Sergio Parisse e quei ko con Francia e Galles: “Che vergogna…”

Il capitano azzurro parla per la prima volta dopo il Sei Nazioni. E chiede una Eccellenza di più alto livello

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 6 Aprile 2015, 10:41

    Alzare il livelo dell’eccellenza, oggi, significa portare il campionato da 10 a 8 squadre. Stop. Ci sarà molto tempo libero, ma tant’è.

    • ginomonza 6 Aprile 2015, 10:45

      Basta saperlo utilizzare e bene!

    • TommyHowlett 6 Aprile 2015, 13:41

      E per il rugby italiano sarebbero ancora troppe squadre. Con sei si raggiungerebbe il numero giusto per ripartire ma nel contempo si priverebbero di una squadra di rugby molte regioni d’Italia.

    • oliver63 6 Aprile 2015, 15:16

      Sempre misure a breve termine, senza lungimiranza …

    • Capitan Fracassa 7 Aprile 2015, 11:37

      Non è detto che ci debba essere tutto ‘sto tempo libero. Con meno squadre puoi anche giocare due tornei seri (Campionato e Coppa Italia) e avere un numero di partite adeguato. Sicuramente non alzi il livello se non giochi o giochi poco.

  2. fabrio13H 6 Aprile 2015, 10:44

    Nel mio piccolo, e anzi minuscolo rispetto al capitano della nazionale, parlerei di sviluppare dei metodi di formazione dei giocatori in Italia. Che poi questo porti alla crescita dei campionati “domestici”, sarà una conseguenza. Viceversa anche un miglioramento delle nostre rappresentative (o, eventualmente in futuro, della nostra) in Pro12 e delle altre nostre squadre di club, che passi principalmente attraverso l’acquisto di stranieri e la ricerca di azzurrabili, poco porterà al livello generale del nostro movimento e alla nazionale.
    Tanto per dire, il Benetton di un paio di stagioni fa, costituito, come al solito e soprattutto nei “ruoli chiave”, per metà e più da giocatori di formazione non italiana, diversi dei quali non azzurrabili, aveva portato a un miglioramento del livello dei giocatori di formazione italiana, ma non a un allargamento sostanziale del loro numero e della loro distribuzione sul campo anche nei ruoli di carenza storica. Questo discorso mi pare valga per tutta l’esperienza italiana nel Pro12, che pur ritengo positiva, e addirittura per tutti i contatti internazionali del rugby italiano da alcuni decenni a questa parte.
    Ancora una volta tocca dire che il concetto del creare il rugby spettacolo con i giocatori presi in giro per il mondo, che serva ad avvicinare i bambini italiani al rugby, ha fallito e oggi, viste le mutate realtà a livello globale, è ancor meno proponibile.

    • gsp 6 Aprile 2015, 11:04

      Hai ragione quando dici che se migliori la formazione migliora anche il campionato. Penso si rifersica a quello quando Sergio parla di ‘base’.

      Per il resto il discorso é complicato e, soprattutto, costoso. Ho l’impressione che 2 franchigie non bastino per essere davvero competitive con galles, irlanda, fra ed ing, e penso sia il prob scozzese. L’eccellenza non so se ci sono le condizioni per portarla ad essere davvero competitiva, anche rimanendo semipro. Rimane il modello export, ma senza la vetrina pro12 e nazionale dubito molti dei nostri giocatori possano and are all’estero con aspettative fondate di giocare.

      • Rabbidaniel 6 Aprile 2015, 12:48

        Fai come la Georgia, diventi terra di scouting, dai 16 anni in su.

      • Stefo 6 Aprile 2015, 13:35

        gsp ad esportazione lo stai diventando lo stesso ma sputtanando una marea di soldi…

        • gsp 6 Aprile 2015, 15:20

          Tutto vero nei fatti stefo. Peró I nostri sono da esportazione perché sono affinati e testati nel pro12. Quelli della geberazione attuale, senza effetto pro12, sarebbero d’interesse all’estero in minors quantitá e/o sarebbero eccezioni. A meno che non cambi la formazione io l’esodo stile Argentina di qualche anno fa non penso sia possibile.

          • Stefo 6 Aprile 2015, 15:27

            Se investissi soldi investili sotto perche’ ci sarebbe da tappare il buco sul mercato che lasciano gli argentini che entrano nel SR…volendo la si puo’ anche guardare cosi’…palate di soldi spesi alla cacchio in 2 franchigie per la CL se si va avanti cosi’ non hanno senso.

          • gsp 6 Aprile 2015, 15:40

            Su quello sono daccordo, Argentina, Georgia o meno, é un lavoro che va fatto cmq.

            É sempre il discorso delle scelte. Se vuoi la nazionale competitiva oggi, ti tocca spendere. Se lo fai con giudizio e programmazione, ti costerá meno di oggi, ma sempre un botto.

          • Stefo 6 Aprile 2015, 15:45

            Problema e’ che la Nazionale oggi cometitiva non e’…

          • gsp 6 Aprile 2015, 17:05

            Potrebbe essere peggio stefo Oggi per me non é competitiva anche per La (mancanza di) guida tecnica.

          • Stefo 6 Aprile 2015, 17:13

            Brunel i suoi errori li fa non si discute ma il movimento quello produce e gli mette a disposizione al fronte di enormi spese…

  3. Stefo 6 Aprile 2015, 10:53

    Io resto sempre un po’ cosi’ a queste esternazioni…che in un mono ideale perche’ il rugby possa crescere in ITalia servirebbe avere un campionato “domestic” di buon livello mi sembra sia una cosa abbastanza ovvia da dire…giustissima senbza ombra di dubbio ma ovvia….il problema e’ il “cosa” fare perche’ cio’ avvenga, “come” muoversi per arrivare a quell’obiettivo.
    Diminuire la squadre…mah secondo me ha un effetto limitato, migliori leggermente la situazione ma di sicuro non trasofrmi un campionato “mediocre” (uso le parole di Parisse) in un campioanto pro vero e proprio di alto livello….e qua subnetra il solito discorso fatto, rifatto, strafatto…inutile illudersi e raccontarsi storielle se si resta nel Pro12 un domestic di alto livello non lo tiri su…non ci riescono movimenti piu’ maturi ed avanzti inutile inseguire chimere assurde.

