Italrugby e psicologo: quando le sconfitte arrivano per i cali mentali

Spesso il punto di rottura arriva prima nella testa che nelle gambe. Eppure un rimedio ci sarebbe…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 26 Marzo 2015, 08:29

    Il tema è posto.
    Non credo che la risposta sia lo psicologo.
    Credo semplicemente che nessun giocatore della nazionale sia abituato, nella squadra in cui gioca, a giocare ai livelli di intensità e responsabilità che vengono richiesti per giocare Italia-Francia o Italia-Galles, per di più a Roma.
    Le due celtiche stanno “lottando”, si fa per dire, per evitare l’ultimo posto in Pro12, non solo, ogni loro vittoria o “sconfitta onorevole” viene da noi celebrata come un successone storico. Questo non abitua mentalmente a stare sempre “sul pezzo”. Lo stesso nostro capitano ( il migliore in assoluto) nello Stade, pur rivestendo un ruolo importante, non ha sulle spalle tutta la baracca come gli succede quando gioca in nazionale. E questo vale, a maggior ragione per gli altri “stranieri”.
    Se non si mettono insieme due Celtiche che abbiano una dignita’ tecnico-organizativa e che siano in grado di lottare per qualcosa di più dell’ultimo posto, il problema di questa incapacità di reggere lo stress difficilmente può essere migliorabile.

    • zappinbo 26 Marzo 2015, 09:39

      Rendetevi conto quanto siamo ridicoli. Invocare l’aiuto dello psicologo per dare “continuitá mentale” (=o cos’altro? anche nell’intimitá?) a ragazzi di 120kg nella loro attitudine pugnandi. Ahahah. Fortuna che gli anglosassoni non sanno l’italiano che c’é solo da vergognarsi.

      • Hullalla 26 Marzo 2015, 10:48

        Hai ragione per quanto riguarda il fatto che gli anglosassoni dovrebbero vergognarsi di non conoscere l’taliano.

        Per il resto, considerando che gli psicologi dello sport sono molto diffusi nei paesi anglosassoni e che, per esempio, la nazionale di rugby del Sudafrica (ovvero non i piu’ piccolini al mondo, eh…) storicamente ha fatto ampio ricorso agli psicologi, mi sembra che ci sia poco da discutere.

        • zappinbo 26 Marzo 2015, 11:02

          Ma Hullalla, non siamo ridicoli, il mental coach lo usa Caroline Kostner per l’oro olimpico in finale, quando le viene il “braccino”, ma sa di aver fatto l’esercizio mille volte bene.
          NOI SIAMO LA NAZIONALE AZZURRA CHE HA TUTTO DA DIMOSTRARE E DOVREBBE ARDERE DAL DESIDERIO DI FAR VEDERE QUELLO CHE VALE DAVANTI A 70MILA SPETTATORI CHE NEANCHE IL PAPA!
          QUANDO INVECE NON SEI ADATTO PER GIOCARE A QUESTI LIVELLI O TI ALLENI O LASCI STARE:
          Come crolliamo noi ci vuole l’eroina per tirarti su, non lo psicologo

          • zappinbo 26 Marzo 2015, 11:04

            A NOI DEVONO DARE LO PSICOLOGO!
            Qua c’é da uscirne pazzi ahahahahaha
            muh muh muh muuuuuuuu!

          • Hullalla 26 Marzo 2015, 12:29

            Fammi un esempio di squadra di rugby a livello internazionale alla quale secondo te puo’ essere utile lo psicologo, allora.

          • western-province 26 Marzo 2015, 17:38

            l’eroina è un noto ricostituente

            può darsi che se tu vuoi mostrare quello che vali davanti a 70mila persone e non ci riesci tu possa anche avere un calo psicologico

      • Roberto Avesani 26 Marzo 2015, 11:30

        Ciao Zappinbo. Non capisco il nesso peso/necessità di avere un preparatore mentale. Siccome uno è grande e grosso non può aver bisogno di una simile figura?

        • Mr Ian 26 Marzo 2015, 12:02

          proprio il rugby è quello sport che quando avviene il calo mentale lo si vede palesemente. Seguendo le partite si vede quando avviene lo “switch-off”.
          Lo psicologo serve a maggior ragione quando una squadra persegue una certa regolarità nelle prestazioni…
          Questi sono i piccoli particolari che rendono una squadra competitiva nel rugby moderno, il concetto solo cicca e muscoli è ancora legato allo spaghetti rugby…

    • mauguerri 26 Marzo 2015, 10:20

      Il mio pensiero a fine 1°tempo: merito della numerosa componente delle Zebre. Mio pensiero ad inizio 2°tempo: speriamo non succeda come in Pro12.
      Quindi il mental coah può essere molto utile (lo usano le Frecce tricolori). Il problema è chi lo sceglie e alla FIR così presieduta e condotta lo consiglio al vertice prima che ai giocatori.

      • zappinbo 26 Marzo 2015, 11:06

        ma tu dagli lo psicologo. eppoi che succede? vinciamo le partite?
        te lo dico io, non succede niente di niente

        • stefano nicoletti 26 Marzo 2015, 11:40

          Quello che succeda nessuno lo sa, perchè le nostre potenzialità VERE, a oggi, non le conosciamo.

    • Ricky1966 26 Marzo 2015, 11:54

      Scusa ma hai detto una grossa inesattezza! Il Mental Coach esiste in tantissi sport, te ne cito uno a me altrettanto caro come il Rugby, che è il Baseball. Mio nipote gioca in Nazionale e nel San Marino, è stato campione Europeo sia con l’una che con l’altra, è stato uno dei pochissimi italiani (piemontese unico 😉 ) ad andare in Arizona per il Mondiale giocato con anche i giocatori della MLB, e ad approdare alla seconda fase, giocandosela alla pari con Cuba, Usa, Rep. Domenicana! Bene in Nazionale hanno il M.C. e grazie a questo psicologo sono riusciti a raggoungere quei traguardi che prima non pensavano di essere in grado di raggiungere. Tu mi dirai il Baseball non è il Rugby, io ti rispondo BALLE! Il Rugby ha peculiarità diverse dal Baseball, indubbiamente, ma la”garra” la volontà di colpire la pallina è labstessa che un giocatore di Rugby ci mette per segnare. Nel B. non è sempre indispensabile fare Home Run, a volte bisogna sapere quando fare un Bunt e come farlo, quando una Volata di Sacrificio. Lo stesso vale per il Rugby, occorre sapere come impostare il gioco, gli offload, i placcaggi e le veroniche. Questo non è solo questione di tecnica, ma di propensione al pensiero positivo! È stato così evvidente sia contro la Francia che contro il Galles che nel secondo tempo l’I-Taglia non è scesa in campo, ha abdicato prima ancora che gli avversari segnassero, e se mi dici che il primo tempo di Londra o il primo tempo col Galles non erano ben giocati, beh allora parliamo di 2 partite diverse! Il Pro 12 della Benetton di quest’anno è un cantiere e lo sai bene, per le Zebre non mi sbilancio non le seguo. Gli anni passati la Benetton ha disputato buoni campionati, quindi non è un problema di giocatori poco tecnici (non si spiegherebbe perché alcuni giochino in Framcia o Inghilterra) ma proprio di attitudine a vincere, e questa te la può dare o un’allenatore-psicologo (vedi Conte alla Juve) o l’affiancamento ad un’allenatore bravo di uno prlsicologo

      • Ricky1966 26 Marzo 2015, 12:11

        Ops era per AdG il mio commento…

        • Alberto da Giussano 26 Marzo 2015, 13:09

          Tu ti fai le domande e ti dai le risposte. Non vedo, per altro, a cosa fai riferimento con “grossa inesattezza”.
          Ribadisco, che prima dello psicologo ( cosa diversissima dal mental coach) altri sono i problemi da risolvere per gli uomini di Brunel.

