La società ha lanciato il progetto “Io Ci Sono”, per legarsi al territorio in cui si è stata calata
Zebre e territorio: può una franchigia nata in laboratorio scaldare i cuori?
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Perché no?
Ipotizziamo, per comodità di ragionamento, che le zebre siano una franchigia.
In essa ci dovrebbero giocare atleti che provengono dalle società che animano la franchigia.
Quindi il giocatore del Pro recco che gioca a Parma richiamerà spettatori dalla Liguria. E così via per quello di Calvisano, Viadana, ASR Milano, Sondrio, Aosta.
Dal punto di vista teorico tutto logico.
Le zebre dovrebbero avere la loro Accademy e reclutare dai campionati giovanili di Recco, Milano , Sondrio i migliori per ruolo e prepararli offrendo un livello tecnico-agonistico superiore.
Prima ci arriviamo e meglio sarà.
Scorciatoie però non ce ne sono. Reclutamento e campionati giovanili devono essere in capo alle società.
Mah… secondo me questa uscita stride con l’effettiva azione intrapresa dalla franchigia…..
purtroppo…
Tutto giusto.
Bravo, le accademy dovrebbero essere collegate a zebre e treviso/dogi, o ad altre realta’ legate al territorio..
Il senso di appartenenza e la fidelizzazione di ragazzi poco piu’ che adolescenti dovrebbe essere nei confronti di un club/franchigia, non di “nonsicapiscebenequalescaldapoltronecerchiobottistaclientelista”.
Perfetto, quello che si dice da tempo qui: o fai franchigia nel vero senso del termine (con academy collegata, scouting sul territorio, clinic ecc.) oppure sono solo parole. Ottimo darsi un obiettivo, ma la scatola bisogna riempirla, altrimenti resta una scatola.
Io temo non ci sia la scatola.
Bravo Alberto.
Una serie di club legati alle Zebre, che spazino tra le regioni d’Italia, che siano associate alla squadra di Cavinato e che facciano da obiettivo per la carriere professionale dei giovani giocatori (es.: io gioco a Colorno e, se mi affermo, posso optare di far parte dei bianconeri e di disputare tornei per club di livello).
Un sistema piramidale che porterebbe un miglioramento sia della società che del movimento Italiano
Brave Zebre!
Importante che si inizi a leggere di qualche progetto tecnico in questa iniziativa delle Zebre, non e’ moltissimo al momento ma e’ qualcosa da cui partire e di sicuro dimostra l’intenzione di non fermarsi ad un paio di biglietti omaggio e la cartolina di auguri di buon Natale come iniziativa.
Ho visto l’elenco delle società partecipanti. Della Toscana parteciperebbe solo il Lunigiana. Viste le distanze da Parma mi sembra un pò pochino. Ma dipende dall’impegno delle Zebre o dal disinteresse delle società Toscane, o il nord-ovest non comprende la Toscana?
Non c’entra niente ma io geograficamente l’ho sempre considerata come regione del centro Italia.
E’ centro, e la Lunigiana con la Toscana c’entra nulla se non per convenzione amministrativa.
Neanche dialettologicamente, come Carrara d’altra parte.
Esattamente…nei lavori costituzionali sulle future regioni si prevedeva una regione emiliana-lunense, poi non ne fecero niente. In Lunigiana poi, malgrado sia in Toscana, i numeri di telefono iniziano tutti con 0187, come a La Spezia, che è in Liguria
Grosseto sarà centro Italia…Prato e Firenze stanno 45 minuti di auto da Bologna (tratto Barberino del Mugello-Roncobilaccio permettendo…)
La discriminante è geografica: gli Appennini.
E allora forza……….facciamo la franchigia dei “Lupi” (centro Italia):-)
Si, ma fino ad un certo punto…a sud dell’ Appennino, fino a quando questo corre grossomodo da ovest verso est, allora c’è pure la Liguria…vabbe’ sto celiando…
Tornando seri, però un’ipotetica suddivisione per macro aree della penisola rugbistica italiana non potrebbe non tenere conto che realtà come Prato e Firenze sono ad un’ ora d’auto dall’Emilia
Invece, dalla Liguria vedo che mancano i nomi del Recco e del Cus Genova, squadra del mitico Bollesan, ideatore delle Zebre “originali” (la selezione ad inviti del nord ovest) decenni fa…
mitico Bollesan!
ct anche della Nazionale Sarda Rugby!
