Tre campionati e due mondi lontani: come competere con Premiership e Top 14?

Mentre Francia e Inghilterra strappano contratti monstre, il Board celtico si interroga su come ridurre la forbice

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Stefo 20 Luglio 2016, 08:49

    “non si capisce come ciò potrebbe aumentare i ricavi (soprattutto televisivi) del Board celtico.” chiaramente tramite contratti in USA che come gli altri contratti finirebbero nel calderone…per carita’ non sono sicuri ma penso che sia ovvio che quella sia la speranza…e mi pare che Browne lo abbia anche detto esplciitamente nell’intervista.
    La domanda e’ quanto si aspetterebbero di ricavare, ma credo che questo sia esattamente la materia di studio al momento onde evitare di ripetere l’errore di allargarsi sull’idea che ci sono un tot di milioni di abitanti e quindi i soldi salteranno fuori…

    Resta il problema che cosi’ com’e’ sara’ impossiible sostenere la competitivita’.
    Il Pro 12 ha retto finche’ Ing e Fra non hanno aumentato la velcoita’, e non fattibile per i 3 mercati celtici andare molto oltre quello che sono, quesitone di dimensioni….che contano 🙂
    IRlanda, galles e Scozia sono quasi sfruttati in pieno e quindi non resta che o provare ad allargarsi o si andra’ verso una perdita’ di competitivita’ continua. Certo resta l’opazione “Superlega Europea” ma non capisoc come cio’ converrebbe ai sistemi francesi e dinglesi nel loro complesso.

    In generale comuqnue si nota che purtroppo il sistema centralizzato e’ in sofferenza nel mantenere competitivita’ nel trattenere i giocatori, club inglesi e francesi offrono contratti che le federazioni con franchigie federali o parafederali non riescono ad offrire, qui c’e’ l’altra sfida del futuro, come reinventare queste realta’…senza is oldi di Denis O’Brien Sexton e Sean O’Brien (nessun caso di aprentela) non sarebero a Dublino con nuovi contratti…probabilmente un sistema misto come mi apre sia ormai in atto in NZ sia l’unica via.

    • Hullalla 20 Luglio 2016, 10:13

      Per quanto riguarda l’Irlanda non lo so, ma la Scozia sicuramente NON e’ sfruttata al massimo. Certo, e’ sempre una nazione di solo cinque milioni di abitanti o poco piu’, ma il rugby, come penetrazione nella popolazione e livelli di interesse, ha ancora (purtroppo) molto da crescere anche solo per tornare ai livelli degli anno Ottanta e in parte Novanta, anche se negli ultimi due o tre anni sia Glasgow che Edimburgo che la SRU hanno finalmente cominciato a lavorare un po’ meglio da questo punto di vista rispetto al recente passato, ma i risultati richiederanno molto lavoro e molta costanza dopo anni di (relativo) abbandono della base.

      • Stefo 20 Luglio 2016, 10:24

        Hulla mi son spiegato male, parlo commercialmente specialmente di contratti TV…non penso si possa tirare molto di piu’ fuori da quei 3 mercati…e cosi’ pare sia come la pensano anche quelli di Sky che son pronti a mollare il “prodotto” Pro 12.

        • Hullalla 20 Luglio 2016, 11:18

          Il problema (parlo sempre per la Scozia, che e’ una realta’ che conosco bene) e’ che il radicamento (=numero di appassionati disposti a guardare partite di rugby anche quando non c’e’ la nazionale o quando non ci sono semifinali o finali, se vuoi vederla sotto questo punto di vista) ha fatto diversi passi indietro negli ultimi decenni e le franchigie (calate dall’alto) non hanno fatto gran breccia nemmeno nei cuori degli appassionati Scozzesi (infatti il numero di spettatori, per quanto cresciuto negli ultimi due o tre anni, come detto, e’ comunque basso rispetto alla concorrenza) e se la gente non va allo stadio, non guarda nemmeno la TV e i broadcaster non vedono la convenienza nello spendere i loro soldi per acquisire i diritti.

          Invertire questa tendenza non e’ facilissimo e richiedera’ tempo e molta attenzione, anche se alcuni segnali nella giusta direzione ci sono da alcuni anni, come detto.

          • Stefo 20 Luglio 2016, 11:23

            Hulla mi sembra diciamo cose simili…sul potenziale ci puo’ essere margine ma non e’ un margine cosi’ enorme, i mercati son estremamente plafonati comunque rispetto ai concorrenti.

          • Stefo 20 Luglio 2016, 11:25

            Non passi da 21 a 40 milioni con la Scozia in sostanza…

      • fabiogenova 20 Luglio 2016, 12:35

        La strategia è di allargamento ad altri continenti è un’opzione, certo. Non so quanto possa essere praticabile al di là dei confini europei, ma forse qualcuno immagina si possa lavorare sui paesi europei emergenti e allargare il board celtico con un paio di franchigie georgiane (differentemente da quanto avviene al resto del mondo, sembra che la Georgia sia in crescita economica) o russe, imitando una sorta di super rugby europeo al di là dei campionati francesi e inglesi. Ma è vero che bisognerebbe almeno creare i presupposti affinché il “mercato interno” sia vicino alla saturazione. Il fatto è che noi contribuiamo molto poco. I 60 potenziali milioni di appassionati rugby sono sempre al di là di venire.

        • Hullalla 20 Luglio 2016, 14:27

          Se ci fossero veramente i 60 milioni di appassionati di rugby italiani, ci converrebbe fare un campionato professionistico nazionale e non partecipare alla Pro12.

