Super Rugby: la franchigia argentina ha un Emiliano Boffelli in più

Utility classe 1995, è sceso in campo in e contro l’Italia ai recenti Mondiali Juniores

COMMENTI DEI LETTORI
  1. enricalvisano 16 Luglio 2015, 15:08

    Ho avuto modo di conoscerlo ed intervistarlo… è originario della provincia di Bergamo. Grande Emiliano!
    http://acquaalmare.blogspot.it/2015/06/uomini-oltre-che-atleti-intervista-ad.html

    • San Isidro 16 Luglio 2015, 15:52

      ti ammiro per quest’intervista, peccato che Boffelli non abbia detto molto, ma posso capire che fosse preso da altro…

      • enricalvisano 16 Luglio 2015, 16:08

        Grazie San, ho avuto modo di conoscerlo anche di persona (l’intervista l’abbiamo fatta via facebook).
        Nel blog trovi anche le interviste a Wainui (NZ) che mi ha regalato pure una maglietta, a Van Zyl (SA) che mi ha dato i suoi pantaloncini, Hanigan (AUS), Romaine (IRL) e Archetti (ITA). Poi vabbé, più recente è l’intervista a Picone…
        Tanti di questi, Boffelli su tutti, sono di poche parole. Evidentemente è anche una questione caratteriale, mi è sembrato un ragazzo umile, come tanti di loro del resto, e parecchio taciturno. Fa il suo mestiere, che è giocare a rugby, e le parole le lascia a noi commentatori… finché gioca così, non ci possiamo lamentare 🙂
        Forse non ha detto molto anche perché gli ho posto le domande in inglese e non sempre ha afferrato i concetti… da buon latino, l’inglese fatica a masticarlo.
        Ero indeciso tra intervistare lui e Baronio, volevo qualcuno con un cognome bresciano ma alla fine ho scoperto che alla fine è di origine bergamasca (mannaggia!). Rimango comunque curioso di scoprire che origini ha Baronio, secondo me lui è di origine bresciana sul serio.

  2. San Isidro 16 Luglio 2015, 15:48

    Molto contento per questo ragazzo, per la nuova franchigia argentina è un bell’ingaggio, un giovane talento che merita di assaggiare il livello del Super Rugby, sono sicuro che dopo la RWC lo vedremo nel giro dei Pumas…
    Boffelli mi è piaciuto molto in questa JWC, oltretutto è un vero utility che può rendere in qualsiasi posizione della linea arretrata, infatti è un centro/ala, ma all’occorrenza può giocare anche 10 e 15…tra l’altro è un trequarti di ottima scuola, viene dal Duendes Rosario, una vera e propria corazzata del Torneo del Litoral e una delle migliori compagini dell’Interior, uno dei pochi club dell’interno che al Nacional tiene spesso testa alle regine dell’URBA…proprio domani a Christchurch vedremo fin da subito un altro ottimo centro del club neroverde, Jeronimo De La Fuente…

    • enricalvisano 16 Luglio 2015, 16:10

      Piazza anche discretamente bene… penso che centro sia la posizione che più gli si addica.
      Ma poi, per curiosità, si sa che nome daranno a questa franchigia argentina (così come quella giapponese) oppure ci tengono sulle spine ancora per un po’?

      • San Isidro 16 Luglio 2015, 16:48

        si, ottimo piazzatore, mette dentro pure bei drop come quello contro l’Irlanda al XXV Aprile…
        Il nome della franchigia, anche se ancora ufficioso, si sa già dalla fine del 2013, ovvero Pampas XV, lo disse Pichot…in pratica l’attuale Pampas XV (che è la selezione dei migliori giocatori domestici argentini e che partecipa a tornei di rilievo, prima la Vodacom Cup, dall’anno scorso fa la Pacific Rugby Cup) si eleva in team pro vero…in attesa della conferma, o della smentita, il nome dovrebbe essere Pampas XV e la sede ufficiale sarà la Catedral de Acassuso, ovvero il tempio del CASI a San Isidro, Buenos Aires…

        • enricalvisano 16 Luglio 2015, 17:47

          San, approfitto della tua esperienza in questo ambito per farti un’altra domanda riguardo l’Argentina. Come noi, anche l’Argentina è un paese fortemente calciofilo. Ha anche meno abitanti rispetto all’Italia. La diffusione del rugby sul territorio è simile alla nostra (al di là dei risultati che da loro sono nettamente migliori) oppure là è una cosa assolutamente normale che un bambino giochi a rugby? Insomma, come numero di praticanti quanto stanno messi meglio rispetto a noi? Sono solo più bravi a formare e far emergere i migliori talenti, oppure hanno un bacino molto più grande da cui attingere?

