Wakarua: “Inutile investire in tecnici di alto livello se dai 5 ai 10 anni…”

L’ex azzurro da quattro anni allena a Prato. E “legge” il rugby italiano fuori dal campo

COMMENTI DEI LETTORI
  1. lupin 3 2 Gennaio 2016, 11:00

    sante parole bisogna partire dalle grassroots….

  2. mistral 2 Gennaio 2016, 11:01

    é ciò che molti sostengono da sempre, se non inizi dalla base, dai movimenti naturali che il bambino ancora possiede (cadere, rialzarsi, fantasia nei movimenti etc etc ) e li colleghi da subito ad altri movimenti naturali con la palla (che sia tonda o ovale o bisferica poco importa) allora dopo i 12-14 ti rtrovi con giovani che hanno capacità tecnico-gestuale e crescita fisica congiunte… ma se perdi l’età infantile perdi l’80% delle potenzialità, in particolare nel rugby (ma anche in attività sportive senza palla, lo sci, il nuoto etc etc)… d’altronde, citando un famoso detto: rancisco Xavier, “Datemi un bambino di sette anni e vi mostrerò l’uomo” (F.X.)… 😉

  3. andy dalton 2 Gennaio 2016, 11:05

    tutto e subito.l’errore ricorrente Rima ha ragione da buoni Italiani vogliamo il massimo con il minimo..

  4. Hrothepert 2 Gennaio 2016, 11:29

    Sante parole, i bimbi generalmente sono seguiti da istruttori/allenatori (chiamateli come vi pare), cui si deve fare comunque un monumento per l’ impegno e la disinteressata dedizione, che non sono sufficientemente preparati, è li che la FIR dovrebbe investire, in corsi (di quelli fatti con tutti i crismi!!) gratuiti per istruttori, incentivare gli insegnanti che si occupano dell’ educazione fisica nella scuola primaria a seguire questi corsi, alzare il livello di conoscenza degli istruttori equivale ad alzare il livello dei giovani atleti.

  5. Mr Ian 2 Gennaio 2016, 11:31

    Wakarua ha ragione così come tutti quelli che sostengono le medesime idee. Però il problema in Italia è molto più profondo, non so fino a che punto la fir può avere colpe, se non cercare di incentivare di più il legame tra società e scuola. Trattenere i bambini a scuola oltre l orario diurno, dalle 14 alle 16 faranno sport…

  6. Jeppo 2 Gennaio 2016, 11:39

    Recentemente ho partecipato al primo corso disponibile dalla F.I.R.. (Io sono un ex R.F.U. Coach Educator ‘tempo pieno’ e ho anche cerificate I.R.B. / World Rugby Educatore per Allenatori). Ero semplicemente curioso osservare come F.I.R. intesa a sviluppare allenatori a livello di base. L’accento è stato posto in modo che i candidati sono stati immersi in frasi utilizzate per quelle persone chi studiano per la laurea in Educazione Fisica/Scienza Motoria. Nessuno ha parlato di come ricevere e passare la palla, ne anche come parlare con i bambini; organizzare e strutturare una seduta di allenamento.
    Dopo il Presidente del Comitato Regionale mi ha detto che in Italia le qualifiche World Rugby (ex-I.R.B.) non sono riconosciute.
    Sono pienamente d’accordo con Wakarua, e anche sottolineare che in Nuova Zelanda; alcuni anni fa; uno studio ha trovato che il tempo massimo per un giocatore giovane di talento, meno allenato e mentorato correttamente era un massimo di 6 anni. Ciò significa che un bambino che inizia a 6 anni non può volere più di rugby dopo 12 anni di età.

    • Maxwell 2 Gennaio 2016, 11:52

      Perdonami ma non ho capito l’ultima frase

      • Hrothepert 2 Gennaio 2016, 11:58

        Sarà “valere”? Forse.

        • sentenza 2 Gennaio 2016, 21:42

          Cioè ci vogliono max 6 anni da quando si inizia per diventare buoni. Dopo si resta no buoni a vita.
          Avrei dei dubbi e mi picerebbe saperne di più si questo studio. Il problema è che un concetto simile può diventare un alibi per non allenarsi adeguatamente. Che è l’unica cosa che si può fare per migliorare, altri metodi non esistono. A 6 come a 60 anni.

    • Mr Ian 2 Gennaio 2016, 12:08

      o anche evolvere, però il concetto è abbastanza chiaro.
      I corsi federali sono particolari, da un lato interessanti e dall altro poco applicabili nella realtà di tutti i giorni.
      Il primo momento che dovrebbe essere il corso fondamentale dura due giorni ed è difficile parlare di tante cose, si da un infarinata generale, ma se il discente ha un bagaglio culturale rugbistico di suo bene, altrimenti continuerà a lavorare come ha sempre fatto o come gli hanno insegnato a fare.
      Il corso 1 che abilita fino all u14 già inizia a farsi un pò più serio, full immersion di 4 giorni dove si cerca di parlare di più cose possibili. L unico limite è che in nessuno di questi corsi si parla di tecnica di base, così come dice Jeppo, in più i docenti sono gente abitutata a lavorare come materiale umano mediamente evoluto o che ha iniziato a giocare dall U6/8. Questo non è possibile per tutti, nella stragrande maggioranza dei casi sono pochi quelli che hanno la fortuna di lavorare con bambini evoluti, il resto si fa quel che si può. Per cui, secondo me, invece di parlare della cellula offensiva e la distribuzione, penso che l allenatore medio vorrebbe avere gli strumenti per far passare questi concetti a dei bambini, che magari approcciano al rugby in maniera quasi casuale….
      Molto cmq secondo me dipende anche dai formatori, si sa che ci sono soggetti molto competitivi anche nei tornei minori, dove si predilife l ego dell allenatore piuttosto che al divertimento dei bambini…

