Eleggibilità, la World Rugby pronta a cambiare. Italia divisa?

Il presidente Lapasset annuncia modifiche. La FIR sarebbe contraria, ma Dondi si dice favorevole

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Fabruz 23 Febbraio 2015, 12:28

    Sotto i 18 anni è peggio che a 25. Così condanniamo i francesi perché sfruttano l’importanza del loro campionato per eleggere i sudafricani, però poi diamo via libera a inglesi e neozelandesi di fare incetta di sedicenni isolani?
    Uno dovrebbe giocare nella nazionale per cui ha la nazionalità, con tutto il rispetto degli eleggibili.

    • western-province 23 Febbraio 2015, 12:57

      guarda che NZ di sedicenni isolani hanno solo fekitoa, tutti gli altri isolani bene o male in NZ ci sono nati
      per l’inghilterra i vunipola e i tuilagi sono figli di giocatori isolani stabiliti in angliaterra a fine carriera

      peggio sicuramente è il caso Uini che è arrivato 18enne a LaRochelle

    • Stefo 23 Febbraio 2015, 12:59

      I francesi sono ben ben al passo con inglesi e francesi sui minorenni coi loro progetti di accademie o collaborazioni con club nelle isolde del pacifico…reazione alla regola dei Jiff.

  2. Rabbidaniel 23 Febbraio 2015, 12:41

    Cominciamo ad alzare a 5 gli anni per l’eleggibilità e a considerare vincolante l’U20, che sono le cose più semplici.

    • venezuela 23 Febbraio 2015, 13:47

      quoto….semplice e fattibile da subito

    • lupo 23 Febbraio 2015, 14:30

      sarebbe un inizio semplice ed efficace…#fermiamo le piroghe

    • Hullalla 23 Febbraio 2015, 16:22

      Speriamo che non facciano intervenire i complicatori di cose semplici professionisti…

    • fabrio13H 23 Febbraio 2015, 17:04

      Oltre alla maggiore, vincolante la convocazione non rifiutata per qualsiasi nazionale giovanile senza che occorra l’ingresso in campo. Non ci avevo pensato ma va ad aggiungersi alla proposta che ho maggiormente dettagliato sotto. Ammetto che sono forse un po’ estremista ma partire dal massimo per, eventualmente, trattare non l’ho inventato io 😀

  3. gsp 23 Febbraio 2015, 12:42

    Io prefersico mille volte la chiarezza della regola 8 a quella del CIO. poi magari si puo’ estendere da 3 a 4 o 5 anni. non so se avete presente come funziona per il CIO.

    poi che tutte le squadre facciano lo stesso gioco, non capisco che abbia a che fare con la regola della residenza.

    ed il fatto che non attiriamo piu’ Dominguez, e’ dovuto ad un fatto incotrovertibile. le nostre squadre non hanno l’appetibilita’ per fare quello, in termini di possibilita’ di vincere e pagare. Fai diventare Treviso (o i Lupi) competitivo come Glasgow e ricomincerei ad attrarre quelli bravi. messa cosi’, come la mette Dondi ed altri, mi sembra una licenza a naturalizzare solo per i piu’ ricchi, e non per i poveri.

  4. xnebiax 23 Febbraio 2015, 12:56

    Io premetto che a me la regola dell’eleggibilità nel rugby mi piaceva: giochi per la nazionale del paese dove lavori, il paese che ti vuole trai i loro giocatori. Per me, il principio non è sbagliato, ma le buone intenzioni originarie della regola sono ormai sconvolte.
    La regola non serve più ai paesi con cultura rugbistica deficitaria a colmare alcune lacune, (o almeno, solo a volte), ma serve ai paesi con un campionato ricco economicamente a sottrarre talenti a nazioni più deboli economicamente (soprattutto Fiji, Samoa, Tonga e Sud Africa).
    Romania o Georgia non hanno alcun profitto da questa regola, e nemmeno USA e Canada a cui non mancano soldi ma bensì un campionato pro.
    Insomma, la regola va cambiata, ma il principio spero venga in qualche modo mantenuto.
    Se in Nuova Zelanda sei chiuso da tanti altri giocatori e vai a stare in Italia dove giochi regolarmente per degli anni e questi ti vogliono in nazionale, in qualche modo te la sei anche meritata.

