Concussion: in Australia arriva il cartellino blu

La novità verrà sperimentata nel corso di alcune competizioni domestiche

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Frank_BOBO 23 Marzo 2017, 13:34

    mi sembra una cosa piu’ che nobile nell’intento. Ho il timore che venga strumentalizzata: farsi dare uno di questi Blue card penalizza la squadra in cui giochi e , soprattutto se fai la differenza quando giochi, invoglia gli avversari a “cercare” volontariamente, con un po’ di furbizia, la cuncussion.

    Ovviamente è un opinione personale, spero non accada in questo modo.

  2. gasport 23 Marzo 2017, 13:34

    Da quando un arbitro è anche medico?
    Mi sembra si stia facendo una cosa moooolto pericolosa.

    Altra cosa ridicola, tempo di riposo diverso per adulti e meno adulti..Mah..

    • Dusty 23 Marzo 2017, 13:37

      Infatti ho pensato anche io che dovrà esserci un parere medico e non dell’arbitro.
      E per le donne che periodo di riposo si ipotizza?

  3. malpensante 23 Marzo 2017, 15:03

    Meglio la scure di niente: unica soluzione a una questione che rischia di uccidere le persone (principale) e il rugby (secondario). Se non mettono medici indipendenti, bene così: meglio che escano piuttosto che rischino. Almeno per la fase di osservazione e recupero, troppo difficile affidarsi a medici autonomi? Secondo me dopo una vangata come questa, magari qualcuno potrebbe finalmente pensarci.

  4. albe 23 Marzo 2017, 16:30

    Conconrdo al 100% con Malpensante, e sono contento che finalmente qualcuno affronti la questione in modo serio!

  5. TommyHowlett 24 Marzo 2017, 12:00

    La blue card dovrebbe servire solo per far uscire definitivamente dal campo il giocatore coinvolto, visto che durante la partita l’arbitro fa l’arbitro e non il medico; poi, per protocollo e rientro all’attività il giudizio finale dovrebbe spettare a una commissione medica terza. Quest’ultimo punto è sempre il più delicato perché soggetti indipendenti restano tali fin quando il presidente di turno, solitamente più curante dei propri investimenti che della salute dei giocatori, non minaccia una qualche azione legale contro la federazione o l’ordine dei medici o qualsiasi altro ente e o persona coinvolta. Alla fine della fiera, la soluzione potrebbe essere quella di demandare la decisione per il rientro al giocatore stesso e al suo senso di responsabilità nei confronti della propria salute, ma anche in questo caso spesso il tintinnio degli euro o delle sterline fa prendere decisioni sbagliate e affrettate.

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