Castro punta il Sei Nazioni e indica una via irlandese all’Italia

Il pilone in una intervista loda il sistema messo in piedi dall’IRFU. E poi fa sapere: “Voglio giocare a lungo”

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Katmandu 5 Gennaio 2015, 09:47

    Che vada da Buscema a farsi prestare la mappa per seguire il chiaro percorso che ha in testa….

    • parega 5 Gennaio 2015, 09:58

      ahahahahah kat grande

    • mezeena10 5 Gennaio 2015, 10:28

      infatti kat, incredibile che a 33 anni suonati non abbia ancora un chiaro percorso in testa!
      eppure era partito bene, proprio dal primo step: Galvisano..e pure con uno scudetto..

    • ginomonza 5 Gennaio 2015, 10:52
    • giomarch 5 Gennaio 2015, 10:59

      era proprio lui a non essere un dirigente di comprovata competenza mi sembra di ricordare..
      Come si permette? 😀

  2. Dan 5 Gennaio 2015, 10:07

    Spero un giorno di vedere questi nostri campioni, che hanno fatto fortuna all’estero, portare la loro grande esperienza in Italia.Lui, Sergio, Masi, Festuccia, Ghiraldini. E che soprattutto trovino un ambiente che dia loro la possibilita’ di lavorare.

    • Hullalla 5 Gennaio 2015, 10:14

      Purtroppo quelli che lo hnno fatto NON hanno trovato un’accoglienza calorosa da parte dei tifosi e degli appassionati (e delle societa’).
      Masi e Festuccia, per esempio, dopo aver fatto l’esperienza se ne sono andati di nuovo, credo amareggiati.

      • Dan 5 Gennaio 2015, 11:16

        @Hullalla hai ragione. Io volevo dire quando smetteranno di giocare. Tutti gli italiani che vanno all’estero (soprattutto in Inghilterra), alle prime interviste parlano di come tutto venga curato nei minimi dettagli. Magari potessero importare questo aspetto anche in Italia.

        • Hullalla 5 Gennaio 2015, 13:07

          Nessuno e’ profeta in patria.
          In Italia questo e’ ancora piu’ vero.
          Si troveranno certamente meglio restandosene all’estero, prutroppo, perche’ in Italia sicuramente nessuno fara’ loro ponti d’oro.

          • maz74 5 Gennaio 2015, 15:56

            Speriamo che alcuni giocatori di alto livello che hanno un’esperienza internazionale importante vadano a sostituire tecnici federali attualmente al comando (Ascione e Checchinato per primi) in modo di trasmettere un nuovo concetto di rugby e riorganizzare tutto il sistema.

          • Hullalla 5 Gennaio 2015, 17:59

            Bortolami potrebbe essere il prototipo di questi giocatori che hanno grandissima esperienza internazionale di primo livello e hanno tutte le possibilita’ di trasmetterla.

            Hai visto come e’ “osannato” dai tifosi del forum?

          • lexv 6 Gennaio 2015, 14:00

            Speriamo che cambi la musica allora! Tra i nostri azzurri vedo possibili ottimi: head coach, allenatori della mischia, allenatori dei 3/4 e coach per le skills.

    • ginomonza 5 Gennaio 2015, 10:53

      Speriamo davvero!

    • mezeena10 5 Gennaio 2015, 10:57

      prova a chiedere a Masi o Festuccia!

      • giomarch 5 Gennaio 2015, 11:02

        Masi e Festuccia in 2articoli postati su questo sito lo scorso anno si auguravano di trovare spazio nella struttura tecnica degli wasps, mi sembra abbiano gia’ iniziato a collaborare santuariamente con un club satellite.. non vorrei pero’ scriver castro-nerie 🙂

        • Spinoza 5 Gennaio 2015, 11:40

          esatto, mi sembra allenino delle squadre giovanili.

        • ginve 5 Gennaio 2015, 12:50

          Stanno facendo gli assistenti delle giovanili

          • mezeena10 5 Gennaio 2015, 13:14

            come dovrebbe essere in un sistema sano!

          • maz74 5 Gennaio 2015, 15:58

            Anche in Italia i club più evoluti utilizzano giocatori della prima squadra come assistant nelle giovanili, mi sembra corretto che giocatori più esperti portino la loro esperienza ai giovani.

