L’ItalSeven va in Kenya, il nuovo corso parte da Nairobi

Sfuggito l’obiettivo di Rio de Janeiro 2016, la meta finale sono ora le Olimpiadi di Tokyo del 2020

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Gino 1 Ottobre 2015, 08:22

    Eccoli qua, appena mancato l’obiettivo olimpico già riprendono a girare il mondo con l’obiettivo di Tokyo 2020. Ora io dico è bene iniziare per tempo ma rimane sempre sul tavolo lo stesso problema irrisolto: se non hai un campionato, se nelle società quasi nessuno insegna e gioca il seven allora avrai sempre una nazionale raffazzonata con giocatori impremparati che ancora una volta si vedranno nel momento che conta superare da Spagna, Portogallo, Germania ecc. E allora? Ha senso spendere una barca di soldi (perchè il seven costa, ricordatevelo sempre) in trasferte da un capo all’altro del pianeta con strutture al seguito dispendiose? Riflettiamo e se non siamo in grado di portarlo avanti lasciamo perdere.

    • Zinzan 1 Ottobre 2015, 09:32

      Gino hai detto una cazzata… o almeno in parte… Il progetto seven andrebbe sviluppato.. su questo sono d’accordo, ma che costi una barca di soldi direi proprio no… il budget del seven è il più basso di tutti, i ragazzi fanno addirittura le macchine piene per raggiungere i raduni per risparmiare.. e in più nessuno di loro prende diaria.. e per concludere questo torneo in Kenia è completamente offerto da chi lo organizza.. volo aereo compreso… A volte si parla senza sapere….

      • Gino 1 Ottobre 2015, 10:23

        Scusa, forse ho sbagliato a parlare del caso specifico e se tu mi dici queste cose ne prendo atto . Tuttavia credo che il discorso che ho fatto in generale sul seven possa essere in linea di massima condiviso. Io sono convinto che il seven sia assolutamente importante e formativo anche per il XV ed è per questo che ho un po’ di arrabbiatura nel vedere che in Italia non sia sufficientemente coltivato e praticato.
        Infine lasciami dire che come sempre ai giocatori va riconosciuto tutto il nostri rispetto per la disponibilità e dedizione che ci mettono e come sempre a loro non si può imputare proprio nulla.

  2. Tanito Tikaram 1 Ottobre 2015, 08:53

    Concordo in parte con quanto dice Gino, anche se ho il sospetto, visto l’alto numero di federazioni che hanno deciso di partecipare a questo torneo, che gli organizzatori si siano offerti di coprire parte delle spese. Questa trasferta potrebbe essere insomma meno dispendiosa di quanto si può pensare. Al di là dei costi la scelta di andare a Nairobi potrebbe essere giusta, perché l’Italia deve fare esperienza internazionale, non può partecipare alla World Series e quello keniano è forse il più importante torneo al di fuori di quel circuito. Però, come dice Gino, la nostra nazionale sembra un patchwork fatto con gli “scampoli” delle altre selezioni/franchigie e non sarà facile vederla vincere nemmeno contro nazioni come Portogallo o Spagna o Brasile, che schierano nel 7s anche alcuni dei loro migliori giocatori di XV

    PS: le partite degli azzurri nel Safari dovrebbero essere visibili live su http://www.zuku.co.ke/live

  3. Alberto da Giussano 1 Ottobre 2015, 09:04

    Al di là dell’aspetto economico rimane l’incognita di non conoscere con esattezza in cosa consista il piano “Olimpiadi 2020”.
    Quali gli step di verifica e controllo?
    Mancano 5 anni, un campionato nazionale non c’è se non quello universitario, sarebbe bello sapere in cosa consiste il piano.
    Giustamente, per le nazionali che sono l’espressione di un campionato nazionale, si dice che la nazionale non può che essere l’espressione di quel campionato, ma qui che il campionato non c’è nè ci sono italiani che giocano nei camponati esteri deve necessariamente e a maggior ragione essere fatto un piano di preparazione che sia qualcosa che l’applicazione della formula: raduno una settimana prima e poi il torneo.
    E Vilk non ha certo grosse colpe.

  4. ginomonza 1 Ottobre 2015, 09:26

    Non si è ancora cominciato e già si critica!
    Se si parte tardi e’ perché non c’è programmazione se si parte presto e’ perché si parte presto se si fanno i tornei all’estero si spendono i soldi.
    Mah…
    Buona notte 😉

    • zappinbo 1 Ottobre 2015, 11:47

      no ma qui come al solito si cerca di costruire la casa partendo dal tetto, cioé si sviluppa non un campionato o tornei ma la nazionale..

      • ginomonza 1 Ottobre 2015, 12:23

        Questo é un discorso diverso!
        Ora il campionato non c’è e quindimsimfa con quello che passa il convento.
        Pensa che essendoci il PRO 12 io abolire l’ eccellenza e lo sostituirei con un campionato seven !
        Per il livello autoctono del XV basta la serie A e avanza.