      • Hrothepert 2 Gennaio 2016, 12:30

        Vedi Mr Ian, corsi di 2 giorni, 4 giorni??? La maggior parte del problema sta qui, ma cosa vuoi formare i 2 o 4 giorni?!? I corsi dovrebbero essere dai 2 ai 4…mesi!!!!
        Io sono del parere che i tornei di minirugby, di per se bellissimi, fino ad una certa età (10/12 anni) andrebbero proibiti, perchè molti istruttori sono più attirati dalla prospettiva di ottenere il risultato che di insegnare effettivamente le skills (mal comune con il calciopalla!!).

        • Mr Ian 2 Gennaio 2016, 12:35

          Come detto prima molto dipende anche da chi partecipa ad un corso, la fase della partecipazione è solo il primo passo, quando si è a casa propria si deve studiare, approfondire conoscere altre situazioni metodologiche ecc..ecc…il corso di per se è solamente una momento di incontro con altre realtà.

        • mistral 2 Gennaio 2016, 12:51

          proibiti no, in qualsiasi gioco i bambini facciano, anche inventato, una competizione c’é (e deve esserci), altrimenti il gioco diventa un atto “solitario”… che si debba formare il formatore a non ricercare il risultato (e quindi a volerlo ottenere tramite i propri allievi), ma ad insegnare divertendo (e divertendosi) questo si, dovrebbe essere l’obiettivo… un modo sarebbe quello (in francia si fa a volte) di miscelare le squadre, permette di conoscersi e formarsi meglio tra società… ma i tornei giovanili sono comunque un elemento secondo me non sostituibile…

          • Hrothepert 2 Gennaio 2016, 13:01

            Bravi quella di miscelare le squadre può essere una soluzione, così si evita che gli istruttori puntino più sulla ricerca del risultato nell’ immediato, per soddisfare il proprio ego, che sull’ insegnamento incentrato sulla formazione dei futuri atleti.

        • Hullalla 2 Gennaio 2016, 14:45

          Vedi Hro, che in Italia NESSUN allenatore del minirugby e’ veramente pagato per farlo (forse qualche responsabile di settore, al massimo…).
          Essendo dunque tutti volontari, gia’ sacrificare una manciata di giorni all’anno per i corsi e’ tanto.

          Questo perche’ le societa’, se hanno due centesimi, preferiscono metterli sulla prima squadra anziche’ nelle giovanili.

          SE gli allenatori delle giovanili venissero dall’ISEF e fossero preparati come si deve, bisognerebbe pagarli per quello che valgono, ma molto meglio far venire una mediocre apertura dall’altra parte del mondo, come se fossimo ancora negli anni Novanta quando la maggior parte dei nostri dirigenti si e’ formata in un clima di sponsor-evasori fiscali e stranieri che venivano a fare i professionisti “maron” anche se era illegale per le regole dell’epoca, e con quello si vincevano gli scudetti.

    • fracassosandona 2 Gennaio 2016, 15:00

      Ciao Jeppo. Complimenti per il tuo italiano scritto, non è facile per un inglese.
      Con l’ultima frase volevi dire che i bambini dopo sei anni di uno sport non si divertono più e non imparano più nulla? Try to say it in english. Your experience is very interesting.

      • Jeppo 2 Gennaio 2016, 19:46

        The study made in New Zealand summarized that children, even if very dedicated; had a ‘life span’ generally in Rugby of maximum 6 years. This particularly in the case of a child who is well coached, mentored, enthusiastic and dedicated. In mathamatical terms a child who starts a rugby pathway at 6 years of age will not want to continue after 12 years of age. Not my opinion, instead a study made by N.Z.R.F.U.

        • sentenza 2 Gennaio 2016, 21:46

          Ah allora è diverso, ci si rompe le palle dopo 6 anni (se non ci si è già rotti gli zigomi, suppongo…)

        • Andrea B. 3 Gennaio 2016, 11:18

          Grazie Jeppo!
          Una domanda: ho visto di persona il minirugby in Francia (si calcia già a 10 anni, ci sono i ruoli, le mischie no contest, le rimesse laterali senza ascensore), mentre ho solo sentito dire che in Inghilterra si fa touch rugby e i bambini placcano solo dai 12 anni in su…è vero? Me lo confermi?

          • Jeppo 3 Gennaio 2016, 16:55

            Andrea; In Inghilterra i bambini iniziano a placcare a Under 9, e prima (U8,U7) solo Tag Rugby è permesso. Nelle scuole elementare (anno 1 a anno 6) solo Tag Rugby. Partite Interclub a U7 e U8 sono solo Tag Rugby. A U9 prima di Natale in genere partite interclub solo Tag, e placcaggi insegnata durante l’allenamento del club. Dopo Natale le partite tra club può includere placcaggio. Questo per garantire tempo sufficiente per garantire che i giocatori sono fiduciosi con i 3 diversi tipi di placcaggio.
            http://www.englandrugby.com/governance/regulations/

  7. gsp 2 Gennaio 2016, 12:03

    Jeppo, m’associo a Max e Hro. Che vuol dire l’ultima frase?