Se mi ricordo bene collaborò pure con l’ Alghero e gli stava molto a cuore.
Il cambio di passo è stato prima di tutto tecnico. Il resto va a rimorchio, e per fortuna: mei che gninta, mei putost. Bentornato a Franco Bernini che aveva fatto benissimo con le società in quota Aironi: di rugby insegnato ne sa tanto, ma anche di organizzazione, coaching, team managing e tante altre cosette utili. Ma finché non si dà la seconda squadra/accademia alle Celtiche e non si struttura tutto quello che vien sotto con regole che favoriscano il mettersi in franchigia, si va da nessuna parte. Comunque, bene. E a quasi parità numerica mettere sotto il Gloucester almeno come tifo sugli spalti non è male. Con la birra, niente da fare: bevono come grondaie.
Sai mal, io temo che siano esternazioni di buona volontà, perché, come fai notare, c’è tanto lavoro per far diventare franchigia una realtà che non lo è nemmeno lontanamente (come Benetton peraltro). Accademie collegate e quant’altro. Che pare poco, ma sappiamo cosa graviti lì intorno…
concordo su Bernini…
Sara’ una cosa lunga e dura da mettere in pratica e far funzionare, vista la storia di queste Zebre finora, ma… meglio tardi che mai!
“una cosa lunga e dura da mettere in pratica”…la riproduzione delle Zebre…? 🙂
in Italia non c’è niente di più definitivo di una soluzione provvisoria…
da sofferto tamponamento di una situazione d’emergenza (per chi ha voluto credere a questa versione tre anni fa) al tentativo di radicare la realtà sul territorio.
Pare quasi che la FIR ci tenga ad avere il suo giocattolino, anche se in tutta onestà non si vedono alternative e nemmeno in Veneto siamo in grado di mantenerci una franchigia da soli…
@fracasso, come detto prima, ritengo inutile la polemica sul radicamento e su squadre calate dall’alto, perche’, come dici, visto che club che possono fare non ce ne sono e cmq sappiamo anche i limiti di pubblico con Treviso, tutte le nuove entita’ saranno cosi’. Certo una volta che nascono nuove, poi vanno davvero legate ai diversi territori. ovviamento meglio se ce l’hai la tradizione, ma se non ce l’hai si puo’ inventare.
Oddio, gli aironi stavano facendo benino… Forse era meglio dare due sghei a loro e a Treviso…
“in Italia non c’è niente di più definitivo di una soluzione provvisoria”…stupenda…
Le Zebre hanno un progetto interessante,devo ammettere che all’inizio ero un po’ scettico,credevo fosse un Aironi bis ma qualche scalpo se lo stanno prendendo,anno dopo anno qualche soddisfazione arriva,ad es la vittoria esterna in CC o in Pro12 tuttavia il budget zebre ,così come Treviso è molto inferiore rispetto a corazzate come Munster,Leinster o Ospreys… Inoltre è vero che non vi è mai stato troppo feeling tra Zebre e pubblico di Parma ma secondo me ha anche influito il fatto che questi primi anni di vita delle zebre hanno coinciso con anni drammatici a livello economico e occupazionale per l’Italia,Grecia ecc. Con una crisi senza precedenti,che sicuramente ha influito supper presenze allo stadio,almeno a mio parere.
Budget a parte, o decidi di stare in Pro12 e fai franchigie vere, o torni al domestic con un piano serio, ma stare così in mezzo al guado serve a poco, con competitor sempre più strutturati (pensiamo anche all’Argentina in SR).
Rabbi, per me nel pro12 ci sei. e’ vero che ci sono state 2 stagioni con una squadra italiana almeno molto molto indietro, pero’ quello e’ risultato di fattori contingenti come squadre del tutto nuove. ecco ci vuole un po’ di continuita’. sarebbe interessante vedere 4 anni di continuita’ senza sbalzi assurdi (come anche la rifondazione di treviso) e capire quali risultati ottieni nel pro12. spero adesso gli sbalzi di assestamento siano finiti.
detto questo, guardo con molto interesse personale a piani di rilancio del domestic. anzi sarebbe il segno di una federazione finalmente lungimirante avere due opzioni sul tavolo.