          • fabiogenova 21 Luglio 2016, 09:54

            su questo non ci piove

  2. Mr Ian 20 Luglio 2016, 09:04

    Molto dipende anche dalle mission delle singole federazioni, per federazioni “piccole” come Irlanda, Galles e Scozia, penso che le vittorie della nazionale valgano di più che della vittoria del singolo club, motivo per cui anche i giocatori iniziano a farsi due conti in tasca, monetizzano all estero un paio d anni e poi tornano in patria dove possono gestirsi meglio, nel frattempo ti tirano fuori qualche bel talento ed anche il capitolo turnover è sistemato. Ovvio che competere con Francia ed Inghilterra è impossibile, ma chi non ci dice che questi sistemi non possano implodere, soprattutto il francese…una soluzione dietro l angolo è difficile da trovare, ovvio che il board celtic l unica cosa che può fare è muoversi con anticipo alla scoperta di territori vergini, ci avevano provato con l Italia, ma complice anche la crisi economica il tentativo è quasi fallito

    • Stefo 20 Luglio 2016, 09:22

      Se non sei competitivo con le franchigie sei meno attraente per sponsor, TV, pubblico e giocatori…Nazionale o non Nazionale il rishcio di un circolo vizioso che porta ad un declassamento del cmapionato e delle franchigie e’ reale!

      • Hullalla 20 Luglio 2016, 11:22

        La soluzione potrebbe essere quella di legare i diritti delle franchigie a quelli della nazionale, che e’ il vero “prodotto” che tira.
        In Italia per ora non mi sembra che sia successo…

        • Stefo 20 Luglio 2016, 11:28

          @Non mi e’ chiaro cosa intentdi con legare i diritti…oggi come oggi le Nazionali ed i loro intoriti finanziano gia’ gran aprte del movimento.

          • Hullalla 20 Luglio 2016, 12:00

            Vendere i diritti televisivi in blocco: Pro12 + nazionali in un unico pacchetto.

          • Stefo 20 Luglio 2016, 13:35

            Potresti legarlo solo ai TM, il 6N e’ di proprieta’ di altra societa’…

          • Hullalla 20 Luglio 2016, 14:28

            Se con questa mossa crei maggiore valore per tutti, puoi rinegoziare assolutamente tutto. 😉

          • Stefo 20 Luglio 2016, 14:45

            Non credo che Inglesi e francesi convengano con la tua opinione 🙂

          • Hullalla 20 Luglio 2016, 15:38

            Inglesi e Francesi amano i soldi come tutti gli altri, nel mondo del rugby professionistico e per soldi anche loro farebbero di tutto. Che piaccia o no… 🙁

          • Stefo 20 Luglio 2016, 15:55

            Non credo che francesi e dinglesi converrebberio che legare il 6N al pro 12 aumenterebbe il valore per loro…questo itnendevo

    • Hullalla 20 Luglio 2016, 11:20

      Irlanda, Galles e Scozia come nazioni saranno anche piccole, ma sono pur sempre piu’ grandi (e non di poco) della Nuova Zelanda.
      Poi bisogna vedere quanto ci si crede in una ulteriore espansione.

      • Stefo 20 Luglio 2016, 11:34

        Hulla, queste 3 non possono competere con francia ed Inghilterra….se si vuole credere il contrario va ben, ma non ci credono gli spoinsor e le TV per prime.

  3. malpensante 20 Luglio 2016, 09:19

    se ne parlava nel thread precedente in ottica usa (e lì, i buoi ai celtici sono scappati tempo fa)
    malpensante scrive:

    20 luglio 2016 alle 08:26

    Secondo me è più facile che sparisca piuttosto che cresca. Con l’attrazione del campionato inglese che macina quattrini e interesse, per i celtici sarà difficile sopravvivere in autonomia. L’esperimento di allargare all’Italia, dopo sei anni, direi che si possa dire ampiamente fallito sia economicamente che tecnicamente. L’unica cosa che hanno portato a casa e in cassa sono i soldi della tassa, e una partita casalinga in più, quella con il record negativo di spettatori.

    • Stefo 20 Luglio 2016, 09:25

      Come detto di la’ non prenderei l’Italia come termine di apragone per altre espansioni, non e’ detto che per forza vada alla stessa maniera…non farei salti nel vuoto sulla speranza neanche ed il board non ne fa, ma studiare la possibilita’ e sostenibilita’ mi sembra la strada giusta.

      • malpensante 20 Luglio 2016, 09:39

        Ma gli USA, se li sognano. La realtà è che Browne ha messo in fila chiacchiere in libertà: di sostanza all’orizzonte non se ne vede e, per me, in prospettiva non ce n’è. Finiremo a giocare con gli inglesi e, se non ci si sbriga, nemmeno con buone condizioni. Il plurale maiestatis, è ovviamente relativo al Munster, non all’Italia.

        • Stefo 20 Luglio 2016, 09:58

          mal io non so, anni fa gli USA chiedevano di entrare ora forse possono giocare su piu’ tavoli…

          • Stefo 20 Luglio 2016, 10:01

            Ed il giocare su piu’ tavoli puo’ anche portare a fare piu’ scelte…ragionando per assurdo, Sanzar dicesse si ad una sola franchigia USA e Pro 12 aprisse ad un’altra franchigia chi vieterebbe a USA rugby di farne due una ad Ovest ed una ad Est?So che e’ molto ipotetico come discorso.

          • malpensante 20 Luglio 2016, 10:50

            Ma chi glielo farebbe fare di andare ad investire sul nanerottolo dei campionati europei. Forse il solo appeal è che non ci siano retrocessioni. Poi hanno l’esempio dei giap, come percorso, e il vantaggio che il Super si gioca d’estate, cosa non banale per gli yankees. Ormai pendono a ovest, basta guardare dove stiano le squadre pro, e io gli do ragione.

          • Stefo 20 Luglio 2016, 10:54

            mal per fare il eprcorso giapponese devonot rovare i soldi, e con tutto il rispetto io non credo troveranno i soldi per fare come i giapponesi in termini di un campioanto proprio.
            Sanzar deve ancora concretizzare offerte comunque e’ alla finestra.

