Incertezza all’italiana, quando più del problema conta il modo di affrontarlo

La tranquillità è certamente importante e aiuta a giocare meglio. Ma i problemi extra-sportivi possono diventare un alibi?

COMMENTI DEI LETTORI
  1. malpensante 16 Luglio 2014, 08:27

    Ai campionati del mondo degli annunci e a quelli dell’alibi, ci batte nessuno.
    http://www.youtube.com/watch?v=1vzwC3LYA-A&feature=kp

  2. berton gianni 16 Luglio 2014, 08:36

    Condivido in pieno quello che dice Mal e soprattutto LaFavaro.
    La cultura dell’alibi, il buon CT Velasco l’ha spiegata bene, a suo tempo.
    Il rovescio della medaglia ( che era una vecchia rock band romana 🙂 ) lo dimostra ampiamente : quasi tutti questi ” precari ” han trovato un ancor più gratificante posto, addirittura all’estero e ben prima che finisse la stagione stessa.
    Piuttosto ( e mi rincresce ), ma non posso non constatare che questa cultura si è ben radicata anche in JB.
    Palesemente.

    • boh 16 Luglio 2014, 09:28

      il rovescio della medaglia..che band!!!!Ahhh bei tempi

    • bogi 16 Luglio 2014, 09:31

      Palesemente OT.

      MA, doverosamente, 1500 punti per avere citato Il Rovescio della Medaglia.

      Fossero nati in UK sarebbero diventati grandissimi ( approposito di cultura dell’alibi 🙂 )

  3. stefano nicoletti 16 Luglio 2014, 08:52

    Sono d’accordo, l’aspetto psicologico è fondamentale e mi spiego con 2 riflessioni:
    – gli ultimi risultati negativi della nazionale non sono spiegabili con ragioni tecniche: venivamo da due vittorie soddisfacenti contro Francia e Irlanda;
    – la mancanza di giocatori di carattere come Lo Cicero, Minto, Favaro, Bergamirco hanno peggiorato una situazione di abbattimento generale dovuta ai noti fattori esterni.

    Un mental coach subito.

    • Stefo 16 Luglio 2014, 10:14

      Gli ultimi risultati?13 partite di fila.
      Le due prove convincenti?Un anno e mezzo fa.
      Hai voglia a dire che e’ solo un poblema mentale.

      • stefano nicoletti 16 Luglio 2014, 12:17

        Quindi le due prove convincenti sono state un caso? le qualità tecniche viste in quelle partite (e con gli Alla Blacks, e con l’Australia…) sono frutto di un caso? No, impossibile.

        • Stefo 16 Luglio 2014, 13:30

          Ed io ripeto quando dissi all’epoca e dopo quel 6N e continuo a dire da allora: c o n t e s t u a l i z z a r e quelle partite…giocate piu’ di un anno fa quasi due per i TM di Novembre.
          Poi se per farsi coraggio si vuole prendere come valore assoluto 3-4 prestazioni su 20 partite va bene.

  4. Appassionato_ma_ignorante 16 Luglio 2014, 08:54

    Il quesito posto dall’articolo è “pesa di più il problema in sé o il come lo si affronta?”. La risposta è ovvia. Pesa di più come lo si affronta e, a monte, chi lo affronta e le sue condizioni di testa. È come quando traversi la strada: per non essere tirato sotto, devi tu guidare i tuoi passi e tenere aperti gli occhi. Non puoi fiondarti sull’asfalto sperando che gli automobilisti ti scansino.

  5. boh 16 Luglio 2014, 09:25

    Paolo, probabilmente c’è un errore non so se di Brunel o dell’intervistatore. L’ incertezza dei giocatori di TV sul loro futuro non emersa al raduno per il tour, ma bensì al raduno per il 6N. O sbaglio perché se confermato cambia tutto il ragionamento.
    Tornando poi all’intervista di ieri, la mia impressione, è la stessa, che mi sorgeva nel sentire le interviste rilasciate dopo qualche tempo dal loro incarico degli allenatori che lo hanno preceduto, quando dopo i primi euforici proclami, I vari Mallett, Kirwan, Johnston, Coste ecc… si ritrovano a scontrarsi con una mentalità, e un ambiente lontano anni luce da quello in cui hanno vissuto e lavorato fino ad oggi.E quando sento il presidente dire che predilige uno staff tecnico tutto italiano interpreto questo, come una resa per crescere, ma soprattutto per non cambiare. Siccome nel rugby ci sono da oramai 30 anni, prima come giocatore, poi come dirigete di club con vari compiti. credo si comprenda il mio astio e ironia nel commentare certe notizie. LE SENTO DA 30 ANNI CAZZO. Non sono i vari soggetti che vengono da esperienze migliori della nostra che sbagliano, siamo noi che non vogliamo cambiare RICAZZO.

