Pro12: Edimburgo batte 20-9 gli Scarlets e torna a sorridere

Vittoria sofferta ma meritata di Edimburgo, ispirato da un Weir in formato-nazionale

edimburgo Pro12

ph. Matteo Mangiarotti

EDIMBURGO – Pioggia battente e vento forte, dalle prime ore del pomeriggio, sulla capitale scozzese che se non creano problemi al terreno di gioco, complicano decisamente la vita dei giocatori in campo – oltre a scoraggiare gli appassionati ad accorrere allo stadio, stasera solo 2650 spettatori presenti sugli spalti della Highland Cathedral.

 

Nelle prime fasi di gioco, le due squadre si “stuzzicano” con calci alti, per testare i nervi dell’avversario, ma la prima occasione per mettere punti a referto arriva per un’irregolarità al breakdown – entrata laterale di Ross Ford; Patchell va dalla piazzola ma il vento contrario gioca un brutto scherzo all’apertura degli Scarlets, spingendo l’ovale sul palo. I gallesi sprecano un’altra potenziale occasione, quando Patchell sbaglia il passaggio su Scott Williams dopo una bella avanzata di James Davies, che, recuperato l’ovale in touche, trova un buco nella disattenta difesa scozzese arrivando fino ai 22m avversari.
I gallesi tengono il pallone e, al momento, dominano i punti d’incontro ma non riescono a rendersi pericolosi, mentre Edinburgh si fa vedere vincendo la prima mischia chiusa del match con Sutherland che costringe Kruger al fallo. Sono gli Scarlets, e meritatamente, a passare per primi in vantaggio (3-0) grazie al piede di Patchell, che da quasi quaranta metri punisce l’ennesima irregolarità dei Gunners al breakdown – stavolta è Hardie il colpevole.
Il pack scozzese prova a suonare la carica, vincendo la terza mischia – su tre – e mandando Weir dalla piazzola; l’apertura è fortunato e, a differenza di quanto accaduto a Patchell, riporta i suoi in parità (3-3) con l’aiuto del palo. Si gioca a ritmi molto bassi, con il meteo che ha un ruolo da protagonista, con moltissimi errori di handling forzati dalla pioggia – Bill McLaren, indimenticato giornalista scozzese, avrebbe detto che stasera l’ovale è “as slippery as a wet trout” (“viscido come una trota bagnata”). Il direttore di gara, Andrew Brace, richiama il capitano degli Scarlets, Ken Owens, alla quarta mischia persa per irregolarità, prima che Edinburgh arrivi ad un palmo dalla linea di meta – avanzata fermata, dopo qualche fase e almeno quattro pick-and-go “furiosi”, con un’altra irregolarità che consente a Weir di portare avanti i suoi (6-3) quando siamo entrati nel secondo quarto di gara.
Gli Scarlets tornano in parità (6-6), ancora con Patchell e ancora a punire una scorrettezza – tenuto – al breakdown di Edinburgh, ma sono gli scozzesi ad andare in meta per primi al 33′.
Weir, ricevuto il riciclo di Fowles, opta per un malvagio cross-kick sulla destra d’attacco che coglie impreparato Liam Williams; l’estremo gallese, beffato dal vento, si lascia scappare l’ovale oltre la linea di meta. Michael Allen vince lo sprint con Steffan Evans prima di andare a schiacciare l’ovale in tuffo all’altezza della bandierina; Weir, da posizione difficile, è bravissimo a trovare i pali e i Gunners volano sul 13-6.
La reazione gallese è veemente ma si ferma contro la difesa dei Gunners che, quasi a fine primo tempo, sembra aver trovato i tempi giusti per assorbire l’urto delle avanzate avversarie, guadagnando anche un calcio di punizione che Weir calcia in touche togliendo la pressione dai propri 5m.
Nell’azione successiva, gli Scarlets restano con uomo in meno – giallo al seconda linea Jake Ball che ferma irregolarmente una maul – e pagano subito dazio quando Patchell sbaglia il calcio di liberazione dai 22m servendo, dopo un rimbalzo beffardo sulla tibia di un giocatore scozzese, Magnus Bradbury che può andare oltre la linea – battendo due avversari ma trovando, di fatto, la difesa completamente scoperta. Weir – meritatissimo man of the match – è ancora preciso dalla piazzola e manda le squadre a riposo sul 20-6.

