Rugby azzurro in difficoltà? Pierre Villepreux predica calma

Il tecnico e dirigente francese (ex ct della nazionale italiana) dice la sua sul momento di crisi del nostro movimento

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Larosa 29 Settembre 2014, 09:33

    Ha ragione, ma il “Pensate ad allargare la base” reclama ancora vendetta…

    • hyperion 29 Settembre 2014, 12:01

      La base si allarga spendendo meglio e bene le risorse,su 45 mln di budget 1/3 dovrebbe essere investito sulla base.
      L’attuale dirigenza e strutture sono inadegute ci vuole un director of rugby che coordina tutte le attività federali,bisogna formare i formatori con persone ingaggiate in NZ o in UK a qualsiasi livello con specializzazioni(attacco,difesa,mischia,3/4,calciare etc etc ), demandare ai club la formazione di base under con eventuali supporti di allenatori specifici,accademie u 18 a livello macroregionali (Nord ovest-nord est-centro-sud-sicilia-sardegna) per un livello qualitativo superiore e accademie legate alle 2 franchigie celtiche.

      • parega 29 Settembre 2014, 13:09

        parli di troppa programmazione e meritocrazia
        qua’ c’e’ la fir

      • ermy 29 Settembre 2014, 19:25

        Articolo di oggi su Il Gazzettino…leggetelo! La FIR boicotta un programma del CIV con Bettarello e Dominguez ( gratis) perchè giudica infruttuosa la spesa di €. 5.000. Coinvolti, se non erro, 180 ragazzi u.16 e 18 non accademici!
        È detto tutto!

        • HumptyDumpty 29 Settembre 2014, 21:07

          Ermy, non riesco a trovare l’articolo online e mi piacerebbe veramente leggerlo. Di che programma si trattava?

          • ermy 29 Settembre 2014, 21:52

            Vedo se domani trovo il giornale e te lo posto…

          • HumptyDumpty 29 Settembre 2014, 22:07

            Grazie Ermy 🙂

  2. Appassionato_ma_ignorante 29 Settembre 2014, 09:44

    Il discorso è sempre lo stesso: come ottimizzare le risorse esistenti per ottenere il massimo ritorno sportivo a fronte degli investimenti fatti. Personalmente non sono abbastanza informato per valutare se si sta operando in questo senso o no. Posso solo dire che sono rimasto molto colpito dalla conferenza tenuta da Munari in aprile a Piazzola sul Brenta, riassumibile in “se c’è un modo giusto di fare le cose, scopriamolo e utilizziamolo” (sottotitolo: “non cerchiamo di reinventare la ruota”).

  3. bak 29 Settembre 2014, 10:08

    credo sia corretto affermare che il professionismo esige risultati in tempi stretti ma è pur vero, secondo la mia opinione, che il professionismo ha allargato e sta ancora allargando la forbice tra noi e i cosiddetti grandi.
    Non era un secolo fa (credo fosse il 2004) che in challenge assistemmo alla vittoria dell’overmach contro i sarries e quella sponda parmigiana non era allora la migliore squadra del top10. Oggi tale scenario è totalmente inimmaginabile, i sarries, pieni di sponsors di prestigio e piccola multinazionale del rugby (soprattutto SA), ridurrebbero in polpette qualsiasi squadra dell’eccellenza. O nel rugby italiano ritornano le svanziche, e per farlo il prodotto deve essere in qualche modo reso appetibile, o siamo destinati ad un rapido declino (tipo quello che sta attanagliando il baseball italiano)

    • cassina 29 Settembre 2014, 10:16

      Back, concordo che confrontare un campionato professionsitico con la “P” maiuscola come quello attuale inglese con la nostra semi-pro eccellenza non è fattibile. Troppo il divario.
      In declino? mah, quindici anni fa nella realtà che conosco io si contavano 40 iscritti ora oltre 500 e la crescita va avanti,
      manca la qualità, e li si riconcordo con voi…..
      non bastano i numeri, però parlare di declino mi sembra eccessivo
      buon lunedì

