiamo tanto, abbiamo un sacco di palloni di qualità, ma concretizziamo poco. Dobbiamo capire che nelle partite importanti potremmo non avere un grande possesso, per cui se abbiamo tre occasioni dobbiamo marcare in tutte e tre”.

“Con il Petrarca è andata bene, ma nel primo tempo ci siamo mangiati due mete e potevamo marcare 15 punti – continua Chiesa – È un problema magari più tattico, perché gli elementi della squadra sono dotati di buona tecnica. Magari a volte entriamo nei 22 avversari e siamo troppo frenetici perché vogliamo segnare subito. Quello che cerco di dire ai ragazzi è di avere più calma e consapevolezza, perché con una o due fasi in più gli spazi si trovano”.

Tornando alla prossima partita del ‘Battaglini’, Chiesa non ha molti dubbi su quale partita aspettarsi. “Considerando il tipo di allenatore che hanno, Rovigo in casa propria giocherà il proprio rugby: sposteranno tanto la palla, velocizzeranno il gioco… C’è da dire che hanno subito diverse mete, anche se molte a risultato già acquisito”.

“Noi della difesa facciamo un nostro punto forte (seconda migliore del campionato, ndr). Non credo che cambieremo il nostro modo di giocare. Sicuramente sarà una bella partita, andremo a giocarla a viso aperto e al massimo”.

Se c’è qualcosa che può preoccupare di Rovigo in particolar modo è sicuramente l’abilità di fare male da situazioni di turnover e contrattacco. “Dovremo cercare di sbagliare il meno possibile, perché possono essere pericolosi su ogni pallone di recupero. Oltre ai trequarti, hanno una mediana che fa girare bene l’ovale e Mantelli sta disputando la sua miglior stagione; con Lubian e Vian hanno terze linee molto veloci e presenti nel gioco aperto”.

“Hanno anche lanci di gioco particolari, sempre in evoluzione – conclude il livornese –  Dovremo fare attenzione, ma anche noi ci faremo trovare pronti”.

Daniele Pansardi

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