In una intervista il terza linea fa sapere di aver ancora voglia di indossare la maglia dell’Italia. E dipenderà anche dal club
Sergio Parisse, futuro azzurro: “Spero di giocare in nazionale ancora uno o due anni”
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Oh ! Finalmente una buona notizia.
Ho pensato la stessa cosa!
Sergio mio capitano!
è il momento giusto per giocare contrattualmente al rialzo con lo SF… vai Sergio, capitalizza!
Speriamo che Steyn e M’Banda riescano a giocarci insieme e imparare qualcosa
Mettiamoci anche Ruffolo..
SR Sergione…vai la’ ora che puoi dire la tua anche in quel campionato, togliti sto sfizio e datti sta soddisfazione che te la meriti tutta!
Ipotesi molto suggestiva che secondo me sta prendendo in seria considerazione.
Leggendo tra le righe io credo che,legando la possibilità di giocare il secondo anno al club dove giocherà, andrà nel SR la prossima stagione!
E sarebbe bello andasse nel club Argentino!
Probabilmente finirà in Australia ma sarebbe veramente bello se finisse ai Los Jaguares o come si chiameranno.
non credo sia possibile, l’UAR vuole nella sua franchigia solo atleti argentini che possano far parte del bacino dei Pumas…
Peccato !
Se Parisse decidesse di riposarsi bene per tutto il 2018 arriverebbe al 2019 ancora come nostro miglior giocatore. 🙂
Buonasera Sergio,
Te l ho scritto altre volte.
Ascoltami, sono dieci anni che manchi dall Italia.
Lascia da parte soldi e gloria estera e vieni a fare da traino ad una ricostruzione del nostro rugby italico.
Fallo partendo dal campo!
Non c e piu grande soddisfazione per te che essere un riferimento per chi ti sta accanto a giocare… e per tutti i ragazzini che ti avranno come esempio da emulare e sceglieranno il rugby come loro sport !! 🙂
Dai Capitano..prima di mettere definitivamente la giacca e cravatta vieni a respirare di nuovo i mitici campi del nostro rugby ! 🙂
Grazie Sergio !
Cordialità
Dai Sergio, vinciamo questo 6 insieme e poi puó andare in SR se vuole.
Ma non ti è abbastato di vincere il derby?! Pensa a quel povero filosofo, messo a pane e acqua dal papà romanista…
le dure pene del laziale…
Sé, NotiIzie attendibilissime me lo danno in un centro benessere sulla salaria domenica sera con la faccia un pó lunga. Fa bene perché in amore, guerra e Derby vale tutto.
In altre notizie, massaggiatrice suicida per stress. In chiaro stato confusionale, ripete oscuri concetti filosofici, seguiti da parole senza senso tipo ‘casi’ e ‘cuyano’.
Si, cose senza senso tipo: “la dialettica della cancha” e “il concetto del fort-da del Lavanini”…
ahahah…
Piccolo sogno che non si realizzerà: una sola franchigia italiana competitiva, Sergio capitano
sarebbe bello se in Italia ci fosse una franchigia del genere, un team pro con soli atleti di casa nostra, come stanno facendo adesso gli argentini, oppure anche due franchigie, ma una fatta in questo modo e una totalmente privata, slegata dalla FIR, in cui ci sia un presidente alla MB che fa quello che vuole e compra chi gli pare…
Sergione c’avra’ tanto da fare per il nostro rugby, dentro e fuori dal campo…
E siccome di la’ si parla di Zinzan Brooke…
https://m.youtube.com/watch?v=HGhwnRChn0w
Fuori dal campo del vergognoso rugby italico non se ne po’ frega’ de –
Dici? Vedremo…Sicuramente potrebbe essere molto utile…
Cara sibilla non ne indovini una ! 😉 🙂
Grande Sergio! Questa è la notizia che aspettavamo! Altre due stagioni in azzurro te le puoi fare, se non tre!
La RWC 2019 è lontana, ma non si sa mai, d’altronde i vari Matfield, Mealamu, Best, ecc, visti nella passata competizione iridata sono gli esempi di una lunga e gloriosa carriera…
Sergio, finisciti quest’anno allo Stade Francais, poi vai una stagione in Super Rugby (scegli tu la franchigia), poi torna in Francia a monetizzare dal Budello…poi mi farebbe piacere se chiudessi la tua carriera giocando un anno con L’Aquila e uno nel Torneo de la URBA con l’Universitario de La Plata…
Per questa stagione direi che il nuovo ct può anche lasciarti rifiatare al tour estivo, ti vogliamo carico per affrontare All Blacks e Springboks a Novembre!