    • Rabbidaniel 2 Gennaio 2016, 12:22

      Non per fare l’esegeta altrui, credo intenda che a 6 anni non si pretende un’attenzione ai dettagli che è dovuta in una fase più avanzate, bisogna badare agli aspetti fondamentali.

      • gsp 2 Gennaio 2016, 14:58

        ciao rabbi e buon anno, e’ la storia dell’intervallo di 6 anni che mi intrigava.

  8. Katmandu 2 Gennaio 2016, 12:06

    È quello che sostengono da anni e i risultati delle nazionali giovanili mi danno ragione, prima gli altri insegnano le basi, noi si punta tanto a formare il fisico, e questo fa si che fino ai 16-18 anni le nazionali azzurre se la barca menano, quando anche gli altri iniziano a mettere su tanta massa han comunque più competenza o almeno han già sperimentato alcune cose e ci fanno ciao ciao attorniato ai 20 anni

  9. burger 2 Gennaio 2016, 12:09

    Wakarua hai gia’ avuto tanto dall’Italia, non criticare, trovati un lavoro.
    Ormai tutti criticano, cercano nuovi contratti finito di giocare
    Se non hai mai giocato a Calvisano non hai grandi possibilita’

    • ginomonza 2 Gennaio 2016, 12:39

      e questo tuo intervento cosa pretende di significare?
      Per ora un lavoro, e fatto abbastanza bene nei limiti delle sue e altrui possibilità, ce lo ha!

    • Franky52 2 Gennaio 2016, 13:08

      Non ti viene in mente che forse anche Rima abbia dato tanto al Rugby italiano. Un lavoro ce l’ha, e ottiene anche risultati.

  10. Francesco.Strano 2 Gennaio 2016, 12:12

    Gia…. Iniziamo a calciare anche a quelle età….

    • Franky52 2 Gennaio 2016, 13:09

      Calciare è uno degli skills che ogni giocatore dovrebbe avere, tutti più o meno.

  11. pota 2 Gennaio 2016, 12:14

    Secondo me intende che tanti che iniziano molto presto arrivati a 12 /14 anni si stancano mentre chi comincia a giocare a 14 poi prosegue fino ai senior.la cosa importante sarebbe che chi arriva a 14 anni nel rugby avesse qualità fisiche che purtroppo spesso i nostri ragazzi non hanno

    • Andrea B. 3 Gennaio 2016, 11:28

      Metti in una U16 qualcuno che non ha mai giocato a rugby e dura ben poco, salvo non abbia doti fisico atletiche superiori alla media.
      Ma siccome, a differenza di venti anni fa, nessun ragazzino si è fatto “due polmoni e due cosce così” giocando per strada o all’oratorio, è difficile che arrivi, salvo non stia “scappando” da altri sport … ma questo è ancora più difficile: il calcio è il calcio, basket e pallavolo si giocano anche a scuola e ciò ti permette di fare il figo con le compagne nelle due ore di educazione fisica…

  12. Gino 2 Gennaio 2016, 12:21

    Forse il buon Waka avrà anche ragione ma io mi chiedo se già faccio fatica a portare un po’ di bambini ad avvicinarsi al rugby provate ad immaginare se a 6 anni li stresso con insegnamenti tipo passaggio, sostegno ed altre cose del genere. Questi si rompono subito le scatole e scappano verso altri sport. Dai diciamocelo, il rugby è uno sport minore che aldi fuori di una cerchia ristretta non ha nessun appeal sui ragazzi.

    • Katmandu 2 Gennaio 2016, 12:28

      Ok hai in parte ragione ma il rugby, fuori la NZ non è lo sport nazionale, in Australia è dietro anche al footy per cui il discorso di sport minore tiene fino ad un certo punto

    • Rabbidaniel 2 Gennaio 2016, 12:47

      In realtà è molto meno divertente il minirugby come lo fanno ora da noi, rispetto all’approccio che c’è altrove, molto più “gioco”. Le abilità vengono di conseguenza.

      • Francesco.Strano 2 Gennaio 2016, 12:58

        Scusami non mi sembra che a calcio sia meno stressante il passaggio il colpo di testa……

    • xnebiax 2 Gennaio 2016, 13:24

      sono sicuro che gli istruttori stranieri fanno del minirugby un gioco più divertente. Per insegnare gensti fai giochi appositi. E poi metti tutto insieme dopo con un rugby più giocoso, meno incentrato sul bambinone grosso che monopilizza la palla.

    • Torino 3 Gennaio 2016, 23:48

      E perché dovrebbero stressarsi se gli insegni la giusta tecnica del passaggio? Non gli insegni mica degli schemi. Invece, se gliela insegnassero bene a quell’età non la scorderebbero più., ovviamente la migliorerebbero. La percentuale di abbandono è fisiologica in ogni sport, è naturale e anche giusto, ma il vero problema è che se tu insegni a 10 bambini e ne vanno via 8 è un conto, se insegni a 100 e ne vanno via 80 te ne ritrovi comunque 20, non 2. Quindi l.unica è allargare in ogni modo la base ma temo che la federazione per diverse ragioni non sia/non voglia essere così lungimirante.

