#VoglioSoloGiocare, indennità e formazione: l’hashtag fa discutere

Uno scontro tra due club milanesi diventa nazionale. Ma il “caso” esiste davvero?

COMMENTI DEI LETTORI
  1. coco_1962 27 Ottobre 2015, 11:04

    cosa si fa per due lire …..

  2. malpensante 27 Ottobre 2015, 11:16

    Mi sono fatto un giro giusto per capire di che cosa si tratti, e credo che faremmo bene (voi e noi) ad approfondire. Stiamo parlando di ragazzi che vogliono andare a giocare in C1, campionato di elevato spessore professionistico, mica pizza e fichi. Ecco, rispetto ai bei tempi andati, anche questo è un bel quadretto vintage: nel rugby al tempo dei poveri ma belli succedeva pure in quelle che erano le serie A e B. Sei dilettante e non vedi un euro, ma vai dove voglio io, che sia perché mi sta sui coglioni quello là o perché voglio dei soldi, o magari me ne deve ancora per quello prima di te, tutto rigorosamente sottobanco. Il mondo è andato avanti, il rugby italiano no. Sempre più indispensabile che si chiarisca chi sia professionista e chi no: chi vuol fare il club professionista faccia contratti da professionista, e sia chiaro cosa, quanto e come riconoscere a chi fa la formazione, dalla culla al professionismo. Dopo, basta. Come sempre, il tappo al buon senso e alla chiarezza è l’equivoco perenne dei campionati domestici: chi è pro e chi no.

  3. lear 27 Ottobre 2015, 11:28

    Non è una questione solo di soldi, ma avere rispetto e riconoscimento, da parte di chi avanza certe richieste, per chi ha investito soldi, tempo, lavoro, organizzazione e quant’altro, che il più delle volte sono fatte per il solo gusto di cambiare non perchè la società di appartenenza non assicura l’attività. Inoltre, l’indennità richiesta penso che vuole essere solo da deterrente, viste le esigue cifre che si richiedono.
    In Italia il senso dell’appartenenza è comunque sempre più carente.

    • mezeena10 27 Ottobre 2015, 12:03

      “viste le esigue cifre”..sai di quanto si parla quindi?
      e scusa ancora, ma se “una società non garantisce l’ attività” perche i ragazzi dovrebbero rimanerci? il campionato di C1 è fatto esclusivamente per divertirsi, perche dovrebbero privarsi di questo divertimento? per senso di appartenenza? mah!

    • pesopiuma 27 Ottobre 2015, 12:23

      Guarda lear, a livello di serie C si gioca per passione, non altro.
      Se anche uno volesse cambiare squadra perché ha solamente cambiato casa e ha problemi ad andare ad allenarsi nella vecchia squadra, avrebbe tutto il mio appoggio.

  4. lear 27 Ottobre 2015, 12:25

    Se una società non garantisce l’attività ad un giocatore, cioè non partecipa ad un campionato per la sua categoria, questi sono svincolati d’ufficio e nulla è dovuto a chi li tessera. Questo era inteso già nel mio post.

  5. fachese 27 Ottobre 2015, 12:42

    Da tempo si parla della necessità di tutelare i club, che gli stessi creino uno spirito identitario senza il quale la crescita tecnica e morale dei giocatori non avviene (vs accademie). le regole fir che garantiscono un riconoscimento simbolico ai club che formano i giocatori possono essere datate e scorrette, ma sono chiare e chiara è anche la loro finalità. peraltro è proprio tra club di pari livello e geograficamente limitrofi che tali regole servono a tutelare il club che investe in formazione, difficilmente (e sarebbe stupido oltre che al di fuori dell’oggetto sociale di una asd) si possono bloccare i giocatori che si spostano a categorie superiori o in luoghi distanti per motivi non sportivi.
    se sono i tanto vituperati principi sportivi ad essere invocati, sorgono due considerazioni: 1. litiga quanto vuoi, ma in un contesto come questo fallo faccia a faccia, i social sono una cassa di risonanza che fa rieccheggiare solo l’arroganza di chi non vuole sottostare a regole esistenti o si arroga diritti che non ha; 2. quando si litiga, ammettendo che la verità non sia mai al 100% da una parte, si può poi pretendere un gesto di cortesia?

  6. fracassosandona 27 Ottobre 2015, 12:58

    se non ricordo male il Chicken è iscritto al campionato amatoriale uisp mentre il CUS Milano partecipa ai campionati FIR…
    non credo possano applicarsi le normative federali in tema di trasferimento, così a naso…
    ovviamente non conosco né ho studiato la questione…

  7. santommaso 27 Ottobre 2015, 13:04

    Di cosa stiamo parlando.. ci mancano delle informazioni ….
    “…aspettiamo le versioni ufficiali”….