        • Rabbidaniel 5 Gennaio 2015, 12:57

          Da’ loro torto! Lì trovano una struttura con una tradizione e con solidità. Qui solo “del doman non v’è certezza”.

          • berton gianni 5 Gennaio 2015, 13:11

            Ciao Rabbi.
            Manchi solo tu nel post su: Ecc. Mogliano batte Calvisano…
            Fracasso ti ha anche “dedicato” una dotta frase…

  3. Andrea da Treviso 5 Gennaio 2015, 11:09

    Purtroppo per questi nostri giocatori che vorranno trasmettere la loro esperienza facendo gli allenatori avranno due problemi se ci sarà ancora un presidente federale così se loro non saranno filo federali in Italia certe panchine le vedranno solo con il binocolo se invece saranno filo federali c’è il rischio che gli vengano affidate certe panchine o ruoli troppo presto(come Troncon nello staff della nazionale senza alcuna esperienza) così si bruceranno come allenatore!

    • Katmandu 5 Gennaio 2015, 12:41

      Ma ti pare una roba normale?della serie no Tulio no party!

    • ermy 5 Gennaio 2015, 14:26

      Bravo Andrea, centrato il punto!
      In Italia sono spariti fior fiori di ex giocatori che non volevano scendere ai diktat di certi signori del vapore!

      • berton gianni 5 Gennaio 2015, 14:46

        Ciao Ermy.
        Ti ho risposto in ritardo, ieri, perché ero andato al Palaverde.
        A me va benissimo. In gradinata ci vado spesso perché ho dei cari amici.
        Uccellovediamo quanto prima.
        Ah, sul post del: Mogliano batte Calvisano ecc, ho ricordato una “filastrocca” del Tauro e mi son preso critiche…
        Non c’e’ più religione…

    • maz74 5 Gennaio 2015, 16:00

      Andrea hai ragione, ci vorrebbe una rivoluzione completa nella FIR, partendo da un presidente decisamente inadeguato, e bisogna coltivare la speranza di vedere un ex giocatore di alto livello presidente FIR e il rinnovamento totale di tutto il sistema italiano.

  4. Rabbidaniel 5 Gennaio 2015, 11:58

    Il sistema irlandese? Ma va’ Castro! Molto meglio il nostro! Non abbiamo niente da imparare!

  5. mistral 5 Gennaio 2015, 15:28

    “l’intesa tra club e federazione è totale”…??? … quali sono i “club” professionistici irlandesi?… l’intesa è totale perchè non c’è dualismo tra federazione e le 4 franchige provinciali, e sono tutte e quattro franchige “federali” (o no?)… Castro ha comunqueinvolontariamente centrato il problema: la strada per crescere ho è di scuola irlandese o di scuola franco-inglese, stare in mezzo al guado fa solo prendere i reumatismi alle ginocchia!

    • mistral 5 Gennaio 2015, 15:29

      “o” é, scusate la scivolata sgrammaticamente tragica!

    • maz74 5 Gennaio 2015, 16:05

      Noi abbiamo importato il sistema scozzesse, che i risultati sia nostri che loro certificano fallimentare, il miglior sistema è quello irlandese (molto simile o meglio copiato da quello neozelandese). E’ un sistema piramidale che la nazionale vertice, le quattro franchigie federali, ogni franchigia ha un’area geografica definita e i clubs di quell’area lavorano in funzione della franchigia, perchè hanno riscontri economici (più giocatori in franchigia = più soldi). Il fatto di avere le franchigie federali ha sterilizzato il problema dei campanili, scelta intelligente direi.
      Inoltre loro hanno messo tecnici neozelandesi di assoluto livello a capo delle franchigie per creare un sistema che a pioggia ricade su tutti i clubs che sta creando ottimi risultati direi.

      • mistral 5 Gennaio 2015, 16:25

        il modello scozzese potrebbe funzionare se, in pecentuale, i praticanti in italia fossero comparabili con quelli scozzesi (siamo ad un 2% scarso in scozia ed un 1 per mille abbondante in italia) e fossero comparabili i sistemi di educazione allo sport giovanile (scolastico ed extra-scolastico)… così non essendo, il sistema irlandese “può” essere una soluzione, rimanendo comunque insoluto il grande problema dell’avviamento allo sport (ed al rugby in particolare) giovanile… sul sistema franco-inglese credo anch’io non sia perseguibile, a meno di riuscire a creare un torneo domestico di 6-8 club che attiri spettatori e sponsor, coltivando al meglio le zone naturalmente “vocate” e lasciando perdere le superfici sterili…