    Si potrebbe magari fare una regola che dice che i tre anni di equiparazione iniziano solo dal 23° anno di vita, quindi anche se i importi un figiano a 19 anni non lo puoi equiparare prima dei 26 anni, dando alla nazionale figiana il tempo di chiamarlo per la loro nazionale.
    Qualcosa del genere mi piacerebbe. Eviterebbe il poaching dei giovani talenti.

    • fabrio13H 23 Febbraio 2015, 18:37

      …forse un giorno proverò a pubblicare, almeno in internet, un sunto degli interventi che ho scritto su questo argomento: qui ti ribadisco solo che, prendendo in causa proprio l’Italia, che almeno un po’ di vantaggi li ha avuti, a prima vista innegabilmente, come alcuni (pochi) campioni a livello internazionale e come la profondità in alcuni momenti e ruoli, risulta invece difficile continuare a sostenere ciò dopo un esame più attento visti i coesistenti svantaggi che ne sono derivati. Inoltre adesso le condizioni del rugby internazionale e del mondo in cui esso opera, sono cambiate al punto tale da rendere impensabile che dei grandi giocatori decidano di investire sui propri progetti professionali e di vita in Italia, cosa che infatti non avviene, e i giocatori “solo” buoni, stiamo riuscendo a costruirceli anche noi tra Pro12, Accademie, errori e testate, Coppe e 6N.
      Peraltro, anche la Fir, stando ai si dice e ai si sente, s’è accorta di qualcosa e sta dirottando sul progetto di parziale fabbricazione di talenti trovati nelle isole pacifiche. Mio parere: non serve! Toglie risorse, energie e posti portandoci a commettere l’errore che in economia è costituito dal basarsi sul sistema degli aiuti, ONG e simili ossia: utilizzare ciò che c’è già. Si è sulla strada per risolvere la fame nel momento in cui si lavora per creare condizioni per cui chi ha fame possa crearsi il cibo quindi nel nostro caso, creare dei giocatori di buon livello internazionale senza sottrarre a questo nessuna energia nella ricerca esterna. Perché non si riescono a vedere dei giovani 10, degli 8 e anche dei 15 di formazione italiana, giunti a maturità avendo acquisito un buon livello internazionale, diciamo, tanto per quantificare, un livello che gli permetterebbe di ricevere una proposta dalla Premierhip o dal Top14 come accade ora per altri ruoli di mischia e per diversi 3/4 ? Considerando che nel forum i tenici vengono di solito, e probabilmente a ragione, considerati affidabili quando dicono che i giovani italiani dei “ruoli critici” non hanno raggiunto il livello sufficiente; considerando anche che, pur con base di reclutamento limitata, gli stessi tecnici e il sistema italrugby, riescono a costruire buoni giocatori negli altri ruoli; considerando che non trovo sufficienti le spiegazioni che parlano di carenze fisiche per gli 8 e che ritengono enormemente più difficile costruire un 10 e un 15, nonché un calciatore dalla piazzola, rispetto a costruire un giocatore con qualsiasi altro ruolo e abilità, ritengo verosimile che la mancanza sia da far risalire al momento in cui molti dirigenti italiani si sono illusi che vincere un campionato di livello lontano dall’elite ben valesse l’investimento in stranieri nei ruoli fondamentali. Questo poteva portare a un miglioramento considerevole negli anni del dilettantismo, quando un giocatore cresciuto alla scuola delle Home Nations e magari anche, nei fatti, semi-professionista o professionista poteva avere così tante cose da insegnare al giocatore medio del campionato italiano che la sua presenza si trasformava comunque in un progresso per tutti. Il successo di quella fase ha probabilmente fatto pensare a dirigenti mondiali e italiani che il passo successivo utile sarebbe stato quello di far giocare ragazzi cresciuti in Paesi evoluti anche in nazionale. Nel frattempo c’è stato l’avvento del professionismo ufficiale e, per l’allargamento a livello geografico e di numeri del rugby union, si è pensato che quello del favorire oriundi ed eleggibilità fosse uno dei sistemi migliori. Questo ha aperto ulteriormente all’uso di stranieri di ogni livello nei club italiani, anche con il pretesto di trovare degli eleggibili o degli oriundi per la nazionale. Così i giocatori italiani hanno faticato sempre di più a trovare posto, soprattutto in alcuni ruoli, nei club e anche in nazionale.
      Risultato di tutto ciò: dei giocatori italiani di quei ruoli, che avevano raggiunto un buon livello internazionale che definirei paragonabile a quello di Haimona, Allan, Wosawai come 8 e Masi come estremo, hanno giocato poche volte in nazionale, hanno avuto talvolta vita difficile anche nei club, e, se è molto probabile che non vi fosse nessun campionissimo altrimenti, si spera, sarebbe stato visto, chissà quanti giovani si sono persi per strada non trovando posto e avendo invece i numeri per arrivare, attraverso gli anni e l’esperienza, ai suddetti buoni livelli.
      In definitiva, enfatizzando, si potrebbe dire che se non vi fossero stati Gardner e Dominguez forse non avremmo vinto a Grenoble nel ’97, ma se non vi fossero stati Queirolo, Bortolussi e neppure Castro e McLean (un grazie grande a questi ultimi due) forse Scanavacca e Marcato si sarebbero fatti un po’ di anni di nazionale a testa, forse sabato a Murrayfield giocherebbero Padovani, Zanusso, Lovotti e Palazzani estremo, e il nostro ranking, come anche lo storico delle nostre vittorie importanti, penso non sarebbero molto diversi da quello che sono.