    • Alberto da Giussano 6 Aprile 2015, 11:03

      Discorso, ovviamente, complesso. I campionati di alto livello li fanno i giocatori di alto livello. Ne abbiamo? Mmmmmmmmmmmm!
      Come averne di più? Aumentando e meglio qualificando il n° dei praticanti. Come???
      Qui, ognuno ha le sue risposte. La mia è : raddoppiare i campionati giovanili. Ma il dirlo è abbastanza semplice e indolore.
      Aumentare il valore dell’eccellenza riducendo il n° delle squadre si può fare da subito. Io non credo che , attualmente il ns.movimento sia in grado di produrre 50/60 ragazzi all’anno di livello eccellente.

      • Stefo 6 Aprile 2015, 11:15

        AdG, hai ragione che attualmente la situazione sia quella, ma inutile pero’ secondo me pensare che diminuendo a 8 squadre si abbia un campionato non “mediocre”…a conti fatti il Prato e’ come non ci fosse quest’anno, stai giocando a 9 di fatto in termini di distribuzione dei giocatori di livello cambierebbe molto abbassare di uno la cosa?Non penso.

        Il problema e’ avere un campionato che si da delle arie di pro ma che pro non e’…dove io miro al D2 ed al Championships non ai T14, Premier.

        Secondo punto, inutile girarci intorno anche qua, le celtiche hanno i budget che hanno e non riescono a tenere i Nazionali come le ultime due stagioni stanno dimostrando, quindi inizi gia’ che hai 15-20 dei migliori 30 (quelli Nazionali su cui il CT puo’ contare) fuori, a questi aggiungici gli altri 50-60 italiani che compongono le rose delle due celtiche e che teoricamente sono i migliori con il discorso che la formazione non e’ in grado di produrre 50/60 ragazzi di livello eccellente come si pensa di fare un campioanto domestico di livello?

        Si torna sempre ai due punti: quellod ella formazione come giustamente hai sottolineato e quello che due cose in contemporanea come CL e campioanto italiano di lviello non sono fattibili…

  4. Sergio Martin 6 Aprile 2015, 11:08

    Sergione, sono finiti i soldi per l’Eccellenza, semmai ce ne sono mai stati… Non c’è un pubblico pagante, è difficile trovare sponsor, non ci sono diritti televisivi da spartire, il merchandising non frutta, ci sono squadre che non pagano gli stipendi arretrati. Su queste basi è difficile far decollare l’Eccellenza. Il modello dovrebbe essere il ProD2 francese. E anche questa è una parte importante del problema.

    • Sergio Martin 6 Aprile 2015, 11:11

      …se mai ce ne fossero mai stati…

      • vecchio cuore neroverde 6 Aprile 2015, 23:47

        Repetita iuvant

        • Sergio Martin 6 Aprile 2015, 23:59

          No. Conjunctivum me fallit…

          • Giovanni 7 Aprile 2015, 00:06

            Congiuntivite me venit 🙂

    • Hullalla 6 Aprile 2015, 12:51

      Il problema e’ che i soldi per un certo periodo ci sono stati e i dirigenti li hanno bruciati tutti… pochissime societa’ hanno saputo investire per il futuro.

  5. ric 6 Aprile 2015, 11:21

    l’eccellenza aumenta se le celtiche non depredano le squadre degli atleti migliori
    se chiamano arbitri stranieri
    se in nazionale non gioca gente come orquera da vent’anni
    se non si considera la fir un ticket office solo per la nazionale (vedi sito fir)

  6. Katmandu 6 Aprile 2015, 11:25

    Caro sergione, hai ragione ma credo che sian affermazioni che come dice stefo sia un po come scoprire l’acqua calda, son tutte cose giuste e condivisibili ma l’eccellenza non è la base del movimento ma dovrebbe essere lo scalino su cui basa il secondo livello più alto nazionale, quindi se le squadre tipo Molgiano vanno a pescare in Sudafrica un estremo che a pieno merito gioca ed è uno dei migliori giocatori dell’eccellenza c’è un problema alla base sottostante l’eccellenza.
    Secondo me, abbiamo un problema formativo a monte dell’eccellenza, dove sta la vera base e far arrivare giocatori con skills superiori in eccellenza, e non sperare sempre di pescare uno Zanusso a caso all’anno

    • Entraineur 6 Aprile 2015, 11:50

      Hai beccato un punto interessantissimo, e ti chiedo quindi ( non per critica, ma per curiosità pura 🙂 ) tu cosa faresti?

      • fabrio13H 6 Aprile 2015, 12:08

        Scusate se mi intrometto ma anch’io concordo con ciò che ha detto @Katmandu e quindi andrebbero curati molto di più i settori giovanili. Sui particolari di come farlo molti anche in questo blog penso possano dire più di me. Tanto per fare un paio di esempi, ho letto diverse volte che certi schemi in Italia si iniziano a insegnare a un’età più avanzata che nei Paesi più evoluti e che poca attenzione si dedica ai calci. Leggo anche la proposta di @AdG di un aumento di dimensione dei campionati giovanili e mi pare una proposta interessante, certo, poi i bambini che vadano a giocare a rugby bisogna trovarli. Forse rugby nelle scuole?!