Ah, naturalmente dopo la carriera da giocatore ti vedrei bene nello staff tecnico azzurro…
il jet lag conseguente alla follia di spostare moglie e figli da un oceano all’altro cambiando tre lingue e quattro scuole per andare a giocare in un torneo intercontinentale poi lo metti in conto al filosofo che non s’è mai mosso da RRoma…
🙂
fracasso penso che chi fa l’atleta pro e la sua famiglia sappiano benissimo che queste cose possono avvenire, per Parisse un paio di stagione in SR potrebbero essere la ciliegina sulla torta della sua carriera.
non è solo il superrugby…
San ha proposto di finire la stagione a parigi, poi SR, poi Tolone, poi L’Aquila ed infine l’Argentina, sempre magari per poi tornare in Italia ed essere a disposizione della FIR…
lo fa giocare fino a quarant’anni, per fortuna si è dimenticato del giappone 😀
@fracasso, ho solo detto che mi piacerebbe se Sergio simbolicamente chiudesse la sua carriera a L’Aquila e La Plata, mi rendo conto che sono ipotesi poco reali, anche se nostri grandi ex azzurri come Nieto e Pez sono tornati in Argentina al club che li ha cresciuti, cosa che fanno anche quasi tutti i Pumas dopo le loro esperienze pro…quanto a SR e Toulon, invece potrebbe anche essere, d’altronde MB già si è interessato a Parisse e comunque ha ragione @Stefo…
Ah, per fortuna da Roma mi sono mosso spesso, ma la prossima volta che esco fuori dal GRA ti faccio sapere…
Sarebbe bello in effetti se anche il capitano finisse la sua carriera in Italia… Anche se abbastanza improbabile. Però potrebbe essere un primo passo per la sua trasformazione in allenatore: fare il giocatore-allenatore in una delle franchigie (praticamente lo ha già fatto in nazionale) e poi chissà…
non sarebbe male nemmeno quest’ipotesi…
Leggendo tra le righe penso che parisse voglia dire che il campionato francese Sia troppo logorante per poter pensare ad un altro mondiale. Li ti spremono, sarebbe bello se Parisse in accordo con la federazione italiana decidesse di tornare a giocare in un team italiano (di pro12) . Sarebbe una cosa bellissima ed un gesto di maturità da parte di entrambi se, sotto lauta ricompensa, venisse tesserato ad esempio per le zebre e gli venisse Data l’opportunità di giocare massimo 10 – 15 partite a stagione, magari anche con sei mesi sabbatici.
C’était probablement ma dernière Coupe du monde. Mais j’espère jouer encore 1 ou 2 ans en équipe nationale. Après, ça dépendra beaucoup de mon avenir, du club où je jouerai la saison prochaine.
Scusate non conosco bene il francese ma Après non significa dopo? Nell’articolo è tradotto con “certo”. Cambia molto il senso, perché se è certo la sua possibilità di rimanere in azzurro è ancora in discussione. Se è da tradursi “dopo” abbiamo 1-2 anni sicuri e “poi” dipenderà da dove giocherà ecc. O mi sbaglio?
Va tradotto come inoltre,non come dopo,pertanto dipende dal contratto che andrà a stipulare o facciamo finta di non sapere chi ha deciso che non doveva giocare con la Romania?
So di andare controcorrente ma io auspicavo che Parisse smettesse con la nazionale. Questo lo dico perchè sapendo di non poter fare il prox mondiale ecco che sarebbe stato meglio lasciare il campo libero a nuovi inserimenti nel suo ruolo sia di terza centro che di leader del gruppo. Se vogliamo pensare al prossimo mondiale dobbiamo farlo fin da subito e quindi meglio prendere qualche sbandata fin da subito ma preparare il terreno ad un futuro migliore dell’attuale presente.
Dopo di che naturalmente non posso che riconoscere a Sergio un plauso per la sua dedizione e abnegazione all’italica causa non sempre ricambiata con moneta adeguata (e non parlo di soldi)
Secondo me noi non possiamo/dobbiamo fare riferimento al mondiale per programmarci, ma al Sei Nazioni che arriva ogni anno e dove dobbiamo entrare nell’ordine di idee di caercare di fare il miglior risultato possibile anno per anno.
E’ quel torneo che finanzia di fatto tutto il movimento e sono 15 anni (tranne forse un paio…) che stiamo tirando la corda, non dimostrandoci minimamente competitivi.
Non condivido molto Hullala, andare anno per anno sul Sei Nazioni vuol dire di fatto navigare a vista, e’ negare l’idea di una di programmazione pluriennale che guardi piu’ in la’ del proprio naso.
Ben venga invece per me al programmazione pluriennale se fatta con realismo e mantenendo i piedi saldi per terra senza promesse di vincere il Sei Nazioni o di essere saldamente tra le prime 8 del ranking nel giro di tre anni.