  5. Katmandu 23 Febbraio 2015, 13:01

    Io sarei ancora più tranciante, hai in mano il passaporto di una data nazione, bene sei eleggibile, ti manca? Arrangiati, poi se uno entra in una qualunque selezione del paese dall’u20 in su rimane vincolato alla nazione. Troppo complicato?

    • Katmandu 23 Febbraio 2015, 13:04

      Ha un’ultima cosa vieterei in maniera categorica i contratti per cui un club Vieta in maniera esplicita le convocazioni in nazionale

    • Rabbidaniel 23 Febbraio 2015, 13:05

      Kat il problema è che a volte un passaporto te lo dànno in 5 minuti. Sul vincolo dato dall’U20 d’accordissimo, lo si dice da mo’ e abbiamo visto che in Sudafrica ci stanno pensando.

    • Stefo 23 Febbraio 2015, 13:17

      Quella del passaporto non e’ applicabile, troppa differenza di regole…per fare un esempio fuori dal rugby guarda come il Qatar si e’ messa su una formazione da secondo posto ai mondiali di pallamano dal nulla…o le filippine ed il giocatore NBA passaportato per i mondiali…sono casi estremi ma devi avere un qualcosa di uguale come regola per tutti.

      Sulle U20 vincolanti concordo al 100% dicendolo da anni.

      • M. 23 Febbraio 2015, 13:43

        Esatto, e come fai per Galles, Scozia, hanno passaporto britannico…

  6. xnebiax 23 Febbraio 2015, 13:02

    Le regole olimpiche poi si basano su tutto un altro principio, e cioè che l’importante è partecipare e che tutti i paesi partecipano.
    Nel rugby i paesi che contano sono meno di 20, e quelli che vincono qualcosa sono meno di 8.

  7. Stefo 23 Febbraio 2015, 13:07

    Bisognava arrivare alla quasi farsa attuale per capire che la regola era “fuori dal tempo”?Non c’erano gia’ i segnali di dove si stesse andando quando i club hanno iniziato ad aprire accademie nel pacifico o fare accordi coi club locali dove in cambio di qualche centinaio di migliaio di Euro si assicuravano il diritto di prelazione sui loro giovani?Non bastava sapere dei contratti ai giocani pacifici con rinunica alla Nazionale che venivano e vengono fatti firmare?
    La realta’ e’ che bisognava aspettare che a storcere il naso fossero alcune grosse unions come NZ e SAF perche’ finche’ a protestare sulla regola erano le piccole union del pacifico nessuno li ascoltava.