 

Passano solo 43 secondi nella ripresa e le squadre sono di nuovo in parità numerica, perché Magnus Bradbury placca irregolarmente David Bulbring, sollevandolo da terra – ma, per fortuna sua e del terza linea scozzese, il seconda linea gallese atterra sulla schiena. Il direttore di gara si consulta col TMO prima di estrarre il cartellino giallo. Al 44′ gli Scarlets vincono anche la prima mischia chiusa, poco fuori i propri 22m, e Patchell si fa in qualche modo ripagare il grossolano errore di fine primo tempo trovando la touche nei 22m avversari – Toolis, però, è imperioso e vanifica la piattaforma d’attacco leggendo alla perfezione il lancio di Owens. La gara è finalmente decollata, ma gli Scarlets riescono a sorridere solo per aver trovato un certo equilibrio in mischia chiusa, non riuscendo però né a creare occasioni pericolose, né a dominare i breakdown come nel primo tempo. Al 48′ Pivac deve inserire Gareth Davies al posto di Scott Williams, che esce per un colpo alla testa, e al 53′, Edinburgh resta un’altra volta con l’uomo in meno, quando Phil Burleigh “vola” su una ruck a fermare irregolarmente il riciclo dei gallesi e si prende un meritato cartellino giallo. Patchell dalla piazzola aggiunge tre punti, riducendo lo svantaggio sul 20-9, poco dopo che Hardie sia costretto a lasciare il campo per un colpo alla testa in uno scontro di gioco contro il gomito di Ken Owens. Alan Solomons, head coach di Edinburgh, toglie uno spento Tofilau inserendo Rasolea per ridare vivacità alle giocate dei suoi che entrano nell’ultimo quarto di gara con l’ovale in possesso e con un “tesoretto” di undici punti da gestire. Gli Scarlets provano ad attaccare, quando il cronometro inizia a giocare contro di loro, ma continuano a commettere troppi errori di handling che vanificano tutta la fatica fatta in fase di costruzione. In venti minuti giocati in quattordici, Edinburgh ha concesso la miseria di tre punti agli avversari grazie all’attenzione in fase difensiva ma, va detto, anche perchè gli Scarlets hanno “pasticciato” troppo, pagando anche cara la serata non proprio ispirata della mediana – con Patchell che ha commesso troppi errori.
L’apertura sbaglia anche la penal’touche al 74′ ma trova un insperato alleato in Michael Allen; l’ala di Edinburgh infatti, si addormenta sul calcio sballato di Patchell e regala agli Scarlets una touche sui 5m. Si sviluppa un’azione furiosa, una delle ultime occasioni per i gallesi per provare a riaprire l’incontro, che però proprio Michael Allen vanifica con un placcaggio perfetto su Steffan Evans, arrivato a pochissimi centimetri dalla linea di meta sotto il West Stand. Il direttore di gara vede, però, un placcaggio alto dell’ala di Edinburgh e concede un calcio di punizione agli Scarlets – dopo aver chiamato in causa il TMO; dalla touche si sviluppa una maul che si ferma solo oltre la linea di meta. Brace si affida ancora alle riprese televisive che mostrano l’ovale tenuto alto e assegna una mischia agli Scarlets che, però, non produce risultati. Ci sono ancora due minuti da giocare ma Edinburgh tiene e Fowles, che stasera ha giocato tutta la gara, può calciare l’ovale sugli spalti che decreta la fine dell’incontro.

 

Edinburgh Rugby: Glenn Bryce, Michael Allen, Sasa Tofilau, Phil Burleigh, Tom Brown, Duncan Weir, Nathan Fowles; Rory Sutherland, Ross Ford, WP Nel, Ben Toolis, Grant Gilchrist (C), Jamie Ritchie, John Hardie, Magnus Bradbury
A disposizione: Stuart McInally, Allan Dell, Kevin Bryce, Fraser McKenzie, Hamish Watson, Sam Hidalgo-Clyne, Blair Kinghorn, Solomoni Rasolea

Marcatori Edinburgh Rugby
Mete: Allen (33′), Bradbury (39′)
Conversioni: Weir (34′, 40′)
Punizioni: Weir (18′, 25′)

 

Scarlets: Liam Williams, Hadleigh Parkes, Jonathan Davies, Scott Williams, Steff Evans, Rhys Patchell, Aled Davies; Wyn Jones, Ken Owens (C), Werner Kruger, Jake Ball, David Bulbring, Aaron Shingler, James Davies, John Barclay
A disposizione: Ryan Elias, Luke Garrett, Peter Edwards, Tadhg Beirne, Josh Macleod, Gareth Davies, Dan Jones, Aled Thomas

Marcatori Scarlets
Mete:
Conversioni:
Punizioni: Patchell (12′, 29′, 53′)

 

di Matteo Mangiarotti

Appassionato di rugby, ne scrive da sette anni. Da tre cura il blog Alba Ovale, mentre da quattro vive ad Edimburgo.

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