  13. Danthegun 2 Gennaio 2016, 12:38

    Sarà sempre difficile investire sulla base perchè i tifosi vogliono i risultati subito e non tra 15 anni

    • TESTAOVALE 2 Gennaio 2016, 13:00

      NON e’ vero , i soldi per i giovani ci sono ma alla cricca gli interessa inbucare chi vogliono loro per interessi personali , non valorizzare i ragazzi di tutte le societa’, ci vuole gente tipo sto WAKARUA , i nostri dirigenti sono figli di questa ITALIA malsana , gli va bene cosi’ come’ adesso.

    • Hullalla 2 Gennaio 2016, 14:48

      I tifosi?
      Quali?
      Quelli che pagano per andare allo stadio???

  14. malpensante 2 Gennaio 2016, 13:05

    Non sono assolutamente d’accordo, anzi, sono in pieno e totale disaccordo.
    1) A 6 anni non si insegna il rugby, si insegna a muoversi correttamente e a considerare l’attività fisica il più bel divertimento: tra i tanti possibili giochi, ovviamente è meglio che la palla sia “anche” ovale.
    2) c’è un più che nutrito gruppo di giocatori, ex giocatori, in Italia ma anche all’estero che hanno fatto prima, o contemporaneamente, altri sport e che hanno scelto il rugby no perché fossero scarsi o fisicamente inadeguati, ma per altre motivazioni, non ultima semplicemente perché giocare a rugby è bello.
    3) Non è un caso che i nostri nani, quelli tirati su a pane club, quando incontrano i pari età dei paesi ovali nelle varie tournée estive, o quando li ricevono, non vengano sempre e rigorosamente asfaltati, anzi.
    4) Il gap cresce a dismisura man mano si sale con l’età, e più noi li “formiamo” che poi vuol dire in italico ovalizzato “selezioniamo, e ingrassiamo, e professionalizziamo”, più emerge la inconsistenza tecnica dei nostri.
    5) Il passaggio cruciale per me è quello nella età delle medie inferiori, dove il gesto tecnico, la consapevolezza dei ruoli e l’agonismo diventano un patrimonio consapevole dei ragazzi.
    6) Se non ci sono campionati, a tutti i livelli, c’è poco da aspettarsi che maturino da soli
    7) Ovvio che si possa e si debba migliorare l’offerta quantitativa e qualitativa nella prima fascia di età, ma se non sanno tenere una palla in mano, fare una finta, o tirare una pedata, non mi si venga a dire che a 14 anni non si possa insegnare a farlo a un ragazzo che abbia un minimo di adeguata educazione motoria, e magari qualche altro sport alle spalle.

    • Stefo 2 Gennaio 2016, 13:26

      mal l’attivita’ psicomotoria generale dovrebbe venir fatta a sucola se vogliamo dirla tutta, che poi ci siano carenze li’ e’ un altro discorso.

      Io ti posso parlare della mia esperienza qua su due sport dove aiuto ad allenare: rugby e GAA, e due club con approci diametralmente opposti.
      Rugby: abbiamo “giocato” tanto, blitz e contro blitz e poco allenamento tecnico, il rpimo anno bene o male tutti cosi’ il livello era omogeneo, quest’anno nei blitz dove abbiamo affrontato club legati a scuole (il nostro club non e’ anche scuola) abbiamo visto un gap in termini di skill e tecnica gia’ cresciuto e din alcuni casi non di poco.

      GAA: nei primi 2 anni abbiamo giocato pochissimo con altri club, allenato i ragazzini negli skill costantemente, la nostra prima stagione di campionato iniziera’ tra qualche settimana e vedremo ma posso dirti che nei 2 blitz fatti cona ltri club il lavoro tecnico si vede.

      Aggiungo il 90% dei ragazzi nei due club sono gli stessi, giocano gaa e rugby e ti assicuro che se confronto il livello di skill dei due sport non c’e’ confronto su quale siano piu’ ferrati.

      • malpensante 2 Gennaio 2016, 14:12

        Parlando di federazioni, non CSI o UISP, i campionati nel calcio cominciano in under 13, che è appunto l’età delle medie. I pulcini sono esclusi, tranne quelli delle scuole calcio (che io personalmente sanzionerei per legge come la pedofilia).

        • Stefo 2 Gennaio 2016, 14:45

          mal i campionati sono una’tra cosa, li’ si entra nel discorso di Hro che condivido di non dare peso ai risultati che nulla a che fare con l’allenare i giovani…mischi patate e mele in questo caso.

        • Stefo 2 Gennaio 2016, 14:48

          Tra le altre cose io l’ho chiamato campionato ma non e’ un campionao vero e proprio quello di GAA ma semplicemente un inizio di attivita’ competitiva.

    • xnebiax 2 Gennaio 2016, 15:02

      Secondo me mal tu stai mal-interpretando le parole di Rima: se dice lavorare male sui bambini, non vuol dire che bisogna insegnargli già meglio il rugby da piccoli, ma insegnargli a muoversi meglio, a gestire meglio i loro corpi e i loro gesti e farli divertire di più.
      I selezionatori (“formatori”) italiani sembrano poi iniziare anni prima rispetto alle altre nazioni a smistare a seconda del fisico, il che risulta in un u18 con meno skill ma bella fisica e capace così di competere con le u18 straniere.
      Almeno, a me pare così.

      • malpensante 2 Gennaio 2016, 16:46

        xne, ammesso che sia questa l’interpretazione (e sarei d’accordo), sono comunque in totale disaccordo che “..è inutile investire su un tecnico di alto livello..”.