    Speriamo che alle parole seguano i fatti, tira su a 5 anni e metti un’eta’ da cui diventi eleggibile in maniera che il giovane in caso ci pensi su prima di rifiutare la chiamata della sua nazionale.

    Sull’idea di Dondi…che qualcuno gli faccia presente situazioni come quelle di Clermont, Brive, Saracens e altre e come ormai il poaching violento si stia spostando proprio sui giovanissimi come risposta a regole dei Jiff (Francia) o bonus sul salary cap su giocatori in prima squadra prodotti dall’Accademia (inghilterra)…follia allo stato puro quella dell’ex presidente che andrebbe a vantaggio ancora di piu’ di chi puo’ offrire vero professionismo e chi no.

    • Rabbidaniel 23 Febbraio 2015, 13:17

      Chissà se Dondi ha capito davvero ciò che ha proposto e le implicazioni che ne discenderebbero…
      Come ben noti, si ritiene la norma 8 un problema proprio quando il SA si dice stanco di produrre babybokke un po’ per tutti e cerca di rendere vincolante l’U20. Cosa sacrosanta, perché parliamo comunque di maggiorenni, non di ragazzini! Ci saranno ragazzi che non risponderanno alle convocazioni? È una libera scelta.

  8. Rabbidaniel 23 Febbraio 2015, 13:09

    Però, ripensando a ciò che dice Katmandu, lo ordina il dottore a World Rugby di considerare l’equiparazione un principio intoccabile? In tanti sport non si equipara. Il rugby non è più dilettantistico, e lo spirito della norma 8 non esiste più.

  9. soa 23 Febbraio 2015, 13:11

    Io sono contrario: uno dovrebbe giocare solamente per la nazionale del suo Paese, non è mica una squadra di club. In ogni caso alzerei il tempo necessario per procedere all’equiparazione.
    Apprezzo molto di più quello che succede nel calcio, dove al massimo si va in cerca di qualche avo (anche questa cosa non mi piace troppo).

    • venezuela 23 Febbraio 2015, 14:07

      purtroppo nel calcio è da diversi anni che si importano centinaia di ragazzini dalle scuole calcio africane anche molto piccoli 8/10 anni….quella manciata di buoni che ne vengono fuori hanno la cittadinanza assicurata….e gli scartati manco il biglietto di ritorno a casa

      • soa 24 Febbraio 2015, 09:07

        Fammi 3 nomi di giocatori africani che giochino per una nazionale che non sia quella del loro Paese.

  10. berton gianni 23 Febbraio 2015, 14:04

    28 anni.
    Magari, con un buon avvocato, fai 25 anni.
    L’ergastolo e’ troppo…

  11. Galeone 23 Febbraio 2015, 14:04

    E fissare semplicemente un numero massimo di equiparati per squadra? Tipo : 2 nel quindici iniziale e max 3 nei ventitre iscritti a referto?

    • Pesso 23 Febbraio 2015, 15:17

      Penso che questa cosa ci sia già. Io sarei ancora più severo: massimo un equiparato nei 23, U20 vincolante e 5 anni per equiparare

      • Galeone 23 Febbraio 2015, 15:39

        Non sono sicurissimo e per questo chiedo lumi agli esperti, ma mi sembra che in teoria si potrebbe scendere in campo con quindici equiparati, sta alle singole federazione fissare eventualmente un tetto massimo, nella fattispecie la F.I.R. stabilisce un limite di tre.

        • Rabbidaniel 23 Febbraio 2015, 19:59

          Infatti è solo un limite che si dà la Fir. Potresti schierare 23 equiparati.