          • Ricky1966 26 Marzo 2015, 17:22

            @ AdG

            Si forse hai ragione mi do le risposte da solo, ma è un po il medium che lo impone. Mental Coach o Psicologo hanno la stessa valenza, sono sempre indirizzari a risolvere il problema “negatività” che affligge il XV Azzurro alla prima difficoltà! Io non vedo questa grossa impreparazione tecnica, se non nei calci, ma anche quella ad un certo punto è figlia della negatività….
            P.S.: Quello della.nazionale di Baseball dovrebbe essere uno psicologo, ma chiederò a Lole (mio nipote per sicurezza)!

  2. Appassionato_ma_ignorante 26 Marzo 2015, 09:00

    La psicologia, come disciplina, è statisticamente un fallimento. Basta guardarsi attorno. Ci possono essere singoli operatori capaci, ma non c’entra con la psicologia. Come un politico capace non c’entra con la politica di per sé o un sacerdote capace non c’entra con la religione. Quindi lasciamo perdere ciarlatanate come la psicologia e concentriamoci sui fatti: una squadra va creata e motivata. C’è chi sa farlo e chi no. La LEADERSHIP è un’elemento fondamentale. Per intenderci, Napoleone era un pazzo furioso, ma almeno era un leader. Un allenatore non è solo un tecnico, ma deve essere anche un leader. A questa squadra manca un leader (e non sto parlando di Sergione). Datele un vero leader e avrete una squadra già più vincente.

    • Paolo PD 26 Marzo 2015, 09:06

      a quali statistiche ti riferisci?

    • soa 26 Marzo 2015, 09:39

      Bah, pazzo furioso. Era un megalomane, quello sì.

    • Appassionato_ma_ignorante 26 Marzo 2015, 10:16

      @soa, per essere pazzi furiosi non occorre correre nudi in giro per strada urlando come degli ossessi. Anche avere la fissa di dominare il mondo a suon di guerre e milioni di morti di non è indice di grande equilibrio mentale.

      @Paolo PD: una prima statistica è nel tasso di impiego dei laureati in psicologia (fra i peggiori in assoluto) e questo te la dice lunga del “prodotto” che offrono o possono offire. L’economia non dà ascolto alla fuffa. Un secondo dato statistico te lo possono fornire cose tipo i tassi di recidiva dei criminali (o della criminalità stessa), i tassi di “cura della depressione” (qui ci sarebbe un bel po’ da dire). Puoi anche Il che non sorprende, visto che la disciplina non ha nulla di scientifico. In generale posso anche girare a te le domanda: hai dati che mostrino invariabilmente che là dove gli psicologi hanno messo mano le cose sono migliorate uniformemente?

      • Hullalla 26 Marzo 2015, 10:51

        stai parlando dei tassi d’impiego dei laureati in psicologia in Italia o nel mondo?

        • Bombarolo 26 Marzo 2015, 11:09

          Soprattutto continua a parlare di tassi e statistiche casuali. Citare l’ esistenza di alcuni indici senza nemmeno spiegarli non significa né che essi esistano, né che siano esatti, né che abbiano un significato univoco. Tanto vale dire che gli psicologi sono inuti perchè lo dimostra la percentuale di pane nella pappa col pomodoro…

          • Appassionato_ma_ignorante 26 Marzo 2015, 11:51

            Problemi di criminalità
            http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Crime_statistics/it#Costante_aumento_del_numero_dei_detenuti

            Problemi di tossicodipendenza
            http://www.politicheantidroga.it/progetti-e-ricerca/relazioni-al-parlamento/relazione-annuale-2013/presentazione.aspx

            Problemi spirituali
            http://www.lescienze.it/news/2011/07/26/news/le_statistiche_mondiali_della_depressione-551224/

            Se la psicologia (e la sua sorellona maggiore, la psichiatria) fosse anche un pelino efficace, questi problemi calerebbero anziché aumentare.

            Per contro, ti chiedo di trovarmi dati su studi che dimostrino causa-effetto l’uniforme efficiacia degli interventi di psicologi in questo o quel campo.

          • Hullalla 26 Marzo 2015, 12:37

            Bene, allora sicuramente vinceremo i mondiali, visto che gli altri fanno uso degli psicologi… vado subito a mettere la scommessa…

          • malpensante 26 Marzo 2015, 14:18

            Un sillogismo inappuntabile. Non serve la polizia perché dopo tanti anni ci sono ancora i delinquenti e aumentano pure, “fosse anche un pelino efficace, questi problemi calerebbero anziché aumentare”.

          • Bombarolo 26 Marzo 2015, 14:41

            @Appassionato ma ignorante’ ti ha già risposto Malpensante, in più ti dico senza vergognarmene che io ne ho tratto profondi benefici, del tipo che ora riesco a gestire la mia insonnia in modo tale da poter condurre una vita normale… E ti assicuro che finché ci ho provato da solo non vivevo bene. vedi che non serve sempre citare statistiche campate in aria per sostenere la propria tesi… Altrimenti si fa come tali politici che dicevano che non era vero che si stava annegando in un mare di merda perché le statistiche dicevano che gli italiani erano felici… O che il governo stava facendo tutto bene perché le statistiche dicevano avrebbero ritiri ritrovino le elezioni.

          • Bombarolo 26 Marzo 2015, 14:43

            Volevo scrivere ririririvinto

          • Appassionato_ma_ignorante 26 Marzo 2015, 19:27

            @mal, CERTA polizia non serve a niente. Il problema della criminalità è un problema irrisolto e non devo essere io a convincerti della cosa. E non ha a che vedere con la polizia.

            @Bombarolo, intanto sono molto contento che tu abbia risolto il tuo problema dell’insonnia. Ma chiedi al tuo psicologo quali percentuali di successo ha.

      • soa 26 Marzo 2015, 10:56

        Ma infatti non ho detto che fosse a posto, anzi. La megalomania viene considerata una patologia. Solo che “pazzo furioso” mi dà più l’idea di uno che non sa cosa fa, mentre lui, almeno fino ad un certo punto, è stato pienamente lucido e consapevole delle sue azioni.