    • santommaso 27 Ottobre 2015, 13:07

      comunque se stiamo davvero parlando di ragazzini, non di possibili campioni, e di squadre di c …. ma che giochino dove vogliono…

  8. pepe carvalho 27 Ottobre 2015, 13:53

    Non so esattamente la questione, ma credo che nasca anche dal fatto che l’anno scorso esisteva Grande Milano, franchigia tra Cus e altre realtà tra cui Rozzano. Ora la franchigia è sciolta e, immagino, i ragazzi ex Grande Milano hanno il cartellino al Cus. Da qui la richiesta di indennizzo…
    Per me rimane una brutta vicenda, stiamo parlando di C1 e non di eccellenza, credo che sia più giusto pensare che ai ragazzi interessi solo un campo e non uno stipendio (che non c’è). Avrei potuto capire se avessero voluto andare a una società di A o di B ma dato l’antefatto faccio fatica a comprendere la richiesta.
    Sarebbe bello se la Redazione (Paolo) provasse a chiedere agli insider di GM che conosce.

  9. MAUTRE 27 Ottobre 2015, 14:12

    La trama della questione è che alcuni giocatori (tra i 4 e i 6) FORMATI nel CUS chiedono (per loro motivi personali e non perchè siano stati alienati) di muoversi verso il rozzano.
    L’articolo 46 del Regolamento Federale prevede una indennità di formazione.
    La squadra chicken rozzano iscritta REGOLARMENTE al campionato FIR di C1 è affiliata a suddetta Federazione, per cui DEVE essere assoggettato alle regole da essa stabilite. PUNTO.
    Il problema etico è che SUDDETTA squadra vuole “demonizzare” il CUS tacciandola come entità “mangia giocatori”…..ma non sono altro che REGOLE dettate da un’istituzione federale. RIPUNTO.
    Se poi vogliamo discutere della correttezza etica nel mettere delle regole che possano impedire ad un giocatore di giocare qua o la, allora possiamo aprire un altro post lungo anni luce, ma bisogna andare a Roma e sensibilizzare il Presidente Gavazzi.
    Ma questo hashtag NON è stato creato per sensibilizare la Federazione a stralciare gli articoli 46 e 47 dal regolamento, ma semplicemente per creare “caos” !
    Concludo dicendo che i vari sostenitori di suddetto hashtag avrebbero fatto bene, prima di promuoverlo e condividerlo (compresi alcuni giocatori della nazionale che si sono esposti arbitrariamente) ad INFORMARSI. Perchè non c’è cosa peggiore, per scatenare una gogna mediatica, che sostenere e divulgare notizie non complete o di parte o addirittura errate !

    • pepe carvalho 27 Ottobre 2015, 14:22

      hai ragione quando parli di regolamento che prevede indennizzi, solo che sembra che alcuni vengano da rozzano e poi sono transitati in GM e Cus.
      Al di là delle considerazioni etiche e morali, il regolamento federale parla anche di prestito gratuito fino a 3 anni e poi scatta il trasferimento a titolo definitivo. Quello che non si comprende è la rigidità di Cus. Poi che il metodo seguito sia bello o brutto è un un tipo di considerazione estetica che mi appassioni.
      Sul fatto che Rozzano abbia interesse a “demonizzare” il Cus (o il contrario) è anche possibile, se non altro perchè fino all’anno scorso mi risultava che stessero nella franchigia GM, e come molte storie “d’amore” quando finiscono ci sono gli stracci che volano….

      • santommaso 27 Ottobre 2015, 15:51

        ma chi sarebbero questi campioni tanto contesi che farebbero svoltare i risultati delle squadre ? wilkinson ? lomu ?
        … mi sembra tanto come quando al parco si diceva “la palla è mia e chi gioca lo decido io “… e se non vuoi giocare nella mia squadra non ti faccio giocare…
        Sono ragazzi, vogliono andare in una squadra di C.. io li lascerei giocare dove vogliono… prima che si diano al calcio ….
        Dovrebbe esistere ancora il buonsenso …

    • coco_1962 27 Ottobre 2015, 17:20

      sono ragazzi di formazione Rozzano che sono transitati nel raggruppamento RGM quando questa era l’unica (insieme ad ASR) realtà che avrebbe potuto dare un futuro di medio-alto livello al rugby milanese, ragazzi che adesso se ne vogliono tornare da dove sono venuti.
      Condivido il discorso che in presenza di regole queste devono essere seguite, ma le soluzioni alternative lecite e legittime ci sarebbero.
      Speriamo che una società storica come il Cus MIlano possa ravvedersi e applicando il buon senso, risolva il caso.
      omaggi