    • gsp 16 Luglio 2014, 09:41

      Boh l’ultima parte non l’ho capita bene perchè ti sei incazzato. Ma condivido il dubbio se Brunel si riferisse a Gennaio o a Giugno, che cambia molto le cose.

      Non so se serva il coach delle motivazioni (spenderei prima e meglio su quello dei calci e dei contatti) però Se sei senza contratto a giugno e ti fai molto male non lavori per un anno. E se hai famiglia é dura.

      • Alberto da Giussano 16 Luglio 2014, 09:58

        Io credo che il povero Brunel sia in perfetta buonafede. E sia sincero quando afferma di non capire la débâcle. personalmente su questo tema, resto del mio parere, già espresso in una sollecitazione analoga della redazione.
        La mia opinione è che l’Italia possa schierare una sola formazione di alto livello. Per intenderci, quella dove non può mancare nessuno dei ns. veri talenti di livello internazionale: Parisse, Castro, Zanni, Ghiraldini. E per di più devono essere in forma e motivati. In ogni altra soluzione corriamo seri rischi con chiunque e una altra triste realtà è che la nazionale azzurra non ha giocatori a sufficienza per disputare con dignità 10/12 test match all’anno.
        Per cui o preserviamo con ogni mezzo i sopracitati i senatori, oppure è impensabile ogni altro volo pindarico da qui ai mondiali.

        • Stefo 16 Luglio 2014, 10:11

          AdG condivido quello che dici e penso che oltre ad essere in forma quei giocatori chiave l’Italia e’ ancora in una istuazione dove per battere quelle nei primi 8 posti del ranking deve sperare che queste abbiano giornate bruttine.

      • boh 16 Luglio 2014, 12:41

        Grazie fracasso, mi sento meno boollicina di sodio in un mare di……

      • boh 16 Luglio 2014, 12:48

        gsp, quando un allenatore, che viene da una nazione ben più avanti di noi, e che si trova a dover inserire in squadra giocatori che i club d’oltralpe non ritengono più all’altezza per il loro campionato, mentre noi li mettiamo nella franchigia per lo sviluppo dell’alto livello. Il coach delle motivazioni, lo devi trovare per Brunel, perchè di queste nostre manfrine non ci capisce un …… e son stufo di dirlo.

        • gsp 16 Luglio 2014, 14:11

          boh, onestamente quali sono i giocatori penso lo sappia gia’ da prima di arrivare.

          pero’, ti do ragione, il problema e’ abiturasi alla logica ed alla politica del rugby italiano.

          • boh 16 Luglio 2014, 16:45

            Ecco, vedi che uno alla volta riesci a capire i tanti motivi per cui mi incazzo. E nella logica della politica del rugby italiano di motivi per farti andare il sangue in bile ce ne sono a bizzeffe.

    • fracassosandona 16 Luglio 2014, 09:52

      standing ovation per boh

    • Paolo 16 Luglio 2014, 10:04

      Ciao. Il virgolettato è quello lì. Nell’articolo non si parla di Sei Nazioni ed è una intervista post-tour di giugno. E Brunel parla apertamente di tour

      • malpensante 16 Luglio 2014, 10:51

        Altra specialità italiana la memoria cortissima, e comunque a geometria variabile. E’ l’uomo per noi, non c’è dubbio.

    • maz74 16 Luglio 2014, 12:08

      Hai perfettamente ragione, o chi viene dall’estero da situazioni rugbistiche più evolute non capisce nulla o il problema è di chi trova quando arriva.
      Senza una cambio generazionale di tutto lo staff tecnico e dirigenziale e senza l’approdo di tecnici e manager stranieri qualificati per riprogettare tutto il sistema non si va da nessuna parte.
      Per quanto riguarda le motivazioni dei giocatori è indiscutibile che quest’anno la Benetton ha pagato l’incertezza della situazione e che i giocatori hanno risentito moltissimo da questa assurda situazione, mal gestita dalla Benetton e dalla FIR. Si può parlare di professionismo, di mentalità diversa all’estero, ma è anche umano che una persona, sopratutto se ha famiglia, si preoccupi del suo lavoro e di quello che sta succedendo e se non c’è serenità e solidità nel rapporto di lavoro anche incosciamente una persona non rende al meglio.