      • bak 29 Settembre 2014, 10:19

        si hai ragione intendevo della “qualità” non della quantità, grazie 😉

    • Ricky1966 29 Settembre 2014, 11:58

      Calma con i paragoni col Baseball. Io seguo Rugby da sempre e Baseball da minimo 16 anni. I risultati del Baseball rispetto al Rugby sono superiori! Quest’anno si è mancato il terzo europeo consecutivo, contro l’Olanda sostanzialmente per un’errore sul monte (4 hr e al secondo si poteva/doveva togliere il pitcher). L’anno scorso nel WBC hanno avuto il merito di arrivare alla seconda fase e credimi è mancato un nonnulla per fare ancora meglio. Parlo con discreta cognizione di causa , ho un nipote in Nazionale, nel San Marino e MVP degli scorsi Europei!

      • bak 29 Settembre 2014, 12:36

        dal tuo nickname deduco che non sei di primo pelo…
        ricordo una finale di coppa campioni tra i miei Pirati e il Parma in un europeo stipato da 8000 persone.
        La crisi nel baseball italiano c’è eccome: ai penultimi europei (o mondiali?) giocati anche in Italia gli stadi erano miseramente vuoti. Il campionato IBL appena finito ha fatto fatica a trovare un numero di squadre adatte al torneo dopo che piazze storiche hanno lasciato sommerse dai debiti.
        I risultati del baseball li abbiamo perché a livello continentale ci siamo solo noi (con i nostri oriundi) e l’Olanda (con i suoi) e non volermene 🙂 all’ultimo WBC (che non è il campionato mondiale ma una vetrina per pro) la squadra Italiana era piena di pro MLB e triplo AAA tipo Rizzo, Punto, Grilli ecc ecc. a parte Chiarini, Liddi e Colabello, di veramente italico non c’era molto…

      • bak 29 Settembre 2014, 12:40

        paragono la squadra di baseball dell’italia che ha partecipato al WBC come quella di Rugby League che ha partecipato agli ultimi mondiali in Inghilterra fatta al 95% da pro della NRL (Mantellato, Minichiello…) o della RLF

        • Ricky1966 29 Settembre 2014, 17:33

          Avagnina, Chiarini, De Simoni, Sabbatani, Sambucci, Vaglio, Luddi, Reginato, Ermini, a me paiono italiani. Per il WBC posso darti parzialmente ragione, ma la

          • Ricky1966 29 Settembre 2014, 17:53

            discussione non è il blog adatto per farla…

  4. Thunderstruck 29 Settembre 2014, 10:15

    “Allargare la base”…
    Parole sagge. Una domanda: come?
    In Italia il rugby è uno sport che definendolo di nicchia è esser magnanimi. Chi lo pratica o è reputato matto, o ha un padre che l’ha convinto a farlo magari perchè lo praticava lui stesso in gioventù. Per il resto ci si scontra con l’ansia generalizzata di OGNI genitore, con il bombardamento mediatico appannaggio di sport più popolari o “innocui” e con l’ostracismo delle scuole che non possono osare proporlo tra le attività, sia per problemi di spazio che per impopolarità.
    Non è questione di soldi. Se la F.I.R. avesse milioni e milioni di euro a disposizione per questa causa non avrebbe comunque un solo iscritto in più. A beh, certo… Avrebbe molte più “strutture”. Vuote…
    Basta parlare di BASE, per piacere… In Italia la BASE è quella che già abbiamo (iscritto più, iscritto meno…). Farà pure tristezza, ma è così. Inutile far sogni di gloria. Se poi tra mezzo secolo qui saremo tutti impazziti e vedremo solo palle ovali sui prati ed in tv, meglio così. Secondo me, per la società che stiamo creando e a cui dobbiamo far fronte (attualità/cronaca di questi giorni…) è molto più facile che arruoleremo dei fenomeni nelle gare di fondo in cui i nordafricani naturalizzati maramaldeggeranno, che nel rugby. Felicissimo di sbagliarmi, ovviamente…

    • hyperion 29 Settembre 2014, 15:23

      Guarda che non esiste un programma scuola della fir,lo fanno pochi volenterosi a livello locale e specialmente dove il rugby ha una buona diffusione e/o con collaborazione a livello cus.
      Ma anche avendo l’attuale base se non si investe su formatori di qualità e su programmazione e strutture adeguate,non come numero ma per come e cosa insegni ed educhi il giocatore,i risultati di crescita evolutiva non arrivano se poi contestualmente aumenti anche il numero degli iscritti benvenga.
      Cordialità

