“La farsa italiana” e un dubbio: è meglio vincere in Challenge o perdere in Champions?

La stampa estera torna ad attaccare il posto garantito. E giocare la competizione minore ha più di un vantaggio…

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Un paio di settimane fa, alla vigilia dell’esordio della Benetton in Champions contro Munster, il Daily Mail pubblicava un articolo dal tiolo “La farsa italiana”. Il riferimento, manco a dirlo, era alla presenza italiana in Champions Cup, la massima competizione europea per club. “Abbiamo sentito dire tutta la settimana da Munster che rispettano Treviso, ma sarebbe un shock qualsiasi cosa diversa da vittoria agevole con bonus”.
Nulla di nuovo sotto il cielo, ogni anno un qualche articolo con argomentazioni simili da Oltremanica arriva sempre, ma la mano ci andava giù pesante: “La sensazione è che se la EPCR avesse fatto ciò che voleva, entrambe le squadre italiane sarebbero state relegate nei terreni della Challenge Cup“. La nostra presenza, per il collega Oltremanica, ha quasi influenzato gli equilibri dei Gironi: avere Treviso e Zebre come compagne di Pool ha spesso significato avere 10 punti assicurati o quasi. Andando a vedere come sono andate le cose, dall’edizione 2010/11 sei delle nove squadre che si sono qualificate ai quarti di finali come migliori seconde erano in girone con una delle due italiane. In due edizioni (2010/11 e 2012/13) le due migliori seconde sono uscite entrambe dal Girone con le italiane. Treviso è uscito malconcio dalla doppia difficile sconfitta contro Red Army e Tigers, e Planet Rugby ha in parte rincarato la dose: “Yet to win this season, with seven losses in the PRO12 and two in the Champions Cup. If this keeps up then director of rugby Marius Goosen and head coach Umberto Casellato might be looking for a new job”. Che non ha tanto bisogno di traduzioni.

 

Dall’altra parte ci sono invece le Zebre, che hanno iniziato la stagione in modo decisamente migliore e sono già alla terza vittoria,l’ultima delle quali contro Worcester in Challenge dopo essere uscite a testa alta nella sconfitta di Gloucester. Vittoria che è stata così salutata da Planet Rugby: “Big winners in the Challenge Cup over Worcester – Zebre have definitely started the season better than Treviso. 27-3 until the closing stages is noteworthy score, plus we’re big fans of fly-half Carlo Canna”.

 

Ma per tornare all’inizio, la domanda del Daily Mail è legittima? Alla luce dei risultati e soprattutto delle fredde statistiche, sì. Se per assurdo Treviso avesse disputato quest’anno la Challenge e, sempre per assurdo, affrontato e vinto contro una squadra alla portata come potrebbe essere Agen, certamente il possibile successo avrebbe aiutato ben più di quanto non abbia fatto una sconfitta contro i Tigers, in una partita certamente più “prestigiosa” ma oggi come oggi non alla portata. Le Zebre sono una squadra giovane e parecchio italiana, soprattutto in alcune posizioni fondamentali (mediana e prima linea) in cui a livello di Nazionale servono rispettivamente nuova linfa e ricambio. Alla luce di questa situazione, di quanto vincere aiuti a vincere e di quanto ai giovani futuri azzurri serva trovare confidenza con il successo, provocatoriamente potremmo affermare che è un bene che le Zebre affrontino in questa stagione la Challenge Cup. Confrontarsi sempre e comunque con i migliori è certamente stimolante ma, alla lunga, può risultare deleterio e mettere brutti tarli in testa. Del resto, se le italiane ottenessero sul campo la qualificazione in Champions, giocare una buona coppa non sarebbe automatico ma certamente più probabile, uscendo da una stagione precedente finita in posizione utile per la qualificazione.

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