          • Hullalla 20 Luglio 2016, 11:24

            In effetti avrebbe forse piu’ impatto giocare occasionalmente dei match di Premiership in USA, un po’ come si giocano occasionalmente dei match di NFL a Londra…

  4. Mr Ian 20 Luglio 2016, 09:26

    Ma di contratti televisivi per l anno prossimo non si sa ancora nulla? il contratto Raisport era biennale?

    • Hrothepert 20 Luglio 2016, 10:35

      Mr Ian, nella e mail che il Board del Pro12 mi ha spedito, che contiene il calendario e le emittenti televisive che riprendono i matches, al momento, non è ancora riportata alcuna emittente italiana.

      • Mr Ian 20 Luglio 2016, 10:55

        questo è quello che maggiormente mi preoccupa…quest anno ad esempio S4C trasmette il match del sabato sera

  5. Maggicopinti 20 Luglio 2016, 11:24

    L’ipotesi USA è totalmente impraticabile, fuso orario, soldi in ballo, interesse per il rugby. E costerebbe un sacco di soldi a chi deve fare le trasferte (comprese le molte trasferte della franchigia USA in Europa!).
    Si va dove ci sono i soldi: il Pro12 prima o poi morirà e verrà inglobato dal campionato inglese in uno britannico. Prima il Galles, poi le altre.

    • Stefo 20 Luglio 2016, 12:53

      Distanze e fusi orari non han fermato la Sanzar nel SR, se il board dovesse fermarsi per quello a fronte di distanze e fusi orari minori ripsetto all’emisfero sud allora la CL meritera’ di chiudere i attenti

  6. Emy 20 Luglio 2016, 11:53

    Inevitabilmente, il cane si morde la coda e soldi chiamano soldi: la sagra del proverbio spicciolo, ma è la verità.
    Soldi–>livello più alto–>maggiore attrattiva–>soldi e così via.
    Certo leggere delle cifre dei diritti tv fa quasi ridere, pure con contratti di 4 anni in 4 anni, qui dove siamo abituati a non sapere fino alla settimana stessa della prima partita se e quando qualcosa verrà trasmesso e, se lo sarà, sarà per pietà una partita alla settimana e neanche sempre, soprattutto nel caso delle celtiche, che spesso e volentieri finiscono in differita ad orari ridicoli o non si vedono proprio. Non è certo così che si crea attenzione verso un campionato, e vale sia per l’Eccellenza che per il Pro12, due prodotti trattati qui in modo penoso da chi li trasmette, senza uno straccio almeno di trasmissione di riassunto ed approfondimento a fare da contorno alla trasmissione delle due partite in croce. Quanto ci starebbe bene un “Mi scusi sua Eccellenza” prima della trasmissione della partita di campionato, e un qualcosa di analogo prima di quelle del Pro12, perchè la gente possa avere almeno una vaga idea di quel che sta per guardare, del campionato che contiene quella partita, chi sta in testa in classifica e chi sta dietro, come sono andate le partite del turno precedente, e così via?
    Non si dice avere come per miracolo i miliardi e i meccanismi di Top14 e Premier, ma già cercare di fare qualcosa nel piccolo di ciascuno sarebbe una gran cosa. Parlo principalmente dell’Italia perchè non so praticamente niente di come funziona negli altri paesi del Pro12 per quanto riguarda copertura tv, pubblico, interesse, etc. Ma certo da noi la situazione è desolante.
    L’idea di guardare agli USA mi sembra poco realistica, proprio perchè è un campionato che sta avendo un appeal limitato e un livello non eccelso: non è che ogni cosa ovale che arriva dall’Europa quelli se la vanno a vedere e ci mettono soldi. Credo invece che un aumento dell’interesse USA verso il rugby alla fine andrà ancora a vantaggio di Top14 e Premiership: campioni, alto livello, bei nomi, spettacolo, il giusto contorno mediatico e un ottimo marketing. E si torna al cane che si morde la coda.
    Peraltro, mentre il Top14 “monstre” sta costando alla Francia una morìa per quanto riguarda i giocatori indigeni per la nazionale, in Inghilterra non hanno neanche questo problema, grazie immagino ad un più sensato regolamento per quanto riguarda gli stranieri.

    • fabiogenova 20 Luglio 2016, 13:17

      Giusto, Emy. Ma una parte del tuo ragionamento sembra fare leva soprattutto sull’incapacità o il disinteresse dei media nel proporre un buon prodotto senza però specificare come si può rendere più appetibile. E per quanto si possa tirare in ballo (giustamente) la cattiva gestione in FIR, il problema non si risolve con la bacchetta magica. Non vorrei risolvere il tutto facendo generici appelli a quanto sono stronzi e disinteressati i media; almeno, non senza una visione di insieme che rende questo sport più interessante allo spettatore medio. DMAX poteva aprire quel canale, ma si occupa per lo più del Sei Nazioni e dei test match già appetibili, quelli che giochiamo a novembre. Senza contare che, per quel format, il rugby sembra essere una sorta di alieno in mezzo a docufiction quali Nudi e Crudi, Banco dei pugni e altre amenità.

      • Mr Ian 20 Luglio 2016, 13:56

        forse Emy considerava più l assenza totale di interesse da parte di tutti a creare qualcosa che possa generare interesse nel pubblico. “Mi scusi sua Eccellenza” è una trasmissione che non costa chissà quanti soldi all anno, eppure al momento in Italia è l unica, o una delle poche, trasmissioni d intrattenimento sul rugby. Con un finanziamento minimo, potresti creare qualcosa anche per la Celtic ..