        • maz74 5 Gennaio 2015, 16:36

          Il modello scozzese ti illudeva di arrivare prima ai risultati concentrando tutto su due entità ed impoverendo tutti il resto, anche loro hanno capito ed hanno rinunciato alla terza franchigia ed indirizzato i soldi nel domestic.
          La formazione da noi la fanno i clubs, in qualsiasi sport praticato in Italia a scuola non esiste, ma potrebbe andar bene se concentri le risorse in tal senso.
          Per esempio facendo le accedemie U18 presso le strutture delle squadre di eccellenza e non a caso e numerose come oggi, per esempio facendo due accedemia U20 collegate alle franchigie ed a diretto contatto sia formativo che di allenamenti con esse.

          • mistral 5 Gennaio 2015, 16:43

            con accademie che quindi coltivino (aiutino a coltivare) al meglio le zone rugbisticamente “vocate”, condivido, scelta razionale ma molto poco “italica” (se geolocalizzi le realtà della eccellenza e della seria A, a sud di roma rimane pochino, sicché…!

          • maz74 5 Gennaio 2015, 16:57

            Ma devi cominciare da quelle realtà che esistono oggi e forse un domani potrai allargare anche ad altre realtà, purtroppo a sud non esiste il rugby ad alto livello, al centro c’è L’Aquila e Lazio. Distribuire a pioggia non serve a nulla ed invece focalizzare dove esistono già strutture permette nel medio periodo di creare risultati

          • mistral 5 Gennaio 2015, 17:19

            ragionamento che non fa una grinza, peccato che in democrazia si contino i voti, uno a testa, e non conti nulla il merito… 😉

  6. grenzone 5 Gennaio 2015, 16:05

    per me la strada irlandese è la più indicata ed anche più affine di quella anglofrancese per numeri e disponibilità economiche(anche se loro godono di una politica estremamente vantaggiosa anche a livello fiscale)
    se ricordate fino al 1997 erano decisamente in fondo alla gerarchia del 5 nazioni e furono i primi a perdere da noi(ed anche i primi ad accettare di affrontarci,cosa della quale dovremmo essergli grati per sempre).
    In pochi anni si sono portati al livello di inglesi,gallesi e francesi.
    poi hanno continuato a progredire negli anni ed oggi non mi stupirebbe vederli in finale a fine ottobre

  7. Hullalla 5 Gennaio 2015, 18:03

    Modello, modello… il punto fondamentale (centrato in pieno) e’ che in Italia non riusciamo MAI a remare tutti nello stesso senso.
    Sia in campo che fuori dal campo, se non si fa squadra e non ci si sostiene a vicenda non si va da nessuna parte.

    • 6nazioni 5 Gennaio 2015, 19:39

      modello francese
      modello irlandese
      modello inglese
      modello gallese
      modello s.a.
      modello n.z.
      modello argentino
      alla base ci vuole COMPETENZA e MERITOCRAZIA.

  8. Stefo 6 Gennaio 2015, 00:58

    A me sembra che ci sia un po’ di confusione nei commenti. Intanto tra Scozia ed Irlanda oggi ormai come differenza di sistema non ce n’e’ molta se non su come si chiamano le cose. Glasgow ed Edinburgh sono vincolate alla SRU tanto quanto lo sono le Provincie irlandesi.
    Mi sembra poi che Castro non parli di modello ma di mentalita’ con cui si lavora, l’attitudine con cui si lavora…ed aggiungo io i personalismi e le guerre che questi personalismi stanno generando da anni, e dico questo senza prendere posizione con una parte o l’altra, tutti colpevoli di questa situazione.
    Ultimo punto si fa presto a dire “meglio questo modello o l’altro”, in realta’ che sia quello inglese, francese, irlandese o altro tutti questi modelli partono da un comun denominatore che e’ un sistema alla base e nello sviluppo ben progettato, testato e chi piu’ chi meno funzionale…qualsiasi modello deve partire dalla base non dall’elite.

    Chiudo, cercando l’intervista sul corriere mi sono imbattuto su un pezzo che riportava un pezzo de Le Monde molto interessante:

    http://www.lemonde.fr/rugby/article/2014/12/31/les-vingt-ans-qui-ont-metamorphose-l-ovalie_4548178_1616937.html

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