        • Stefo 2 Gennaio 2016, 17:52

          Quanto hai benpensato al “numero” di Amorosino a 2 minuti dalla fine?!

          • Mr Ian 2 Gennaio 2016, 18:02

            Vittoria meritata di Munster, pensavo il peggio con Amorisino non propro inspirato oggi…Ulster nel secondo tempo decide di non scendere in campo, gestione del pallone peggio degli Scarlets di ieri

          • malpensante 2 Gennaio 2016, 20:39

            Oggi? 🙂

        • Andrea B. 3 Gennaio 2016, 11:10

          Credo che Wakarua voglia dire che se i tecnici di alto livello non hanno per le mani gente che sa fare “cose di alto livello”, allora sono inutili. E che c’è una fascia d’età specifica, quella dei 5-10 anni, dove solo lì puoi apprendere quelle gestualità di base e la capacità di capire in un attimo cosa succede attorno a te sul campo, senza le quali non andrai da nessuna parte nel rugby che conta…inutile sperare di aggiustare le mani e le linee di corsa a vent’anni suonati, andando a giocare in Inghilterra…

  15. xnebiax 2 Gennaio 2016, 13:06

    Cose che penso e che ho scritto qui varie volte: creare dei manuali con dvd e materiali per insegnare agli istruttori del minirugby come far divertire i bambini insegnando loro gesti e movimenti e controllo del corpo.

    • xnebiax 2 Gennaio 2016, 13:09

      lavorando sui bambini si aumentano le loro capacità “psicomotorie” tanto care ad AdG.

      • ginomonza 2 Gennaio 2016, 13:28

        AdG non esiste più (come nick) bannato a vita e non rientrerà mai più!
        A chi manca, deve andare a vederlo o a Calvisano sotto la copertutra della nuova tribuna oppure a Parma vicino al posto di Mal che tanto lo ama 😉 🙂

        • malpensante 2 Gennaio 2016, 14:06

          Gino, o ti paga a toscani o lasa lì äd contär dil bali.

        • Hrothepert 2 Gennaio 2016, 14:07

          gino, siccome quel passaggio me lo sono perso, cos’ ha fatto di tanto grave AdG per meritarsi la bannazione ad perpetuum?

          • ginomonza 2 Gennaio 2016, 14:19

            Ritengo qualche commento sopra le righe però non ricordo bene in quale caso!

          • ginomonza 2 Gennaio 2016, 14:24

            Dovrebbe essere nel post : seconda linea a sud ..articolo di Avesani

          • Hrothepert 2 Gennaio 2016, 15:10

            Me lo sono andato a rileggere tutto, o è stato rimosso qualcosa oppure io non ho trovato niente (una espressione offensiva o blasfema e sai in questi anni quanti sono quelli che si sarebbero meritati di essere messi all’ indice per questo), nell’ articolazione di una polemica anche marcata ma legittimamenteespressa, che potesse giustificare un provvedimento del genere,
            se la redazione lo ha preso avrà avuto le sue ragioni ma, stando a quello che ho letto in quei posts non mi trova daccordo, per quello che vale la mia opinione, AdG raramente mi trovava daccordo con lui e quindi non sono sospettabile di particolari simpatie nei suoi confronti ma è che a me piace dire ciò che ritengo giusto!!

  16. davide p. 2 Gennaio 2016, 13:07

    lo stesso si può dire dei giocatori…è inutile pretendere risultati ottimisti in pro 12 infarcendo le due squadre con giocatori scarto esteri e pretendere risultati…è una strategia controproducente…non fai cresceri i nostri e in più li illudi, e scemi non sono.

  17. Stefo 2 Gennaio 2016, 13:10

    Wakarua non dic enulla che non sia stato detto su questo blog dalla gran parte delle persone…e questo senza voler essere di nessuna offesa a volontari e quantaltro che donano il loro tempo, il problema e’ come loro vengono preparati a fare questo “lavoro” che andrebbe rivisto.

    Sul fatto che i bambini si annoino non e’ motlo vero, o meglio e’ ovvio che si debba lavorare con un po’d “creativita’” nel creare l’esercizio che abbia la componente ludica ma sviluppi la skill e comunque tenere l’esercizio specifico per un lasso di tempo limitato cambiano poi ad altra cosa.

    Sui tornei di minirugby Hro non ha per niente tutti i torti anzi, fino ad una certa eta’ il risultato puo’ venir gestito in maniera ufficiosa e non ufficiale, i bambini tendono ad essere gia’ comeptitivi di loro spesso quindi non serve esasperare quell’aspetto.

