Un monito verso Samoa, Tonga e Fiji a cooperare insieme per evitare il saccheggio dei loro giocatori da club e nazionali estere
Samoa,Tonga e Fiji insieme contro l’Europa
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Neocolonialismo del terzo millennio.
Dal Sudafrica alle isole del Pacifico arrivano brutti segnali per chi aveva deciso di puntare sulle naturalizzazioni di giocatori stranieri (contro i quali non ho nulla,a scanso di equivoci)
Ecco, hanno scoperto che quelle due gnoccone in calze a rete e baby doll erano gli agenti segreti Bibì e Bibò in missione segreta.
🙂
E adesso sta brutta notizia chi la porta a casa???
Dove vuole esattamente arrivare la RPA?
Un campionato simil-pro delle tre pacifiche?Ne servondo di soldi per mettere su un campionato pro che trattenga i giocatori.
Una franchigia pro delle 3 pacifiche da inserire nel SR?
La franchigia nel SR sarebbe una soluzione ottimale per trattenere i giocatori, ma non la vedo molto percorribile. Un domestic simil-pro avrebbe costi esorbitanti e insostenibili.
Non credo che la RPA voglia fare nessuna delle cose ma agire per arginare l’utilizzo di Pacific Islanders da parte di nazionali europee, non più di tanto dei clubs.
Shane il riferimento ai “club europei” e’ stato fatto da loro, anche perche’ c’e’ poco da girarci intorno senza i club che li protano in europa naturalizzazioni tramite la regola dei 3 anni non sarebbero possibili…se non c’e’ un obiettivo dietro alle parole della RPA ed un cosniglio son solo considerazioni alquanto banali e scontate.
Il problema che voglio sottolineare dal primo posto e’ che e’ inutile per RPA ripetere il problema che tutti possono vedere senza suggerire una soluzione…e’ lo stesso effetto che mi fa quando leggo ex giocatori o giocatori azzurri dire “c’e’ un problema di livello del campionato nazionale, bisogna migliorarlo”…insomma il problema son tutti in grado di vederlo ma se non si suggerisce come risolverlo allora…
Stefo la RPA ha appena iniziato iniziato a parlare di questo problema, vediamo cosa vogliono fare prima di tirare conclusioni. Per me la RPA è l’unica capace di fare un po’ di pressione su WR a discapito delle unions più potente. Attenzione, ho detto un po’, non sono in grado di dire quanto ma non vedo nessun altro in grado di farlo in nessuna misura. Sul medio-breve tempo la cosa su cui c’è un po di possibilità su cui lavorare è far cambiare la regola dei 3 anni. Per quel che riguarda un’alternativa ai club europei e giapponesi se e dico se ci sarà modo di fare qualcosa sarà entro un arco di tempo molto lungo ma per gettare le basi si dovrà pur iniziare da qualce parte.
Tu nell’apertura del tuo intervento ti chiedi dove voglia arrivare la RPA. Sull’aricolo è scritto “Le nazioni del Pacifico devono iniziare a condividere informazioni” significa che si inizia a discutere, dubito abbiano già una soluzione ma è un argomento che prima o poi qualcuno doveva iniziare a discutere perché palesemente le union più forti sono interessate solo i propri orticelli e in pochi hanno a cuore il bene dello sport globale.
Ti faccio una domanda che si discosta un po dal nocciolo della questione ma su cui si potrebbe ampliare il discorso: secondo te fa bene alla RWC che giocatori come Census Johnstone, uno dei migliori 3# al mondo, pochi mesi prima della RWC si ritirino dal rugby internazionale sotto chissà quali pressioni dal proprio club che si troverebbe senza parecchi uomini importanti per via della coppa del mondo solo perchè gioca per una union con poco potere politico ed economico? Qualcuno deve intervenire su queste cose a mio avviso e WR non credo faccia abbastanza.
@ Shane premesso che io RPA e tutte le PA le trovo le uniche rappresentanti con al cuore alcuni punti importanti e che li protani avanti su questo punto specifico scusami ma il fatto che RPA si sia svegliata ora ed inizi ora a parlare e’ un’aggravante per me…le cose vanno avanti da anni e non hanno mai detto una aprola.
E qua vediamo all’arrosto e non al fumo di un paio di frasette banali dette come adesso, se volessero o avessero voluto sensibilizzare WR allora di occasioni ne avrebbero avute a bizzeffe negli utlimi anni a partire dagli accordi in luogo di club europei come quelli del Clermont che si assicurano un diritto di prelazione sugli atleti per finire con le accademie aperte sempre in loco da club europei, a farsi sentire quando qualcuno (Mannix) ha denunciato i contratti con la clausola di rinuncia alla NAzionale…di messaggi a chi di dovere ne potevano mandare parlando di queste cose, parlando delle Accademie, dei contratti di cooperazione con dirritto di prelazione, di clausole di rinuncia alla NAzionale…quando hanno voluto come sul giocare troppo i messagg chiari e tondi li hanno mandati.
No mi spiace, nel rispetto di RPA che di solito fa secondo me un ottimo lavoro mi spiace ma questo giro hanno semplicemente detto una cosa sotto gli occhi di tuttida anni che il problema del poaching e non offerto alcuna idea se non “fate qualcosa insieme perche; se andate da soli vi fregano”…
hanno ragione ma… chi li paga altrimenti quei seicento?
600 sono tanti davvero.
Completamente schierato con il fronte isolano, d’altronde Fiji, Samoa e Tonga sono le mie nazionali preferite dopo i Pumas…purtroppo sono federazioni con poche risorse economiche, altrimenti avrei ritenuto più giusta un’entrata nel Super Rugby di un’unica franchigia isolana (Pacific Islanders?) al posto di quella giapponese, ma spero che nei prossimi anni il torneo possa allargarsi anche a loro…
Se facessero una franchigia “dei Pacifici” seria vincerebbe a mani basse ! 🙂
E non andrebbe bene agli altri 😉