    • emfal 26 Marzo 2015, 22:02

      Non riesco a capire che razza di discorsi fai sugli psicologi e sulla psicologia. Parli di statistiche che non citi, e fai discorsi qualunquisti. Proprio questo atteggiamento di avversità nei confronti di un argomento che evidentemente non si conosce, ė tipico dell’ingnoranza.. In Italia a differenza di molti paesi anglosassoni c’è ancora appunto tanta ignoranza sull’argomento, viviamo in un mondo pieno zeppo di stress ansie e pressioni, tutti quanti avremmo bisogno di un aiuto psicologico (chi più chi meno) .. Figuriamoci giocatori professionisti, sottoposti continuamente a grandi pressioni a grandi allenamenti fisici.. Agli allenamenti fisici vanno senza dubbio abbinati allenamenti mentali, come del resto fanno con ottimi risultati le squadre professionistiche americane di ogni sport o squadre come il sud africa di rugby o gli all blacks

    • fabrio13H 27 Marzo 2015, 00:08

      @Appassionato_ma_ignorante – Eh si, tanti leader hanno aperto nuove strade ai popoli e alle scienze, ma tantissimi altri leader si sono ritrovati un pomeriggio in un stadio, che so, quello di Galway, con un sessantina di punti sul groppone 😉 ….e mancava ancora un quarto d’ora e quelli continuavano a entrare nei ventidue come nel burro anche se non c’era nessuna differenza punti in ballo e, prima della fine, ne hanno schiacciate altre tre.

    • San Isidro 27 Marzo 2015, 01:27

      @Appassionato, d’accordo sul tuo discorso dell’allenatore, ma non esageriamo adesso nell’etichettare la Psicologia un “fallimento” o una “ciarlatanata” per cortesia…
      Appena pensiamo allo psicologo ci viene subito in mente il tizio che ci ascolta mentre noi stiamo sdraiati sul lettino…
      LA Psicologia è un mondo vasto e complesso, le specializzazioni che puoi prenderti in una laurea in Psicologia sono tantissime…lo psicologo non è solo lo psicoanalista o il terapista di gruppo, ma è anche il ricercatore nel campo delle scienze cognitive, delle neuroscienze, dell’intelligenza articificiale, della linguistica, della Computer Science…lo psicologo è anche quello che si occupa e studia sociologia (psicologia sociale), è quello che nelle aziende si occupa di marketing, pubblicità e comunicazione, è quello che negli ospedali e nelle ASL ha una funzione clinica, è quello che ha un ruolo cruciale di sostegno nei centri per i minori, per i tossicodipendenti, nelle carceri, ecc…
      Dire che “una prima statistica è nel tasso di impiego dei laureati in psicologia (fra i peggiori in assoluto) e questo te la dice lunga del “prodotto” che offrono o possono offire” è, perdonami, una cavolata che manca di rispetto tra l’altro a un percorso di studi serio come una laurea in psicologia…
      Dico questo da studente di filosofia che ha seguito corsi a Psicologia (con tanto di esami sostenuti) e che conosce bene la categoria, le specializzazioni, gli sbocchi e la ricerche, oltretutto qui a “La Sapienza” di Roma le ex facoltà di Psicologia 1 e 2 (ora accorpate con la con la prima facoltà di medicina) per produzione scientifica e ricerca svolta sono tra le migliori in Europa e offrono agli studenti ben 7 corsi di laurea in cui specializzarsi…

      • San Isidro 27 Marzo 2015, 01:43

        ah, e dimenticavo del grande numero di neuropsicologi impegnati quotidiniamente nelle strutture sanitarie con pazienti con deficit neuromotori, linguistici, cognitivi, ecc…

  3. MAUTRE 26 Marzo 2015, 09:24

    Chiamatelo psicologo, mental coaching, o mediatore mentale…..resta il fatto che “statisticamente” (come sostiene qui sopre l’amicoa Appassionato_ma_ignorante) l’utilizzo di un PROFESSIONISTA (ovvero qualcuno in grado di poter gestire sulla base di competenze consolidate) avrebbe sicuramente un suo riscontro nel breve-medio termine.
    I leader, in fondo, non sono altro che “mental coachin non professinisti” sono persone che hanno quella dote…..naturale.
    Il professionista “vero” e non millantato (perchè anche di quelli ce ne sono a bizzeffe) hanno la capacità di dire la cosa giusta, farti capire quale deve essere l’atteggiamento mentale giusto, farti percepire quali sono le sensazioni positive per la massima prestazione.
    Metterti nelle migliori condizioni mentali per la miglior prestazione.
    Si chiama AROUSAL LEVEL ovvero quell insieme di condizinoi mentali che influenzano anche la risposta fisiologica, e quindi la prestazione.
    Non siamo tutti uguali, c’è chi approccia un evento in maniera stressogena e chi in maniera eccessivamente adrenalinica…….la MASSIMA PRESTAZIONE si trova al picco della “curva” di questa serie di condizioni.
    Ecco, io non sono un professionista ma un semplice ex-giocatore, allenatore e appassionato della materia……ma credo di aver reso l’idea.
    Per inciso, questa tecnica di miglioramento delle performances è utilizzata a piene mani dagli ALL BLACKS e nel rugby di alto livello downunder.

    • stefano nicoletti 26 Marzo 2015, 11:38

      “I leader, in fondo, non sono altro che “mental coachin non professinisti” sono persone che hanno quella dote…..naturale.”
      Esatto, perfetto, d’accordissimo.

    • emfal 26 Marzo 2015, 22:04

      Assolutamente d’accordo su tutto..

  4. LiukMarc 26 Marzo 2015, 09:28

    Nemmeno io penso che lo psicologo risolverebbe tutto, ma non credo nemmeno che farebbe peggio. La cosa si fa strada – tra l’altro – anche su PlanetRugby, che fa una disamina più chiara e condivisibile del solito sullo stato del nostro rugby di vertice (con tanto di ” Adding both Treviso and Aironi/Zebre to the Pro12 hasn’t worked out”) http://www.planetrugby.com/story/0,25883,3551_39061,00.html

    • bak 26 Marzo 2015, 09:54

      cavolo come sono arguti quelli di PR!!! 🙂
      con bilanci delle nostre da PROD2 è impossibile fare squadre competitive tenendo conto che i nostri i migliori giocano tutti all’estero. 5 stranieri di livello su un impianto di emergenti potrebbe funzionare. Mi preoccuperei molto di più se avessimo bilanci da Clermont, Castres o Ospreys e poi finissimo ultimi e penultimi in PRO12…

      a proposito di mentalità, cali mentali ecc. forse bisognerebbe esplorare anche cosa sta accadendo nello spogliatoio… ricordo che ai mondiali nel 99 l’Italia prese un centello dagli AB, una settantina dall’Inghilterra e perse anche contro Tonga. Quella squadra non era molto diversa da quella dei “miracoli” che due anni prima vinse contro la Francia a Grenoble e con l’Irlanda a Dublino (a dirla tutta contro un Irlanda che in quei anni era a dir poco ignobile…); si seppe solo dopo che qualcosa si era “rotto” negli spogliatoi e la squadra era divisa.

      • LiukMarc 26 Marzo 2015, 10:43

        Ahahah, si be PR non sono mai i miei preferiti, ma almeno sto giro hanno scritto banalità giuste (e tutte in una volta).
        Sullo spogliatoio non saprei, nè se è un fatto tra giocatori, tra alcuni giocatori e il ct, o che…

      • Hullalla 26 Marzo 2015, 10:58

        Ridurre i problemi di Zebre e Treviso ai bilanci e’ un alibi.
        I bilanci sono sufficienti per ottenere migliori risultati.