          • Pesso 24 Febbraio 2015, 10:58

            Grazie, pensavo fosse una regola generale

  12. gian 23 Febbraio 2015, 14:17

    Io la butto la: vincolante l’U18, tempo di equiparazione alzato a 5 anni (magari a partire dai 18 anni, al max passaporto singolo o doppio che sia. speriamo l’abbiano capita.
    se poi vogliamo evitare la pesca a strascico, l’impossibilità di seguire accademie esterne al paese e la possibilità di portarsi in giro ragazzini minorenni (o limitarne la presenza per 1/2 anni al max se legato a motivi di studio o simili)

  13. M. 23 Febbraio 2015, 14:22

    Io non sono in linea di massima contro l’equiparazione se resta nello spirito di far crescere le nazionali per storia, campionato, ecc. inferiori. Ma dato che effettivamente ora come ora è solo un modo per chi ha soldi di prendere e fare proprio giocatori (e infatti, come giustamente detto, nazionali come Georgia, Romania, le pacifiche ecc. non equiparano, o quasi) e dato che si vedono equiparati pure in team come Francia e Inghilterra che hanno un fracco di tesserati, ecco, allora inizia a non starmi più bene.
    A sto punto veramente allunghiamola a 5 anni e rendiamo più stringente anche il discorso per le under.

  14. lupo 23 Febbraio 2015, 14:47

    certe prese di posizione mi fanno temere che tutto il carrozzone accademie per stabilire una sorta di controllo sui giovani\issimi sia stato costruito anche con finalità di housing per qualche decina annua di germogli alieni portati in italia con le piroghe federali dopo essere stati scoutati col metodo ascione direttamente negli asili natii in vista di potenziali naturalizzazioni imberbi e che ora si tema che il cambio di regole possa scompaginare il piano diabolico.
    Scusate l’assenza di virgole ma il Lupanario è contro i fronzoli estetici e a favore della dietrologia spiccia.
    p.s. la razzia degli infanti trovo sia cosa disgustosa in tutti i campi…la scelta di uomini ADULTI che vivano da almeno un lustro in un paese in cui si trovano bene e decidano perciò di rappresentarlo (non essendo mai stati prima rappresentanti del proprio paese d’origine nemmeno a livello giovanile) invece è cosa buona e giusta

  15. fabrio13H 23 Febbraio 2015, 16:53

    Mi fa piacere leggere che finalmente i dirigenti mondiali cominciano a mutare rotta. Le motivazioni tendenti agli ideali mi sembrano rivolte a non voler ammettere chiaramente di essersi sbagliati sulle possibilità di allargamento di base, diffusione geografica e qualità del gioco a livello mondiale che questa regola dell’eleggibilità avrebbe dovuto portare, cose sulle quali sono più volte intervenuto su queste pagine, soprattutto per quel che riguarda il rugby italiano, e qui aggiungo solo che, nel rugby mondiale contemporaneo, tutto ciò sta diventando solamente un modo di favorire, per quelle che sono già le nazioni guida, la ricerca dei migliori al mondo in tutti i ruoli, indipendentemente da dove siano nati, cresciuti e formati.
    Tra l’altro stavo cominciando a pensare di proporre alla segreteria centrale della LOV 😉 una bozza di lettera al World Rugby (purtroppo non ho sufficiente conoscenza della lingua inglese) da sottoporre preventivamente a raccolta di firme nell’ambiente del rugby italiano, in cui si chiederebbe l’abolizione del meccanismo dell’eleggibilità, o in subordine, la sua applicazione dopo 6 anni di militanza in squadre di una Nazione, e l’inserimento del 6N nella struttura già esistente per i livelli inferiori, con meccanismo di promozione-retrocessione automatica, senza barrage, con il 6Nb.
    Molto sinteticamente, e anche parzialmente, dico qui che giustificherei la prima richiesta con gli scarsi o nulli risultati, come detto sopra e la seconda, con le ben maggiori possibilità che aprirebbe in questo senso e, tra l’altro, anche a livello commerciale con l’ampiezza, tanto per dire, del bacino potenziale russo ma anche europeo in generale.
    Al posto dell’eleggibilità, dovrebbe essere studiato un meccanismo tale da rendere possibile giocare per una Nazione a un giocatore cresciuto (non solo rugbysticamente) in quella Nazione, se le leggi non gli consentano di averne la cittadinanza. Non ho studiato il problema ma azzardo che si potrebbe ammettere che giochi chi a 10-11 anni di età viveva già in quel dato Paese e da allora in avanti, là ha vissuto in grande prevalenza e vi ha frequentato le scuole.
    Nella proposta le motivazioni sarebbero molto più strutturate e ampie.
    Il terzo e ultimo suggerimento è quello dell’istituzione di un campionato mondiale per club, dove si potrebbero vedere veramente in azione delle super-squadre costituite, in quel caso si, da chi è stato capace di attirare i migliori in ogni ruolo da tutto il mondo. Detto campionato potrebbe venire disputato, per esempio, da un club per ognuna delle nazioni partecipanti all’edizione precedente del 6N e del Championship, più un club per altre tre nazioni seguendo il ranking e garantendo però una partecipazione a testa per Asia e Nord-America. Con partite a eliminazione diretta, il tutto comporterebbe un totale di non più di 10-12 partite, risulterebbe spettacolare e, penso, non troppo pesante per i calendari. Sarebbero ammessi solo club attivi da tempo (da valutare quanto, ma, tendenzialmente, almeno nell’ordine degli anni) e non selezioni e finte nazionali composte per l’occasione.