      • 6nazioni 27 Ottobre 2015, 19:33

        il tutto si potrebbe risolvere con il prestito dei ragazzi, adesso
        devono aspettare la finestra di dicembre x effettuare questa
        operazione, sempre con il consenso della società proprietaria del
        cartellino dei ragazzi

  10. aug61 27 Ottobre 2015, 15:29

    Mi sembra evidente che, alla luce della situazione attuale, sia proprio la disciplina regolamentare ad essere inadeguata, laddove prevede una forma di indennità di formazione: ora, in tutte le realtà sportive rugbistiche giovanili, i ragazzi pagano profumatamente per partecipare – si va dai 250 euro fino a 500/600 per certe realtà…- quindi mi sembra giusto che a 18 anni siano liberi di andare dove vogliono, soprattutto quando poi nessun club garantisce loro alcunché, tantomeno in termini di pagamento, in quanto sono quasi tutti dilettanti. Diverso sarebbe, invece, per il caso in cui la partecipazione alle attività sportive fosse totalmente gratuita, a carico delle società sportive. Dovrebbe essere la FIR a pagare una indennità alla società per quei giocatori che giungono ad un certo livello, per es. eccellenza o serie A.

    • graffio 27 Ottobre 2015, 16:13

      Quoto ed aggiungo che, da quanto mi risulta, la diatriba nasca proprio dalle quote versate dai ragazzi in questi anni: Rozzano vorrebbe che fossero defalcate (credo che vi sia una norma federale a riguardo) mentre il Cus si oppone.
      Ci sono poi alcuni giocatori (mi pare tre) che avrebbero voluto andare a giocare con ASR in serie A e ciò non è stato loro concesso (non so però se ASR sarebbe stata disposta a pagare il parametro); c’è un allenatore molto amato passato dal Cus al Rozzano e che sarebbe seguito volentieri; c’è infine una franchigia che finisce ed i diversi componenti della franchigia che litigano e (forse) si fanno i dispetti …
      Tutto ciò non è molto edificante perchè chi ci rimette sono i ragazzi che hanno 20 anni, non sono campioni (alcuni neanche giocatori di livello) e se la situazione non si risolve in fretta smetteranno di giocare, così come capitato a tanti prima di loro.
      Detto questo, senza entrare nel merito delle norme federali, a livello umano trovo il sistema disdicevole e sono completamente d’accordo con la pubblicizzazione della cosa tramite social: come scrive agu61 l’indennità di formazione avrebbe un senso se i ragazzi non avessero mai pagato la loro quota d’iscrizione e soprattutto, a 20 anni se sei solo un appassionato, dovresti essere libero di andare a giocare dove ti pare e non essere RICATTATO dalla società di appartenenza, che magari per vari motivi è ormai distante dai tuoi valori o è gestita da cialtroni oppure semplicemente ha obiettivi diversi dai tuoi …
      Nella fattispecie infatti, i ragazzi cui non è stato concesso il nulla osta non farebbero parte della prima squadra che gioca in serie B e sarebbero obbligati a giocare con la seconda squadra che gioca in serie C (credo in girone diverso da quello dove gioca Rozzano) con compagni ed allenatore sconosciuti … ribadisco, tutto ciò è molto triste!

      • misonorotto 27 Ottobre 2015, 16:31

        Graffio il chicken è inserito nello stesso girone del CUS .

  11. misonorotto 27 Ottobre 2015, 16:25

    giusto un piccolo appunto a chi parla della correttezza dell’applicazione dell art. 46.verissimo, ma l’articolo 47 permette ai giocatori di chiedere il rimborso delle quote versate negli anni e a questo punto sarebbe la società di origine a doverne agli atleti.
    non si tratta di demonizzare come si scrive Mautre ma semplicemente la correttezza di dire tutte le cose come stanno.
    allora è normale cercare di impedire ad uno dei ragazzi in questione il trasferimento perché non ha ancora compiuto il 19° anno di età ??
    perché lo dice il regolamento ? se non si trovano bene perché dovrebbero restare ?
    inoltre stiamo parlando di 800 euro a giocatore ( vedasi sempre l’articolo 46 )
    il totale per cinque giocatori fa 4000 euro…quasi lo stipendio di un vice allenatore.
    ora correttezza per correttezza , è anche corretto “scippare” un squadra intera di under10 ? chiedere in ASR a proposito …
    inoltre chi parla di correttezza dovrebbe chiedere aigiocatori ex rgm se in quanto soci l’anno scorso hanno avuto la possibilità di votare la cessione dei diritti sportivi come da statuto societario, o se invece si son trovati di fronte al fatto compiuto.giusto per notare si potrebbe benissimo applicare l’art 51 comma b