        • massimiliano 20 Luglio 2016, 14:11

          anni fa mi ero permesso di inviare una lettera aperta a Gavazzi, tramite un giornale che non esiste più, sul tema della nuova sede romana. Provocatoriamente gli avevo fatto notare che quei soldi potevano essere investiti nella creazione di un canale TV dedicato al rugby e strutturato per interessare tutta la famiglia. Avevo incluso un palinsesto e la disponibilità a lavorare personalmente sul progetto quasi in amicizia. O il mago G non leggeva quel giornale -che in parte finanziava- o regalare qualcosa da mettere in palinsesto agli amici rai chi interessava di più. In Italia il rugby non sfonda perché non si fa nulla per farlo sfondare

          • Hullalla 20 Luglio 2016, 15:41

            Chi ha le capacita’ manageriali e l’esperienza per far “sfondare” il rugby. tra i dirigenti della FIR e/o delle altre societa’ di rugby in Italia?
            Come abbiamo equiparato aperture a manetta, se avessimo anch equiparato dirigenti preparati…

          • massimiliano 20 Luglio 2016, 16:02

            hullalla siamo d’accordo, e allora che si fa ci arrendiamo? io di interessarmi al beach volley femminile sono anche d’accordo, ma prima proviamoci in qualche modo…

      • sentenza 20 Luglio 2016, 14:27

        Non è un alieno ma un’amenità uguale alle altre. E se fa gli stessi ascolti deve avere gli stessi costi delle altre. Se poi ne fa meno…
        Qui si continuano a prendere fischi per fiaschi. Il disinteresse delle tv per il rugby non è la causa ma l’effetto del disinteresse degli spettatori. Anche pompandolo pubblicitariamente il ritorno è stato ed è praticamente zero. Con 500 mila telespettatori di zoccolo duro, ma solo per la nazionale che l’eccellenza FORSE arriva a 50 mila, che diritti tv puoi pretendere? Giustamente devi pagare tu i costi delle riprese che gli ascolti non coprono manco quelli.
        Il rugby arriva fino li, e in italia sicuramente non può essere professionistico. Ing e Fra mettono più soldi sempre come conseguenza del seguito che hanno, non come precondizione.
        Altrove, nel senso di nuovi paesi “inesplorati”, è più o meno come in italia. Altrimenti sarebbe già sviluppato da solo e non ci sarebbe nessun bisogno di promuoverlo.

        • massimiliano 20 Luglio 2016, 14:31

          …e allora fallo conoscere, diffondi un’immagine interessante, crea un prodotto che vada ad ammiccare a gli interessi del pubblico. Avete votato i peggio dei peggio in questo modo, possiamo anche far gradire agli italici un bel gioco come il rugby. non si arriva a 20 milioni di spettatori, ma un paio in dieci anni si

          • sentenza 20 Luglio 2016, 14:42

            E’ già stato fatto per anni e lustri, il risultato è quello che vediamo. Ma non solo col rugby, anche con altri sport prima e dopo.
            Se mi passi il paragone aulico, si può infiocchettare imbellettare e impacchettare la merda come si vuole, ma alla fine resta sempre merda, e il pubblico lo vede.
            Fatto tutto il possibile se si aumenta il seguito del 20-30 % è grasso che cola. Ma per uno sport come il rugby cambia nulla. Per sport individuali magari si.

          • Hullalla 20 Luglio 2016, 15:43

            E’ stato fatto per lustri?
            NO, direi proprio di no.

        • massimiliano 20 Luglio 2016, 15:39

          egr. sentenza, non ti passo la metafora. se ritieni il rugby merda cambia chat, cambia sport. Che in Italia sia stato fatto qualcosa de genere negli ultimi 20 anni non mi sembra, non mi sembra si sia cercato di far conoscere al grande pubblico la reale bellezza di questo gioco. Se poi ti piacciono le telecronache rai, se le trovi interessanti…beato te. Riconosco invece un discorso populista, di quelli che ci hanno portato nel terzo mondo. E non parlo di sport. Con questi discorsi si va a picco.

          • sentenza 20 Luglio 2016, 22:09

            Scusate, la memoria l’avete o no? Tutti i campionati italiani (LIRE) ed esteri trasmessi su sky ed altre reti (Dahlia, Sportitalia, nonchè rai…) più o meno grandi ci sono stati o li ho sognati io? Incluso 6n. Sono andati avanti anni e anche lustri (qualcuno, e per forza, non li guardava nessuno) oppure no?
            Se poi sono spariti (spesso insieme alle tv che li trasmettevano) secondo voi non significa nulla e non porta a nessuna conclusione? Cioè siete ancora convinti che se qualcuno trasmette a forza rugby tutte le sere alle 20 a reti unificate sicuramente diventa lo sport più popolare d’italia? Perchè siccome piace a voi sicuramente basta farlo vedere a tutti e piacerà a tutti ugualmente. Secondo me spengono tutti la tv, meno quelli già seguaci.
            Merda intesa come prodotto non valido, o comunque con potenziale limitato. Di nicchia, come si dice. E’ illusorio pensare che la soluzione per diffonderlo sia semplicemente pubblicizzarlo ( associandolo poi ad altre cose o concetti come fa sempre la pubblicità). Se in italia sono poniamo 100mila quelli a cui può interessare il rugby, quelli restano. Non è che pubblicizzandolo raddoppiano o triplicano. O pensate che ci siano ancora 55 milioni su 60 di italiani che non hanno mai visto (e poi scartato) il rugby?