        • malpensante 26 Marzo 2015, 11:46

          Ed enormemente superiori a quanto sia necessario per fare una figura di merda.

        • bak 26 Marzo 2015, 11:58

          @hulla
          noi Italiani abbiamo la sindrome “calcistica” per cui Davide può battere Golia; secondo me no e ti spiego la mia opinione. Quando parli di bilanci, non parli solo di squadra e di ingaggi ma soprattutto di struttura organizzativa, di staff adeguati ecc. A Parma Jimenez (ora) fa il coach e l’allenatore degli avanti, magari taglia l’erba e De Marigny allena i 3/4, fa lo skill coach e magari stira le maglie… se ti confronti con lo staff degli Ospreys o del Leinster cosa ne deduci?

          Ma la stessa cosa accade anche con la Nazionale dove uno staff composto da Brunel – DeCarli – Berot deve fare tutto. Le nazioni tier 1 hanno staff che rispetto a noi presentano in più almeno un allenatore della difesa, uno della touche e uno dei calci; alcune sono dotate anche di allenatori per i punti di incontro… fai te. 😉

          • malpensante 26 Marzo 2015, 12:06

            bak, quello non si chiama bilancio povero, si chiama essere dei mestieranti incapaci e presuntuosi che buttano via i soldi che hanno, pochi o tanti che siano.

          • bak 26 Marzo 2015, 12:17

            @mal
            sono d’accordo, ciò non toglie che il bilancio sia povero, poi se viene anche sprecato…

          • Hullalla 26 Marzo 2015, 12:40

            Ne deduco che gli Ospreys (ma diciamo anche Connacht, gia’ che ci siamo) spendono meglio i loro soldi, che sono piu’ o meno gli stessi che abbiamo noi.
            Tolosa gioca in un altro campionato.

          • Hullalla 26 Marzo 2015, 12:43

            Il primo anno gli Ospreys hanno fatto all’incirca gli stessi risultati degli Aironi e delle Zebre (con all’incirca lo stesso budget).
            Peccato che col passare degli anni i risultati abbiano dimostrato una certa divergenza con quelli delle Zebre, e senza l’intervento di Budijellai… ne di Benetton…

  5. zappinbo 26 Marzo 2015, 09:31

    Scusate, ma l’aspetto mentale non é parte integrante di questo sport?
    Di ogni sport?
    Come i pallonari parlano sempre dell”arbitro, noi che invece siamo verginelli, fino a quando con il stucchevole ritornello del calo mentale???
    Ma dai!!

  6. Camoto 26 Marzo 2015, 09:33

    A mio avviso nella partita Italia Galles l’unico problema psicologico è stato che dopo un tempo in cui abbiamo giocato oltre le nostre possibilità non siamo riusciti ad avere la meglio. Ovvio che se gli altri ad un punto ti fanno capire di poter accellerare ancora e tu non gli stai dietro crolli anche psicologicamente.
    Se bisogna farli stare meglio, dategli un game plane migliore, un leader come allenatore e per favore allenate al meglio una mediana che riesca a variare gioco.
    Nelle zebre anche il fenomeno Leonard continua a sfiancare i nostri avanti senza variare gioco.

    • malpensante 26 Marzo 2015, 10:02

      Su Leonard, concordo. Vale il prezzo del biglietto, ma ammazza gli altri 14. Il problema però è che se si mette a giocare al livello della squadra, il biglietto dovrebbero pagarlo agli spettatori.

  7. soa 26 Marzo 2015, 09:37

    “in cui la squadretta degli sfigati batte i bulli del collage”
    Insieme ai temibilissimi delinquenti del bricolage e del patchwork.

  8. venezuela 26 Marzo 2015, 09:40

    Non conoscendo sufficientemente l’ argomento non saprei dire se quella dello psicologo possa essere la via giusta…personalmente lo sport come lo intendo io, vorrei fosse libero sia dagli psicologi che dalla tecnologia (non permetterei l’ uso del gps in partita)….ma forse sono troppo romantico….oppure antico.

  9. giodeb 26 Marzo 2015, 09:46

    la cosa più strana è che io giocavo nelle giovanili della RugbyRoma quasi 10 anni fa ormai e noi avevamo lo psicologo dello sport che ci seguiva. Era lo psicologo della prima squadra ma un pomeriggio a settimana lo passava con noi. Ricordo che ci faceva ripetere i nomi dei compagni di squadra ruolo per ruolo, chi era il capitano chi calciava, ecc. Oppure ci fecero riempire una tabella con i nostri punti di forza e su cosa dovevamo lavorare, poi integrata dall’allenatore, io ho trovato la mia in un cassetto a casa poco tempo fa! Inoltre metteva molta enfasi sull’allenamento mentale, io passavo 20 minuti al giorno a pensare di lanciare una touche (giocavo tallonatore).

    Mi sembra strano che la nazionale non abbia uno psicologo quando una media squadra di eccellenza 10 anni fa lo aveva!

    • Appassionato_ma_ignorante 26 Marzo 2015, 10:24

      @giodeb, ottima idea quella di far fissare bene a mente i propri ruoli ai diversi giocatori e ripassare gli schemi, ma… questo è un lavoro da allenatore (forse il primo) e da leader della squadra. Se un allenatore lo delega a uno psicologo, rinuncia a quello che secondo me è il 50% del suo compito.

      • giodeb 26 Marzo 2015, 14:26

        Spesso il lavoro veniva svolto insieme da allenatore e psicologo e credo fosse diverso da quello della prima squadra e quello delle giovanili (io all’epoca ero in U17). Ma non so dirti molto altro, noi spesso la prendevamo anche sul ridere dato che spesso l’incontro con lo psicologo avveniva durante le riunioni tecniche il mercoledì quando non c’era neanche allenamento.

  10. M. 26 Marzo 2015, 09:52

    Me lo sto sognando o ci fu un periodo in cui in nazionale c’era una specie di mental coach, uno che parlava di cose come “resilienza”. Mi pare di ricordare un’intervista tipo nel periodo dello scorso mondiale. Qualcun altro ricorda qualcosa del genere?

    • Giovanni 26 Marzo 2015, 10:58

      La resilienza ha a che fare con la morbistenza…?

      • malpensante 26 Marzo 2015, 11:50

        In parole auliche e scientifiche la resilienza è il motivo per cui se arriva un tir addosso a due gemelli quarantenni e che abbiano fatto esattamente le stesse esperienze, uno salta via come una pulce e l’altro si caga addosso e ci resta sotto.

        • Sergio Martin 26 Marzo 2015, 17:41

          Propongo @Malpensante come mental coach!

          • Giovanni 26 Marzo 2015, 18:26

            Malpen coach

    • Hullalla 26 Marzo 2015, 11:02

      Si, c’era ed era un ex-giocatore.

      • ChGrossi 26 Marzo 2015, 17:49

        Macchè ex-giocatore! Credimi. lo conosco. e quello di palloni ovali non ne ha mai visti. Infatti Berbizier l’ha mandato via appena prima del Mondiale.