    il caos di cui parla MAUTRE non esiste ..dovrebbe spiegare come si può impedire ad un non tesserato, non avendo i giocatori in questione nessun modello 12 di andare ad allenarsi altrove fatto salvo che spetta a loro il rischio assicurativo

    • MAUTRE 27 Ottobre 2015, 17:12

      Perdonami ma se non venisse tutelata la formazione, in temrini economici, nessuno farebbe più formazione dato che ha dei costi. Detto questo il mio pensiero riguarda il modo invasivo ed invadente che è stato usato per sostenere un pensiero (legittimo) ma che nella sostanza è regolamentato da norme federali, se poi ci saranno altri articoli da applicare, nell eventualità, potrà essere un giudice, magari, a stabirlo.
      Evidentemente da franchigia a separati, il passo risulta breve.
      Per la U10 ASR, stai dicendo una grande inesattezza.

      • misonorotto 27 Ottobre 2015, 21:44

        sulla formazione sono d’accordo
        ma mi spieghi perchè la richiesta della compensazione monetaria viene fatta solo su questi ragazzi e non su tutti ??
        come d’altronde scrive il cus su facebook ?
        poi vogliamo applicare l’art 46 ? ma allora applichiamo anche il 47
        cos’è il 46 è applicabile ed il 47 no ?
        allora ti consiglio di leggere la risposta che ho appena mandato a pepe,
        sull u10 dell’asr non sarei cosi sicuro fossi in te che sono inesatto dovresti magari conoscere perchè non collaborava piu con asr..

    • pepe carvalho 27 Ottobre 2015, 18:07

      sulla U10 Asr mi sento di spezzare una lancia a favore del Cus, non hanno scippato nulla, come spesso accade un educatore va via per le più varie ragioni e suo figlio e altri lo seguono. Nulla di nuovo sotto il sole. Asr ha avuto così ragazzini dal Rozzano e anche in altre società è capitato.
      Mi sembra tutto sommato normale e umano che chi preferisce caio a sempronio segua caio. giusto o sbagliato che sia.
      Invece la questione di questi “adulti” che vogliono giocare a Rozzano e non al Cus mi sembra più grave: se erano tesserati RGM e RGM non c’è più o i giocatori sono stati ceduti a CUS o sono liberi di andare dove vogliono. Se sono stati ceduti a RGM vorrei sapere cosa hanno deliberato i soci in quota Rozzano….

      • bigluciano 27 Ottobre 2015, 21:22

        Scusa Pepe, ma in fondo il discorso non è lo stesso? é vero, alcuni sono bambini altri giocatori praticamente fatti ma hanno semplicemente voluto seguire un allenatore che stimano. forse il problema è proprio con questo allenatore, come sembra di leggere tra le righe del comunicato CUS? lo dicono loro che ad altri li hanno dati e a questi no….

        “Un organismo complesso come una Federazione sportiva deve essere regolato da norme di funzionamento.
        Le norme non sono casuali, hanno loro motivo di esistere.
        L’indennità per il risarcimento della formazione ha una valenza plurima: indennizzare una società che per la formazione di un giocatore ha investito risorse; regolare e disincentivare le migrazioni di gruppi di giocatori, specie se si accodano a un allenatore che cambia maglia; investire, come nel nostro caso, le indennità nel settore propaganda e giovanile.
        Percepiamo regolarmente le quote associative dai nostri tesserati, ma è noto a tutti che esse non coprono le spese per la formazione, che rimangono a carico della Società, bensì coprono tutti gli altri costi necessari al funzionamento della ASD.
        Non vogliamo tediare nessuno sul perché la nostra Società, che ha concesso nullaosta gratuiti a decine di tesserati, questa volta intenda esercitare il proprio diritto di percepire un indennizzo.
        Troviamo singolare che adulti che fanno parte di un mondo che vive di regole, le trovino inique quando li colpiscono.
        Troviamo singolare che giocatori della nazionale italiana, o un presidente di una società affiliata si schierino contro norme che regolano l’attività della Federazione di cui fanno parte.
        Troviamo singolare che si punti sui social network per forzare una decisione, quando esiste un organo di giustizia federale che può dirimere la questione.
        Troviamo giusto che le regole tutelino chi lavora seriamente sui vivai.
        Non troviamo giusto agevolare chi, non avendo avuto vivai per anni, prosegue nella politica di sforzo minimo e risultato massimo, accogliendo sistematicamente giocatori formati altrove.
        Ci dispiace essere formali nei confronti di ragazzi “che vogliono solo giocare”. A loro, visto che sono a tutti gli effetti degli adulti, ci permettiamo di suggerire di andare un po’ più in profondità delle norme che regolano il gioco che vogliono praticare.”