          • Mr Ian 21 Luglio 2016, 10:07

            scusami sentenza ma il tuo commento mi sembra fortemente anacronistico. Parli di anni che se non troppo lontani, tecnologicamente sono epoche fa…ai tempi sono gli abbonati sky potevano accedere alla visione di qualcosa di specifico, oggi invece con lo streaming, legale e illegale, tutti possono vedere tutto; se non in diretta, magari in differita o registrato da scaricare…prova ne è il programma mi scusi sua eccellenza che pur andando in una televisione regionale, è diventato un piccolo caso nazionale, con tanto di diretta streaming. Pensare di non fare nulla oggi perchè ieri i risultati non sono stati soddisfacenti è folle. Il prodotto va rilanciato, contestualizzando ai tempi di oggi, al fatto che molti giocatori sono diventati personaggi e che lo sport è altamente spettacolare…altrimenti se tutto dovesse rimanere come dici tu, allora sarebbe giusto fare un passo indietro e lasciare il posto a mercati maggiormente vogliosi di rugby, la Georgia è alle calcagne

          • sentenza 21 Luglio 2016, 15:46

            Non resta tutto com’è, ma non è scontato che migliori per forza, può anche facilmente peggiorare. Sta trasmissione che dici del santo quanti nuovi spettatori ha attirato? Quanti soldi di sponsor per le tv che la trasmettono ha prodotto? Perchè mi pare che per fare i professionisti bisogna che qualcuno ti dia i soldi per farlo. E ci sono solo 2 modi: o ci sono spettatori e/o telespettatori in numero sufficiente che pagano, oppure (anche contemporaneamente) c’è qualche forma di mecenatismo, alias assistenzialismo. Cioè soldi a fondo perduto (in apparenza, anche il mecenatismo e l’assistenzialismo hanno ritorni in altra forma o non esisterebbero).
            Comunque buone illusioni a tutti.

  7. Jager 20 Luglio 2016, 12:47

    Secondo me è soprattutto un discorso di numeri , nel senso che l’ unico mercato , che per ragioni demograficamente , può avere interesse è l’ Italia , paese in cui putroppo per il board il rugby non ha seguito .

    • sentenza 20 Luglio 2016, 14:35

      Per il board? Quindi è il board che ci vede male, in realtà la media spettatori dell’eccellenza è 20mila sulle tribune e il 6n fa 7 milioni come in francia.
      Voglio omaggiare anch’io il buonanima bannato recentemente, che adesso scriverebbe sicuramente: …Gomblotto!!!

      • Jager 20 Luglio 2016, 17:44

        Complotto ? Mai parlato di complotto ho solo detto che in Italia il rugby a poco seguito , cosa che mi sembra corrisponda al vero . Il board ha suo tempo a cercato di investire in una nazione di 60 milioni di abitanti convinti che fosse una buona soluzione per allargare il loro mercato . Probabilmente qualcuno in Italia li ha convinti che il rugby avrebbe avuto una grossa crescita , o si sono convinti da soli della cosa , fatto sta che le cosa stanno andando diversamente quindi l’ investimento non si ta rivelando così vantaggioso come pensato . Credo tuttavia che al board pro12 non resti altra soluzione che continuare ad “aspettare” l’ Italia ( ammesso che noi arriviamo , cosa che personalmente spero , ma di cui sono poco convinto ) , mercati alternativi di una certa credibilità francamente non ne vedo

        • sentenza 20 Luglio 2016, 22:31

          Ah, sei colui il quale già bannato? Quindi non è il board che ci vede male. Quanto al qualcuno che li ha convinti del potenziale italiano, può darsi che Dondi (non vedo chi altri) l’abbia fatto. Anzi ne sono proprio sicuro (sempre gomblotto, urlerebbe ancora l’illustre…). Ed è ovvio il perchè possa averlo fatto. Ma non c’è peggior illuso di chi lo è già da solo. Il board, grandi manager e grandi professionisti, si fa turlupinare da uno della bassa parmense? Non fanno fare indagini di marketing indipendenti ma gli bastano le sue parole e gli smollano allegramente 40 o 50 milioni l’anno sulla fiducia e continuano anche dopo 15 anni, quando è chiaro che non ci sarà mai ritorno? Secondo me è più probabile che abbiano deciso indipendentemente “per scelta politica” di spendere comunque per tentare la diffusione fuori dai soliti paesi storici. Direi che adesso devono decidere, sempre pliticamente a priori, se e quanto val la pena continuare a spendere. Che il ritorno resta quello che è oggi.

          • massimiliano 21 Luglio 2016, 08:43

            Giusto! così invece di andare a vedere Ulster a PArma o Ospreys a Treviso andiamo a fare un inchino a Mago g a Calvisano. Il rugby italiano non uscirà mai dal ghetto perché chi fa rugby ha paura ed incapacità di presentare il proprio sport agli altri. Conosco tanta gente che si è avvicinata al nostro gioco non per giocare ma per andare allo stadio a divertirsi, passare un pomeriggio in un bell’ambiente e scoprire un nuovo sport. Basta parlarci con le persone, spiegare senza tirarsela e senza far cadere sentenze dall’alto del proprio sgabello sdrucito! OOOPSSS!!!!

          • Jager 21 Luglio 2016, 09:26

            Ma chi è il bannato ?

          • sentenza 21 Luglio 2016, 15:31

            meezena10. Già nel dimenticatoio?

          • sentenza 21 Luglio 2016, 16:04

            Il rugby in italia non uscirà mai dal ghetto perchè è da ghetto, cioè sempre da nicchia. Per le sue caratteristiche interessa a un numero limitato di gente, sia come pratica che come spettacolo. Se non fosse così sarebbe già più diffuso, da mò. Il calcio si è diffuso perchè è stato trasmesso e pompato in tv negli anni 20 e 30? C’era qualche San Isidro del tempo che lo magnificava abilmente con la sua oratoria (in diretta dal balcone di piazza venezia) raccogliendo milioni di nuovi adepti e spettatori?

          • Jager 21 Luglio 2016, 20:32

            @Sentenza . Ok capito è di quale colpa si è macchiato per essere bannato ?

          • sentenza 21 Luglio 2016, 21:46

            C’è un post ad hoc in cui la redazione spiega tutto. Quello su Barbini o Ragusi, non ricordo, è già nel dimenticatoio anche per me.