  11. malpensante 26 Marzo 2015, 09:56

    Chiamansi mentalità e strutture di gioco, e sono le due cose che servono quando le cose si mettono male. In nessuno dei due casi lo psicologo è indispensabile, probabilmente utile. Indispensabile è dare un gioco strutturato ed efficace a 60 ragazzi, in base alle caratteristiche che esprimono e che possono esprimere, flessibile a second di chi, come, dove e quando incontri. Siamo passati dal Piave ad Alamo dove nessuno sapeva cosa fare e, storicamente, son morti tutti. La mentalità, difficile non dare ragione ad Alberto: c’è un intero movimento abituato all’alibosi più puzzolente, perdenti prima di cominciare almeno quanto presuntuosi, convinti che la qualità si compri, soprattutto coi soldi degli altri, con obiettivi mai pratici e quantificati ma sempre slvifici e immateriali. Lo psicologo di gruppo mi sembra una stronzata colossale, tra l’altro non proprio in linea con le buone prassi visto che una squadra non è una famiglia: la psicologia è una cosa seria e individualmente o per nuclei familiari è uno strumento utilissimo. Il mental coach è un’altra cosa, c’entra meno con la psicologia e più con lo staff, di sicuro non fa male ma ce n’è meno bisogno se hai un coach per i calci, il gioco al piede, la touche, i punti d’incontro, il gioco aereo, e così via. E di meno balle.

    • M. 26 Marzo 2015, 10:16

      Concordo con Mal. Per altro da qualche parte c’è un organigramma ufficiale delle figure inserite nel nostro staff e dei rispettivi ruoli?
      Attualmente io so:
      Brunel – capo allenatore.
      De Carli – allenatore degli avanti.
      Berot – allenatore dei trequarti (e forse dei calciatori).
      Troiani – team manager.
      Sanguin – preparatore atletico.

      Ci sono altri che scordo?

    • stefano nicoletti 26 Marzo 2015, 11:23

      Chiedilo ai professionisti dell’NBA e dell’NFL dove questa figura c’è ovunque e in pianta stabile.

    • San Isidro 27 Marzo 2015, 02:10

      d’accordissimo, @mal vescovo di Piacenza subito!

  12. Galeone 26 Marzo 2015, 10:04

    Non c’entra con la tematica trattata dall’articolo, ma visto che nello stesso lo si cita, vorrei spezzare una lancia a favore di Kirwan. ma perché non lo riprendiamo al volo?

    Ad Aprile è verosimile che venga fatto fuori, noi con Brunel ormai è un tirare a campare…..

    Si approfitti delle prossime sette partite (mondiale incluso) per sperimentare, per modificare , per lanciare nuovi giocatori. Cosa ce ne frega arrivare al mondiale con tutti i nostri senatori stremati, ai quali va cmq il massimo dei ringraziamenti , se dopo sei mesi al massimo appendono giustamente le scarpe al chiodo? Per fare raggiungere il traguardo dei 100 e passa cap?

    Ripeto che si colga l’occasione delle prossime 7 partite tutto sommato potabili e 4 possibili ( anche la Francia e l’Irlanda non vorranno sbranarci alla Galles maniera, dopo la quarta meta rifilataci tireranno i remi in barca pensando ai quarti) per creare un nuovo gruppo, un nuovo gioco atto a proiettarci con piu’ sicurezza al futuro.

    Con tutto il rispetto, ma cosa ce lo teniamo a fare Brunel se tra un anno ad andare bene, molla la baracca lasciando un cumulo di macerie?

  13. luis 26 Marzo 2015, 10:07

    Personalmente credo che questa figura possa e debba essere integrata nello staff tecnico delle squadre professionistiche. Ci si allena su tutto, credo sia importante allenare anche la mente a reggere il confronto ad alti livelli così come lo si fa a livello fisico.

  14. Stefo 26 Marzo 2015, 10:18

    Che la figura del mental coach possa servire ed aiutare una squadra e’ amio avviso fuori discussione, ma attenzione iniziamo ad usare i termini al riguardo in maniera corretta, psicologo e’ una cosa, mental coach e’ un’altra, non e’ semplice semnatica ma si crea confusione tra le cose in un ambito dove non si dovrebbe.

    Il mio timore e’ pero’ che si sia trovato un po’ il nuovo capro espiatorio unico a cui attaccarsi, la tenuta mentale, come se questo fosse il vero e unico problema di una formazione che ha in realta’ problemi di organico (sia nel XV iniziale che nella profondita’), problemi tattici (si voglia continuare a portare Brunel tatticamente questa squadra continua ad avere enormi problemi sia in difesa che in attacco), problemi di staff ben piu’ urgenti kicking coach, allenatore specifico dei punti d’incontro (una stagione l’ha avuto una stagione hai fatto enttamente meglio al riguardo).

    • Appassionato_ma_ignorante 26 Marzo 2015, 10:44

      Sottoscrivo. Ci vogliono entrambe le cose. Un mental coach può essere anche solamente un buon leader.

    • stefano nicoletti 26 Marzo 2015, 11:31

      Un tecnico dei calci ti insegnare a calciare e ti da sicuramente le basi tecniche per calciare meglio e sentirti più fiducioso dei tuoi mezzi. Però se quando vai a calciare te la fai addosso, perchè senti la pressione e la responsabilità, i calci li sbagli anche se sei il migliore del mondo. Non è psicologia, è matematica. Così per i calci, così per i passaggi, così per il semplice tenere il pallone stretto in mano.
      La tecnica è la base, ma come diceva qualcuno “impara la tecnica e poi dimenticala”

      • Stefo 26 Marzo 2015, 11:39

        Se non e’ chiaro io parlo di PRIORITA’…c’e’ poco da menarsela col mental coach se tecnicamente non sei in grado di fare certe cose e se fisicamente non sei in grado di reggere l’avverdario…metti a posto rpima quelle cose, e poi parlami di mental coach…priorita’!

        • stefano nicoletti 26 Marzo 2015, 11:53

          Non sono d’accordo nel nostro caso.
          Quali sarebbero le mancanze tecniche dei nostri nel primo tempo contro il Galles?
          Buona difesa, buon attacco, calciatori che segnano… è evidente che non è un caso.

          • malpensante 26 Marzo 2015, 11:56

            Devo aver visto un’altra partita. Mah.

          • Stefo 26 Marzo 2015, 12:02

            anche io ho visto un’altra partita…poi detto fuori dai denti se per i piazzatori ci si deve basare su 40 minuti…beh amen!

      • malpensante 26 Marzo 2015, 11:55

        Se sei in quelle condizioni, il calciatore lo fa un altro perché la concentrazione e togliersi la pressione è uno skill indispensabile. Se non ce l’hai, sei uno che calcia ma non un piazzatore.

        • stefano nicoletti 26 Marzo 2015, 13:00

          Allora Sexton nel finale con la Scozia, nel calciare per i punti che potevano valere il 6 Nazioni, cos’era?

        • malpensante 26 Marzo 2015, 15:37

          Noi risponderemo a ciò citando due righe di un buon vecchio scrittore di favole russo: “le aquile possono saltuariamente volare più in basso delle galline, ma le galline non potranno mai salire alle altitudini delle aquile”.

    • xnebiax 26 Marzo 2015, 12:56

      D’accordo con Stefo.
      Psicologo e mental coach non sono la stessa cosa.