        • personainformatasuifatti 28 Ottobre 2015, 09:37

          Un organismo complesso come una Federazione sportiva deve essere regolato da norme di funzionamento. Le norme non sono casuali, hanno loro motivo di esistere. L’indennità per il risarcimento della formazione ha una valenza plurima: indennizzare una società che per la formazione di un giocatore ha investito risorse; regolare e disincentivare le migrazioni di gruppi di giocatori, specie se si accodano a un allenatore che cambia maglia; investire, come nel nostro caso, le indennità nel settore propaganda e giovanile.
          NEL REGOLAMENTO FIR NON SI FA ALCUN ACCENNO ALLA MIGRAZIONE DI ALLENATORI. QUESTO FORSE DENOTA QUALE SIA IL VERO PROBLEMA ALLA BASE DELLA QUESTIONE. ED E’ STRANO CHE SI LAMENTI PER LA MIGRAZIONE DI UN ALLENATORE, UNA SOCIETA’ CHE HA INCAMERATO COACH E GIOCATORI DI UN UNDER 10 DI UN’ALTRA SOCIETA’ PROPRIO NEL CORSO DI QUESTA ESTATE.
          Percepiamo regolarmente le quote associative dai nostri tesserati, ma è noto a tutti che esse non coprono le spese per la formazione, che rimangono a carico della Società, bensì coprono tutti gli altri costi necessari al funzionamento della ASD.
          MA L’ART. 47 DELLO STESSO REGOLAMENTO CONSENTE AI GIOCATORI DI CHIEDERE IL RISARCIMENTO DELLE QUOTE DI FORMAZIONE. PER GIOCATORI CHE HANNO DISPUTATO DIVERSI ANNI DI GIOVANILI, SI TRATTA DI UNA CIFRA SUPERIORE AL PARAMETRO STABILITO.
          Non vogliamo tediare nessuno sul perché la nostra Società, che ha concesso nullaosta gratuiti a decine di tesserati, questa volta intenda esercitare il proprio diritto di percepire un indennizzo.
          SAREBBE INTERESSANTE CAPIRE INVECE PROPRIO IL PERCHE’ DI QUESTA DISPARITà DI TRATTAMENTO RISPETTO AD ALTRE SOCIETA’, ANCHE DOPO AVER CHIESTO E OTTENUTO NULLA OSTA DALLO STESSO CHICKEN RUGBY NEL CORSO DELL’ULTIMA ESTATE.
          Troviamo singolare che adulti che fanno parte di un mondo che vive di regole, le trovino inique quando li colpiscono. Troviamo singolare che giocatori della nazionale italiana, o un presidente di una società affiliata si schierino contro norme che regolano l’attività della Federazione di cui fanno parte.
          FORSE I GIOCATORI DELLA NAZIONALE NON SI SONO OPPOSTI A UN REGOLAMENTO, MA ALLA SUA APPLICAZIONE A QUEL LIVELLO DILETTANTISTICO CHE DOVREBBE ANCORA OGGI PORTARE AVANTI I VALORI DI RISPETTO E PASSIONE PROPRI DEL MONDO DEL RUGBY.
          Troviamo singolare che si punti sui social network per forzare una decisione, quando esiste un organo di giustizia federale che può dirimere la questione.
          Troviamo giusto che le regole tutelino chi lavora seriamente sui vivai.
          Non troviamo giusto agevolare chi, non avendo avuto vivai per anni, prosegue nella politica di sforzo minimo e risultato massimo, accogliendo sistematicamente giocatori formati altrove.
          E’ SINGOLARE CHE IL CUS RIMPROVERI AL CHICKEN DI NON AVER LAVORATO SUI GIOVANI NEGLI ULTIMI ANNI, PUR AVENDO IN ROSA DEI TESSERATI CRESCIUTI IN MAGLIA GIALLOVERDE. E, PER DI PIU’, AVENDO INCAMERATO DEI SOLDI IN QUEST’ULTIMA ESTATE PROPRIO CEDENDO A UNA SOCIETA’ DI SERIE A.
          UN GIOCATORE CHE HA INIZIATO LA SUA FORMAZIONE NEL CHICKEN
          Ci dispiace essere formali nei confronti di ragazzi “che vogliono solo giocare”. A loro, visto che sono a tutti gli effetti degli adulti, ci permettiamo di suggerire di andare un po’ più in profondità delle norme che regolano il gioco che vogliono praticare.
          SAREBBE INTERESSANTE CAPIRE PERCHE’ SI E’ FORMALI
          SOLO CON QUALCUNO, VISTO LA CONCESSIONE DEL NULLAOSTA AD ALTRI GIOCATORI NEL CORSO DI QUESTA STAGIONE SPORTIVA