  8. Maxwell 20 Luglio 2016, 13:32

    Non ci sono vie di fuga ai soldi francesi.
    O Irl e gal si riducono autonomamente a 3 franchigie con le buone o si tengono 4 franchigie discrete per la CL.
    Oppure rilanciano e tengono 3-4 franchigie in CL e irfu e wru acquistano i irish e Welsh a Londra.
    40 giocatori in premier coperti dal contratto televisivo avvia .

    • Stefo 20 Luglio 2016, 13:38

      Tagliare una franchigia cambia poco e fa loro perdere 30-35 giocatori nell’alto livello. I soldi per competere in Premier seriamente non li possono spendere WRU ed IRFU.
      Per loro le strade son due, o riescono ad espandere la CL oppure come detto da altri ma detto anche 2 anni fa si guardi all’Inghilterra ed una B&I League…

  9. Mr Ian 20 Luglio 2016, 14:17

    Sempre per rimanere in tema, ieri sera alla Quinnell lounge al Parc Y Scarlets si è tenuta una delle consuete riunioni tra il tifo organizzato e rappresentanti del management Scarlets, ieri l ospite della serata era Mark Davies, CEO di Pro Rugby Wales. Gli argomenti della serata bene o male sono gli stessi trattati nell articolo. Davies è ottimista circa il futuro della competizione, crede che il percoroso dei contratti nazionali sia la strada migliore per il rugby gallese.
    Conferma che il board celtico sta allacciando rapporti con il nord america, ma che comunque ogni home nation deve dare il massimo per mantenere in vita la competizione…
    Infine si è trapelato che in un futuro non molto lontano, il Galles possa partecipare al torneo con 3 regions e non più quattro. Il sentimento di fondo cmq è l ottimismo, fermo restando che la distanza dagli altri campionati al momento è incolmabile.
    Dal vostro inviato a Llanelli è tutto, do la linea allo studio

    • malpensante 20 Luglio 2016, 15:15

      Newport è alla canna del gas, da tutti i punti di vista.

  10. And 20 Luglio 2016, 14:33

    Ma l’Italia cosa porta? il solito bacino dei 60 milioni, di cui la maggioranza o non ha interesse nel rugby, o pensa che sia uno sport violento/brutto da guardare o lo confonde col football americano. I celtici sono quattro gatti (5+3+5+1=14 milioni no?) quindi il gap nella fetta dei diritti tv è inevitabile. Metteteci che storicamente essendo una competizione senza retrocessioni la lega celtica è stata usata più per fare giocare i giovani e non i campioni nella regular season, poi le condizioni meteo avverse x il running rugby e un certo disinteresse/snobismo di Gallesi e tifosi di rugby di Edimburgo che guardano solo i Test Match e la situazione è questa.

    • massimiliano 20 Luglio 2016, 15:50

      e allora lavoriamo per spiegare a qualcuno di quei 60 milioni cosa è il rugby. se lo si facesse seriamente i risultati sarebbero diversi. certo, finchè si mettono a far comunicazione e a produrre idee persone da mercato ortofrutticolo, i risultati saranno questi. e purtroppo in Ialia questo succede in quasi tutti i campi.

  11. Giorgio Brera 20 Luglio 2016, 15:51

    Quoto @And.
    Mi sembra che ‘sti discorsi siano fatti da qualcuno che vorrebbe essere Phelps ma che si ritrova a nuoare in una piscinetta di plastica comprata alla Decathlon.
    Il Pro12 non può competere con Francia e Inghilterra, lo dicono i numeri. Fino ad oggi, almeno a livello tecnico, si poteva competere. I molti successi di alcune irlandesi in Champions lo dimostrano. Domani, bho…
    L’ingresso dell’Italia non ha portato i risultati economici e di crescita attesi/sperati/sognati, anzi.
    Credo proprio che quelli del Pro12 si debbano rendere conto che questo è il massimo che si può ottenere e il succo è stato spremuto tutto, perché ai 60 milioni di appassionati italiani forse ci hanno creduto all’inizio, ma è chiaro che si sono sbagliati, di brutto. Aprire agli USA? Mah… perché una squadra USA dovrebbe giocare in CL quando allo stesso prezzo (organizzativo, ecc.) potrebbe accasarsi in Oceania? A me sembra che in questo momento siano più interessati a sviluppare il loro ProRugby, che tutto sommato alla fine ha un potenziale enormemente maggiore del Pro12.
    Tana libera tutti e, come diceva qualcuno, le celtiche trovano il modo di entrare nel businness inglese. Fine del Pro12 e si sperimenta un’altra via.
    Oppure ancora, scelta IMHO più saggia, le celtiche si accontentano del campionato che hanno oggi, accettano il divario con Francia e Inghilterra e ovviamente col SR, e il Pro12 diventa il campionato semidilettantistico che al massimo può sperare di essere. Espressione di un movimento (anzi 3) in grado di vincere ogni tanto il 6N, ma non di portare i soldi veri come i francesi e gli inglesi.
    In tutto ciò cosa centra l’Italia? Poco o nulla, visto che economicamente e come seguito siamo anni luce dalle celtiche e anni luce al quadrato dal resto del mondo rugbysticamente più evoluto. E’ ridicolo che siamo entrati in CL e oggi non abbiamo nemmeno una rete TV che trasmette le partite con regolarità. Perché alla fine tutto il succo del discorso sono i diritti TV. Cosa porta l’Italia? Nulla, 60 milioni di calciofili che ogni tanto riescono a riempire qualche grande stadio quando giocano Parisse e compagni. Ma quanto durerà ancora l’interesse degli anni passati per la nazionale? IMHO poco.
    Ci sono due soluzioni. 1) Si inizia a vincere davvero e allora la nazionale ridiventa il traino del movimento e ‘sta volta i club gli vanno dietro (non la FIR e le nostre celtiche, intendo proprio i club). 2) La Fir inizia a programmare la diffusione mediatica del gioco cercando in prima persona di promuovere davvero la CL e l’Eccellenza. Non serve una rete TV dedicata al rugby che tanto non la guarda nessuno, serve fare lobbying sugli sponsor che a loro volta faranno lobbying sulla Gazzetta, sulla Rai, su chi volete. Serve dimostrare che il prodotto è appetibile. Parliamoci chiaro, non è davvero un problema di qualità del nostro rugby. Il problema è che le due soluzioni devono essere attuate entrambe altrimenti è un cane che si mangia la coda. E davvero possibile che non si sia riusciti a portare gli All Blacks a Milano? E’ folle. Dove pensa di andare a parare il rugby italiano senza Milano, senza Roma (ok, l’Olimpico per fortuna c’è e si riesce anche a riempirlo)?