    • Stefo 23 Febbraio 2015, 17:38

      “tutto comporterebbe un totale di non più di 10-12 partite, risulterebbe spettacolare e, penso, non troppo pesante per i calendari. Sarebbero ammessi solo club attivi da tempo (da valutare quanto, ma, tendenzialmente, almeno nell’ordine degli anni) e non selezioni e finte nazionali composte per l’occasione.”

      Guarda tra campionati, coppe europee, 6N e TM di novembre e giugno l’attivita’ agonistica copre settimana piu’ settimana meno qualcosa come 43-45 fine settimana…un anno ha 52 settimane…fai te quanto non sarebbe pesante per i calendari…e non metto neanche in conto che i giocatori da anni dicono e ripetono che si gioca troppo!

      • fabrio13H 23 Febbraio 2015, 19:47

        Chiaro e lampante ciò che dici @Stefo , penso però non sia privo di fondamento ritenere che:
        1) una competizione del genere avrebbe risultati e forse notevoli anche economici e di promozione del rugby (in questo il Soccer puo’ magari insegnarci qualcosa) che, non dimentichiamo, sta subendo, da questi punti di vista, anche l’attacco “interno” del Seven
        2) sarebbe un gran passo verso una strutturazione più razionale e aperta, pur rimanendo basata sui meriti, delle competizioni internazionali
        3) potrebbe contribuire a una minore attrattività dell’eleggibilità in quanto riporterebbe il discorso della ricerca del miglioramento attraverso la frequenza dei confronti, fatti però in un’occasione di gran prestigio anche per un club british o sanzar
        4) eserciterebbe una funzione di test match tra nazioni che, a differenza di altri sport, hanno modo di confrontarsi solo a livello di nazionali riprendendo, per inciso, anche qualcosa della tradizione quasi sepolta dei grandi confronti in cui dei club erano impegnati contro delle nazionali o contro Barbarians, etc.