        • San Isidro 16 Luglio 2015, 21:52

          quanto alla struttura del rugby argentino riciclo un mio vecchio post…
          “in Argentina, in assenza del professionismo e a causa delle lunghe distanze, non c’è un campionato nazionale, ma più tornei a livello locale…anzitutto il territorio ovale argentino, come quello sudafricano e neozelandese, è suddiviso in unions, ben 25, ogni union amministra i club della sua zona…il torneo più importante e prestigioso è quello dell’URBA che è relativo solo all’area metrpolitana di Buenos Aires e della vicina La Plata…solo nel campionato dell’URBA l’anno scorso erano iscritte più di 90 squadre strutturate su 4 divisioni…una caratteristica dei tornei argentini è l’articolazione su più fasi…ad es. la prima divisione dell’URBA l’anno scorso era a 24 squadre (3 gironi da 8, quest’anno cambia il format), al termine della prima fase i migliori 14 club della prima divisone danno vita all’URBA Top 14 che si gioca in gara secca (come la prima fase) e con play-off alla francese…le squadre non classificate al Top 14 formano poi un altro torneo di riammissione con le migliori della seconda divisione e così via per le serie inferiori…senza dubbio il livello del Top 14 è superiore alla nostra Eccellenza…per quanto riguarda i tornei fuori dall’URBA la questione è molto articolata, anzitutto ogni union organizza il proprio campionato interno, i campionati di union qualitativamente più alti sono il Torneo de Cordoba (unione cordobesa), il Torneo Cuyano (union di Mendoza, Cuyo), il Torneo de Mar del Plata e il Torneo del Sur (sud della provincia di Buenos Aires a cui partecipano pure squadre dell’area di Neuquen)…ci sono poi tornei di club a livello inter-unions come il Torneo de Litoral e il Torneo del NOA (Noroeste Argentino)…ad es. nell’estremo nord argentino la Union Santiaguena organizza il proprio campionato dilettantistico interno, ma poi il suo club più forte, il Santiago Lawn Tennis, partecipa anche (in rappresentanza della sua union) al NOA…poi ci sono anche tornei inter-unions di minore caratura, come il Torneo del Centro, il Torneo Pampeano e il Torneo Patagonico…il culmine però è il Nacional de Clubes a cui partecipano i migliori 16 club del Paese, una vera e propria champions argentina, i primi 7 dell’URBA Top 14 e i migliori 9 dell’interno in base ai piazzamenti nei principali tornei dell’Interior…il Torneo del Interior invece è una competizione che coinvolge i migliori 32 club dell’interno (strutturati su due divisioni da 16) esclusi i 9 che vanno al Nacional…poi c’è anche il Campeonato Argentino, un trofeo per selezioni dove sono rappresentate tutte le 25 unions argentine su tre divisioni, la prima è 8 squadre (due gironi da 4) e per ben due anni di seguito ha vinto la provincia di Rosario…
          Spero di aver dato un quadro d’insieme…”

          • San Isidro 16 Luglio 2015, 21:53

            chiedo scusa, questo post mi doveva finire dopo quello che ho scritto sotto, vabbè…