    • massimiliano 20 Luglio 2016, 16:06

      il massimo che si può ottenere, il livello più alto possibile, mah. Forse qualcuno vorrebbe tornare indietro pensando al proprio campanile, tanto, oltre l’orizzonte è chiuso dalla nebbia. E nella nebbia, si sa…

    • Stefo 20 Luglio 2016, 16:11

      Scusa Brera ma mi apre che proprio eprche’ consci del mercato piccolo stiano cercando nuove strade…proprio perche’ si rendon conto “che questo è il massimo che si può ottenere e il succo è stato spremuto tutto” stanno cercando alternative…hanno sondato e continuano a guardare a Londra con Welsh e Scottish anche se la situazione e’ in stallo non e’ detto che non si sblocchi in ottica futura e proprio per questo studiano gli USA.
      Sulle possibilita’ degli americani…attenzione 3-4 anni fa bussavano loro alla porta celtica e si presero un no, e la pista Oceanica oggi e’ molto ipotetica, la Sanzar sta studiando la cosa non ha fatto alcuna offerta o aperto a nulla…sul piatot non c’e’ nulla di nulla, ed aggiungo che e’ da verificare che sul piano organizzativo il costo sarebbe lo stesso…anzi vado oltre ubito fortissimamente sarebbe lo stesso, la Sanzar dovesse mai sdersia d un tavolo di sicuro metterebbe delle richieste minime superiori proprio perche’ “vale” di piu’.
      Sul domesitc USA…ma ci rendiamo cotno cos’e’ il ProRugbyUSA oggi come oggi? 3 mesi in cui una aprte di giocatori prendono gettone presenza ed i piu’ pagati girano sui 70mila dollari…tutti soldi pagati dalla LEGA Pro Rugby Usa che le squadre non sono club con proprietari, sponsor e soldi propri ma entita’ create ad uso e consumo di Pro Rugby USA! Di cosa parliamo quindi al momento?
      Di un imprenditore (Doug Schoeninger) propietario di lega e team che sta facendo un investimento di 4-5 miliondi dollari per vedere se ne salta fuori qualcosa di interessante…se Schroeder non e’ contento il prossimo anno o qualcuno fa la stessa cosa o non c’e’ campionato domestic USA che PRO Rugby (cioe’ Schroeder) e’ proprietaria di tutto….se domani Schroeder decide che i 4-5 milioni son spesi meglio in una franchigia sola che gioca in CL fa quello.

      • Giorgio Brera 20 Luglio 2016, 16:21

        Certo fanno bene a cercare nuove soluzioni (cioè nuovi mercati). E gli USA vanno benissimo. Dicevo degli USA in Oceania un po’ provocatoriamente e sul del Pro Rubby USA hai ragione tu. In realtà oggi mi son svegliato col piede sbagliato (anche se è pomeriggio inoltrato) e ce l’avevo soprattutto con l’Italia che non riesce a schiodarsi e mi fa un po’ incaxxare… 🙂

  12. mistral 20 Luglio 2016, 15:58

    tre campionati e due mondi lontani, certo, ma soprattutto due modi di concepire il professionismo agli antipodi, concettualmente e organizzativamente… quando poi gli inglesi si riprendono il 6N e il primo posto tra le boreali nel ranking e mettono in crisi il sistema franchigeno, fino a ieri salvato dai risultati della nazionale smeraldina… e quando per quattro anni di fila la HC è vinta da club (stra-vinta oserei dire, nessuna finalista celta)… e quando i risultati del botteghino dicono che la gente si muove molto più volentieri per vedere un club legato al territorio ed al campanile che non una entità “regionale” (magari creata d’imperio e senza alcun legame con il territorio stesso)… e quando i contratti televisivi premiano la strada professionistica privata rispetto alla para-pubblica… e nonostante ciò si continua (alcuni) a credere che gli USA (inventori dello show-business), se e quando riterranno di entrare seriamente nel mondo del rugby professionistico, lo faranno con il sistema franchigie, seguendo il sistema para-pubblico?… mah!…

    • Stefo 20 Luglio 2016, 16:15

      Alcune cose condivisibili altre su convinzioni senza controllo dei fatti…in Champions i dati del botteghino dicono che ai PO facevano meglio le celtiche che i club questa la realta’…che nel futuro il sistema completamente pubblico possa saltare condivido e penso che la NZRU stia indicando la possibile via per chi parte palfonato.