Bisogna anche saper prendere dei rschi accettando magari dei risultati inizialmente deludenti se ci si da nel medio-lungo termini obiettivi concreti e realistici e se si parla chiaro senza vendere sogni…questo al di la’ di Parisse ovviamente.
Io invece sono in parte d’accordo con Hullala…Ovviamente piani pluriennali di sviluppo evono essere fatti.
Però la competitività nel sei nazioni di questa nazionale va raggiunta.
Nel senso che, secondo me, sino a che l’Italia non avrà una competitività consolidata in quel torneo, sarà molto difficile pensare di entrare nelle prime otto di un mondiale.
E’ vergognoso, accampa ipotetiche ipotesi di futuro in azzurro, di leadership, di staff tecnico e di patetiche ipocrisie, quando poi contro la Romania non ha giocato per “i trenta denari”. Un leader non lascia il suo gruppo già all’inizio di una preparazione per il mondiale, non si “gestisce” come nel contesto dei due test con la Scozia, non lascia tre settimane la squadra in pieno mondiale con la scusa del recupero fisico e delle terapie (stavano in Inghilterra non nel Burundi, quindi poteva farlo anche lì), non ultima, la ciliegina sulla torta è stata la rinuncia con la Romania.
Si accampano paragoni con i vari Matfield, Mealamu, Best, ecc, ma vi rendete conto che stiamo parlando di gente che hanno dato il cuore e non solo per la maglia della nazionale.
Conclusione: Parisse è stato un grande giocatore, ha dato tanto alla nazionale ed ha avuto tanto, in questi ultimi 3 anni ha cercato di tirare avanti e monetizzare quello che poteva, e và bene anche così, ma ora è il momento di fare un passo indietro e lasciare la scena ad altri, così come hanno fatto fior di campioni ancora prima di lui, lasciando un segno importante di ricordo.
Infatti : DC,HO7 sono tutti dei bambini in confronto a Parisse!
Mah…
Dai lascia stare Lear.
@lear e @Gino sono più che apprezzabili i vostri post perché coraggiosi.
Ciò detto mi permetto di dissentire.
Parisse credo sia oltremodo utile proprio in prospettiva futura; la sua presenza in campo per altri due anni credo possa aiutare i nuovi innesti che, con lui in campo o comunque in gioco, si sentirebbero meno pressati.
Parlo di pressione e non di responsabilità: meno pressati ma comunque responsabilizzati.
Parisse rimane un icona del nostro rugby e, se accetta il ruolo, potrebbe fungere da parafulmine solo come un leader è in grado di esserlo.
Se Gino sono io non hai capito per niente cosa ho scritto, mamo!
Eppure era così facile! 🙂
ma no, il Gino é Gino Gino, che alle 8:51 ha premesso che sarebbe andato contro corrente ..
@lear è uno scherzo vero?
E il regista era Kubrick? Ma dove l’hai visto, scusa?
o Dario Argento…
ci potevamo far mancare il commento antagonista? “ipotetiche ipotesi” poi è bellissima…
poi questo parallelismo con il Burundi non si capisce, come se lì fossero ancora all’età della pietra, eppure a Bujumbura c’è anche l’università…
Ot: Il Gazzettino di oggi riporta la notizia che O’ Shea ha scelto Verona come città di elezione per residenza sua e della moglie e scuola dei figli; baricentrica rispetto alle sedi delle franchigie e di Calvisano. O’ Gara anche in arrivo.
“baricentrica rispetto alle sedi delle franchigie e di Calvisano” :-D…
il problema di vivere in Italia è se hai voglia di vederti una bella partita di rugby…
per il resto da Verona in un quarto d’ora sei al lago dove non si potrà fare surf ma almeno un ottimo windsurf, in due ore scii nelle dolomiti ed in quattro sei in baviera… due ore verso est e sei in spiaggia tre mesi l’anno… due ore verso ovest e sei a Milano, metti che hai voglia di vederti un concerto o una partita di eurolega…
ad un’ora di strada terme a gogo… se proprio non hai voglia di muoverti resti in una gran bella città, dove peraltro c’è un’ottima tradizione culinaria ed il vino non è poi così male… sì ci sono anche i campi da golf…
ciàmeghe mona…
Spero per noi e per il Sergio che possa essere ancora lui a guidare la nazionale al prossimo 6 nazioni ma poi credo sia giusto che lui si tolga la soddisfazione di giocare in Super Rugby anche a costo di rinunciare alla nazionale.
Gli azzurri devono imparare a fare a meno di lui e prima si allontana e prima ci abitueremo. Brutto da dire ma deve essere così.
Se poi sarà in forma potrà avere sicuramente un posto in nazionale dopo la sua esperienza nell’altro emisfero.
Forza Sergio