    • mezeena10 26 Marzo 2015, 14:14

      esatto stefo, c’ è parecchia confusione noto..
      e ribadisco anch’ io, prima di puntare su un mental coach sarebbe necessario avere uno skills coach, un allenatore per i punti d’ incontro, un kicking coach!
      come detto puoi esser fortissimo mentalmente, ma se non riesci a fare l’ abc della tecnica, ti serve a poco!

  15. bebbone 26 Marzo 2015, 10:20

    Magari anche solo un motivatore come Mike Horn per la Germania nel 2014

  16. TommyHowlett 26 Marzo 2015, 10:23

    Vedere le espressioni in viso dei nostri dopo la prima meta subita nel secondo tempo contro il Galles per capire, senza essere psicologi, che la testa si era improvvisamente ed irrimediabilmente spenta. Qua più che un esperto di psiche ne servirebbe uno di esoterismo…

  17. stefano nicoletti 26 Marzo 2015, 11:21

    L’aspetto psicologico è fondamentale.
    L’ansia da prestazione non è un’opinione, ma un dato di fatto clinico da trattare adeguatamente nello sport e nella vita.
    Se non fosse un problema, allora il Viagra non avrebbe un mercato sufficiente per essere profittevole.

    • malpensante 26 Marzo 2015, 12:01

      Se qualche milione di settantenni vuol farsi tre trombate di fila in una sera, vedi che il mercato del viagra vola. Per i ventenni con l’ansia di prestazione, non l’avrebbero inventato.

      • stefano nicoletti 26 Marzo 2015, 12:59

        Permettimi, anche se non sono un ventenne (e neanche un settantenne): sei poco informato.

      • gsp 26 Marzo 2015, 13:56

        l’invenzione e’ stata una botta di c..o.

        • gsp 26 Marzo 2015, 13:56

          🙂 🙂 che e’ una battuta.

        • Sergio Martin 26 Marzo 2015, 17:52

          Il bello è che è andata proprio così: volevano inventare un farmaco per cardiopatici. Hanno scoperto che per la loro patologia non faceva quasi niente, ma in compenso aveva un utile effetto collaterale….

  18. berton gianni 26 Marzo 2015, 11:25

    Come diceva Mughini : aborro Freud e tutta la psicologia.
    E’ l’anticamera della psichiatria e della resa mentale dell’uomo che demanda tutto.
    Ok, l’uomo non e’ piu’ pioniere o navigatore e vive solo se ha il navigatore, anche solo per trovare la via del cesso.
    Psicologia ? Si finisce come gli statunitensi che vivono con l’analista in tasca e hanno contatti coi propri figli solo attraverso i post it.
    Solita cultura dell’alibi.
    Qui ci vuole che la Fir si decida a dare carta bianca ad un CT responsabile di tutto.
    Che possa costruirsi il suo staff in piena autonomia, compreso un mental coach.
    Invece, a parte tutto : mi piacerebbe che venisse ingaggiato Shaq O’Neal che, a fine partita, tiri un bel po’ di “cartoni” ai giocatori…altro che psicologo della minchia…!

    • stefano nicoletti 26 Marzo 2015, 11:33

      I padri che maltrattano i figli per farli diventare campioni generano due fenomemi: pochissimi campioni e un esercito di falliti frustrati.

      • berton gianni 26 Marzo 2015, 13:28

        Se mi permetti la battuta :
        a te, da piccolo, devono averti gonfiato spesso…

    • Appassionato_ma_ignorante 26 Marzo 2015, 11:33

      Standing ovation.

      • Appassionato_ma_ignorante 26 Marzo 2015, 11:34

        Standing ovation a gianni berton, ovviamente.

    • Gino Raschi 26 Marzo 2015, 11:37

      veramente Mughini diceva “Aborrrrrrrro”

    • Gino Raschi 26 Marzo 2015, 11:39

      naturalmente quoto tutto; meno psicologia e più buon senso.

    • emfal 26 Marzo 2015, 22:30

      Assolutamente in disaccordo sullo figura dello psicologo.. Non facciamo confusione, un conto ė pensare che lo psicologo sarebbe la panacea di ogni male( niente di più sbagliato ), un conto ė dire che lo psicologo può essere una figura professionale molto importante ( al livello delle altre figure professionali che dovrebbero comporre uno staff ). Sicuramente a livello di priorità ci sono ancora molte cose che non funzionano nel nostro sistema rugby in Italia prima di dire poter pensare che l’unico problema sia quello mentale, ma sicuramente delle figure professionali che allenino la mente non sarebbero un male.. Ogni sport ė composto da diversi aspetti ( fisico, tecnico, tattico, atletico e mentale ), per quale motivo gli altri aspetti ė lecito che siano allenati e quello mentale no? Ritengo sia un pensiero piuttosto ottuso quello di escludere la psicologia per partito preso..

  19. Gino Raschi 26 Marzo 2015, 11:33

    Non ho mai letto un articolo di una banalità e di un pressapochismo assoluti come questo pubblicato oggi. L’ultima frase “…copiare senza capire…” è veramente la ciliegina su una torta farcita di superficialità a dosi infinite.

    • mezeena10 26 Marzo 2015, 14:17

      e allora nuovo verbo, dicci tu cosa non è banale e condito pressapochismo..
      rispetto per il lavoro altrui mai eh???
      ma chi sei???

  20. Alberto da Giussano 26 Marzo 2015, 11:52

    Il mental coach e l’aiuto psicologico sono dei supporti che svolgono la loro funzione in un atleta perfettamente allenato e in forma. Idem per una squadra. Atleti e squadra devono essere perfettamente allenati e performanti.
    Il mental coach non è la scappatoia se Il buon Venditti perde la palla mentre sta andando in meta o se Castro volge la schiena al MM avversario che va in meta.

    • alex74 26 Marzo 2015, 18:15

      buonasera Alberto,
      non sono sicurissimo di questo: quando c’è troppa ‘ansia da prestazione’, e troppa pressione, secondo me c’è maggiore possibilità di commettere errori banali e di cercare la giocata al di sopra delle proprie possibilità.
      lo dico anche per la mia più che modesta esperienza personale.
      ed in tutte le partite della nazionale si ha sempre la sensazione che si giochi al limite. basta un episodio è si va nel pallone. ho avuto questa sensazione anche vedendo la partita al Murrayfield: sul 16-8 se avessimo preso anche solo tre punti probabilmente avremmo preso un’altra imbarcata. anche se ovviamente non c’è una controprova….

  21. xnebiax 26 Marzo 2015, 12:48

    Nota: tra le prime 4 squadre in classifica nel Pro12 solo gli Ospreys hanno uno psicologo come membro dello staff.

  22. danilo 26 Marzo 2015, 13:08

    il calo nei secondi tempi e’ causato soprattutto dal finire della benzina, che poi ti fa fare crack nella testa. Meno qualita’ tecniche, fisiche, decisionali e di know-how del gioco, eh si’ anche di solidita’ mentale… in poche parole giocatori + scarsi = piu’ va avanti il match piu’ si ha un calo prestazionale (e’ ovvio che abbiamo + probabilita’ di battere gli AB in un eventuale partita di 20 minuti che in una di 80)

    Detto questo, se e’ vero che l’Italia ha uno staff cosi’ ridotto, e’ abbastanza ridicolo x una nazionale di una union con un budget importante e che da anni ha scelto strategicamente di puntare sulla punta della piramide invece che sulla base. E in uno staff completo chi lavora sulla testa ci va eccome.