      • giannino 30 Settembre 2014, 09:28

        certo. aggiungerei un paio di cose: la prima è che noi viviamo in un paese in cui il calcio esercita un’autentica dittatura mediatica. il primo sport che osa essere un minimo popolare viene boicottato. la seconda è che per quanto formi i ragazzi non ne farai mai dei caucaunibuca o dei nalaga o dei rokocoko.
        il professionismo lascia sopravvivere solo squadre fatte di giocatori atleticamente fortissimi e noi non siamo a quell livello. con chi va in meta la Benetton? con degli avanti di 130 kg che vengono dal pacifico e riescono a rompere il placcaggio di un tallonatore di 110, come nell’ultima partita contro Newport.
        siamo sempre un paese di avanti che puntano ad andare in meta dai propri 22 con un carretto infinito. se quello si ferma non abbiamo altre opzioni di gioco. I 3/4 non reggono il confronto con gli avversari di prima fascia, tranne qualche rara eccezione.
        se per di più non riusciamo a compensare la mancanza di fisicità/velocità con gli skill tecnici dove vogliamo andare?

  5. sabrina mccaw 29 Settembre 2014, 10:17

    Manca la voglia di vincere, anzi sembra quasi che abbiamo paura di vincere.. senza andare tanti indietro nel tempo scomodado i francesi, basta andare a ieri, nel vero senso della parola e guardare agli argentini, che nel RC ancora non hanno vinto una partita ma fin da loro esordio hanno mostrato miglioramenti evidenti e costanti, giocano con piglio da guerrieri, combattono fino all’ultimo secondo e impensieriscono perfino gli all blacks, impegnandoli in durissime mischie ordinate, perdono ma vendono cara la pelle e per quanto mi riguarda sia i risultati delle singole partite, sia la loro posizione nel ranking mondiale (12), sono bugiardi e i Pumas meriterebbero ben di più! Cose che non si possono dire dell’italia, che di fronte a potenziali buoni risultati e con individualità di alto livello, pare spaventarsi e fuggire, quasi avessero schifo di vincere!

    • stefano nicoletti 29 Settembre 2014, 12:18
    • Maury7 29 Settembre 2014, 15:24

      Parole sante,ma la mancanza di voglia di vincere è purtroppo diffusa in tutto lo sport italiano,eccetto rari casi

    • San Isidro 29 Settembre 2014, 16:46

      concordo con l’analisi dei Pumas, meno su quella dei nostri azzurri…”avere schifo di vincere” o “fuggire di fronte a buoni risultati” mi sembrano espressione un pò esagerate, semmai si può dire che ci manca il killer instinct per chiudere le partite quando dovremmo…comunque è anche vero che nelle ultime gare, soprattutto al tour estivo, abbiamo visto un gruppo scarico e con poche motivazioni, diversi giocatori sono mancati di stimoli in campo e questo in parte è da imputare a Brunel che, in quanto coach, deve assumersi la responsabilità di scuotere i suoi ragazzi quando serve…

      • sabrina mccaw 29 Settembre 2014, 22:06

        Si ribadisco, schifo di vincere, mancanza di mentalità vincente,, chiamiamola come vogliamo, ma rimane il fatto che sulla carta saremmo in grado di sconfiggere anche gli All Blacks, in pratica non possiamo e forse non vogliamo concretizzare, finendo per buscarle anche da squadre semidilettantistiche!

        • San Isidro 29 Settembre 2014, 22:38

          ognuno ha le sue opinioni, ma dire che “sulla carta saremmo in grado di sconfiggere anche gli All Blacks” mi sembra veramente azzardato…tutto quello che vuoi e sono d’accordo sulla nostra incapacità di concretizzazione, ma dobbiamo essere realisti…tra l’altro non è solo una questione di carisma, purtroppo a certi livelli non si vince solo con il cuore, se si guarda come è andata la nostra difesa da più di un anno a questa parte…