  18. mamo 2 Gennaio 2016, 13:21

    Credo non si possa ne si debba prescindere dalla realtà.
    L’articolo riporta due frasi ma a monte, evidentemente, c’é la reale conoscenza di Wakarua di quello che chiamiamo movimento di base.
    Tante volte, qui, ho giá criticato la figura di quelli che oggi chiamano educatori ma che, in realtá, altro non sono se non mamme, fidanzate, papá, zii, parenti e affini di qualche mini atleta.
    Non basta il corso di I o II livello per trasformare una persona che non ha alba di cosa sia il rugby in un educatore e tamtomeno in un allenatore. Non bastano le frasettine lette su una brochure o una sottilissima dispensa per mettere in grado una persona di insegnare un gesto tecnico.
    Al massimo, da noi in Italia, ‘sti edicatori scimmiottano quei principi che, nella fantasia dei neofiti, reggono il nostro sport: amicizia, allegria, democrazia e rispetto. In realtá queste altro non sono che le regole do convivenza che dovrebbero insegnare altri o quantomeno anche se non soprattutto altri.
    Manca radicalmente e tragicamente la preparazione tecnica.
    Nel calcio, nel basket, nel tennis o nello sci, l’approccio con i bimbi é esclusivamente tecnico, basato sui fondamentali insegnati, preferibilmente, in forma ludica.
    Nel rugby no. Come se il nostro fosse di per se stesso uno sport che non é necessario imparare. Una cozzaglia di approsimativi imput.
    Chiunque é in grado di prendersi la pergamena del primo o secondo livello e proprio quei “chiunque” dovrebbero insegnare a bimbi questo gioco senza mai averlo giocato.
    É una profonda mancanza di rispetto, credo. Profonda quanto l’immodestia di una studentella, una mamma trentenne o un papá che in gioventú ha giocato solo a videogame, che si ritengono adatti a un ruolo cosí delicato.
    Il problema c’é, eccome se c’é.

    • Hullalla 2 Gennaio 2016, 14:57

      La profonda mancanza di rispetto e’ quella di chi critica questi “dilettanti allo sbaraglio” che comunque da volontari ci mettono il loro tempo e la loro buona volonta’, pur avendo poco o nullo sostegno da chi dovrebbe sostenerli.
      Anche perche’ se se ne vanno via loro, non c’e’ nessun altro a prendere il loro posto. Ci fossero alternative, capirei il tuo discorso, ma prima bisogna crearle, e poi ne riparliamo.

      • Hrothepert 2 Gennaio 2016, 15:25

        Hulla, perchè non mettere questi volontari, che non è mai possibile ringraziare abbastanza per il tempo e la passione che regalano al Rugby, nelle condizioni di avere anche una formazione adeguata?
        Basterebbe fare dei corsi federali gratuiti, il primo step di un paio di mesi ed il secondo di quattro, tenuti da tecnici qualificati, insegnanti di educazione fisica e laureati in psicologia e pedagogia, io ritengo che il Rugby italiano per progredire abbia bisogno di istruttori qualificati, perchè puoi anche aumentare i numeri dei ragazzi che si avvicinano a questo sport ma poi se non hai chi è in grado di insegnare loro gli skills il progresso sarà sempre modesto.

        • Stefo 2 Gennaio 2016, 15:28

          Hro tocchi il punto, mamo sbaglia tantissimo nei toni ed in cosa scrive perche’ offende persone che invece avrebbero bisogno di essere sostenute ma in termini di formare loro meglio e metterli nelle condizioni di lavoro giuste che mi apre sia quello che intende anche Wakarua e che e’ anche quello che intendo io.

          • Hrothepert 2 Gennaio 2016, 15:52

            Stefo ho un amico, su nell’ isola di Skye, che ha un figlio di circa quell’ età, il bimbo frequenta gli allenamenti di shinty (gioco molto simile all’ hurling irlandese) e football, il mio amico, essendo lui originario di Glasgow, di Shinty non ne capisce una mazza ma siccome è appassionatissimo di Football (Celtic fan ovviamente) ha deciso di dare una mano, lui, a parte giocare a calcetto con gli amici, non è mai stato un praticante vero e quindi cosa vuoi che abbia imparato dal corso della SFA di un week end, che ha svolto per avere il patentino di istruttore di base, da trasmettere ai bimbi che dovrebbe istruire (è lui il primo a lagnarsi di ciò!!)?
            Lì al football gli insegnano a tirare avanti il pallone e a correrci dietro il più forte possibile, come qui nel Rugby a fare gli autoscontri.

        • Hullalla 2 Gennaio 2016, 19:06

          Hro, magari ci fosse piu’ supporto per i volontari del minirugby, sicuramente non si lamenterebbe nessuno, ma non capisco cosa intendi per “fare un corso di mesi e mesi”: intendi un corso a tempo pieno (a Parma?) per tutto quel tempo?
          In tal caso bisogna ricordarsi che molti di loro hanno un lavoro, una famiglia e altri interessi. Tra l’altro solo l’attivita’ con i ragazzi impiega almeno due pomeriggi alla settimana, piu’ diversi fine settimana.

          Le alternaive potrebbero essere molti formatori dei formatori che vanno quasi “a domicilio”, oppure far fare un passo avanti ai volontari e trasformare il loro ruolo in modo semi-professionale o completamente professionale e in tal caso farsi corsi a tempo pieno per mesi e mesi diventerebbe praticabile.
          Tutte cose costose, comunque.
          Il problema e’ che nel minirugby al massimo si investono le briciole, vedi bilancio federale. Magari risparmiando le milionate che vengono impiegate per tenere in piedi le franchigie qualcosa si puo’ fare…

          • Hrothepert 2 Gennaio 2016, 20:13

            Hulla non mi toccare le franchigie perchè mi…inquaxxo!!!! 😀
            Io ho un paio di amici Bargei che si sono fatti il corso da allenatori di football; onestamente non ricordo se a Coverciano o altrove, uno non poi non ha mai allenato, l’ altro dalle giovanili dell’ ASD Barga 1924 è passato prima a quelle della Lucchese ed adesso è alla Fiorentina, ma non è professionista, tanto che lavora nella stessa azienda per la quale lavoro io; e la durata è di un paio di mesi, se ce l’ hanno fatta loro può farcela anche uno di quelli che dici te, la mia paura è che molti lo facciano, come ha scritto qualcuno sopra, finchè c’ hanno il loro pargolo e poi…se vedemo!!!

