Trionfi di squadra e record personali, amicizie, abbracci e spettacolo. Cosa ci lascia l’evento che ha dominato l’anno ovale
Riflettori sul rugby
Il mondiale “più grande e più bello” inizia a Twickenham e finisce Twickenham dopo 48 match in 13 diversi stadi di 11 città. Numeri e visibilità sono da record: 2.474.584 spettatori allo stadio (il 98% dei biglietti disponibili), 120 milioni di telespettatori per la sola finale (ma anche 25 milioni nel paese del Sol Levante per la sfida Giappone-Samoa), un surplus economico di circa 80 milioni di sterline per World Rugby, 15 per la RFU, oltre a dati impressionati sul web e sui social media che lo hanno reso l’evento sportivo con il maggior social engagement di sempre. Insomma 48 giorni in cui i riflettori del mondo dello sport (e non solo) sono puntati sul rugby.
La Fiammata inaugurale del gigante
Il break di Nemani Nadolo, su cui nulla può Vuniploa (e di li a poco altri quattro suoi compagni) è senz’altro una delle più belle azioni che ci ha regalato il match inaugurale della RWC2015 tra Inghilterra e Fiji.
Cuore Pumas
Un’immagine affettuosa di Juan Manuel Leguizamón con in braccio la figlia al termine del match di esordio dei Pumas contro gli All Blacks campioni del mondo in carica. Nonostante la sconfitta per 26 a 16, i giocatori argentini si sono trattenuti a lungo sul campo per autografi e selfie con i numerosi tifosi e parenti. Il grande cuore che contraddistingue i ragazzi di Hourcade, sia in campo sia fuori, li ha resi una delle squadre più amate dal pubblico della RWC.
Testa-coda
24 settembre, The Stadium, Queen Elizabeth Olympic Park. Davanti a 51,820 spettatori gli All Blacks primi del ranking mondiale affrontano la Namibia ventesima in classifica. A separare le due formazioni all’ingresso in campo la Webb Ellis Cup. Una foto simbolo del mondo ovale dove il divario tra “primi e ultimi” si assottiglia sempre più: lo scarto medio delle partite è passato dai 30 punti dell’edizione 2011 a 22, così come si è ridotto da 37 a 31 il gap medio nelle sfide tra squadre Tier One e Tier Two.
Mauro Bergamasco come Brian Lima
Al 57’ minuto di Italia-Canada Mauro Bergamasco prende il posto di Vunisa diventando così il secondo giocatore nella storia ad essere sceso in campo in 5 diverse edizioni della Rugby World Cup.
Compagni Avversari
L’apertura gallese Dan Biggar (a sinistra) e il figiano Josh Matavesi (a destra), compagni di squadra negli Ospreys, escono dal campo abbracciati dopo essersi scambiati la maglia al termine di Galles-Fiji terminata 23-13 per i dragoni.
Scontro tra capitani
Il placcaggio di Mamuka “Gorgodzilla” Gorgodze ai danni di Richie McCaw durante All Blacks-Georgia. Nonostante la sconfitta per 43 a 10 sarà proprio il capitano georgiano ad essere eletto man of the match della partita.
Fermatelo!
Con le sue 8 mete in 6 match Julian Savea è stato il miglior metaman del Torneo. C’è chi, quando ha eguagliato il record di Habana (2007) e Lomu (1999), lo ha addirittura accostato al grandissimo Jonah. Il paragone è senz’altro un po’ azzardato ma per cercare di fermarlo ci si è davvero aggrappati a qualsiasi cosa…
Storia di un’amicizia
L’amicizia nacque nelle giovanili quando furono compagni e avversari sul campo. Poi il loro percorso rugbistico prese strade differenti, arbitro l’uno, giocatore l’altro. Ma il legame è sempre rimasto. Quando, un paio di anni fa, gli venne diagnosticato un male incurabile Guy Grinham compilò una lista di desideri tra cui mise “vedere un match dei Wallabies alla RWC2015”. Adam Ashley-Cooper, con l’aiuto della Federazione australiana e di World rugby, ha fatto si che all’amico venisse assegnato un corporate box di Twickenham munito di attrezzature d’emergenza perché potesse assistere al match col Galles, decisivo per la vittoria nella pool A. Al fischio finale la corsa sugli spalti per “condividere la vittoria con lui. Era il minimo che potessi fare andare li e rappresentare il gruppo”. Purtroppo, per Guy quella è stata l’ultima vittoria.
Halloween o zombie
Vedendo la foto di questo papà inglese alla finale del 31 ottobre col figlio viene da chiedersi se fossero truccati così per la Halloween o se, viceversa, fossero dei veri zombie che vagavano per lo stadio dal giorno della sconfitta per 33 a 13 con l’Australia, che ha segnato l’eliminazione dal mondiale del quindici della rosa padrone di casa.
Raddoppia e lascia
La finale di England 2015 ha rappresentato per molti giocatori neozelandesi la seconda vittoria iridata consecutiva, ma anche l’ultima partita con la maglia dei tutti neri. Conrad Smith, Tony Woodcock, Keven Mealamu, Ma’a Nonu (gli ultimi tre con oltre 100 caps!) ma soprattutto Dan Carter (1598 punti in 112 match) e capitan Richie McCaw (148 test con 131 vittorie) che di lì a qualche giorno avrebbe annunciato il suo addio al rugby giocato.
Supereroe
Il nostro viaggio nell’ottava edizione della World Cup, che fino ad ora ha seguito un ordine cronologico, si conclude con flashback. Anzi con Flash, visto che la posa di Ma’a Nonu in questa foto ci ricorda tanto il supereroe con il potere di muoversi a velocità straordinaria sfidando le leggi della fisica. Un’immagine che racchiude tutta la spettacolarità, l’azione e il dinamismo del rugby.
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