  6. Meridion 29 Settembre 2014, 10:52

    Ma la vera domanda è.. in sta foto Pierre sembra Michele Misseri!? XD

  7. Michele Boschetto 29 Settembre 2014, 11:33

    per me si dovrebbero spendere le risorse economiche in maniera diversa. è inutile fare 100 accademie giovanili se poi di giovani di prospettiva ne escono meno di 10, numeri ipotetici. se poi i giovani non giocano in celtic o nelle coppe europee come i loro pari età del 6 nazioni è inutile lamentarsi dei risultati della nazionale. come disse qualche mese fa troncon in un intervista serve un cambiamento radicale della base per poter avere ricambi per le 3 nazionali principali. poi direi di creare una volta per tutte il movimento a 7 in maniera seria perché se no le olimpiadi le vedremo sempre in tv

  8. Rabbidaniel 29 Settembre 2014, 11:49

    Villepreux forse si riferisce a un rugby che non c’è più, parlando di calma. Inoltre, mi pare che vi sia stata una involuzione, o uno stallo a essere buoni. Vi è anche il nodo irrisolto della formazione e il ruolo dei club, che dovrebbe essere cardine del movimento, passa sempre più in secondo piano. C’è da essere contenti?

  9. stefano nicoletti 29 Settembre 2014, 12:18

    Ha ragione da vendere e straquoto Sabrina McCaw, manca l’accento sull’aspetto psicologico prima ancora di quello tecnico.
    Perchè dite quello che volete, ma il & Nazioni di due anni fa non può essere stato un caso, non si diventa scarsi nel giro di un’estate.

    • Thunderstruck 29 Settembre 2014, 12:40

      Dando per buono ciò che dite, se manca, chi lo dovrebbe dare quell’aspetto psicologico vincente “sempre e comunque”?
      Lo chiedo perchè abbiamo avuto ogni tipo di allenatore immaginabile, tutti competenti, vincenti (altrove) e di grande cultura rugbystica. E tutti sembrano aver fallito da quel punto di vista. Fosse uno sport individuale, sarebbe più semplice, ma chi da ad un intero collettivo una voglia di vincere famelica e costante nel tempo?
      Io penso che sia molto una questione di stimoli. Stiamo assistendo ad una grande evoluzione di paesi rugbysticamente emergenti (come Georgia, Giappone ecc…) e ad una nostra involuzione dovuta ad una consapevolezza di aver già dimostrato tutto il dimostrabile possibile. L’acuto dell’anno scorso è proprio stato un caso, invece, ed il nostro livello è quello delle altre 13 partecipazioni al 6N. E cioè da ultimo/penultimo posto. Gli stimoli a far sempre meglio o a stupire l’ambiente (magari per un recente cambio d’allenatore) hanno portato a quel picco, ma poi, preso atto di limiti invalicabili, c’è la tipica fase della rilassatezza che porta mentalmente a “sgonfiarsi” e ad involversi. Aggiungiamoci poi l’atavica idiosincrasia ai test-match che da sempre ci contraddistingue (non solo nel rugby…). Poi arriviamo alla Grande Competizione di turno e…o crolliamo per nervi/frustrazione perdendo continuità nella prestazione (addirittura nella partita stessa), o per “troppa voglia di vincere” e di voler spaccare il mondo… L’anno scorso, lo ricordo, incontrammo un’Irlanda ma soprattutto una Francia a pezzi. Fu una cosa irripetibile. Infatti quest’anno le cose si sono rimesse impietosamente a posto…
      Quindi che fare?
      Nulla… Questo è…

      • stefano nicoletti 29 Settembre 2014, 12:54

        Anche l’Inghilterra a Twickenam era a pezzi? non credo.
        Gli stimoli o i giocatori se li danno da soli, o li da l’allenatore oppure ci vuole una figura apposita che lo fa di mestiere e che in altri ambienti è già di casa.
        Pensiamo allo sport professionistico USA dove queste figure esistono già da decenni: non credo sia troppo vedere 1 figura di questo genere in FIR.

        • Rabbidaniel 29 Settembre 2014, 13:06

          L’Irlanda che battemmo era un ospedale da campo, bisogna essere onesti. L’anno successivo quel gruppo ha vinto il torneo, noi siamo arrivati ultimi. Thunder avanza un bel punto, noi siamo a sandwich tra le Union più forti e strutturate di noi e le nazioni emergenti che per fame e tradizioni o per consistenza economico-tecnica ci stanno mangiando il margine che avevamo.