    • mamo 2 Gennaio 2016, 15:40

      Non intendo minimamente offendere i volontari, quantomeno non tutti, di sicuro non quelli che, conoscendo e riconoscendo i propri limiti, sanno esattamente sin dove possono essere utili.
      Hullalla, Stefo, in ogni sport per poter educare/allenare i bambini devi aber fatto un percorso serio di formaziome. Serio.
      Da noi, ma immagino lo sappiate, non é cosí.
      Mi scuso se ho generalizzato ma sono veramente pochi i casi in cui un entusiasta educatore, finita la passione del figlio, sia rimasto nei club a fare quello che chiamate volontariato.

      • Andrea B. 3 Gennaio 2016, 11:00

        Mamo…capisco che la tua personale esperienza ti abbia fatto vedere certe situazioni, ma non si dovrebbe essere così tranchant, perché appunto è la tua limitata esperienza e non è detto che sia ovunque così.
        Dovessi basarmi sulla mia limitata esperienza, invece, mi verrebbe da dire che gli allenatori/educatori del minirugby sono tutti adulti non parenti dei bambini, ancora giovani, che hanno un rapporto pluriennale con il club e che hanno tutti, magari piccola o minore, esperienza nel rugby giocato…

  19. macomemai 2 Gennaio 2016, 14:56

    Sempre lo stesso dualismo. Se privilegio divertimento,atleticita diversificata e psicomotoria di base vanno bene,anzi meglio, volontari intelligenti e magari qualche diplomato isef a coordinare,genitori o appassionati che siano. Meglio di qualche ex giocatore di quelli che credono il rugby uguale a quando giocavano loro. E che per andare in campo bisogna aver giocato,magari sempre in c2.Poi solo aumentando numero di ragazzi,numero di società, riducendo trasferte onerose e variando gli avversari crescerà l’intero movimento. Per l’alto livello solo pochi ci arriveranno, ma se cerco solo questi il movimento resterà quello di adesso. Modesto.

  20. carpediem 2 Gennaio 2016, 14:59

    io sono uno di quelli che”….scimmiottano quei principi che, nella fantasia dei neofiti, reggono il nostro sport: amicizia, allegria, democrazia e …..”
    che il grande Solone qui sopra ed altri emeriti scienziati del blog piace tanto sputtanare.

    Educatori del caxxo, tutti in sciopero e che i pargoli dei geni qui sopra se ne stiano a casa a rovinarsi i pollici opponibili e le menti con demenziali giochini elettronici.
    P:S sono nel rugby dal 1969 quando voi saccentoni da 4 colpi regbisti della tastiera, tiravate ancora su con ilnaso( se eravate nati)

    • mamo 2 Gennaio 2016, 15:47

      Solone, Emerito Scienziato, Rugbista della tastiera, Genio ..questi, @carpediem sono gli epiteti che mi hai rivolto e solo perché ho espresso la mia, fondata sull’esperienza, opinione.
      Mi permetto di farti notare come tutto questo mal si concilia con l’essere Educatore. Quanto all’anzianitá, son sará certo qui che mi metteró a far a gara su chi fra noi due ha iniziato prima a giocare e chi fra noi due sia piú anziano.

    • sinistrapiave 2 Gennaio 2016, 16:06

      Nessuno sputtanamento , anzi , ce ne fossero di più di quelli come voi che regalate il vostro tempo per la crescita dei ragazzi .
      Io credo comunque che il problema sia legato anche alla tradizione sportiva che un popolo ha . Mi spiego meglio usando il calcio come esempio , sport che conosco bene :l’Italia è una delle nazioni più evolute calcisticamente, i bambini fin da piccoli hanno una palla tra i piedi. Quante ore, quanti giorni ho passato a palleggiare , tirare , provare numeri ;questo lo fa ls maggioranza dei bambini in Italia e la differenza la si vede , i nostri calciatori hanno una tecnica ineccepibile , perché sono i migliori frutti di un vivaio enorme fatto di milioni di ragazzi (non esagero )che giocano a calcio. Devi essere nato con la palla ovale in mano per diventare un talento come Mc Caw , per citarne uno.
      Certo possiamo migliorare la tecnica di base dei ragazzi ma il Gap con le nazioni evolute resterà enorme . Se un giorno avremo un movimento con grandi numeri , allora gli istruttori potranno pensare di farlo come lavoro vero e proprio, e di conseguenza avranno il tempo e la possibilità di fare corsi di aggiornamento, stages , etc.

      • mamo 2 Gennaio 2016, 16:33

        É il gatto che si morde la coda, Sinistrapiave.
        In realtá la soluzione alternativa c’é, una via di mezzo fra il genitore-educatore e il tecnico formato e tutto passa attraverso l’investimento che fir DEVE fare. Ogni comitato regionale oggi ha un responsabile tecnico, quel responsabile deve “abbassarsi” a verificare il livello di preparaziome degli educatori (non limitarsi alle under) e supportare il lavoro del Club.
        In diversi Club ci si avvale di neo diplomati exISEF, o amcora studenti che cosí maturano punteggi, con costi assolutamente contenuti si ha a che fare con giovani comunque portati a una gestualitá tecnica e comunque indirizzati a una professione compatibilissima con quella di educatore-allenatore.
        E non parlo di quello che ci dovrebbe essere, ma solo di ció che potrebbe facilmente essere.