  6. hyperion 16 Luglio 2014, 09:59

    Purtroppo per migliorare bisogna rifondare il rugby italiano,il passato nel bene e nel male è andato, inutile recriminare bisogna guardare all’oggi e al domani,più al domani direi visto i personaggi che popolano la federazione e che pensano di essere i depositari della verità assoluta.
    Bisogna riprogrammare tutto ed è inutile girarci intorno il progetto Munari/Zatta è ancora valido e il più logico,bisognera’ aspettare 2 anni per vederlo alla luce,nel frattempo godiamoci le nefandezze Dondesche/Gavazziane.
    Anche se mi auguro che Gavazzi possa,come San Paolo vedere la luce sulla via di Damasco,cambiare e ravvedersi su alcune scelte questo nella logica del bene comune cioè il rugby italiano.
    Troppo ottimista?

  7. mauro 16 Luglio 2014, 09:59

    Premetto che non ho mai amato molto JB per aver troppe volte visto il Perpignan a TV e non aver molto apprezzato il suo gioco. Perciò non l’ho mai ritenuto la persona giusta per sostituire Mallet, se ce ne fosse stato bisogno.
    Ciò detto leggo da un pò di tempo dichiarazioni che sembrano dettate più dalla necessità di coprire spifferi creatisi sul lato B, piuttosto che da concrete valutazioni dei fatti. Che in Francia non brillino per senso di autocritica passi, ma che si voglia scrivere una storia che non esiste mi sembra un po’ troppo.
    Chi se ne andato da Treviso,lo ha fatto avendo in primis la benedizione di JB, e di questo per averne le prove basterebbe parlare con i singoli giocatori. Poi che attraverso questo si voglia dare la colpa alla labilità mentale dell’italico atleta ci potrebbe anche stare se non fosse che certi discorsi si fanno oggi a distanza di tre anni e non si sono fatti prima.
    Monsieur Brunel, non l’ho mai molto amata, ma la pensavo una persona migliore

  8. bak 16 Luglio 2014, 10:07

    OT
    parliamo un po’ di giovani va che si rasserenano gli animi…
    interessante articolo su rugbymercato sul destino degli ex accademici:

    http://www.rugbymercato.it/2014/07/16/eccellenza-gli-accademici-animano-il-mercato/

    Bak

  9. giomarch 16 Luglio 2014, 10:18

    Difficile entrare nel merito della situazione particolare, certo e’ che a novembre le gambe e le prestazioni di Cittadini hanno avuto un grossa flessione post firma del contratto con gli wasp…
    C’e’ crisi.. c’e’ grooossa crisi..

  10. Machete 16 Luglio 2014, 10:39

    sono solo alibi…..
    la mia sensazione è che molti dei nostri si sentono ormai “arrivati “e di provare ad alzare l’asticella più in alto non ne hanno voglia……
    abbiamo visto i TM di giugno qui giocano tutti al meglio……anche le squadre di seconda fascia non vedono l’ora di confrontarsi con i più forti…….a noi questi ultimi due tour del pacifico sono sembrati più una scocciatura …..quindi non solo ci creiamo alibi ma siamo anche presuntuosi

  11. xnebiax 16 Luglio 2014, 10:40

    Io ho sempre pensato l’incertezza fosse, almeno per molti, un alibi, ma non in malafede, ma come l’unica spiegazione che potevano dare a se stessi e agli altri delle cattive prestazioni.
    Alcune persone reagiscono come Favaro, che dice che deve dare il meglio in questi momenti per strappare un buon contratto. Altri, la maggior parte a quanto pare, non funzionano allo stesso modo. Tuttavia io penso che le motivazioni psicologiche (ma anche fisiche) delle cattive prestazioni di Benetton e nazionale siano più complicate. Forse si pensava inconsciamente di essere “arrivati” dopo il gran 6N 2013, forse alcuni, proprio per tenersi le porte aperte ad un buon contratto futuro, hanno paura degli infortuni, e forse altri, con il contratto già in tasca, non hanno motivazioni sufficienti. Forse mancavano i motivatori del gruppo, quelli che danno l’esempio. Favaro e Minto in primis. Forse, ormai, dopo quel 6N 2013, la pressione di ripetersi è tanta, troppa per qualcuno.
    In altre parole, non lo so.
    Per certo si può dire che i giocatori erano e forse ancora sono il contrario di spensierati. Sovrappensiero. E pensare mi sa che non fa bene alle prestazioni.