      • Katmandu 6 Aprile 2015, 12:19

        allora ci ho pensato veramente tanto, non c’ho proprio un quazzo da fare 😉 , se io avessi la bacchetta magica e da domani potessi intervenire pesantemente in FIR (e quanti non lo vorrebbero qua dentro), mi piacerebbe avere campionati giovanili in cui si punti maggiormente sulla gestualità della palla e sull’utilità d’intervento in campo, in una tournè che ho fatto in giovanile nel sud della Francia (se tournè si può definire), non si poteva fare assolutamente un placcaggio che “ribaltava” indietro il giocatore che portava la palla, nemmeno se era fatto correttamente, questo fa si che giocatori acquisiscano skill nel mantenimento del pallone, in pratica fino all’under 18 non si può placcare avanzando, in tal modo si allena anche la difesa ad organizzalra non più ad uno scontro uno contro uno ma cercare di contrasteare gli offload
        regole di arbitraggio che puniscono le perdite di tempo e aumentare il tempo effettivo gi gioco, non si può ripetere la stessa mischia 8 volte in eccellenza
        inoltre metterei l’obbligatorietà per tutte le società di Eccellenza serie A e serie B di partecipare a delle “date zonali” con rappresentative seven, magari dividendo l’Italia in sei macro aree in maniera tale da avere una quarantina di squadre coinvolte nel progetto e alla fine fare si che le migliori si incontrino per delle finali nazionali e decretare il campione nazionale seven
        regola che non si può impiegare più di 3 sranieri non nazionalizzabili in eccellenza, non importa dove, e l’bbligatorietà che 7 in lista siano Under 23 e almeno 4 sian under 20
        obbligatorietà per le società di eccellenza e serie A di avere una prima squadra femminile
        vincolare parte del contributo federale dei 4 milioni federali alla creazione di accademie private i cui giocatori possano giocare sia in CL che in eccellenza nei periodi di non utilizzo in CL
        troppe robe?

        • Katmandu 6 Aprile 2015, 12:27

          ha un’ultima cosa dotare le squadre di un regolamento finanziario almeno per l’eccellenza e la serie A

    • gsp 6 Aprile 2015, 12:03

      Kat, torniamo allo stesso discorso. Nelle altre celtiche il domestic non é uno scalino, anzi é quasi separato dal pro. Perché dovrebbe, o in che modo potrebbe, esserlo da noi?

      • Hullalla 7 Aprile 2015, 12:54

        Io ho avuto un po’ di esperienza del domestic scozzese e non ho avuto l’impressione che fosse completamente separato dalla franchigia locale, anzi, c’erano scambi continui di uomini, informazioni e direttive.
        Non so bene a che esperienza ti riferisci, magari in altri paesi e’ diverso.

  7. Maxwell 6 Aprile 2015, 11:34

    “……A lungo termine va però sviluppato un campionato italiano di buon livello per aumentare il numero di giocatori selezionabili. Non voglio mentire, oggi l’Eccellenza è di un livello mediocre……”
    .
    1) E adesso che l’hai detto anche tu cosa cambierà?
    2) Ai tuoi tempi era così tanto migliore?
    ( e qua vinco sempre io qualunque sia la risposta perchè mi piacerebbe capire perchè sei andato via…. O per migliorare o per i soldi )
    3) Tra CL ,Eccellenza e Serie A non sono oltre i 6-10.000 spettatori che alzano il culo per andare in una quindicina di stadi a vedere rugby dal vivo.
    Quindi niente investimenti,niente sponsor ,niente di niente
    Tu cosa faresti?

    • Rabbidaniel 6 Aprile 2015, 12:51

      C’era il piano Kirwan di un campionato a 6 squadre a stretto controllo federale. Ma non mi pare ci abbia mai creduto nessuno e non credo attirerebbe molti tifosi in più.

      • gsp 6 Aprile 2015, 17:03

        E rimane in un campionato in cui I club sono emarginati. Cosí come lo sono oggi e che é uno dei maggiori fattorI di ostilitá alla Celtic.

  8. mezeena10 6 Aprile 2015, 12:08

    yawn..
    sempre le stesse cose trite e ritrite..

  9. malpensante 6 Aprile 2015, 12:09

    1) alzare il livello degli abitri, nel breve attingere anche fuori Italia
    2) campionato di Eccellenza a gironi, playoff e playout, campionato nazionale delle vincenti a 6/8
    3) sullo schema dell’Eccellenza un paio di campionati sotto, massima territorialità
    4) campionati under 18 e under 16, stesso schema e tanti soldi. Senza obbligo di avere la seniores
    5) cf vecchio stile, ma con tecnici itineranti a supporto dei club
    6) divieto di importare stranieri di età superiore a tot e non equiparabili per il domestic
    7) limite ingaggi per il domestic

    • mezeena10 6 Aprile 2015, 12:16

      e under 20..

      • malpensante 6 Aprile 2015, 12:44

        A 19 anni vanno a giocare coi senior, ognuno nella categoria che merita, che è un altro modo per alzare il livello

    • Rabbidaniel 6 Aprile 2015, 12:52

      Perfettamente d’accordo. È ovvio, però, che lo scopo cui si mirerebbe non sarebbe un’Eccellenza stile ProD2 (non dico Top14 per pudore).

    • andreac 6 Aprile 2015, 13:20

      Quoto mal, e se posso permettermi aggiungerei, riportare gli italiani in Italia, compreso il capitano se ne avesse voglia. Giocatori come parisse e castro, farebbero tanto bene con l’esperienza che hanno… Ma questa è più una questione di baiocchi…

  10. Francesco.Strano 6 Aprile 2015, 12:40

    Aumentare i giocatori….??

    Bisogna aumentare la qualità degli. Insegnanti!!

    Quindi tecnici stranieri che insegnino ai nostri autoreferenziati

  11. Giovanni 6 Aprile 2015, 14:14

    Leggo in vari interventi dei riferimenti al ProD2, come modello a cui ispirarsi. Ma quelli proprio l’altro giorno hanno comunicato che giocheranno di giovedì e venerdì, il che significa che riceveranno una bella “paccata” di milioni per il disturbo. Direi che il ProD2 si allontana sempre di più da una realtà come l’Eccellenza, altro che ispirarsene. Poi resta da chiarire come far convivere la realtà professionistica della CL con quella semidilettantistica del domestic. Vogliamo trovare un mezzo da applicare nell’immediato per dare una spinta al miglioramento? Allora si realizzi subito quel sistema di doppio tesseramento che risolva una volta per tutte l’annosa questione dei permit. Una lista di un certo numero di giocatori che si allenano da settembre ad aprile con le franchigie, che ne potranno mantenere solo alcuni, magari a rotazione per non penalizzare nessuno, e gli altri che tornano a disposizione del proprio club a metà settimana. E’ così difficile da mettere in atto? Si vuole almeno provare a farlo?