    • Redazione 2 Gennaio 2016, 17:10

      @carpediem e @mamo nell’esprimere i vostri pareri siete pregati di evitare espressioni tranchant come “‘sti edicatori scimmiottano”, “Solone” ecc., ecc. e soprattutto di usare toni meno saccenti nell’esprimere le vostre opinioni.

      La Redazione

      • mamo 2 Gennaio 2016, 17:44

        Certo. Ma non credo d’aver utilizzato toni saccenti semmai involontariamente offensivi verso la sensibilità di qualcuno e di questo me ne scuso.

  21. Heiniken Cup 2 Gennaio 2016, 15:53

    Ciao a tutti,
    Io credo che tutti chi più chi meno abbiate ragione , io condivido in toto il pensiero di Kadmandu …. ” meno muscoli e più talento” .
    Ma …. Vorrei ricordarvi che da 15 anni abbiamo lo stesso stesso responsabile tecnico Fir. ….. Sarà colpa delle società ….sarà colpa Dei tecnici che prediligono e perseguitano nel Minirugby i risultati al posto degli Skills sarà colpa delle attività motorie nelle scuole …. Del padreterno o di chi volete ma ….. Che cazzo ci stava a fare il professore in questi 15 anni in Federazione ?
    Sperando che AdG gli legga i commenti mi piacerebbe sapere il suo parere “aziendale” sulla questione.
    Buon proseguimento d’anno a tutti.
    Cordialità

  22. parega 2 Gennaio 2016, 20:20

    finche’ c’e’ brancaleone con i suoi leoni ammaestrati a gestire il circo nn si va’ da nessuna parte e si peggiora giorno dopo giorno
    p.s. : senza offesa per il grande gassmann e i leoni…vi chiedo scusa

  23. Andrea B. 3 Gennaio 2016, 10:51

    Wakarua, parlando della fascia d’età 5-10 in questi termini, credo si riferisca alla necessità di far giocare i bambini in maniera da tale da fare apprendere loro abilità di coordinazione, passaggio della palla e colpo d’occhio della situazione in campo, cose di cui noi siamo deficitari e che se non si apprendono a quell’età poi dopo non si imparano più.
    Personalmente trovo inutile sperare in cambiamenti sostanziali nell’approccio culturale italiano allo sport, quindi non facciamo affidamento che il bimbo italiano torni a correre e giocare in strada per ore, che trovi nella scuola elementare programmi seri di sport, che il rugby diventi di massa e tolga giovani leve ( e soldi) a calcio, ma anche basket e pallavolo…iniziamo da piccole cose di base, tipo fino a 11 anni solo touch rugby e possibilità di calciare la palla e vediamo l’effetto che fa….

  24. bosch 4 Gennaio 2016, 09:04

    sono un “volontario del minirugby”, mi sono avvicinato alla società in cui ora svolgo la mia attività (a titolo di puro volontariato) per accompagnare mio figlio e li è stato naturale darmi da fare. mi chiedo spesso se e come sono adeguato a svolgere il ruolo che ricopro (allenatore under 10), quanto come e dove sbaglio, in quale modo posso offrire “di più e meglio” ai ragazzi che ci venerano come dei semidei….ho frequentato il corso per educatore e poi ho preso il I livello, ho frequentato corsi di aggiornamento anche quando non ne avevo i titoli (aggiornamenti per I e II livello)mi confronto con i tecnici della mia società che hanno pluriennale e comprovata esperienza, parlo col tecnico federale regionale, mi piace studiare e conoscere di rugby…..ma….
    ma:
    – è solo passione: sarebbe bellissimo avere corsi di un paio di mesi ma ciò si scontra con la natura del mio ruolo “volontario”; già x il corso per il I livello urgono 2 gg di ferie….non so quante persone come me (che penso siano la maggior parte) abbiano la possibilità di ritagliare altro tempo (oltre all’attività ordinaria di club, 2 allenamenti settimanali più concentramenti) dalla propria vita e dalle giuste priorità in nome di una “passione”
    – manca completamente il collegamento con l’attività centrale; la federazione nel ns club non si palesa mai….il tecnico federale in 4 anni di attività sul campo si è visto per 15 minuti, non abbiamo mai fatto riunioni confronti scambi per ragionare sullo stato dell’arte e decidere dove spostare la barra del timone.
    sono veri i commenti di chi critica la poca preparazione degli allenatori dei bimbi under 6-10 ma è pur vero che se molti di loro fossero messi nelle migliori condizioni ed avessero più mezzi per operare con più competenza il risultato finale avrebbe decisamente più qualità con relativamente poco sforzo.
    w il rugby

    • epfdt 5 Gennaio 2016, 23:00

      Bravo bosch,
      ad averne nel nostro movimento persone come te che, spinte dalla passione, dall’attaccamento ai colori della Tua squadra, fanno, disinteressatamente, ciò che molti presunti tecnici/educatori non fanno. Fatti aiutare dal responsabile tecnico della Tua Società e continua con questa curiosità e quest’impegno; otterrai sicuramente il Tuo scopo.
      w il rugby

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