Sei Nazioni 2019: il Galles è più forte. Inghilterra rimontata e battuta 21-13

Ripresa esaltante per i Dragoni, che vanno in meta due volte con Hill e Adams

Ph. Reuters/Rebecca Naden

La partita si apre subito con una chance per l’Inghilterra che però non riesce ad approfittare della punizione concessa dai gallesi: Daly spara a lato dei pali un calcio comunque non facilissimo. Il match è molto intenso sin dalle prime battute, le battaglie intorno al breakdown e nel gioco aereo si susseguono senza che nessuno riesca a venirne a capo.
A cavallo del quarto d’ora però, ecco la contesa sbloccarsi: la mischia inglese conquista un fallo sotto ai pali dei rivali consentendo a Farrell di mettere a referto i primi tre punti della contesa. I Dragoni non si fanno impressionare reagendo abbastanza prontamente: la formazione di Gatland ribalta il fronte di gioco ottenendo anch’essi una penalità comodamente trasformabile. Il piede di Anscombe non trema, per il 3-3. 
Il match si stappa, gli ospiti tornano a premere accatastando fasi su fasi abrasive: entrano nei ventidue avversari e poi con la corsa bruciante di Curry – uscito velocemente da un raggruppamento –  vanno in meta. C’è la conversione, che vale il 3-10.
L’arrivo della mezz’ora certifica che la contesa è una “lotta senza quartiere”: i “Rossi” provano a proporre il tema offensivo per ristabilire le cose, mentre l’Inghilterra si difende stando sempre sul piede avanzante. Slade riesce persino a intercettare il calcetto a scavalcare di Anscombe mettendo in moto le gambe di May, su cui però la coppia formata da Adams e Liam Williams riesce a salvare sbrogliando la matassa.
Sul terreno del Principality Stadium, c’è un’Inghilterra disposta a soffrire: le sfuriate del Galles non trovano gloria, perchè la fase difensiva della formazione di Eddie Jones è ermetica. All’ultimo minuto poi, un nuovo rovesciamento di fronte che frutta agli ospiti una touche in zona pericolosissima. George lancia l’ovale che una volta recuperato dai compagni diventa la chance per una maul affollatissima. Alun Wyn Jones entra di forza disinnescando il raggruppamento. C’è un attimo di incertezza. La palla giunge a Farrell che prova a risolverla con un Up & Under, ma la contraerea gallese recupera il possesso ponendo fine ai primi quaranta minuti di gioco.

 

Il secondo atto della sfida ricomincia a ritmi decisamente meno feroci. Gli animi comunque restano caldi e su una situazione di gioco dubbia si scatena un focolaio abbastanza acceso, che l’arbitro riesce a sedare con l’aiuto dei capitani prima di far riprendere le ostilità. Al cinquantesimo un tenuto di May, sulla pressione di Liam Williams, offre al Galles la possibilità di accorciare. Anscombe si fa affidare il pallone per i pali. C’è la potenza e anche la precisione. Si va sul 6-10.
E’ il momento degli uomini di Gatland. Sinckler, messo sotto pressione psicologica, rischia grosso per un paio di interventi, prima su Anscombe e poi su Alun Wyn Jones, regalando un’altra penalità ai Dragoni. Anscombe fa tre su tre. Le squadre tornano a contatto: la misura è strettissima. Lo score si sistema sul 9-10.
Scocca l’ora di gioco. La formazione in maglia bianca non sembra più quella del primo tempo. Tuilagi prova infatti a suonare la carica con una scorribanda inattesa, ma la difesa gallese recupera la sua compattezza e non scomponendosi più di tanto costringe gli inglesi all’errore di trasmissione. E’ il momento di una prima girandola di cambi.
Tra le fila della compagine allenata da Jones, c’è però un soldato in missione: è Tom Curry. Il flanker, in trincea, mette le mani su un pallone controllato a terra da Parkes costringendolo al tenuto. Farrell fiuta che il momento è propizio per aggiungere tre punti sul tabellone e lo fa. Si va sul 9-13.
Alla marea gallese questo non scompagina per nulla i piani. Alun Wyn Jones e soci riprendono ad attaccare. Una fase via l’altra: dai trequarti agli avanti e viceversa. Cariche su cariche, in un fronte di gioco totale che va da destra a sinistra. Trentaquattro fasi, prima dell’ultima fiammata di forza di Cory Hill che va oltre andando in meta. Biggar, appena entrato, converte i punti del 16-13.
L’incertezza del risultato aumenta il pathos di una partita già di per sè bellissima. Si entra negli ultimi seicento secondi. Le squadre si sfidano a viso aperto, come due pugili sfiniti al centro del quadrato: ma il Galles sembra averne di più. E al settantottesimo, non a caso, il Galles punisce ancora: la palla esce da una mischia e viene recapitata a Biggar, il quale compie un’apertura precisa con un calcio-passaggio che trova Adams pronto a recuperare l’ovale, battere Daly e andare a segnare, per il 21-13 che fra l’altro chiude la partita. Il Galles va in testa alla classifica del torneo e rimane in corsa anche per il Grande Slam avendo raccolto tre vittorie in altrettante gare disputate.

Galles: 15 Liam Williams, 14 George North, 13 Jonathan Davies, 12 Hadleigh Parkes, 11 Josh Adams, 10 Gareth Anscombe, 9 Gareth Davies, 8 Ross Moriarty, 7 Justin Tipuric, 6 Josh Navidi, 5 Alun Wyn Jones (c), 4 Cory Hill, 3 Tomas Francis, 2 Ken Owens, 1 Rob Evans
A disposizione: 16 Elliot Dee, 17 Nicky Smith, 18 Dillon Lewis, 19 Adam Beard, 20 Aaron Wainwright, 21 Aled Davies, 22 Dan Biggar, 23 Owen Watkin

Marcatori Galles
Mete: Cory Hill (67), Josh Adams (78)
Conversioni: Dan Biggar (69)
Punizioni: Gareth Anscombe (24, 51, 57)

Inghilterra: 15 Elliot Daly, 14 Jack Nowell, 13 Henry Slade, 12 Manu Tuilagi, 11 Jonny May, 10 Owen Farrell (c), 9 Ben Youngs, 8 Billy Vunipola, 7 Tom Curry, 6 Mark Wilson, 5 George Kruis, 4 Courtney Lawes, 3 Kyle Sinckler, 2 Jamie George, 1 Ben Moon
A disposizione: 16 Luke Cowan-Dickie, 17 Ellis Genge, 18 Harry Williams, 19 Joe Launchbury, 20 Brad Shields, 21 Dan Robson, 22 George Ford, 23 Joe Cokanasiga

Marcatori Inghilterra
Mete: Tom Curry (26)
Conversioni: Owen Farrell (27)
Punizioni: Owen Farrell (18, 63)

Di Michele Cassano

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