        Per tutto ciò mi pare che a livello di dirigenza mondiale potrebbe venir preso in considerazione qualche limitato taglio a calendari nazionali, poi mi viene in mente il Championship senza andata e ritorno, tipo il 6N (quest’ultima cosa già comporterebbe sei partite in meno).
        Per l’Europa forse si potrebbe pensare a una Coppa Campioni snellita che si avvicini all’eliminazione diretta com’era un tempo nel Soccer con 1-2 squadre a Paese. Tra l’altro si potrebbe creare delle fasi preliminari con partecipazione di tutte le Nazioni ma con ingressi scaglionati in modo da evitare che il campione di Lettonia ma anche, nel nostro sport, di Germania, si trovi davanti i Saracens o lo Stade Francais o Ulster, ma, al limite, il campione di Romania o Georgia e poi questo se la giochi con la squadra italiana o quella scozzese e via così fino agli ottavi dove sarebbero per molti anni, british, celti e galli, al solito 🙂 e giustamente si prenderebbero anche gli incassi migliori senza giocare però tante partite come oggi. Visto poi che il rugby necessità di promozione ed espansione, si potrebbe continuare a giocare una coppa con copertura annuale tipo il Pro12. In tale manifestazione potrebbero giocare celtiche, italiane (forse un’ italiana) e una a testa per altre 3-4 nazioni che potrebbero uscire da quei soliti preliminari che rappresenterebbero anche una piccola coppa (che potrebbe essere materialmente in palio) e attività a livello di club, per tanti altri Paesi d’Europa.
        La fase finale consterebbe quindi di una 15ina di squadre e in essa si giocherebbero i discorsi economici, diritti televisivi, etc, e si svolgerebbe con partite di sola andata e playoff finali come già ora, con un risparmio notevole di partite, oppure, si potrebbe proporre anche a inglesi e francesi di partecipare con una selezione a testa visto che i loro club hanno come centro dell’attività il campionato nazionale e pensa che occasione in più per i nostri e per georgiani e romeni di fare esperienza. Ovviamente tutto ciò prenderebbe il posto della Challenge e dell’attuale “terza coppa”.

        • Stefo 23 Febbraio 2015, 20:00

          Non codivido partciamente una delle idee…amen

          • Rabbidaniel 23 Febbraio 2015, 20:24

            😀

          • Stefo 23 Febbraio 2015, 20:27

            Non volevo essere offensivo chiarisco, solo che non condivido…

          • fabrio13H 23 Febbraio 2015, 21:41

            …risposta chiara e in cui non ho trovato nulla di offensivo, anzi stavo per mettere io un sorrisone come invece ha fatto @Rabbidaniel 😀
            Devo anzi dire che nelle discussioni del forum ti ho sempre visto tra i più corretti ed educati, @Stefo

          • Stefo 23 Febbraio 2015, 21:57

            fabrio grazie ma ho perso la brocca anche io delle volte…e comunque siamo in un periodo di grossa tensione politica causata dal leader del partito di cui ti sei detto sostenitore, io non posso credere che una persona come te non sia laica…scava in te e trova la laicita’ e noi saremo pronti ad accoglierti nelle fila del nostro grande partito, il presidente Rabbidaniel ti aspetta.

        • Andrea B. 23 Febbraio 2015, 22:04

          Sarò antiquato e tradizionalista, ma il rugby football versione soccer football non mi garba per nulla…

  16. PedemontanaRugby 23 Febbraio 2015, 19:07

    Malattia inguaribile, oltrechè contagiosa. Tutte considerazioni pro interesse delle federazioni, e nessuna pro interesse dei giocatori. Che le regole si vadano a modificare perchè qualche union importante lo chiede, in funzione di interessi che nnel frattempo si sono modificati, è allucinante e demenziale. Non esiste sport che, almeno nello spirito, non discenda dai giocatori ed eventualmente dalle loro aggregazioni, cioè le squadre. Mi andrebbe bene una rivisitazione in funzione degli interessi di chi lo sport lo pratica, non mi sembra invece accettabile che i dirigenti ragionino solamente in funzione dei risultati della propria nazionale, ovvero se una regola li favorisce rispetto agli altri contendenti, oppure il contrario.
    Temo non ci sia niente da fare, come nella politica, anche nello sport quelli che contano sono gli interessi di bottega dei dirigenti, dell’opinione della carne da cannone non ha interesse nessuno.