    • mezeena10 26 Marzo 2015, 14:20

      prima pero devi lavorare sulle abilita tecniche! senza skills hai meno consapevolezza nei tuoi mezzi e di conseguenza giochi fuorigiro all’ inizio per crollare poi..
      prima di un mental coach servirebbe uno skills coach, un kicking coach, un allenatore per i punti d’ incontro..
      quando hai un bagaglio tecnico decente lavori sulla testa per oltrepassare i limiti!

  23. carlo s 26 Marzo 2015, 13:08

    Ragazzi, quella di Castro è una provocazione.
    Lo psicologo, il motivatore…, ma per favore!!! Questo è il ruolo che in ogni sport ha l’allenatore e in campo i vari leader.
    Domenica i leader della nostra squadra erano Ghira, Biagi e Castro erano loro a guidare. Dovevano rimanere in campo fino alla fine e sputare sangue per la squadra. Brunel li ha tolti, tutti insieme.. ed è crollato tutto. Questa scelta di Brunel è stato un errore gravissimo dell’allenatore!!!, dimostri di non aver capito nulla della tua squadra e degli equilibri che si sono creati, e dei leader che hai che ti possono fare la differenza in campo!!

    Guardate ad esempio l’Irlanda in tutto il torneo. Il loro leader non era certo il tanto osannato Sexton ma O’Connel , e benché questo signore sia il più anziano (35 anni) e forse durante le partite uno di quelli che faceva più fatica a recuperare, Joe Schmidt non ha mai pensato a sostituirlo durante la partita.

    Poi ancora, mi giravano a mille quando Munari continuava a dire che l’Italia prima o poi sarebbe crollata, e lo diceva quando eravamo noi davanti nel punteggio. Penso che questo pensiero lo avessero in testa anche i giocatori.

    Se entri in campo con quello spirito (perdente!!!) allora certamente prima o poi crollerai…..
    Non servono gli psicologi…. bisogna metterci quel carattere e intelligenza (anche emotiva) che hanno i leader e i campioni

    E non mi si venga a dire che il rugby è uno sport diverso, dagli altri…

    • fr78it 26 Marzo 2015, 15:13

      …lo psicologo sportivo dovrebbe servire proprio come aiuto a mettere il carettere, a rimanere concentrati, a non abbattersi o avere lo spirito “perdente” , come dici all’inizio questo è il ruolo di allenatore e leader in campo, ma nessuno vieta a una squadra di alto livello, che voglia spingersi oltre da un punto di vista motivazionale, di dare un aiuto ad allenatore e leader in questo lavoro affiancando una persona con una preparazione specifica che possa anche formare l’allenatore sulla gestione mentale dei giocatori. A certi livelli si lavora sui dettagli in modo maniacale !

      Siamo poi d’accordo che all’italia non servirebbe a nulla uno psicologo, primo perchè tutto si può dire tranne che i nostri giocatori non giochino ogni partita oltre le loro possibilità !
      E secondo perchè il fatto che puoi avere carattere, convinzione, psicologo, spirito, palle, puoi sputare sangue o quel che vuoi, ma se viaggi in bicicletta non puoi arrivare prima di uno che viaggia in una super-car (a meno che questo si fermi al bar). Al massimo in centro città puoi toglierti la soddisfazione di raggiungerlo al semaforo, ma appena viene verde lui ti saluta. In questo senso le parole di Munari più che espressione di spirito perdente io le ho interpretate come voce di una consapevolezza che dovremmo avere tutti ormai.
      Avessimo incontrato tre settimane prima il galles, magari sul 28 a 13 è probabile che loro avrebbero pensato a risparmiare energie, e noi saremmo qui a parlare di un’Italia sulla buona strada che mette in difficoltà il galles e perde di poco perchè magari l’ultima meta ce l’avrebbero regalata comunque e sarebbe finita 28 a 20!

      Non mi meravglio dunque delle parole di Munari, ma di chi pensa che basti un pò di determinazione in più per colmare il gap tra italia e queste squadre!

  24. fr78it 26 Marzo 2015, 13:29

    Se parliamo di psicologia nello sport mi va bene ed è anche interessante farlo.
    Ma pensare che l’Italia abbia perso con il Galles per un crollo mentale mi sembra quanto meno ipocrita e poco obiettivo.
    Il discorso psicologico invece è interessantissimo, l’ultima giornata di 6N con le tre partite caratteizzate da una lotta contro la differenza punti lo dimostra, ed evidenzia quanto ogni risultato andrebbe valutato nel suo contesto anche motivazionale e psicologico. Ad esempio se l’irlanda fosse venuta a Roma con le motivazioni del galles siete sicuri che non ce ne avrebbe dati 50 ?
    In questo 6N le energie mentali possono davvero aver fatto la differenza e si può anche dire che l’irlanda si è dimostrata più solida mentalmente (o semplicemente fortunata) perchè se pensiamo agli ultimi minuti delle ultime tre partite vediamo che:
    -galles prende una meta dall’italia
    -irlanda salva una meta fatta della scozia
    -inghilterra non riesce a superare gli ultimi due metri di campo francese

  25. nz71000 26 Marzo 2015, 14:18

    La nostra Nazionale ha sicuramente bisogno di un movimento che sappia sviluppare tutte le qualità tecnico-tattiche e fisiche dei nostri atleti, soprattutto dei giovani, e su questo non ci piove.
    Sono anche dell’idea che il fattore mentale nelle prestazioni sportive, e non solo, sia di fondamentale importanza, soprattutto ad alti livelli dove, proprio perché le pressioni esterne: importanza del risultato, accettazione da parte di una vasta gamma di osservatori di livello Europeo come IRB e leghe Varie, messa in discussione del proprio stipendio e quindi della propria vita, ecc. diventano enormi.
    Il fatto che i giocatori di Alto Livello siano dei super-atleti non toglie che siano anche persone, con un passato di ogni genere (che influisce notevolmente sulla sfera mentale dell’individuo), che possano essere soggetti ad insicurezze, timori, inquietudini del quotidiano, tutte cose che trovo normali. A maggior ragione se affidati ad una gestione Tecnica ed Amministrativa vacillante e vaporosa.
    Penso quindi che i problemi legati al movimento restino, ma penso anche che in un’ideale staff di livello professionistico sia importante una figura QUALIFICATA che si occupi della prestazione mentale, individuale e collettiva, degli Atleti, atta superare gli stress causati dalla continua richiesta di prestazione.
    Ma, d’altronde, viviamo nel Paese dove chi si occupa della salute mentale, dalla Psicanalisi alla Psicologia Sportiva, non è nient’altro che il madico dei pazzi!!!!!!
    Pensiero personale

  26. nico 26 Marzo 2015, 16:10

    anche perche sti ragazzi cedono mentalmente e cominciano a fare cazzate che nn farebbero mai normalmente

  27. Sergio Martin 26 Marzo 2015, 17:49

    Il mental coach, o psicologo, o motivatore: perchè non provare? A patto che:
    1) sia solo uno dei vari componenti di uno staff iperspecializzato, comprensivo di allenatori della mischia, dei calciatori, dei trequarti dei punti di incontro ecc., dando uno sguardo per la composizione dello staff a quello che fanno All Blacks e Inglesi, per esempio, e prendendo gente che ha un curriculum in cui può esibire risultati di rilievo in quello che va ad insegnare…; e, quindi,
    2) l’incarico non sia affidato al solito amico dell’amico, ma a un professionista che si sia distinta nel campo del rugby o di altri sport di squadra per i risultati conseguiti;
    3) non sia un alibi per coprire le carenze.