    • Stefo 6 Aprile 2015, 14:18

      @Giovanni scusa ma cerca di capire cosa si dice con D2 o Championships e cioe’ che essendo il T14 o Premier fuori portata si debba puntare almeno ad un lviello pro discreto come quello dei secondi campionati inglesi e francesi degli utlimi anni…basterebbe essere il D2 di 3 anni fa per capirci.

      • Sergio Martin 6 Aprile 2015, 15:57

        Esatto. Un campionato che coinvolga, richiami pubblico e soldi e giustifichi un impegno professionale per una buona parte dei giocatori e dei tecnici. Altrimenti, non ci sarà mai una base di “eleggibili” sufficiente ed idonea ad essere tesserata anche con le franchigie.

  12. San Isidro 6 Aprile 2015, 17:20

    Dopo averci pensato un pò ecco il mio piano di rilancio per il rugby italiano:
    – Alto Livello: due franchigie per la Pro 12 comincio a pensare che siano insostenibili, facciamone UNA fatta bene e DI SVILUPPO con SOLO GIOCATORI ITALIANI, rosa di 40 giocatori…
    Legare UNA SOLA ACCADEMIA alla franchigia…
    In nazionale ci va chi gioca nella franchigia + gli italiani all’estero…
    Il nome della franchigia ce l’ho: “Azzurra” di velistica memoria…
    – Livello intermedio: leggo che molti vorrebbero un campionato pro interno con poche squadre…allora dico la mia, si potrebbe pensare di creare un torneo con 6 team semi-pro territoriali (per far contento Kirwan) che si interponga tra l’Alto Livello e la dimensione club e che sia funzionale a far giocare ad un livello più alto i migliori atleti domestici…attenzione però, non squadre con rose definite, ma squadre che peschino giocatori dall’Eccellenza (e anche dalla Serie A volendo)…le 6 squadre territoriali a cui ho pensato sono:
    1- Pretoriani (provincia di Roma)
    2- Aironi (Emilia-Romagna + provincia di Mantova per ovvi motivi)
    3- Zebre (Val d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia esclusa la provincia di Mantova)
    4- Dogi (Triveneto)
    5- Lupi (Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Sardegna e Lazio esclusa la provincia di Roma)
    6- Magna Grecia (Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia)
    Come si svolge il torneo? Girone con partite di andata e ritorno per un totale di dieci giornale e semifinali in gara secca…si gioca da Ottobre a Maggio, quindi il torneo sarà ben distribuito nell’arco della stagione…
    Chi gioca in queste 6 squadre? Come detto gli alteti più meritevoli dell’Eccellenza (e magari della Serie A), ma anche quelli dell’Accademia della franchigia e giocatori della franchigia stessa non impegnati in un determinato turno di Pro 12…
    Il torneo potremmo chiamarlo Super Six e le selezioni potrebbero essere affidate a tecnici di Eccellenza/Serie A…nella pause di questo torneo ovviamente i giocatori continueranno a militare nei loro club d’appartenenza…parte degli atleti celtici avranno dunque triplo tesseramento (franchigia/team di Super Six/club), se non sono convocati in Pro 12 andranno al club d’appartenenza oppure, se si gioca, in Super Six…
    – Livello Club: in parallelo al Super Six, la dimensione club deve essere il più amatoriale possibile, i club non potranno disporre di un tot budget…per le FF.OO: parte della rosa con atleti a tempo pieno, il resto solo con poliziotti in servizio a cui magari si possono dare turni agevolati per l’attività agonistica…
    Allora: Eccelleza a 18 squadre, 3 gironi da 6…prima fase con partite di andata e ritorno, dieci giornate in tutto…seconda fase al via il Super 10! Le migliori 3 di ogni girone + la migliore quarta formano un Super 10 da giocarsi solo in gara secca, 9 giornate e play-off…
    Serie A immutata, 24 squadre con 4 gironi da 6…prima fase con partite di andata e ritorno, dieci giornate in tutto…nella seconda fase si aggiungono gli 8 club di Eccellenza non passati al Super 10 e questi con le prime due squadre di ogni girone formano la Serie A1 (2 gironi da 8, si gioca in gara secca e play-off incrociati), le restanti 4 di ogni girone formano la Serie A2 (stessa formula, le ultime due di ogni girone vanno in Serie B)…
    – Seven: per potenziare il seven si deve creare un circuito nazionale a tappe a cui partecipino atleti che giocano a XV nelle varie categorie…
    Che ne dite? Ho detto un sacco di cavolate?

    • Stefo 6 Aprile 2015, 17:25

      San Isidro alcune tue idee sono interessanti ma stare in CL con una sola franchigia e’ abbastanza senza senso, o meglio e’ il solito ne carne ne pesce cui si sta assitendo ultimamente…allora meglio non starci e puntare forte sul campionato intenro anche a piu’ livelli come da te proposto.

      • San Isidro 6 Aprile 2015, 17:35

        Stefo, una sola franchigia per avere comunque a disposizione un tot di atleti (solo italiani) che giochino a livello pro vero, come d’altronde stanno facendo adesso gli argentini, con tutte le differenze ovviamente tra noi e loro…

        • Stefo 6 Aprile 2015, 17:44

          San, io non so quanto una sola franchigia potra’ bastare agli argentini che pero’ dal loro hanno un domestic piu’ evoluto ed una formazione migliore…per me una sola franchigia per l”Italia non basta, calcolando che comunque 15-20 giocatori di livello internazionale andranno all’estero se non di piu’ e quindi continueresti a svuotare il campionato italiano ulteriormente…a quel punto tanto vale fare un Eccellenza in un periodo ed un campionato di super franchigie in un altro…investendo forte nella formazione e sviluppo.

          • Stefo 6 Aprile 2015, 17:45

            Oppure se vuoi continuare nella CL allora devi ristrutturarti in maniera completamente funzionale alla CL ma con almeno due franchigie…gli ibridi un po’ ed un po’ non funzionano.