      • San Isidro 16 Luglio 2015, 21:25

        @enri, il numero dei tesserati dell’Argentina non lo ricordo adesso, comunque penso proprio che sia superiore al nostro…l’Argentina è una patria del calcio, Buenos Aires è una capitale del calcio mondiale (basta vedere quante squadre ha, anche più di Londra), tuttavia nel Paese sudamericano c’è una anche una forte radicazione di altri sport inglesi e ciò è dovuto all’immigrazione britannica in Argentina a partire dalla seconda metà dell’800…non a caso in Argentina, oltre al rugby, è molto praticato anche l’hockey su prato dove lì è lo sport femminile per eccellenza, ma anche il polo…poi in Argentina anche basket e volley sono sport con parecchi tesserati…dunque in primis c’è una radicazione culturale: il rugby si gioca in Argentina dagli anni ’70 dell’800, la prima squadra di rugby ufficiale in Argentina fu il Buenos Aires FC negli anni ’80 dell’800, ribattezzato poi negli anni ’50 come Buenos Aires CRC (la squadra in cui sono cresciuti alcuni Pumas, come Camacho, ma anche nostre conoscenze del rugby italiano come Nicolas De Gregori, pilone di lungo corso di Benetton, Prato, Capitolina, Rugby Roma e Lazio)…più uno sport è radicato storicamente sul territorio, più è praticato e seguito, in Italia il primo campionato di rugby è nato alla fine degli anni ’20, che non è proprio poco, ma rispetto alle nazioni più evolute di noi ci separa un lungo lasso di tempo (e pensare che i primi club inglesi nacquero negli anni ’60 dell’800)…in Argentina il rugby ha inoltre mantenuto un forte legame con la tradizione inglese, basta vedere come chiamano loro i giocatori e alcune fasi di gioco (el full-back, el wing, los forwards, los backs, el try, el lineout, ecc)…le numerose scuole britanniche, soprattutto a Buenos Aires, hanno inoltre contribuito alla diffusione del rugby a livello scolastico, non è un caso che nel Torneo de la URBA ci siano diverse squadre di tradizione collegiale britannica, nate da alunni o ex alunni di quelle scuole come gli Alumni, l’Old Georgian, il San Andres, il San Albano, il Sanit Brendan’s e il Newman…tornando alla grande tradizione del rugby in Argentina, basti pensare che molte delle numerose squadre du Buenos Aires sono nate tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900, molti club sono storicissimi…un altro aspetto socio-culturale del rugby argentino è che buona parte delle squadre di rugby non sono società a sè, ma fanno parte di una polisportiva, di un CLUB, di un circolo ricreativo…ad es il CASI (il club per cui tengo), non è solo una squadra di rugby, ma è un circolo con dei soci, dove si praticano anche altri sport…in questi circoli gli sport che vanno per la maggiore sono il rugby per i ragazzi e l’hockey per le ragazze, è normale allora che a vedere una partita di rugby non vadano soltanto appassionati di rugby, ma anche soci del club, tesserati di altri sport della polisportiva, ecc…proprio per il riferimento al CLUB (inteso come circolo, polisportiva) viene presa in considerazione la sua data fondazione, non quella della sezione rugby, ad es. la squadra di rugby del CASI è nata nel 1907, ma il CASI è registrato nell’URBA come fondato nel 1902, data di nascita del circolo…un esempio eclatante è quello del Regatas De Bella Vista, storica squadra di Buenos Aires dove gioca Santiago Cordero che scenderà in campo domani contro gli AB…il RBV è nato come circolo nel lontanissimo 1895, ma la squadra di rugby è stata fondata solo negli anni ’60…altro esempio è quello di un altro club a cui tengo, el Centro Naval che è considerato come una delle squadre più storiche dell’URBA visto che il prestigioso centro di studi dell’Armada (marina militare argentina) è nato negli anni ’80 dell’800, ma la squadra di rugby del CN è sta fondata solo negli anni ’80 del ‘900, erede della squadra dell’accademia navale che già era attiva dagli anni ’20…altra curiosità legata ai circoli: ci sono alcuni nomi di squadre di rugby in Argentina molto particolari…alcune hanno nomi che fanno riferimento paradossalmente ad altri sport, a Buenos Aires ad es. c’è la SITAS (Sociedad Italiana de Tiro a Segno o lo storico GEBA (Gymnasia y Esgrima de Buenos Aires), queste sono squadre di rugby di polisportive dove prima erano nati questi altri sport (tiro, ginnastica, scherma, ecc)…a San Miguel de Tucuman c’è il Natacion y Gymnasia (club che ha sfornato diversi Pumas), fa un pò strano dire “domani giochiamo contro quelli del Nuoto e Ginnastica”…a Buenos Aires lo storico club di Hugo Porta era il Banco Nacion, club nato dal circolo ricreativo dei soci del Banco de la Nacion Argentina…questi circoli inoltre sono aperti a tutti: i Lobbe sono cresciuti con il Liceo Naval, la squadra del circolo fondato dagli ex cadetti del collegio navale, ma mica erano militari o cadetti…come vedi non molto semplice l’articolazione del rugby argentino…
        ti posto il video di presentazione del Champagnat, storico club di Buenos Aires della tradizione collegiale marista, per darti un’idea sulla dimensione del circolo/CLUB in Argentina…

        • San Isidro 16 Luglio 2015, 21:48

          e da questo video potrai notare come il rugby in Argentina sia praticato per lo più da chi appartiene a certe classi sociali…a Buenos Aires, seppure con meno problemi rispetto alle megalopoli brasiliane come San Paolo e Rio de Jainero, il contrasto tra il mondo dei quartieri agiati e dei circoli e il mondo dei barrios poveri e delle villas miseria è ancora molto forte…