Sembrano iniziative importanti e giuste, l’importante é che non sia solo apparenza ma la sostanza dietro sia importante, potrebbe essere il primo passo per una vera franchigia di alto livello, staremo a vedere, ma rimango scettico
A me pare una cosa positiva, ora aspettiamo la collaborazione tecnica che è la cosa più importante. Alla festa del rugby Varese c’erano D’Apice e Redolfini. E’ stata una cosa bella e un bel segnale da parte delle Zebre che questo progetto ha un senso. Rafforziamolo, facciamolo funzionare.
Io ci sono , è lo slogan delle magliette date ai tifosi di Rovigo il giorno della finale scudetto
è una frase che potrebbe dire chiunque, adesso non penso che le Zebre abbiano rubato uno slogan del Rovigo di 3 anni e mezzo fa…
Era per dire San non ho nulla contro i federali…..
Forse vado controcorrente, ma il progetto Zebre a me piace proprio perché non è attaccato ad una tradizione specifica. Non sarei in grado di tifare con la stessa passione, ad esempio, o una serie di squadre di Milano che si riuniscono in franchigia e si chiamano Milano, i Brambilla, i Bauscia o quant’altro; perché riguarda una realtà specifica in cui io non riuscirei a riconoscermi fino in fondo. O meglio, in Pro 12 tiferei l’ipotetica Milano come tifo per la Benetton: con la speranza di vittoria, ma senza pensare che quella possa diventare davvero la mia squadra. Con le Zebre, il tentativo c’è. Non c’è una sola città, in Italia, che possa avere un pubblico di rugby paragonabile a quello di Ulster, Munster, Glasgow ecc. E allora, se si vuole rimanere in Pro 12, non c’è altra alternativa che partire dall’alto. La questione è: si vuole davvero continuare l’avventura celtica? E’ una domanda alla quale è molto difficile rispondere; nonostante tutto io preferisco rimanere in questa competizione.
I Brambilla e’ una cosa… i Dogi un’altra.
La cosa più logica? Creare una franchigia VERA nel nordest e spostare le Zebre in una città con maggiore appeal e più facile da raggiungere logisticamente. Io vedo solo due soluzioni: Milano o Roma. Penso che in questo modo il richiamo di pubblico, soprattutto dall’estero, sarebbe maggiore perchè in molti si fermerebbero 2-3 giorni per visitare la città.
Le strutture, se rimesse a posto, ci sarebbero. Basta volerlo. Ma stanno mettendo su uno stadio da 5000 posti in provincia di Brescia…a qualcuno non fa suonare un campanellino d’allarme?
Le franchigie dovrebbero anche crescere (almeno un po’) dal basso e dalla tradizione che c’e’, altrimenti con progetti calati dall’alto abbiamo visto come va a finire (anche a Milano).
le Zebre magari andavano portate prima a Roma o a Milano, ormai la vedo difficile, se non impossibile…comunque con I Dogi e una franchigia nella capitale sarebbe stato decisamente meglio…
In Galles non sono riusciti, nonostante non sia la nostra tradizione di rugby.
La volontà di allargare la base degli appassionati verso la franchigia federale è lodevole. Credo che sia una squadra che si possa tifare, per la quale ci si possa perfino appassionare ma che non potrà (se non in tempi lunghissimi) diventare una Fede. Zebre non sono Parma, sono ben di più. Ma per intercettare non semplici curiosi ma veri e propri tifosi, a mio parere, sarebbe buona cosa cominciare a eliminare quel “nord-ovest”, altrimenti già anche solo un veronese, per dirne uno come esempio, te lo sei giocato. Figuriamoci oltre… Se poi si vuole coltivare gente solo all’interno delle mura ducali, allora è un altro discorso, ma striderebbe con l’intenzione di voler essere la franchigia della Federazione Italiana…
Riguardo lo “scaldare i cuori”… certamente contano e conteranno i risultati. Non essendo una squadra che vive sul campanilismo e quindi non sull’Amore Incondizionato e sul senso d’appartenenza, non credo che per anni la gente possa accettare di vedere batoste nell’80% delle volte, ma credo che più di tutto conterà la serietà e la longevità del progetto. Gli strazianti versi dello sterminio degli Aironi ancora riecheggiano nella testa di troppe persone…
Tempo. Occorre tempo.
