Il successo degli inglesi in Francia riduce le speranze di passaggio del turno della franchigia federale
La vittoria di Bristol rimescola le carte nel girone delle Zebre
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Domanda ai nostri corrispondenti dalla Francia.
Ho visto le formazioni de La Rochelle nel back to back contro Bristol. Totalmente diverse a parte un paio di elementi.
Quale delle due aveva i titolari?
a questo punto nessuna delle italiane passera’ il turno…
si giustissimo.
é fuori di dubbio che qualcosa sta cambiando…, piccoli ma sostanziosi passi sono stati fatti, ma per eccellere le nostre due franchigie devono lavorare ancora più duro, e cambiare almeno 4-5 giocatori.
onrugby dopo la vittoria interna scriveva che la musica era cambiata, io scrissi che stava cambiando….
speriamo che a treviso venga data una accademia e che la questione permit goda sempre più di un ruolo centrale tra domestic e nostre celtiche.
scusate,
e che qualche grossa ditta si innamori delle zebre e che con un bugdet differente, parma riesca ad imprimere una svolta definitiva alla sua attività celtica.
Per potersi “innamorare” le ditte devono intravedere un potenziale ritorno economico: investono soldi, non sentimenti.
hai perfettamente ragione, una ditta investe per finalizzare …, non per puro mecenatismo!!! ma qua manca la federazione che non investe nella comunicazione….
e come tu ribadisci la filiera non è interotta proprio non esiste…..
Le Zebre, con una panchina corta se non cortissima e con assenze pesanti (Minozzi, Mbanda, Violi) e imprevisti in corsa d’opera (McCaffery), stanno facendo miracoli. Se, come temo, usciranno sarà senza rimpianti, dato che stanno facendo tutto ciò che andava fatto. Speriamo solo che ritrovino una certa continuità anche in Pro14. Diversamente per Treviso, che ieri ha sprecato una ghiotta occasione con degli Harlequins apparsi a dir poco opachi. Sullo sfondo dell’impegno di entrambe le franchigie resta il gap di un sistema che, dopo gli errori del quadriennio 2014-2017, ancora non si è dotato di una filiera organizzata.
esatto Giovanni, ed io ancora non so’ spiegarmi perche’ con la nascita delle franchigie non siano nate le due accademie legate ad essse. Qualcuno dovrebbe fare questa domanda diretta e capire chi sono le “menti” che han partorito cio’. Aggiungi poi l’altra politica assurda del progetto “altezza”, cosa davvero da cacciare quelli che lo hanno avallato dal rugby (ne piu’ ruoli dirigenziali ne’ educativi; andrebbero allontanati completamente). Ad esempio uno come McKenzie (NZ) in Italia non sarebbe stato preso in considerazione per niente.
giovanni hai perfettamente ragione.
per me i rugbysti italiani, siano semplici spettatori o atleti, o dirigenti, si meritano tutti, prtroppo, quello che hanno votato!
dopo dondi, hanno votato gavazzi…., cosa vuoi di più!!!
una fir in scozia sarebbe stata decapitata nella piazza maggiore ad edimburgo…., per non parlare degli irlandesi, che gli avrebbero buttati giù dalle loro alte scogliere….
ma ti rendi conto che il galles qualche anno fa è andato in cerca di qualche forte atleta con nonno-a gallese per rimpolpare la loro già fortissima nazionale??? e noi cosa facciamo??? naturaliziamo perché veramente ci servono atleti che nelle loro federzioni non vngono nemmeno presi in considerazione!!!!
qui tutto è viziato purtroppo!!!
altro che allenatore irlandese o sudafricano o neozelandese, qua ci vuole solo un presidente irlandese, o gallese, o scozzese che non guardi in faccia nessuno, e che tagli via i rami morti e putrescenti……..
a presto giovanni e per favore non mollare, hai veramente una bella testa.