Test match: Scozia ancora beffata dall’Australia

Una meta di Kuridrani a sei minuti dalla fine regala il successo ai Wallabies. Finisce 22-23

ph. Russell Cheyne Livepic / Action Images

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EDIMBURGO – Non ci sono cambi nelle formazioni annunciate alla vigilia e non ci sono nemmeno novità dal punto di vista meteorologico quando le due squadre che scendono in campo per gli inni nazionali e onorare il cerimoniale del Remembrance Day, prima che il drop di Finn Russell dia inizio al match in un BT Murrayfield vicinissimo al sold-out (65,395 spettatori presenti, nuovo record per questa sfida).

 

L’Australia ha il primo possesso, ma è la Scozia a farsi subito pericolosa una volta recuperato l’ovale. Hogg e Dunbar si mettono in mostra ma è un fuorigioco di Kuridrani in ruck ad offrire a capitan Laidlaw la possibilità di portare avanti i padroni di casa dalla piazzola al 2′ (3-0). La reazione Wallaby è decisa e solo un in-avanti di Kepu ad un passo dalla linea di meta salva la difesa scozzese, messa già a durissima prova dalla prepotenza fisica avversaria. Il gioco si ferma poco dopo quando Coleman e Wilson (entrambi infortunati alla caviglia) devono uscire dal campo, sostituiti da Simmons e Hardie.
Il pack scozzese si comporta bene nella prima mischia chiusa, con Russell che può liberare trovando impreparato Speight che perde l’ovale in avanti. Kuridrani, in fuorigioco, tocca l’ovale regalando alla Scozia un calcio di punizione che si rivelerà decisivo. L’apertura scozzese sceglie la penal’touche e, recuperato l’ovale dai compagni sulla metà campo, vede un varco nella linea avversaria. Russell sceglie di sfruttarlo con un chip, su cui si avventa Huw Jones che può andare indisturbato oltre la linea di meta. Laidlaw trasforma e la Scozia, all’8′, conduce 10-0.
Al 12′ Richie Gray lascia il campo, sostituito da Gilchrist (sostituzione temporanea, il seconda linea di Tolosa rientra in campo al 19′). Quando il gioco riprende, l’Australia va in meta con il centro Reece Hodge a chiudere una bella azione in velocità nata da una touche vinta sulla metà campo e sviluppatasi sull’asse Genia-Foley-Folau-Haylett Petty, con quest’ultimo bravo nell’offload decisivo sul centro. Foley trasforma e i Wallabies si fanno sotto, (10-7).
L’Australia adesso spinge ancora e solo l’intervento di Huw Jones, bravo a leggere le intenzioni avversarie, ferma un’altra possibile meta; il pack verdeoro, però, vince la mischia successiva – Fagerson penalizzato – mandando Foley al 22′ dalla piazzola per il pareggio (10-10). Laidlaw risponde dalla piazzola alla prima occasione – punizione da quasi quaranta metri per infrazione al breakdown – ma il calcio del capitano scozzese è corto.
Poco male, perchè nell’azione successiva la Scozia va ancora in meta, ancora con Huw Jones che si infila nella retroguardia avversaria sgusciando tra due avversari prima di andare in tuffo oltre la linea. Laidlaw stavolta è preciso e i Dark Blues, al 27′, conducono 17-10.
La gara è bella e molto intensa, con la Scozia che resta concentrata e l’Australia che, quando recupera l’ovale, è praticamente sempre pericolosa; al 32′ i Green and Gold rubano la prima touche ma Barclay è strepitoso nel turnover al breakdown, costringendo gli avversari a concedere una punizione che Russell calcia ancora in touche. L’azione non porta punti a referto, ma mostra che la Scozia, oggi, è in partita e soprattutto fiduciosa dei propri mezzi, senza paura di sbagliare. Su tutti, va sottolineata la prova di Jonny Gray e John Barclay, solo per citare due tra i migliori in campo in assoluto.
La Scozia va a riposo avanti 17-10, con pieno merito e al termine di un primo tempo molto bello e combattuto.