I Veronesi (e oltre) te li sei giocati in partenza: e’ giusto che ogni fanchigia si prenda in carico formalmente una sua regione di riferimento, come in Galles.
sono d’accordo, in questo senso anche la Benetton dovrebbe radicarsi nel Nord-Est, ma finche non ci sarà l’evoluzione ne I Dogi la vedo difficile…
per essere radicati nel territorio bisogna essere radicati nel territorio e non essere ogm
C’era una volta una squadra di palla ovale che aveva come simbolo un essere volante simbolo di quella zona che accendeva i cuori in un paesino poco distante dalla grandeur parmigiana. Ma questa è un altra storia…
L’idea è senz’altro molto positiva, bisogna vedere poi quanto si radichi a fondo…purtroppo la vicenda Aironi ha compromesso molto il successo delle Zebre, soprattutto il primo anno, ad una manciata di km di distanza è stata chiusa una franchigia vera (sicuramente più vera delle Zebre, anche se i lombardo-emiliani pian piano stavano perdendo i vari soci della cordata, nonostante i numerosi club fiancheggiatori esterni, addirittura anche a Palermo, a Roma con la Primavera, fino in Brasile dove gli Aironi, se non erro, dovevano avviare un progetto di sviluppo ovale), una franchigia che aveva tanti appassionati e affezionati che provenivano pure dalla stessa Parma…si doveva prevedere che spostando le Zebre proprio nella città ducale il pubblico avrebbe risposto con freddezza e che la maggior parte degli appassionati ovali del mantovano in parte si sarebbe persa…secondo me non è stato tanto il fatto che le Zebre sono state calate dell’alto ad aver compromesso l’affetto verso la nuova squadra, quanto il rancore (anche legittimo) di molti appassionati ovali del territorio che si sono sentiti strappare dal cuore la loro franchigia e vedersela catapultata a Parma sotto la piena gestione di Dondi, colui che non ha voluto aiutare gli Aironi a risollevarsi, è questo il punto…se le Zebre le avessero portate a Roma, a Brescia, a Prato, a Milano, ecc, sicuramente ci sarebbe stata una reazione molto diversa e più positiva…poi è normale che pian piano, dopo tre stagioni, il pubblico delle Zebre al XXV Aprile sia aumentato…comunque dire che “le Zebre si sono in queste stagioni celtiche impegnate anche in un altro tipo di crescita” mi pare un pò azzardato perchè il progetto “Io ci sono” è nato solo in queste settimane, l’anno passato più che mettere le scritte allo stadio “XV del Nord-Ovest” non mi pare si sia fatto molto…
Ad ogni modo, ripeto, l’iniziativa è più che buona e và nell’ottica di ciò che dovrebbe essere una reale franchigia…è vero che una franchigia che parte dal basso può funzionare meglio, ma anche calandola dall’alto e strutturandola a dovere potrebbe fornire gli stessi risultati…non ci dimentichiamo che in Scozia le franchigie sono totalmente a gestione federale, seppure Edimburgo e Glasgow non sono che l’evoluzione in team pro di quelle, che fin dalla fine dell’ ‘800, era le selezioni dei distretti, quindi, come in Irlanda, alla base c’erano forti tradizioni…lasciando da parte l’aspetto storico, è la SRU che gestisce l’Edinburgh e i Warriors, ma queste squadre hanno una loro accademy e una filiera, ovvero sono collegate con tutti i club del territorio nazionale, dalla Scottish Premiership alle divisioni minori…dunque, anche se calate dall’alto e gestite dalla federazione, le franchigie possono funzionare purchè siano legate alla struttura sottostante, Zebre e Treviso dovrebbero essere solo la punta di un iceberg, invece, per ora, sono solo due superteam slegati dal basso e con rose chiuse (in cui ogni tanto fanno qualche comparsata i permit players)…se poi anche la Benetton si evolvesse ne I Dogi e si collegasse a tutto il rugby del Nord-Est (non solo il Veneto, ma pure Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia) sarebbe un altro grande passo avanti…resterebbe scoperto il centro-sud su cui si dovrebbe lavorare per un’altra franchigia (Lupi? Pretoriani?), ma la vedo dura negli anni a venire, sia in termini economici che di risorse umane…
Io poi vedo ogni tanto qualche partita in Irlanda e Regno Unito… A vedere la Benetton vi e’ un gruppetto di tifosi (gran festaioli) e anche a vedere gli Aironi c’era (gran festaioli pure loro). Con le zebre si muove un baraccone di federali che mi ha lasciato basito. Magari ho beccato occasioni particolari, ma il dubbio su chi paga mi e’ venuto.
