Tra volata Champions Cup e futuro: una stagione da chiudere e una da programmare

Ultimi 160′ Per Benetton e Zebre, ma i biancoverdi sembrano già proiettati in avanti. Ducali in ritardo

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ph. Luca Sighinolfi

Il Pro12 arriva all’ultima curva della stagione 2016/2017. Dopo l’ultima pausa per le coppe europee, per la lega celtica inizieranno nel weekend gli ultimi centosessanta minuti della regular season, che definiranno i primi quattro posti in classifica e dunque il quadro delle semifinali per i playoff. La lotta per la qualificazione alla Champions Cup (e quella per accedere agli spareggi) è invece già in archivio, ad eccezione del settimo posto riservato ad una delle due italiane che molto probabilmente si deciderà nel derby del Lanfranchi il prossimo 6 maggio, considerando l’unico punto di vantaggio del Benetton Treviso sulle Zebre e i difficili impegni in programma per entrambe le franchigie.

 

 

Fiducia pre-derby

A scendere in campo per primi saranno le Zebre, di scena all’Arms Park di Cardiff contro dei Blues già proiettati verso lo spareggio per un posto in Champions Cup contro un club di Premiership o Top 14. La franchigia della capitale sta vivendo un finale di stagione in grande spolvero, in cui ha perso di misura a Dublino contro Leinster (22-21), pareggiato a Belfast contro Ulster (24-24) e infine ha dominato a sorpresa contro gli Ospreys per 35-17 nel Judgement Day, oltretutto senza un Sam Warburton che resterà fuori fino a fine maggio. Per gli uomini di Danny Wilson, la sfida contro le Zebre non sarà la classica partita di fine stagione, proprio perché all’orizzonte si prospetta perlomeno un importante match di post-season con vista Champions. E i Blues stanno lavorando (bene) per arrivarci nella miglior forma possibile.

Contro un avversario così scomodo, insomma, le Zebre di coach Jimenez non potranno permettersi di pensare già al derby dell’ultima giornata, per non rischiare di incappare in batoste fin troppo dolorose per il morale. Certo, l’attesa per una sfida importante come quella contro il Benetton Treviso probabilmente resetterebbe (o quantomeno dovrebbe resettare) le motivazioni dei bianconeri in qualunque caso, ma preparare la partita contro Treviso partendo da un risultato che vada dal dignitoso al positivo avrebbe senz’altro un impatto maggiore per l’economia zebrata (e non impiegare quattordici ore per sbarcare a Cardiff, per esempio, potrebbe essere un buon punto di partenza).

 

Non avrà problemi logistici e di spostamento il Benetton, ma i Leoni dovranno risolvere una grana ben più complicata: Munster. La Red Army arriverà a Monigo con l’obiettivo di rimettersi in carreggiata dopo la sconfitta europea contro i Saracens, ma allo stesso tempo il Director of Rugby Rassie Erasmus potrebbe anche decidere di rimescolare le carte e, chissà, di dare riposo ad alcuni dei titolari – anche perché ci sono dei Lions da preservare e i playoff del Pro12 nel mirino. A questo, inoltre, va aggiunta anche la semifinale da giocare in casa di fatto già in cassaforte per gli irlandesi, oltre ad una rincorsa al primo posto di non primaria importanza: una serie di fattori che potrebbero rendere l’impegno del Benetton Treviso sulla carta più abbordabile di quanto si possa pensare. E le ultime due vittorie casalinghe contro Ospreys e Edimburgo, poi, rappresentano un biglietto da visita non indifferente per gli irlandesi, che dovranno fronteggiare una squadra in salute (trasferta a Llanelli contro gli Scarlets a parte), in fiducia e con un pack ormai abituato a giocare insieme da ormai tante settimane e in grado di alzare la voce nei momenti decisivi dei match.

 

Orizzonti differenti

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Non solo obiettivi da raggiungere, ma anche un futuro da programmare. Nelle dinamiche organizzative e manageriali di un club professionistico, i mesi conclusivi di una stagione sono dedicati soprattutto alla definizione della rosa per l’anno successivo, come ben sta dimostrando il Benetton Treviso con gli annunci delle ultime settimane. I veneti stanno evitando gli errori delle passate stagioni, quando troppo spesso la squadra era stata assemblata in piena estate e consegnata all’head coach di turno con eccessivo ritardo, complicando non poco la gestione e l’evoluzione tecnico-tattica del gruppo. Al 24 maggio, questa volta, la situazione appare decisamente differente: la società biancoverde ha già ufficializzato gli arrivi di Sebastian Negri, Federico Ruzza, Nasi Manu e Whetu Douglas, senza dimenticare alcuni rinnovi importanti e gli acquisti praticamente già certi di Juan Ignacio Brex dal Viadana e del pilone classe ’97 Marco Riccioni da Calvisano. Nessuna rivoluzione, ma puntelli mirati ed importanti per qualità (Douglas, Brex) e prospettive (Negri, Ruzza, Riccioni).

 

Diametralmente opposta la situazione delle Zebre, costrette a navigare a vista considerando le difficoltà societarie e finanziarie. Gli unici movimenti dei bianconeri hanno riguardato i rinnovi (importanti e arrivati a gennaio, dunque con tempistiche adeguate) di Tommaso Boni e Carlo Canna, oltre al già sopraccitato Ruzza in uscita. Oltre alle note problematiche a livello manageriale, lo stallo sul mercato è da ricondurre anche alla mancanza di certezze relative all’allenatore per la prossima stagione. Nelle scorse settimane è circolato il nome di Michael Bradley, ex allenatore di Connacht e dell’Edimburgo arrivato in semifinale di Heineken Cup nel 2012, ma senza l’ufficialità di uno staff tecnico ben definito difficilmente la franchigia bianconera potrebbe attivarsi pienamente sul mercato. Il rischio sarebbe quello di costruire una squadra senza l’approvazione del nuovo coach e di consegnare una rosa non in linea con le caratteristiche della nuova guida ma, dall’altro lato, la prolungata attesa potrebbe costringere le Zebre a muoversi frettolosamente e a dover ricorrere, come già accaduto negli anni, a giocatori stranieri poco affini al progetto tecnico. Da qualunque angolo si guardi la vicenda, tuttavia, è inevitabile constatare il ritardo con cui si sta muovendo/è costretta a muoversi la franchigia ducale; un ritardo che, come in una reazione a catena, speriamo non si rifletterà anche sulla preparazione estiva e l’approccio alla nuova stagione. Con le conseguenze che tutti conosciamo.

 

di Daniele Pansardi

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