    • San Isidro 27 Marzo 2015, 02:21

      concordo che si potrebbe provare una figura simile nel nostro staff ed hai ragione su tutti e tre i punti…

  28. HumptyDumpty 26 Marzo 2015, 17:50

    Consiglio a tutti questo libro: In the zone – TIm Goodenough

    • berton gianni 26 Marzo 2015, 19:36

      Il cognome e’ tutto un programma !
      C’e’ da fidarsi ? Io da Tim sono passato a Wind…

      • jazztrain 26 Marzo 2015, 20:05

        Da Wind sino a Vodafone passando per 3.. sempre buono abbastanza

        Goodenough!

        😀

    • malpensante 27 Marzo 2015, 10:33

      Come sempre OnR rules: dopo la ronda semiotica si intravede la ronda neurosemantica 🙂

  29. Giovanni 26 Marzo 2015, 18:40

    Provo ad immaginare lo psicologo alle prese coi nostri calciatori.
    “Chiudi gli occhi e concentrati: ora hai appena poggiato il pallone sulla piazzola, ti allontani per preparare la rincorsa, la folla attorno a te trattiene il respiro, lanci lo sguardo verso i pali in lontananza e…”
    “AAAAAARRRGGHHHHHHHHHHHHHHH…..”.
    😀

    • alex74 26 Marzo 2015, 19:05

      ciao Giovanni,
      credo che ai nostri calciatori debba essere data come lettura obbligatoria per le vacanze il libro “rugby quantistico” in cui sir Johnny spiega come si allena lui sui calci…
      oltre ad un buon supporto mentale, che ormai temo il problema sia nella loro capoccetta…

  30. jazztrain 26 Marzo 2015, 20:04

    Più che uno psicologo ci vorrebbe un buon allenatore per i calciatori; se non avessimo sbagliato i piazzati contro la Francia non saremo crollati psicologicamente.

    • alex74 26 Marzo 2015, 20:37

      il problema è proprio quello: non puoi crollare perché non entrano due calci. la nostra nazionale dipende troppo, o almeno più delle altre, dai singoli episodi. non puoi sempre sperare che vada tutto bene. questo avviene ogni 10 partite, che è più o meno il nostro rapporto vinte /perse.

    • San Isidro 27 Marzo 2015, 02:24

      è vero, contro la Francia è andata proprio così…

  31. ginoconsorsio 26 Marzo 2015, 20:56

    Signori, già detto e scritto nei precedenti articoli sulla sconfitta del Galles. Ripetuta juvant? Mah, chiudere la porta della stalla dopo che le mucche son fuggite, serve a niente!

  32. delipe 26 Marzo 2015, 21:22

    Buonasera,
    In tutta onestà non comprendo le motivazioni di questo servizio.
    Nascono forse da alcune frasi espresse da alcuni giocatori “a caldo” dopo l ultima sconfitta troppo pesante ?
    E davvero un problema sentito e necessario da porre ?
    Personalmente credo sia un falso problema se non cavalcare un momento emotivo e una non-notizia, con tutto il rispetto.
    Il miglior psicologo per uno sportivo e innanzitutto se stesso.
    Per un gioco di squadra l allenatore …e per il rugby, anche e molto, il gruppo che si forma “spalla contro spalla”.
    Perche mai come nel rugby, a mio parere, questo aspetto conta.
    Forse e l unico sport dove per arrivare al punto finale si passa dal lavoro e dalle mani di tutti (la meta), salvo rari casi di gioco.
    Senza contare che il lato psicologico è nel gap che abbiamo nella tradizione, nel fatto (stereotipo?) di essere latini, nella confidenza con i fondamentali nelle fasi piu critiche, nel non poter far vivere quella improvvisazione, estro e fantasia che a volta in altri sport ci sono d aiuto, ma che nel rugby servono raramente.
    Quest ultima cosa perche il rugby e uno sport “sincero” dove vince davvero chi merita, difficilmente si vince per fortuna.
    Una partita a scacchi e senza poter tanto improvvisare.
    Questo e il mio pensiero.
    Ritengo infine che giocatori ormai a conclusione di carriera (fantastica, lodevole e di cui non finiro mai di ringraziare) debbano interrogarsi dentro se stessi se possono ancora dare un apporto fisico e non solo di esperienza e di “mestiere”, come ad esempio il ruolo di pilone (senza fare nomi) . Ci occorre l esperienza ma ci occorre anche essere in forma senza trotterellare in campo. Il Mondiale è difficile, duro e giocato in pochissimi giorni.
    Cominciamo ad essere un po’ psicologi di noi stessi, non “a caldo” ma a freddo e lontano dai riflettori, con onestà intellettuale, voglia di combattere, umiltà, voglia di dimostrare a se stessi di essere ancora TOP e infine un po di ironia che sappiamo un nostro grande dono.
    Su Castro….continua a lavorare duro…poche ciance, con affetto 🙂

    Scusatemi per la lunghezza.

  33. San Isidro 26 Marzo 2015, 23:20

    Ma l’Italia già ce l’ha uno psicologo in gruppo. Quintino a Johannesburg si è preso una laurea in psicologia con indirizzo in psicologia dello sport!

    • San Isidro 26 Marzo 2015, 23:20

      #quintinomentalcoach

    • berton gianni 26 Marzo 2015, 23:24

      …ed essendo un appassionato di il Rugby & le Tette, ha ottenuto la laurea Honoris Causa…

  34. ginoconsorsio 27 Marzo 2015, 08:32

    Beh, perché no? Anche quelle possono essere uno stimolo. Ma non denigrate l’argomento, né sottovalutatelo. Moltissimi altri sport professionistici usano un mental coach, ed il rugby non ne è immune.
    A questo si unisca il carattere latino…. et voilà les figures du merde sont arrivee!!!! A bientôt!

  35. Legionario 27 Marzo 2015, 23:25

    La Francia il mental coach lo ha, se lo è portato dietro e fino negli spogliatoi. Poi ovviamente ci sono tanti fattori ma negare il peso dell’aspetto mentale è negare l’ovvio.

  36. amedeolupo52 7 Aprile 2015, 02:34

    Mancava lo psicologo. Fatemi il piacere di essere seri. La Francia il sud Africa hanno il dottorino ma non i risultati. Prima c’erano le onorevoli sconfitte ora lo psicologo domani il prete con la comunione come i toreri in Spagna. Ma che fine hanno fatto le palle ? 45 anni fa lavoravo e dalle 21 alle 24 mi allenava e la domenica se qualcuno passa dalle mie parti gli staccavo a morsi un oncia di carne, il lunedì ritornavo a lavorare con un occhio nero ma contento.

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