      • mistral 20 Luglio 2016, 16:23

        in champions può essere (non sicuramente alle semi o alla finale 😉 ), ma nel corso del campionato nazionale (quando si fa il grosso del fatturato al botteghino) non credo ci sia storia… la NZRU è secondo me l’eccezione culturale, un sistema che regge in una nazione che ha nel proprio DNA il rugby e negli AB’s un ambasciatore persino imbarazzante e che rischia di diventare stucchevole, folkloristico prima ancora che sportivo… riproducibile in altre realtà?… sostenibile nel medio termine?… sarebbe bello poterlo pensare, personalmente sono scettico…

        • Stefo 20 Luglio 2016, 16:49

          La semifinale col amggior pubblico resta Leinster v Munster del 2009 a Croke PArk con di 82208 spettatori che e’ anche in generale la aprtita col amggior numero di spetattori e come finale e’ Leinster v Ulster a Twickenham nel 2012 81774 spetattori…un po’ di fact-check prima di scriverle non farebbe male 🙂

          Campionati NAzionali…se non sic ontestualizza non ha senso nulla…l’Irlanda intera non fa gli abitanti di Londra da sola…se metti insieme le 3 celtiche vengono su per giu 14-15milioni di cittadini…son plafonati di aprtenza, lo erano da singoli campionati ad inizio professionsimo unendosi han retto finche’ Ing e Fra che possono contare su un mercato potenziale 4 – 4.5 volte superiore non nhan fatto il salto successivo.

          La NZ in realta’ ha saputo analizzare e provare a reagire prima, l’apertura delle franchigie a capitali privati per l’area commerciale e’ probabilmente la via anche per gli altri. Le irlandesi come brand in UK potrbebbero contare su una base expats grandissima, in USA enorme…Gallesi e Scozzesi qualcosa di meno ma sviluppabili.

          • Stefo 20 Luglio 2016, 16:52

            La sostanza e’ che NZRU probabilmente e’ avanti anche in capire che mutazioni strutturali son necessarie per andare avanti…l

          • mistral 20 Luglio 2016, 17:25

            la faccina era un assist per poterti permettere le tue giustissime ed attese puntualizzazioni 🙂 ma quello che sottolineo è che comunque è difficile creare e mantenere un flusso di pubblico al botteghino per tutta la durata di un campionato a 14 (e anche per le 16 del proD2 non si scherza), perennizzarlo e nel contempo vedere crescere share e pubblico televisivo… e continuo a essere scettico sulla possibilità di esportare il sistema NZ al di fuori dell’isola, il rugby è parte integrante del PIL, sia quello generato dagli AB’s sia dalle franchige di SR, ma vale per un paese di 4 milioni e mezzo di abitanti di cui quattro milioni giocano/hanno giocato a regbi (con o senza *) ed il rimanente mezzo milione sono gli snob che amano solo la vela… 🙂

          • Stefo 20 Luglio 2016, 18:06

            mistral come detto all’inizio dici cosi’ condivisibile le puntualizzazionid erivano che da cose condivisibili ti fai rpender la mano nella tua battalgia di posizione privato buono ubblico cattivo.
            Ripeto condivisibilissimo che il stema franchigia statlae – parastatale sia in crisi, d’altra parte il rpfoessionismo vero ha aumentato il ritmo negli ultmi 3-4 anni e le federaizoni devonof inanziarie tutto un movimento dalla base all’apice quindi per forza hanno dei limiti. Nel caso specifico limiti amplicficati dal fatto di essere realta’ strutturalmente plafonate dalle dimesioni.
            La strada NZRU e’ esportaile o no?Secondo me e’ l’unica via quella di aprire le franchigie ai privati per quel che riguarda gli aspetti commerciali, funzionera’ in NZ e funzionerebbe in Europa?Non lo so ovviamente ma mi sembra l’unico percorso interno percorribile. Ripeto l’esempio di sexton e SOB, senza i soldi privati ed esteri alla IRFU di Denis OBrien sarebbero altrove, lui ha portato l’offerta compelssiva dove i giocatori erano contenti con contratti di endorsement, si preso i testimonial per se ed in cambio i giocatori restano. Potrei andare oltre e dire che in quel di Limeirck c’e’ di sucro almeno un contratto prolungato negli utlimi mesi in cui c’e’ stato un intevrento privato nel finanziare l’operazione, che in quel di Belfast i Coetzee e Piutau sono arrivati grazie ai soldi che Kingspan ha messo per il naming right di Ravenhill…dall’altro lato pero’ prendendo le Gallesi si nota che il passaggio ad un’apertura maggiore nei confronti della WRU dopo le liti si e’ arrivati ad una miglior situazione economica finanziaria ed i Jonathan Davies, Bradley Davies tornano grazie al sistema WRU mentre i club possono cosi’ usare investimenti su stranieri di ottimo livello come Fonotia e McNicholl.

            Al di la’ delle idee di espansione delle leghe la cui sostenibilita’ e fattibilita’ e’ da studiare e valutare, c’e’ un percorso strutturale per le franchigie, quello che andava bene nel professionismo di 5-6 anni fa non va bene oggi, e’ ormai chiaro, il mix privato-pubblico che piu’ o meno ufficialmente si sta sviluppando a me sembra il percorso che puo’ portare risultati, ovviamente solo il tempo dira’, ma ci sonod ei brand che per quanto tu non lo voglia ammettere perche’ “pubblii” sono importanti e gossi nel mondo del rugby, e tirano, parecchio.

          • Stefo 20 Luglio 2016, 18:28

            Aggiungo una cosa mistral. Io non penso che Boudjellal sia sprovveduto, anzi, puo’ non piacermi la metodologia ma sicuramente ha naso per gli affari, non penso sia un caso che sia il primo a parlare di problemi a livello di competizione europea nel nuovo format, penso che abbia ben capito che una coppa anglo-francese interessa molto meno di una coppa in cui anche le 3 celtiche son competitive e son sicuro che lui i numeri in calo degli spettatori nella fase post-pool lo abbia ben notato e che essendo il suio business in gioco e non una posizione di principio sappia che per avere una competizione interessante gli altri debbano essere competitivi.
            Per questi motivi penso che parli di Superlega Europea dove sa benissimo che le celtiche potrebbero crescere economicamente ben piu’ di ora.

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