          • graffio 28 Ottobre 2015, 16:14

            Quoto!

      • misonorotto 27 Ottobre 2015, 21:40

        Ciao Pepe
        sul discorso ASR U10 ci sarebbe da approfondire le motivazioni della partenza dell’educatore ma in questo momento tralasciamo.
        la parte fondamentale è un ‘altra e riguarda la parte della cessione dei diritti.
        se tu fossi , come da statuto rgm giocatore maggiorenne e socio,
        non ti sentiresti negato il diritto di votare come da statuto sul futuro della Tua società ?.
        sfido chiunque a dimostrare che sia stata convocata un’assemblea straordinaria dei soci estendendola ai giocatori. i giocatori tutti si sono trovati di fronte al fatto compiuto. sarebbe cambiato poco ? forse si e forse no. certo che convocare l’assemblea solo tra i membri del consiglio è alquanto inusuale non trovi ?. visto che c’è comuqnue un bilancio ed uno statuto, è come dire che il bilancio di una banca lo fanno solo l’amminstratore delegato e di vari direttori senza sottoporlo all’assemblea.
        e prima ancora di questa assemblea un po diciamo cosi, poco “comunicata” il consiglio direttivo di rgm era di cinque membri di cui tre in quota cus. detto consiglio è stato corroborato durante i primi mesi dell’anno da altri soci paganti tutti in quota cus.
        poi stiamo parlando solo dei ragazzi che vogliono andare al chicken, ma perchè non parliamo dei due ragazzi che escono dall’accademia zonale di milano , e volevano andare a giocare in asr pre provare a cimentarsi con la serie A. ai quali è stato negato il trasferimento ? in nome di cosa ?
        stiaimo dicendo a dei 18enni che non sono ingrado di prendere decisioni per il loro futuro ? che solo noi sappiamo tutto di rugby e sappiamo che per loro è meglio giocare in serie B piuttosto che cimentarsi con la A ?
        Meschini e di basso profilo…tutti !!

        • pepe carvalho 27 Ottobre 2015, 22:27

          @misonorotto
          premesso che non difendo il Cus, e probabilmente sono io che non mi faccio capire.
          Provo a spiegarmi:
          1) I ragazzi ex rozzano per me dovrebbero poter andare a Rozzano. solo che ci sono regole che il buonsenso dovrebbe permettere di superare, ad esempio con un prestito.
          2) la questione degli assetti societari di RGM non li conosco ma è chiaro che quando un club si scioglie ci sono due alternative: o cedono i cartellini a un altro club o i giocatori sono liberi e con il cartellino in mano. Ora se questi sono stati ceduti al Cus mi domando perchè Rozzano che stava in RGM non ha fatto casino allora…e comunque se fossero stati più previdenti (con senno di poi, mi rendo conto) era sufficiente mettere una clausola nello statuto che in caso di scioglimento della franchigia i cartellini tornavano alla società di provenienza iniziale.
          2) U10 asr premesso che non interessa a nessuno del forum se non a noi, a me sembra una tempesta in un bicchiere d’acqua, io conosco più versioni e sinceramente mi sembra il frutto di malintesi, incomprensioni e atti di orgoglio da una parte e dall’altra, comunque il risultato è che alcuni ragazzini passano da asr a cus…cosa che succede e succederà mille e mille volte ancora.
          3) rimane il problema delle regole che PURTROPPO esistono e che qualcuno vuole legittimamente applicare, che questo non sia bello quando si parla di ragazzini e società davvero di dilettanti è vero, ma se ci pensate le regole servono a non farsi scippare i giocatori da società che pagano (mettiamo in nero o in grigio)…