    • fabrio13H 23 Febbraio 2015, 20:23

      …quindi l’interesse dei giocatori è di poter giocare in qualsiasi parte del mondo senza che nessuno possa sollevare obiezioni e proporre limiti diversi rispetto a quelli esistenti? E di poterlo fare anche in una nazionale che, di conseguenza, si scelgono?
      A questo punto mi verrebbe da dire che, estremizzando ma non troppo, si arriverebbe a un qualcosa tipo quelle competizioni nei villaggi turistici dove, a caso, ci si divide in 4-5 squadre con magliette di diverse colori, si presentano le squadre dicendo che i rossi sono la Spagna, i blu la Francia, i bianchi la Germania, con un po’ di ragazze che fanno “ie ie” e “uuuh uuh”, tanto si sa che sono tutti italiani o tutti misti allo stesso modo e giocano tutti allo stesso modo, si fanno un po’ di giochi tipo il tiro alla fune (divertentissimo) e alla fine tutti contenti. Molti cose così le organizzano anche a pagamento e quindi ci si guadagna, il fatto è che hanno un forte sapore di finto.
      Ecco, se si pensa a un mondo sportivo che funzioni in quella direzione (e un po’ se vogliamo, è inevitabile, è vero che i soldi servono, etc.), pur senza estremismi e con possibili compromessi, mi pare positivo che anche qualche spettatore obietti e faccia proposte in altra direzione e spero lo facciano in molti anche tra gli addetti ai lavori.

    • Andrea B. 23 Febbraio 2015, 22:14

      Ma il rugby delle nazionali fa così schifo che vogliamo farne un’appendice (generalmente mal sopportata) delle attività dei club come nel calcio?
      I discorsi che leggo fano il paio con quelli che vorrebbero introdurre una specie di Champions League stile palla tonda…
      Se il problema è l’eleggibilità aboliamola …a parte che mi sembra una cosa che ha solo il rugby, non ci e’ stata mica prescritta dal dottore…

  17. Unforgiven79 23 Febbraio 2015, 22:53

    Pienamente d’accordo: uno degli obiettivi dell’IRB è quello di allargare il club ristretto del rugby union ad altre nazioni (non si possono continuare a tenere WorldCup di cui sai già 3 semifinaliste su 4)… ma se lasci che i campioni trascinanti dei Paesi emergenti saltano a bordo delle Nazionali consolidate (es. Visser in Olanda, i georgiani in Francia, tutti i mercenari delle isole)? Già Tonga e Samoa, se non saccheggiate, potrebbero arrivare molto più in là… invece vengono depauperate. I giovani emergenti vogliono assolutamente giocare in U20 per darsi la visibilità per giocare in Europa. Benissimo, che ci vadano. E tornino in patria per le finestre internazionali, che si faranno avvincenti.

  18. frank 23 Febbraio 2015, 23:50

    e dopo le trasferte pacifiche di cascione e pralinato cosa le paghiamo a fare?!

    • Andrea B. 24 Febbraio 2015, 08:09

      Per quello che sono: vacanze in luoghi esotici… 😉

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1 Maggio 2024 Emisfero Sud / Super Rugby
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Giochi Olimpici di Parigi 2024: Romain Ntamack porterà la fiamma olimpica

Il numero 10 del Tolosa sarà il tedoforo durante il passaggio della fiaccola in Occitania

1 Maggio 2024 Emisfero Nord / Top 14
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Dan Biggar: “Un futuro da coach? Ogni allenatore che guardo sembra più vecchio di 10 anni”

L'ex numero 10 del Galles allontana l'ipotesi di allenare e vede il post carriera più vicino ad un ruolo di commentatore

1 Maggio 2024 Emisfero Nord / Top 14
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Australia, Joe Schmidt “Saremo presto competitivi, ma i B&I Lions sono l’obiettivo più grande”

L'ex coach di Irlanda e Nuova Zelanda si prepara ad affrontare le prime sfide alla guida dei Wallabies, ma il lavoro è gà proiettato in avanti al 2025...

1 Maggio 2024 Emisfero Sud
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Celtic Challenge Femminile: più partite nel nuovo format 2024/25

Il torneo per club che coinvolge tre federazioni alza l'asticella dopo un'edizione 2023/24 molto positiva

1 Maggio 2024 Emisfero Nord
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Champions Cup: l’analisi di Leinster-Northampton e Tolosa-Harlequins

Due semifinali con oltre 100000 spettatori fra Dublino e Tolosa

1 Maggio 2024 Coppe Europee / Champions Cup