    • Giovanni 6 Aprile 2015, 18:59

      Il punto è che “la Grecia non magna più” e da tempo ormai… 🙂
      Consentimi la battuta, ma mi sa che la tua pur interessante idea di campionato territoriale super-Six, la fa un po’ troppo facile riguardo le diverse caratterizzazioni esistenti in Italia ed anche all’interno di alcune tra le macro-aree da te indicate. Il sud, oltre ad avere alcune notevoli differenze al proprio interno (checchè ne possano pensare taluni al nord che continuano a vederci come un unico blocco compatto), sconta un ritardo enorme e problemi strutturali storici: quale formazione, minimamente competitiva, potremmo mai mettere in campo in un campionato del genere? E’ un’idea federalista, applicata al rugby, che non tiene abbastanza in conto le diverse realtà di partenza. Anche l’idea di staccare Roma dal resto del Lazio non mi convince. In una situazione del genere, piuttosto sarebbe meglio a mio avviso la terza franchigia di centro-sud, punto di riferimento professionistico per tutta quella fascia – Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania – oggi di fatto esclusa dal rugby di alto livello e che in un secondo momento possa puntare ad espandersi ancora più a sud, coinvolgendo Calabria, Puglia e Sicilia, e ad ovest (Sardegna).

      • San Isidro 6 Aprile 2015, 20:19

        Giovanni, aspetta un attimo, non so se hai capito bene cosa voglio intendere…non parlo di un Super Six pro con team che siano espressione delle aree che ho indicato, quelle sei squadre sarebbero composte dai migliori atleti che militano nei club di Eccellenza e Serie A (con l’aggiunta di quelli celtici quando non sono convocati per una giornata di Pro 12) che hanno un doppio tesseramento club/team di Super Six, quindi nell’ipotetica Magna Grecia ci saranno giocatori tesserati con società del centro e/o del nord…la mia idea vuole essere quella di un minitorneo semi-pro intermedio tra la dimensione amatoriale dei club e l’alto livello, un torneo che permetta ai migliori prospetti domestici di giocare un livello sopra la categoria dei club per giungere, in futuro, più preparati nella/nella franchigia/e…naturalmente per coprire tutto il territorio nazionale ho pensato a queste sei squadre, sempre la nostra ipotetica Magna Grecia comunque giocherà nel sud, magari una partita al Collana, una Benevento, una sul campo dell’Amatori Catania, una a Lecce e una Reggio Calabria, cosicchè un pò di rugby di livello potrà essere ammirato nel meridione…poi questa suddivisione è la prima che mi è venuta in mente, ad ogni modo le tante differenze che ci sono nel sud ci sono anche altrove…su un team rappresentativo solo della provincia di Roma sai che sono di parte…
        Quanto alla terza franchigia, fin dal nostro ingresso celtico ho sempre auspicato che nascesse in futuro, ma visti i risultati degli ultimi due anni e le spese eccessive penso proprio che resterà un miraggio, per questo ho detto che, ad estremi rimedi, andrei avanti con una sola franchigia federale, ma composta da soli italiani, intesa come team pro di sviluppo…

    • vecchio cuore neroverde 6 Aprile 2015, 23:49

      Il torneo chiamiamolo sesto senso

    • jazztrain 8 Aprile 2015, 18:58

      Super Six o Super Sax?

      Ciao San… Ho parlato con Il Rizzi….Ti ha contattato?

      • San Isidro 9 Aprile 2015, 02:36

        Ciao jazz, si, mi ha contattato, ringrazialo, sono stato un pò indaffarato in questo periodo, in questi giorni gli scrivo…

  13. gian 6 Aprile 2015, 18:43

    io sarei anche d’accordo con parisse che il domestic dovrebbe crescere per aumentare le alternative per le due celtiche (che è anche vero che sono pochine per costruirci sopra una nazionale competitiva data la scarsità di scelte che offre un sistema simile), vero è anche che, come dicono molti, i nostri ragazzi arrivano all’eccellenza/serie A con delle lacune tecniche importanti, ma il problema è solo uno, mancano i soldi, per alzare il livello ci vogliono dei pro, magari poverelli, ma dei pro; attualmente nel nostro domestic si va dal quasi pro (squadre che hanno budget intorno al milione di euro), semipro (da mezzo a un milione) e dilettanti spinti (sotto il mezzo milione), come possiamo pensare di creare dei veri giocatori moderni se questi si allenano 4/5 volte la settimana, andava bene 20 anni fa, adesso non più.
    una soluzione potrebbe essere quella di fare una superlega (eccellenza) di franchigie/superclub di pro (chiaramente tutte squadre certificate e controllate con un budget minimo di 2/3 milioni) senza retrocessioni con squadre obbligatoriamente legate alle celtiche e con proprie accademie (che non vuol dire avere una o più squadre giovanili, ma seguire dei ragazzi promettenti che non devono obbligatoriamente vestire la maglia di tale squadra), aperta ad iscrizioni successive per chi ne abbia le prerogative, e lasciare ai club un campionato nazionale, sulla formula della serie A, dilettantistico con la possibilità di gestire i propri giocatori in ascensore con l’eccellenza ed i campionati nazionali giovanili come sono sempre stati fino all’U18/19 poi a giocare con i grandi.
    se tale sistema fosse gestito da una lega in collaborazione con la fir si potrebbero porre regole e premi per far crescere il movimento e la leva di giovani nazionalizzabili, nonché la possibilità di inserire tecnici ed arbitri di alto profilo a tutela e crescita di queste categorie che nel nostro paese stentano assai.
    dato che qualcuno lo richiama, tale sistema andrebbe bene anche per il 7, la fir propone, inizialmente, un circuito nazionale che tocchi almeno una volta tutte le piazze migliori e geograficamente interessanti, quindi 10/12 tornei, offrendo premi in denaro (mica chissàchè, il rimborso spese a tutti, fino ad un certo numero di squadre, e un 5000 euro di borsa a tappa, 2000 per il primo, 1000 per il secondo, 500 per le semifinaliste e 1000 per le rimanenti) e un premio in base alla classifica totale su tutte le tappe del circuito, in un secondo tempo potrebbe subentrare una lega che segua questo circuito “eccellente” e organizzi, con premi meno importanti, circuiti locali (prima regionali e poi per le quattro macroaree) che diano un punteggio per partecipare al circuito principale.
    inizialmente sarà dura, ma se entrano sponsor e TV, per quanto poco, ci sarà un’accelerazione in entrambi i “circuiti”, sia per il XV che per il VII, ma, come ricorda il capitano, è un problema politico, di base

  14. 6nazioni 6 Aprile 2015, 18:50

    soluzione?
    2 franchigie x pro12 tutti italiani
    2 (*) collegate alle franchigie (campionato eccellenza)(allenatori stranieri)
    8 club eccellenza + 2(*) = campionato con 10 club
    campionato u.20 nazionale
    campionato u.18,u.16 elite’
    n°= 3 (*) zonali u.18 -nord,sud,centro (allenatori stranieri).