        • graffio 28 Ottobre 2015, 16:14
  12. coyote 27 Ottobre 2015, 16:28

    A parte il fatto che con le quote di iscrizione non si coprono neanche lontanamente i costi di una Società che fa attività seria, i ragazzi a 18 anni hanno una finestra per svincolarsi e giocare dove vogliono. E a 27 anni sono svincolati.
    Ora, che in 6 o 7 siano tutti andati ad abitare a Rozzano, faccio fatica a crederlo. Da che mondo è mondo, nelle serie minori, nessuno ha mai piantato una grana per un giocatore che si trasferisce (veramente).
    Mi sembra più il tentativo di fregare un po’ di giocatori a un Club alzando un polverone per non pagare dazio ( in questo caso indennizzo). Un dazio anche modesto, trattandosi di passaggio dalla B alla C. Penso poche centinaia di euro se qualcuno è passato dalle nazionali giovanili, se no meno.
    Le squadre giovanili servono per avere giocatori, in futuro, per la prima squadra, sia essa di serie C che di Eccellenza e le Società investono per questo.
    Se non fosse così, chi spenderebbe soldi per le giovanili?

    • personainformatasuifatti 27 Ottobre 2015, 16:57

      Non si tratta di “fregare” un po’ di giocatori, visto che quelli a essere fregati sino ad ora sono i giocatori stessi.

      Si tratta di un gruppo di ragazzi che non si riconosce più in una società
      e che, pur di non restarci, è disposto a smettere di giocare.

      Quello che dovrebbero fare tutte le Società in questi casi è domandarsi come mai un giocatore se ne vuole andare e chiedersi dove hanno sbagliato.

    • graffio 27 Ottobre 2015, 17:01

      Guarda sei lontano migliaia di Km. dalla realtà … si tratta di ragazzi che (senza offesa) non valgono una cippa! Si tratta di una franchigia che si è sciolta (i ragazzi vorrebbero andare a Rozzano perchè lì si è spostato un loro storico allenatore e perchè lì potrebbero giocare mentre al Cus finirebbero per non giocare) e appunto è inverosimile che le due società stiano piantando una grana per così poco … a mio avviso si stanno facendo i dispetti perchè come al solito il rugby milanese è unito e granitico … mi viene da vomitare!

      • coco_1962 27 Ottobre 2015, 17:26

        quoto.
        la ragione è nella situazione RGM / CUS, con dispetti e dispettucci che vanno avanti da almeno un paio d’anni con tanta pace del rugby milanese

  13. TESTAOVALE 27 Ottobre 2015, 17:33

    scusa COYOTE ma come fa a svincolarsi un 18 lo farebbero se si potesse

    • coyote 27 Ottobre 2015, 21:18

      Quando uno si firma per la prima volta il proprio modell8 12, cioè è maggiorenne, lo firma cin chi vuole. Di fatto, è come se fosse svincilato.

  14. Katmandu 27 Ottobre 2015, 20:53

    Solito discorso, ma siamo italiani, per cui…
    Mi parlano tanto di franchige e balle varie e poi, a litigare siamo i campioni del mondo, io sto sempre dalla parte dei giocatori, anche se il regolamento dice altro, questi vogliono giocare e gli viene impedito non perchè son scarsi ma perchè, la burocrazia è farragginosa
    Parliamo di amatorialità e si parla di soldi, complimenti, non si dovrebbe armonizzare ai campionati? E con cifre magari più realistiche?
    Ps poi qualcuno si domanda perchè il rugby trova linfa vitale nei piccoli centri e non nelle grandi città… Nelle grandi città c’è più gente con cui litigare….

  15. roger 27 Ottobre 2015, 22:18

    SIGNORI TUTTI vorrei comunicarvi che in giro per l’Italia forse di questi casi
    ne esistono tanti……..vi invito a leggere l’articolo sul quotidiano on line QUI COMO …….Ruben 16 anni : vorrebbe giocare a varese ma il rugby Como glielo vieta . Lo sfogo di un padre. Vi invito ad una riflessione allo sfogo di un padre che pur di veder giocare felicemente il figlio e’ disposto anche a pagare di propria tasca il cartellino al como Rugby……..

  16. bigluciano 28 Ottobre 2015, 10:16
  17. Schioppo 28 Ottobre 2015, 11:44

    Ma stiamo scherzando?
    Se questi ragazzi smettessero di giocare perchè non hanno i soldi per pagarsi il cartellino? Un gran bel guadagno complimentoni, avete fatto valere il vostro diritto di formazione e avete fatto smettere (per almeno 18 mesi) 6 persone:

    CLAP CLAP!