          • enricalvisano 16 Luglio 2015, 22:39

            @San ho letto tutto con molta attenzione, davvero interessante e ora inquadro anche “il perché” della tua proposta dell’altro giorno su come cambiare il campionato italiano. Anche se resto del parere che come per loro questo modo di organizzarsi è abbastanza tradizionale, anche noi abbiamo una tradizione nostra nell’organizzare i nostri tornei che per quanto necessiti modifiche forse non è il caso di stravolgerla fino a questi livelli, anche perché dividendo tutto in aree territoriali si creerebbero alcuni problemi legati alla totale disomogeneità della diffusione del nostro sport.
            Personalmente ho giocato 8 anni a pallavolo tra elementari e medie, togliendomi anche qualche soddisfazione tipo vincere un set contro la selezione dei migliori giocatori del fu Gabeca Acqua Paradiso Montichiari, ho anche fatto da raccattapalle a Paparoni, Gavotto, Fei e Cisolla ai tempi… questo per dirti che comunque anche da noi sport come pallavolo e basket sono molto radicati, più di quanto forse appaia in realtà. Bene o male, un paese ogni due ha la sua squadra di pallavolo/basket, una media che il rugby si sogna. Anche perché a pallavolo si gioca in 6, a basket non ricordo in quanti ma comunque pochi, mentre a rugby in 15 quindi diventa anche più complesso creare una squadra. E una volta creata, date le distanze delle trasferte, qualche ritiro è fisiologico… io ho dovuto ritirarmi per problemi familiari di una certa rilevanza, ma in quei pochi mesi nella giovanile del Calvisano ormai 5 anni fa mi sono fatto delle amicizie che ancora oggi coltivo, e non solo quando si tratta di andare allo stadio.
            Per quanto riguarda le polisportive, sono sempre stato un grande sostenitore di questa idea perché crea solidarietà e partecipazione tra le varie compagini interne. è capitato che in alcuni paesi le amministrazioni comunali abbiano sostenuto economicamente la squadra di calcio abbandonando a se stessa la squadra di un altro sport minore (che sia il rugby, la pallamano o altro). Nel caso di una polisportiva, secondo me, le tensioni tra le varie società andrebbero a smorzarsi e questo può fare solo che bene. Potrebbero essere portati avanti più progetti, creando condivisione e senso di appartenenza alla polisportiva senza dividersi in “quelli del calcio”, “quelli del rugby” e così via. Potrebbe essere anche un modo per aiutare un ragazzo che fa uno sport a rendersi conto che magari in quello sport non è tanto bravo, ma nell’altro ha un talento enorme, cosicché questo possa decidere se continuare a fare l’appassionato dello sport che gli riesce maluccio o intraprendere una carriera più fortunata nello sport che gli riesce meglio.
            Purtroppo temo che nel nostro Paese siamo lontani anni luce dall’idea delle polisportive, ma secondo me è un progetto visionario… forse un pochino di stampo comunista, ma se c’è una cosa che il regime sovietico ed i suoi alleati sapevano fare bene era creare atleti e diffondere la cultura sportiva. Poi va be, quelli che andavano alle Olimpiadi spesso erano bombati di ormoni, però la cultura sportiva sicuramente l’hanno incentivata parecchio tra la gente dei paesi dell’est.

          • San Isidro 17 Luglio 2015, 00:38

            a basket si gioca in 5, ovviamente una squadra deve essere composta da molte più persone…
            la mia idea sul domestic italiano era per adeguarsi al sistema celtico…naturalmente in Argentina, per forza di cose, viste le enormi distanze hanno creato tornei zonali, anche per l’assenza del professinismo nel rugby (a calcio ad es. il campionato è a livello nazionale)…
            in Italia di polisportive ce ne sono, a Roma c’è la Lazio che ha numerosi sport, anche se in primis ovviamente c’è la squadra di calcio…la polisportiva della Lazio è nata nel 1900 (con calcio e atletica come primi sport mi sembra), la sezione rugby è nata nel 1927 (se fossimo in Argentina la S.S. Lazio Rugby verrebbe datata 1900 e non 1927), ad oggi la Lazio Rugby è la più antica squadra di palla ovale d’Italia (esistente perchè prima del ’27 c’erano state altre squadre, ma poi si sono sciolte)…

  3. mezeena10 17 Luglio 2015, 07:21

    mamma mia..la sagra del luogo comune..a cottimo vi pagano??? 🙂

    • San Isidro 17 Luglio 2015, 10:33

      non l’ho capita…comunque a me paga il Vaticano…

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