  15. Giovanni 6 Aprile 2015, 19:06

    Lancio apposta una provocazione. Dopo aver visto Calvisano2 passeggiare sugli spagnoli, coloro che erano favorevoli alla terza coppa mi sanno dire quale sia l’utilità (intesa come occasione di crescita per i nostri club d’Eccellenza) nel prender parte ad una roba simile? A parte l’obolo IRB, of course…

    • 6nazioni 6 Aprile 2015, 19:22

      e con mogliano come la metti?

      • Giovanni 6 Aprile 2015, 19:53

        Una rondine non fa primavera. Per una o due partite utili all’anno tieni in piedi tutta la baracca?

    • San Isidro 6 Aprile 2015, 20:26

      @Giovanni, in merito copio parte di un mio commento che avevo scritto ieri per @lukky…
      “– sui gironi, io spero (e mi auguro) che tutto sia stato fatto secondo sorteggio, oltretutto si critica tanto il Calvisano, ma l’unica squadra che non è andata fuori dall’Italia per questo torneo è il Viadana…
      – io non sono di certo un filofederale, ma personalmente mi danno fastidio tutte queste dietrologie che si fanno intorno a questa coppa, tra l’altro mi pare che il Calvisano il posto in Challenge ancora non ce l’ha visto che deve affrontare due volte il Rovigo…questa coppa inoltre l’avrà anche sollecitata Gavazzi, ma già dall’anno scorso la vecchia FIRA-AER aveva deciso di organizzare un torneo simile, inoltre, a quanto pare, questa competizione è destinata ad avere un numero superiore di squadre già dall’anno prossimo…io non ci vedo niente di male, è un modo per confrontarsi tra club semi-pro di diversi Paesi europei emergenti…forse la formula è un pò cervellotica in quanto chi vince l’Eccellenza quest’anno non va a fare il barrage per la Challenge 2015/2016, ma viene inserita nel torneo di qualificazione del prossimo anno, ma sul sistema in futuro ci si può lavorare…
      – l’unica cosa che non mi convince è l’assegnazione delle sedi per i barrage, Rovigo dovrebbe giocare, secondo logica, la seconda partita al Battaglini, non la prima…”

      • Stefo 6 Aprile 2015, 20:28

        San dai questa coppa e’ una barzelletta…

        • San Isidro 6 Aprile 2015, 20:35

          il sistema per andare in Challenge è cervellotico e ci si può lavorare, ma se il prossimo anno ci saranno ad es. 12 squadre con ulteriori team di Paesi europei emergenti inizierebbe a diventare un torneo semi-pro interessante…ovvio che dal punto di vista mediatico e tecnico non avrebbe alcune rilevanza, ma sarebbe una coppa interessante per le squadre che vi partecipano e in palio c’è sempre la qualificazione in Challenge…

      • Giovanni 6 Aprile 2015, 20:45

        @San: aspetta, la mia domanda era riferita ad un aspetto ben specifico: dal punto di vista tecnico, quali giovamenti porta al nostro rugby il confronto con formazioni tipo gli spagnoli dell’altro giorno? Tieni conto che cmq è un torneo che ha dei costi e se, come sembra, dovesse veder allargare il numero dei partecipanti già dalla prossima stagione, i costi aumenterebbero. Non sarebbe meglio investire quei soldi nelle attività giovanili e di base?

        • San Isidro 6 Aprile 2015, 20:56

          il tuo punto di vista è legittimo, ma allora lo stesso problema ce lo potrebbero avere anche russi, spagnoli, ecc, visto che anche per loro ha dei costi…sul piano tecnico in effetti le formazioni di Eccellenza sulla carta sarebbero le migliori, ma non ci dimetichiamo che sabato Mogliano ha perso in Russia contro una bella squadra, ovviamente se i veneti avessero giocato come sanno fare probabilmente il risultato sarebbe stato diverso, intanto però il campo ha dato il suo verdetto…al contrario in Challenge le nostre squadre rimediano passivi pesanti e non sono competitive contro le corazzate pro, tanto vale allora giocare una coppa internazionale (seppur di minor caratura) con realtà più simili e, se va bene, il posto in Challenge lo si guadagna alla fine…

          • Giovanni 6 Aprile 2015, 21:10

            Beh intanto per quest’anno l’onere economico dell’organizzazione se lo è accollato la FIR (e sono curioso di vedere se e quanto sarà il contributo di Rugby Europe per il prossimo anno), quindi russi e spagnoli non hanno speso nulla o quasi. Poi ti faccio osservare che le regole di partecipazione, al momento, sono poco eque, dato che russi e rumeni hanno potuto schierare selezioni, mentre noi abbiamo mandato i club. A questo punto avrebbe più senso mandare dei Dogi (selezione di giocatori formati da Padova, Rovigo, Mogliano e San Donà) che, nel caso si qualificassero, potrebbero prender parte alla Challenge, occasione – questa si – di esperienza/crescita per elementi del nostro domestic (e potenziale anticamera al professionismo della CL, per alcuni di loro).

          • San Isidro 6 Aprile 2015, 21:27

            la FIR si è accollata l’organizzazione, ma non penso proprio che la trasferta dei russi a Lisbona l’abbia pagata la nostra federazione, così come le spese di viaggio di portoghesi e spagnoli in Lombardia…poi a questa competizione hanno preso parte club, non selezioni, infatti erano l’El Salvador Valladolid, CDU Lisboa ed Enisey…da capire invece se i rumeni giocheranno il barrage contro i russi con la solita selezione nazionale dei Wolves o i con i campioni di Romania…invece sul mandare nostre selezioni in Challenge al posto dei club sono d’accordo…

          • Sergio Martin 6 Aprile 2015, 21:29

            #marussiespagnolicosaportano?