        Scherzo ma non troppo

    • zappinbo 1 Ottobre 2015, 11:50

      Ecco: La federazione tedesca investe solo per tornei a sette (scuole e universitá) e nulla per il 15. è come investire sul beach volley invece del volley.
      Il ragionamento é sbagliato: si puó passare da uno sport a quello “minore” mentre é impossibile passare dal minore al “maggiore”

      • Alberto da Giussano 1 Ottobre 2015, 11:59

        I tedeschi con la mente libera da schemi vecchi che trovano la loro ragion d’essere solo nella tradizione anglosassone, hanno capito che il seven ha una velocità di apprendimento e diffusione che nemmeno è paragonabile alla complessità del 15.
        Laicamente, lo sfruttano per entrare nelle scuole, anche perchè le sue skill di base : linee di corsa, velocità, gioco con le mani è un ottimo sistema per allenar le qualità psicomotorie di base di ogni ragazzo, indipendentemente dal fatto che poi lo stesso giocherà o meno a rugby a 15.

        • Alberto da Giussano 1 Ottobre 2015, 12:07

          Ps per “filosofo”.
          ieri ho fatto due ore di treno con il responsabile nazionale del settore scuola della federbasket nonchè responsabile nazionale del minibasket.
          Mi confermava che se la scuola ( il consiglio d’istituto) mette il corso di minibasket ( o minivolley o minirugby) tra le attività curriculari non serve alcuna copertura assicurativa.
          Nel caso non lo facesse il problema deve eesere ovviato con il tesseramento alla società sportiva di appoggio.
          Il problema vero, lui sostiene, non è minimamente nè quello assicurativo, nè altro di origine amministrativa , ma solo economico e cioè chi paga il consulente da affiancare all’insegnante in questo lavoro.
          Le soluzioni sono molteplici: la società sportiva, il comune, qualche meritoria fondazione.
          Diversamente, fuori dalle ore curricolari, i genitori.

        • zappinbo 1 Ottobre 2015, 12:33

          su questo hai perfettamente ragione.
          ma il 7 agonistico essendo specializzazione del 15 non produrrá giocatori per il 15. E in Germania dicono proprio questo. Altra strada invece percorrono negli USA, che mi sembra di capire in molte scuole ha sostituito il football con il rugby. Non so piú che ha detto che entro 20 anni gli USA arriveranno in semifinale RWC. (Forse Brunel:-)

          • zappinbo 1 Ottobre 2015, 12:36

            USA Rugby is charged with developing the game on all levels and has over 115000 active members (!!!)

            http://usarugby.org/youth-players
            sembra che abbiano superato i 115.000 praticanti

      • Gino 1 Ottobre 2015, 12:03

        No, mi spiace ma il paragone che hai fatto non sta proprio in piedi. Il seven è funzionale al XV e tutte le nazioni che occupano i primi posti del ranking sono li a dimostrarlo. Il discorso poi sarebbe più lungo sul perchè da noi lo abbiamo trascurato ma questo dipende dal fatto che non avendo una tradizione consolidata nel rugby quando abbiamo intrapreso la nostra ascesa (passami il termine) nel rugby europeo abbiamo dovuto colmare un gap nel giro di poco tempo e quindi non avevamo tempo e risorse per portare avanti il seven ma abbiamo puntato tutto sul XV.

  5. Gino 1 Ottobre 2015, 12:05

    E poi aggiungo che non parliamo di sport minore e maggiore come se fossero due cose diverse bensì sono intimamente legate tra loro e il seven molto più del XIII

    • Alberto da Giussano 1 Ottobre 2015, 12:11

      Io penso che il seven sia una specializzazione/semplificazione del rugby, così come lo è il XIII. Il vantaggio del seven è la maggior semplicità delle regole e quindi praticabile, anche in età scolare, da un numero maggiore di soggetti.

    • zappinbo 1 Ottobre 2015, 12:53

      secondo me beach e volley rendono abbastanza bene l’idea, anche qui i fondamentali sono gli stessi: quante volte avete giocato a beach? io tantissime volte, a volley dopo la scuola mai piú. quanti nuovo campi sono sorti, quanti tornei? e cosa ne ha guadagnato lo sport “maggiore”? – niente

  6. M. 1 Ottobre 2015, 12:16

    Ma al posto del Trofeo Eccellenza introdurre un campionato Seven? Ricavare per il seven una finestra durante la stagione e inserirlo nell’obbligatorietà che ne so almeno fino alla b? Portare un campionato delle scuole seven che sarebbe estremamente più facile da gestire e realizzare? Ha senso proseguire solo con una selezione preconfezionata singola che ha addirittura un obiettivo spostato avanti di 5 anni?

    • xnebiax 1 Ottobre 2015, 12:58

      Campionato 7s delle università e un campionato 7s estivo tra squadre di Eccellenza ed A. E da lì si scelgono i giocatori, anziché sceglierli prima per i prossimi 5 anni.

      • ginomonza 1 Ottobre 2015, 13:42

        Come ha dichiarato wilk non sceglie ma visiona!
        Basta saper leggere 😉

  7. xnebiax 1 Ottobre 2015, 12:54

    L’obbiettivo dovrebbe essere quello di entrare nella HCBS 7s world series, e come conseguenza le olimpiadi. Il ritorno economico del partecipare al world series sarebbe molto maggiore.
    E poi, invece di farli giocare a 7 in Italia, si partecipa a tanti tornei a giro per il mondo. Penso sia molto costoso.

  8. TESTAOVALE 2 Ottobre 2015, 07:32

    soldi spesi per lo sport ai GIOVANI sono sempre ben spesi ricordiamocelo son spesi male per autosTrade che finiscono NEL BUCO DE C….O e ai mafiosi WL’ITALIA

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