 

I Wallabies mettono subito punti a referto con un piazzato di Foley al 42′ (17-13) ma non riescono a dare continuità al loro buon inizio, perchè la Scozia non molla più un centimetro, tenendo l’ovale per numerose fasi che frustrano gli avversari, incapaci di imprimere il loro ritmo alla gara.
Dopo cinque minuti di possesso, i Dark Blues vanno in meta con Jonny Gray, che chiude di prepotenza un’azione insistita nei 22m avversari sfruttando il veloce riciclo di Laidlaw (che spedisce la trasformazione sul palo) e aiutato dal fratello, Richie. Al 47′ la Scozia allunga il proprio vantaggio oltre il break, 22-13.
I Wallabies sono adesso costretti a forzare un po’ le loro giocate e commettono qualche errore di handling di troppo; il pack, però, manda ancora Foley dalla piazzola al 55′, quando forza il neo-entrato Gordon Reid alla scorrettezza in mischia chiusa. L’apertura è preciso e riporta i suoi sotto il break (22-16). I Wallabies sentono che è arrivato il momento per cercare di cambiare l’inerzia del match e adesso spingono sull’acceleratore, ma ancora la difesa scozzese è perfetta in chiusura, vanificando l’ennesimo tentativo avversario. La Scozia entra però nell’ultimo quarto di gara senza John Hardie, costretto a lasciare il campo per infortunio e sostituito da Gilchrist, che va a coprire il vuoto lasciato dal suo compagno di squadra (Edinburgh Rugby) in terza linea.
Due incursioni australiane sono fermate ancora dall’ottimo lavoro scozzese al breakdown, mentre l’avanzata della Scozia nei 22m avversari non si concretizza per un velo di Richie Gray a coprire una penetrazione di Gilchrist. Al 67′ Phipps conquista il suo 50esimo cap con i Wallabies, un minuto prima che l’ennesima avanzata australiana si fermi ancora, stavolta per un intervento del TMO che vede un’entrata laterale di Skelton, che dà una spallata a Jonny Gray a gioco fermo prendendosi un giallo tanto stupido quanto meritato.
L’Australia passa da una possibile punizione sui 5m avversari, ad un calcio contro e dieci minuti in inferiorità numerica, un colpo che potrebbe essere decisivo per le sorti del match.
I Wallabies, però, continuano a spingere, trovando al 74′ la meta del sorpasso con Kuridrani, che rompe due placcaggi prima di schiacciare l’ovale sotto i pali facilitando il compito di Foley dalla piazzola. Come un anno fa, l’Australia si porta avanti di un punto, 22-23, nei minuti finali di gara.
La Scozia ha l’ultimo possesso e ci prova ancora, anche oltre il tempo regolamentare, ma dopo numerose fasi perde l’ovale e Lacey può fischiare la fine della gara. Finisce 22-23.
I Wallabies tengono vivo il sogno-Grand Slam (che manca dal 1984), per la Scozia un’altra beffa, ma resta la certezza che ormai può giocarsela contro chiunque.

 

Scozia: 15 Stuart Hogg 14 Sean Maitland 13 Huw Jones 12 Alex Dunbar 11 Tim Visser 10 Finn Russell 9 Greig Laidlaw (C) 1 Allan Dell 2 Ross Ford 3 Zander Fagerson 4 Richie Gray 5 Jonny Gray 6 John Barclay 7 Hamish Watson 8 Ryan Wilson
A disposizione: 16 Fraser Brown 17 Gordon Reid 18 Moray Low 19 Grant Gilchrist 20 John Hardie 21 Ali Price 22 Pete Horne 23 Rory Hughes

Marcatori Scozia
Mete: Jones (7′, 26′), J. Gray (47′)
Conversioni: Laidlaw (8′, 27′)
Punizioni: Laidlaw (2′)

 

Australia: 15 Israel Folau 14 Dane Haylett-Petty 13 Tevita Kuridrani 12 Reece Hodge 11 Henry Speight 10 Bernard Foley 9 Will Genia 1 Scott Sio 2 Stephen Moore (C) 3 Sekope Kepu 4 Rory Arnold 5 Adam Coleman 6 David Pocock 7 Michael Hooper 8 Lopeti Timani
A disposizione: 16 Tolu Latu 17 Tom Robertson 18 Allan Alaalatoa 19 Rob Simmons 20 Will Skelton 21 Dean Mumm 22 Nick Phipps 23 Quade Cooper

Marcatori Australia
Mete: Hodge (12′), Kuridrani (74′)
Conversioni: Foley (14′, 76′)
Punizioni: Foley (22′, 42′, 55′)

 

di Matteo Mangiarotti

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