Ovale Internazionale: una vita in rosso, una vita da Munsterman, una vita da O’Mahony

Ci sono i capitani tecnici: i più forti. Quelli a parole: gli hollywoodiani. Quelli silenziosi: parla l’esempio

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Airone valle Olona 23 Giugno 2017, 12:57

    Bellissimo articolo.

    (@Malpensante quando leggo articoli dedicati al Munster non so perché ma ti associo immediatamente)

    • malpensante 23 Giugno 2017, 16:43

      Ciao Airone, e mai mular 🙂 La stagione disgraziata è stata quella prima, una specie di sette piaghe di Munster, e Po’M è stato forse l’unico tornato forte uguale (purtroppo, e tra quelli che hanno potuto tornare). Per me è il Capitano, da quel punto di vista forse quello che mi ricorda di più Axel.

  2. Bigpaci 23 Giugno 2017, 13:49

    Bellissimo articolo per un giocatore semplicemente fantastico, uno di quelli che rendono magnifico questo sport!
    Peter, Stand up and Fight!

  3. And 23 Giugno 2017, 14:03

    Troppa retorica attorno alla figura del capitano. Non è il suo carisma che maschera le carenze di skills o che fa entrare i palloni dentro i pali…ci vuole altro x vincere

  4. onit52 23 Giugno 2017, 15:55

    Si,forse,troppa retorica sulla figura del capitano……
    Ma se hai fatto uno sport e hai frequentato da atleta o da accompagnatore uno spogliatoi non puoi non riconoscere che e’ vero : ci sono certi atleti ( anche nel mondo dei giovani e dei dilettanti ,unico che conosco in maniera diretta ) che hanno qualche cosa in più’ e che e’ percepito e riconosciuto dai compagni.
    Poi l’ articolo e’ bello !
    Giusto giusto che va ad alimentare quell’ alone cosi particolare che lo sport che qui tutti amiamo.

  5. Gio Cavo 23 Giugno 2017, 16:31

    Retorica o no, la figura del capitano di una squadra di rugby è sempre stata particolare, diversa rispetto agli altri sport. Io ricordo che sarei schiattato in campo per il mio capitano e quando sono stato capitano io sentivo una enorme responsabilità, nonostante fossimo ben lontani dall’alto livello. Ricordo una partita di U19 in cui chiesi all’allenatore di sostituire un mio compagno, per altro molto bravo, perché derideva gli avversari segnando la meta numero 10 di una partita senza storia: e lui lo fece. Esempio e rispetto, dunque: sempre. A qualsiasi livello. Bisogna aver avuto la fortuna di incontrare qualcuno che te lo abbia insegnato.

  6. cassinet 23 Giugno 2017, 17:19

    certe immagini con effetti abbastanza “strani” in copertina però non si possono vedere.

  7. parega 23 Giugno 2017, 22:47

    uno dei miei idoli
    lui e quelli come lui
    un martello incredibile
    uno che vorresti sempre vicino a te in campo anche con solo una gamba e un braccio

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