  10. Katmandu 29 Settembre 2014, 12:22

    La calma che predica Piere è d’obbligo quello che si dovrebbe fare che non si fa nel suo discorso é amentare la base qua non si riesce a sviluppare la base

  11. franzele 29 Settembre 2014, 13:34

    Meno base più altezza!

  12. Danthegun 29 Settembre 2014, 14:52

    Pienamente d’accordo con i consigli di Villepreux. In Italia, non solo nel rugby, abbiamo ansia da prestazione e fretta da risultati. I tempi sono cambiati e i risultati devono arrivare in tempi relativamente più brevi ma gli anni passano uno alla volta e anche la crescita di un gruppo è condizionato da questo.
    Per parlare di risultati però si devono avere dei progetti che mirano a questi risultati, che si diano tempi e scadenze oltre che step misurabili (es. posizione nel ranking, numero di vittorie al 6 nazioni, passaggio ai quarti nel mondiale, ecc.). Solo se ci si da degli obbiettivi precisi e misurabili si può lavorare per raggiungerli e dotarsi degli strumenti giusti. Mi sembra che in Italia si voglia migliorare per migliorare senza una precisa finalità. Sarò banale ma voglio farmi capire: se l’obbiettivo è battere la Scozia al 6 nazioni, io posso perdere anche di 100 punti con la Francia che non mi preoccupo perchè il mio obbiettivo è la Scozia! non mi preparo come un matto a fermare il rugby champagne della Francia se poi mi faccio infinocchiare dal rugby scozzese.
    Se poi si hanno progetti di lungo termine si può anche passare periodi disastrosi ma poi si lavora e si cresce. Succede anche in molte squadre di club di vivere dei cicli. A volte si vince l’Heineken Cup e poi ci si trova a metà classifica nel campionato ma se si ha un progetto per rifondare la squadra si tornerà a vincere l’Heineken cup.
    Noi abbiamo vissuto cicli di “gloria” ora siamo in difficoltà. Dobbiamo sperare che il lavoro di Brunel e della federazione sia propedeutico ad un nuovo ciclo positivo.

    • Alberto da Giussano 29 Settembre 2014, 15:37

      Premesso che PV è un vero amico dell’Italia, per motivi culturali e di riconoscenza ed è anche molto amico di AG. Alcune cose che non si possono dire non le ha dette. Come tutti gli stranieri ignora anche lui che il movimento di base che dovrebbe produrre i talenti necessari a battere la Scozia ( battuta la quale, ben poco basterebbe anche per battere Irlanda, Fiji e Tonga)é ben poca cosa. Comunque insufficiente per l’obbiettivo di cui sopra.

      • Rabbidaniel 29 Settembre 2014, 16:07

        Mettere l’Irlanda allo stesso livello di Scozia, Fiji e Tonga mi pare quanto meno ardito…

        • Alberto da Giussano 29 Settembre 2014, 16:35

          Guarda che l’Irlanda ha già il suo difensore d’ufficio.

          • Rabbidaniel 29 Settembre 2014, 16:57

            Io mi baso sui risultati di nazionali e province. Fatti due conti delle vittorie in 6N, Heineken Cup, Challenge Cup e Celtic-Pro12. Tutto il resto sono chiacchiere.

      • mezeena10 29 Settembre 2014, 18:12

        no fidati che PV lo sa e bene pure AdG..sentito con le mie orecchie!
        vero che qui ha glissato!

        • mezeena10 29 Settembre 2014, 18:13

          piuttosto è legato fortemente al “suo” tipo di rugby! che non so quanto vada bene per il rugby moderno cosiddetto..

      • ermy 29 Settembre 2014, 20:58

        Molto amico di AG??? Moolto?

        • Giovanni 30 Settembre 2014, 01:06

          Caccamo: “Eravamo a casa di Ferlaino, l’altra sera: io, Bruscolotti e Pesaola…”. 😀

    • Camoto 29 Settembre 2014, 23:04

      Posso concordare con il concetto, ma a che titolo parla se ci porta i suoi che poi falliscono…

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