          • Giovanni 6 Aprile 2015, 21:45

            Sarebbe anche interessante capire perchè i georgiani abbiano risposto “grazie, non fumo”: solo poco tempo per organizzarsi o anche considerazioni di ordine tecnico…?

          • San Isidro 6 Aprile 2015, 21:58

            qualcuno qui sul blog aveva riportato le dichiarazioni dei georgiani secondo i quali era stata proprio la mancanza di tempo la causa della rinuncia alla competizione, tra l’altro pareva che fossero interessati, d’altronde si erano già mostrati intenzionati alla Challenge mandando la selezione contro il Rovigo nel barrage di Settembre scorso…

  16. berton gianni 6 Aprile 2015, 19:48

    Ho aspettato apposta fino ad adesso per leggermi d’un fiato tutti i 52 interventi.
    Veramente molto interessanti, con svariate buone/ottime idee e con un comune denominatore : la passione di tutti per questo “benedetto” sport.
    Resto sul mio cronico realismo : non c’e’ niente da fare, ma mi viene sempre fuori il paragone con le guerre. ( scusatemi ).
    Nei secoli, le abbiamo perse tutte, ma in tutte abbiamo messo in campo il nostro eroismo, il nostro cuore e quant’altro di esaltante.
    Ma siamo sempre quelli che vanno in guerra con le baionette contro i carri armati.
    Così nel rugby.
    La triste realta’ e’ che stiamo cercando di stare alla pari, di crederci alla pari con realta’ nettamente superiori alla nostra.
    Per storia, cultura, tradizione.
    Ed e’ solo per le passione, impegno, sacrificio e immani sforzi di tante piu’ o meno piccole e mal strutturate societa’ che il nostro sistema ha…partorito una quarantina di buoni-validi-discreti-decenti atleti a livello europeo. Niente di piu’.
    E’ come se le 4 anglosassoni volessero giocarsela a basket o volley con noi.
    Unica coscia che mi aspetterei dalla Fir, questo si, e’ la totale gratuita’ a chi fa i campionati giovanili, senza alcun tipo di tasse e/o balzello alcuno, anzi devolvendo un tot sia per pagare gli istruttori/insegnanti, sia per l’acquisto convenzionato di materiale sportivo.
    Per il discorso delle Accademie siamo gia’ tutti d’accordo, ma aggiungerei l’istituzione di Accademie proprio per formare gli istruttori/insegnanti.
    Sempre viva il Rugby e le Tette !

    • Giovanni 6 Aprile 2015, 20:38

      @berton: tutto giusto e tutto vero. Ma resta il fatto che 16 anni fa abbiamo accettato di entrare a far parte del gruppo di quelli con “storia, cultura e tradizione nettamente superiori alla nostra”. Non possiamo continuare ad avere una struttura d’alto livello basata sul lavoro, sia pure lodevolissimo ed ammirevolissimo, di “passione, impegno, sacrificio e immani sforzi di tante piu’ o meno piccole e mal strutturate società”. A meno che non prendiamo atto che noi “i carri armati” non ce la facciamo proprio a produrli ed allora meglio tornarcene alla nostra piccola ma orgogliosa realtà pre-professionistica. Scusate albionici, ci abbiamo provato ma non fa per noi: ce ne torniamo a casa nostra, al massimo di tanto in tanto faremo qualche TM contro di voi o sfideremo qualche vostra rappresentativa in un qualche torneo estivo dei “gladiatori delle pizze margherite vs.anglicani dei fish&chips”. 🙂

      • berton gianni 6 Aprile 2015, 20:50

        Ciao Giovanni.
        Guarda che il mio non è fatalismo, ma puro realismo.
        Resto dell’idea che finché si può e ci tengono, nei 6N e Pro12 sia ben positivo restarci, eccome.
        L’autarchia, a noi italici non porta ad un cazzo di niente.
        Dico solo che così come siamo, potremo puntare solo a singoli episodi positivi.
        Allora, se fossi la Fir, in primis investo tutto il possibile nelle due coscie che ho scritto prima.
        E faccio più proselitismo possibile, a costo di pagare i professori di educazione fisica delle scuole.
        Ripeto, non mi sento fatalista, ma per l’Ecc., a scelta, 6-8-10 squadre, non risolvo una mazza.

    • vecchio cuore neroverde 6 Aprile 2015, 23:51

      Mah, che fine dicitore

  17. Jager 6 Aprile 2015, 19:51

    Penso anche io che a breve termine portare il numero di squadre in eccellenza a 8 possa essere una soluzione , magari con la possibilità di utilizzare i giocatori non convocati dalle franchigie pro12 nei club di eccellenza , avere una sola franchigia in pro12 è invece una soluzione con ombre e luci : riduzione dei costi , una franchigia probabilmente più competitiva , ma come altra faccia della medaglia si vedrebbe ridotto il numero di giocatori che potremmo testare ad alto livello , non so sono un po’ dubbioso su questa ipotesi . Questo sul breve termine , ma per una crescita vera bisogna necessariamente lavorare sulla base : portiamoci in casa tecnici di livello che sappiano formare i ragazzi e nello stesso tempo i nostri tecnici ” di base” , allargare il numero dei praticanti . Poi competenza , tempo , pazienza e anche un po’ … Di culo ! Che non guasta mai