    Detto questo quando lo fecero a me e a un altro mio compagno di squadra questo scherzetto son durati un mese, se è vero che ci sono una “norma” e un “etica” dall’altra parte è vero anche che ci sono dal lato dei giocatori 😉

  18. William Cavadini 28 Ottobre 2015, 18:48

    Buongiorno a tutti, comprendo la situazione visto che la sto vivendo con il Rugby Como, leggete l’articolo di cui vi metto il Link. Grazie.

    http://www.quicomo.it/10/27/ruben-16-anni-vorrebbe-giocare-a-varese-ma-il-rugby-como-glielo-vieta-lo-sfogo-di-un-padre.html

  19. ostrica placida 28 Ottobre 2015, 20:32

    Il campanile, che brutta roba. Ne ha rovinati più lui che il petrolio, ma solo in Italia.
    Nessuno è immune: vi rendete conto che da un caso di alcuni ragazzi
    Siete andati a tirar fuori la migrazione degli u10 perché Ragusi ha litigato con l’Asr?
    Non se ne esce, ragazzi, non se ne esce.

  20. #15 29 Ottobre 2015, 20:59

    Una vera rivoluzione da parte del Chicken Rozzano, lo squadrone con l’# più paraculo del secolo, il tutto, su Facebook, e già questo…

    Nati e formati dal CUS Milano che ha investito per loro in un progetto di qualità e rispetto, sei ragazzi hanno deciso di abbandonarlo di recente, senza nemmeno informare i compagni di squadra della loro decisione; hanno seguito qualche amico e il loro allenatore. Quest’ultimo, per primo, a fine stagione, si era nascosto dietro un “l’anno prossimo non allenerò più il CUS, mi prendo un anno sabbatico”
    Poco tempo dopo, si scoprì che, insieme al suo fedelissimo accompagnatore, convincevano già alcuni ragazzi ad abbandonare il club e seguirli al Chicken Rozzano.

    E’ facile avere il consenso usando un # tanto furbo quanto attrattivo per chi di rugby e di regole non ne sa (Articolo 46 e 47); tanto caos quando chiunque, leggendo il loro post, avrebbe aderito mettendo in cattiva luce il CUS Milano, che sta semplicemente seguendo regole dettate da un’istituzione federale.

    Prima di questo caos mediatico, bastava informarsi perché non c’è cosa peggiore che divulgare notizie fuorvianti non complete o addirittura errate.

    • graffio 30 Ottobre 2015, 16:36

      Mi permetto di dissentire, ho assistito al comportamento del Cus la scorsa stagione e mi pare che già allora abbia fatto una brutta figura, ora ci sta facendo una figura meschina … applichiamo pure gli artt. 46 e 47 e gli atleti in questione sarebbero liberi di giocare dove vogliono; ma non è questo il punto, questi atleti non vogliono più giocare al Cus e la società sta facendo, tramite loro, un dispetto ai dirigenti del Chicken, al citato allenatore ed a quel citato fedelissimo accompagnatore che, visti i comportamenti dei dirigenti del Cus hanno fatto benissimo ad andarsene!
      Ribadisco quanto avevo scritto in un post precedente: mi viene da vomitare, non si tratta solo di bieco campanilismo (che già sarebbe una meschineria), ma di fare male al rugby … una volta la società “odiata” a Milano era la ASR, ora dopo questa manfrina è il CUS; speriamo che qualcuno rinsavisca e si renda conto delle conseguenze …

Lascia un commento

item-thumbnail

Serie A Elite, Playoff: non riesce l’impresa a Mogliano, passa Petrarca per 31-21

Saranno i Tuttineri a sfidare il Rovigo per accedere alla finale scudetto

item-thumbnail

Serie A: risultati e classifiche al termine della 22esima giornata

Regular season di campionato che si chiude, i responsi prima dei playoff

item-thumbnail

Serie B: risultati e classifiche al termine della 22esima giornata

Cala il sipario sulla stagione regolare del campionato, ecco i verdetti dei vari gironi

item-thumbnail

Serie A Elite, Playoff: le parole di Marcato e Caputo prima di Petrarca-Mogliano

Tutto pronto al Memo Geremia per la sfida tra venete, a partire dalle ore 17:30

item-thumbnail

Serie A Elite, playoff: il Valorugby elimina Colorno e resta in corsa per la finale

La squadra di Violi si impone 22-17: sabato prossimo contro Viadana sarà una vera e propria semifinale

item-thumbnail

Serie A Elite Maschile, Playoff: le formazioni di Petrarca e Mogliano

Padova per iniziare al meglio, Mogliano per riscattare la sconfitta con Rovigo