Ciò che è fantastico è che la franchigia non c’è ancora ( tuttalpiù c’è un abbozzo della stessa) e già si parla di spostarla a dx e sx .
Le franchige hanno un senso se hanno una base che le vuole e che le fa funzionare.
A Milano c’è stata per un decennio la miglior squadra italiana di rugby: una domenica mattina al Giuriati ad un Mediolanum-Calvisano c’erano circa un centinaio di spettatori di Calvisano e al massimo 20 milanesi, siccome faceva freddo non c’erano nemmeno le mogli dei giocatori di Milano.
Sono passati circa 20 anni e oggi a Milano, sempre e solo al Giuriati si gioca a Rugby, in condivisione con le altre discipline del club.
In questa melma milanese, la FIR ( Dondi prima e Gavazzi adesso) non ha alcuna responsabilità. Negli anni buoni ( quelli in cui trovare sponsor e supporti finanziari era più agevole di adesso) dove erano i sedicenti dirigenti milanesi, come mai il rugby non è cresciuto?
Roma è/sarebbe un’ottima piazza, forse, per il rugby. Ma chi lo stabilisce? Qualche forumista?
Chi impedisce a Lazio, Capitolina, FF.OO, Frascati, L’Aquila di fare una franchigia? Dondi e Gavazzi? O la mancanza di energie e visione strategica delle società stesse?
La FIR , come tutte le istituzioni, sarà sempre conservativa , sarà sempre matrigna. Ma se si trova di fronte a movimenti territoriali forti, sarà costretta a rivedere i sui budget. Il contrario non avverrà mai.
Sta alla capacità e abilità dei dirigenti creare sinergie e operatività tale da “obbligare” la FIR a finanziare progetti di base.
Non c’è niente di più mistificatorio che disegnare i dirigenti di base come poveri agnelli sacrificali per l’altare della FIR.
Se la base non cresce di numero e di qualità di dirigenti , la FIR di sicuro non cresce. Auspicare il contrario è pura follia politica.
Ma se domani, in seguito ad una folgorazione notturna, Gavazzi dicesse ” ecco ci sono 5MIl per lo sviluppo del rugby di base ” , ma a chi li diamo? Quali sono i progetti nel cassetto, del comitato veneto o del comitato lombardo, pronti ad utilizzare questa somma?
Per carità, tutto giusto, però stride un po’ con il comportamento della FIR in tutta la gestione (ad esempio) Celtic, dove si è sempre cercato di controllare e interferire nelle attività delle due “franchigie” fino a lasciarne saltare una e a demotivare l’altra al punto che anche i Benetton (mio parere) stanno solo cercando la buona occasione per defilarsi (e sono rimasti solo perchè hanno ottenuto dalla FIR i soldi che volevano).
Quindi ottime iniziative oggi delle Zebre, ma stanno facendo nè più nè meno (anzi sicuramente meno) quello che gli Aironi avevano iniziato dal primo giorno in cui si è deciso di entrare in celtic. Intanto quanti anni abbiamo perso? E quanti sponsor veri (privati) abbiamo perso? E quanti sono stati disincentivati ad entrare perchè l’impressione all’esterno è che i favori arrivano solo se sei allineato o amico degli amici?