  18. Giovanni 6 Aprile 2015, 20:22

    Rilancio l’idea già proposta al termine del 6N. Il Presidente federale convochi per fine Maggio gli “Stati generali del rugby italiano”: un tavolo tecnico formato da un’ampia ma QUALIFICATA selezione di dirigenti, allenatori, giocatori e giornalisti che, suddivisi in gruppi, lavorino parallelamente per un tempo determinato (diciamo un paio di mesi) sui seguenti temi di riforma del rugby nostrano:
    1. Allargamento della base di reclutamento (minirugby ed attività giovanili in genere) e metodi di propaganda del rugby nelle scuole e presso i centri sportivi territoriali.
    2. Riforma del settore tecnico per la formazione degli allenatori, con particolare riferimento al minirugby e agli juniores.
    3. Riforma dei campionati nazionali (domestic), regole d’interazione tecnica tra club e franchigie, regole di gestione delle squadre juniores per i club.
    4. Regole finanziarie FIR per le franchigie, per i club, per le attività giovanili. Regole e strumenti per il coinvolgimento di nuovi investitori nel “prodotto rugby”, nei rapporti con gli sponsor e con i broadcaster (vendita pacchetti TM, CL, campionati domestic, compresa eventuale gestione alternativa (streaming) per questi ultimi).
    Al termine del periodo stabilito, ciascun gruppo di lavoro presenterà alla FIR un proprio dossier di progetti/proposte, attuabili in un tempo definito (indicativamente, non più di 2 anni).

  19. megu65 7 Aprile 2015, 00:52

    sulle formule vi lascio scegliere, ma vedo il varsity SA e noto:
    a) calciatori di 18 anni che la mettono tra i pali con ottime percentuali
    b) la palla non cade mai di mano
    c) velocità di esecuzione elevatissima
    d) arbitri giovanissimi ed ottimi
    e) campi come dio comanda
    f) pubblico attento e competente, ancorchè formato da parenti stretti ed amiche…
    g) coach che insegnano, spiegano e che preparano le partite: per esempio i cambi di tattica, il piano b che da noi manca anche alla Nazionale
    h) preparazione fisica perfetta, che non vuol dire tutti ipermuscolati, ciascuno si porta le sue doti, ma arriva a fine partita senza essere stravolto.
    i) INTENSITÀ e CONCENTRAZIONE
    credo sia sufficiente

  20. amedeolupo52 7 Aprile 2015, 02:19

    Parisse parla bene ma non basta.faccio alcune domande perché il Benetton e le Zebre non partecipano al campionato di Eccellenza.perché nella Franchigia federale giocano alcuni stranieri, perché nelle zebre non gioca nessuno dell’under 18 e 20. Perché le soddisfazioni arrivano dalle nazionali Under 17,18,20 e poi il buio completo. Perché noi ci piangiamo addosso e gli altri fanno le cose?

    • fabrio13H 7 Aprile 2015, 09:28

      Più che “alcuni” direi che nella franchigia federale giocano e hanno giocato “parecchi stranieri”

  21. M. 7 Aprile 2015, 09:45

    Ora però bisogna anche un po’ capirsi. Siamo entrati in Celtic, ci restiamo pagando per poter giocare, mettiamo un quarto del budget federale per questo e poi:
    – gli italiani migliori vanno via.
    – siamo pieni di stranieri molti dei quali di valore dubbio.
    – chiediamo di avere un Eccellenza migliore.

    Allora delle due l’una:
    – o rinunciamo alla celtic e spostiamo questi soldi da un’altra parte.
    – o continuiamo con la Celtic con regole ferree per gli stranieri (pochi max di una certa età al fine di possibili equiparazioni) e magari pure per gli italiani che vanno via. L’argentina non mette il paletto delle porte della nazionale “chiuse” a chi non gioca nella franchigia?
    Insomma a me pare assurdo che si parli di Eccellenza quando da anni il sistema si è spostato ad investire sull’alto livello.

  22. albe 7 Aprile 2015, 10:09

    Secondo me il problema non é il format dell eccellenza su cui si possono avere mille idee ma il punto di partenza che secondo me si trascura, ovvero per fare il professionismo o semiprofessionismo ci vuole il pubblico, pagante o no ma deve esserci, a quel punto puoi interessare uno sponsor.
    (Ed é per questo che ho sempre pensato che le zembre non andavano fatta ma in Celtic andava mandato il Rovigo, non come zebre o franchigia ma come Rovigo!, e lo dico da padovano)

    Per tornare all Eccellenza per me bisogna dare un obbiettivo ai club: portare gente allo stadio, anche gratis (tanto gli incassi delle biglietterie oggi son ridicoli), scolaresche e famiglie, con incentivi Fir in questo senso, ed in un paio d anni potrai iniziare ad interessare a qualche sponsor…
    Alla fine il professionismo parte da li, e se lo vuoi fare devi preparalo commercialmente, i soli sussidi della federazione anche se aumentati non basteranno mai!

    • ric 7 Aprile 2015, 12:59

      il signore ti benedica da rovigo
      ormai padova è perfino amica
      ai risultati letti allo stadio dagli altri campi, il posto del petrarca è stato preso da altri, per esultanza alla sconfitta
      a parte gli scherzi sono un po’ di anni che ci sentiamo sulla stessa barca…remiamo insieme
      noi abbiamo il pubblico , voi l’organizzazione verticale e la valorizzazione dei bambini…giovani…ragazzi
      mai una squadra sola ma lottare per un obiettivo comune

  23. lear 7 Aprile 2015, 11:32

    Ho letto con interesse i commenti fatti fin quì, tutti validi, però ora vorrei fare delle considerazioni, ripeto considerazioni, perchè le soluzioni secondo me non c’è l’ha nessuno.
    1. La possibilità di dar vita ad una filosofia di gioco tutta italiana senza scimmiottare e copiare da altre nazioni, perchè gli altri sono legati alle loro storie, culture e tradizioni;

    2. La Nazionale deve dare più credibilità, più attaccamento alla maglia, perchè le sconfitte onorevoli non servono più a niente dopo 15 anni di 6N;

    3. la possibilità di una terza franchigia nel centro sud potrebbe allargare l’alto livello in modo che tutto il territorio nazionale fosse coinvolto, anzichè solo tre regioni per avere; più spettatori, più giocatori in CL, ma attenzione, italiani e solo qualche straniero equiparabile U23, con tecnici italiani affiancati da stranieri competenti;

    3. allargare la base con interventi mirati nelle scuole per aumentare il numero dei praticanti.

    Tutto questo per essere sempre più appetibili per eventuali sponsor.

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