    • gsp 16 Luglio 2014, 11:18

      Favaro e’ sicuramente un motivatore, ma quest’anno purtroppo non c’era neanche lui per infortuni.

      l’anno scorso sono mancate tantissime cose, e fino ad oggi a me sembra che abbiano pagato solo ed esclusivamente i giocatori.

      sono finiti gli alibi adesso, e qualcuno di carte di uscita di prigione se n’e’ giocato una manciata quest’anno.

  12. Stefo 16 Luglio 2014, 11:27

    “Addirittura, non sanno esattamente con chi devono parlare per il loro futuro. Ma nemmeno hanno idea da quando comincerà il ritiro della squadra. Difficile sperare in sensibili miglioramenti senza piani precisi e una collaborazione molto stretta e leale tra FIR e franchigie”
    Estremamente fastidioso che JB molto astutamente (o da gran paraxxxx che dir si voglia) sia ben allineato alla linea del problema di collaborazione con le franchigie (che poi si sa si riferisce ad una in particolare)…

    • gsp 16 Luglio 2014, 11:37

      Stefo, non riesco davvero a capire come a giugno i giocatori non sapessero con chi parlare e quando sarebbe cominciato il ritiro. per me questa e’ una accusa abbastanza pesante a Treviso. ed hai ragione, da buon parac da colpe agli altri.

      il solito problema, nessuno si prende le sue responsabilita’ e parla del lavoro degli altri.

      • Stefo 16 Luglio 2014, 11:52

        Concordo gsp…che magari alcuni potessero ancora essere senza contratto va bene ma che non sapessero con chi parlare…beh fa un po’ ridere coi’ come il non sapere quando iniziava la preparazione.

        Ecco pur non essendo un gran fan di JB, l’ho sempre ritenuto un professionista serio ed equilibrato, negli ultimi mesi mi sembra stia cercando di pararsi il mulo allineandosi a certe posizioni di trincea e la cosa mi delude non poco.

  13. luis 16 Luglio 2014, 11:27

    Parto da una considerazione: i giocatori Benetton della scorsa orrenda stagione (con Berquist e campagnaro in più) erano gli stessi che in quella precedente erano arrivati settimi. Capisco da un certo punto di vista “l’ansia” del futuro incerto ma a mio personalissimo modo di vedere non si sono comportati da professionisti. Loro, come tutte le persone del mondo, hanno un contrato per delle prestazioni sportive e sono stati regolarmente e puntualmente pagati per questo, risultato :prestazioni “orrende” per una grossa parte degli stessi ( e credo che la cosa sia facilmente confermabile dai presenti a Monigo ). Ad un certo punto la società interviene richiamando i giocatori e proponendo agli stessi una decurtazione dello stipendio del 30%: apriti cielo, non si fà niente con il risultato che le prestazioni non cambiano, anzi peggiorano. Vi stupite se a fine stagione si aprono le porte e si lasciano partire? O si mettono taluni di fronte ad un rinnovo con decurtazione del 50% ( maniera elegante per toglierseli di torno )?
    Resto personalmente dell’idea di Favaro, quando il gioco si fa duro . . si dice che i duri cominciano a giocare, ma per farlo ci vogliono “cocones”, garra e tanta professionalità. Poi che a JB abbiano raccontato tante “cagnae”ci può stare, altrimenti come si sarebbero potuti giustificare?

    • gsp 16 Luglio 2014, 11:34

      Esempio di quello che dicevo. le colpe solo e soltanto ai giocatori. alibi per gli altri. come sempre, il tempo dimostrera’.

      • luis 16 Luglio 2014, 11:40

        NO @ GSP, io penso che prima ti comporti da professionista e dopo si parla, anche se con questo non voglio criticare solo i giocatori: gli attori principali sono loro, in campo ci vanno loro e per questo- e mi ripeto- sono stati puntualmente e regolarmente pagati.

        • gsp 16 Luglio 2014, 11:41

          perche’ gli altri componenti dello staff non sono professionisti?

    • mezeena10 16 Luglio 2014, 14:05
  14. giobart 16 Luglio 2014, 13:43

    Gli alibi sono sempre comodi, perché coprono i fallimenti di un individuo, ma se si vuole progredire bisogna farsi un esame di coscenza, e chiedersi….”ho dato tutto? In cosa potevo fare meglio? Mi potevo allenare meglio? Dovevo sacrificarmi di più? Posso andare a testa alta?”
    A mio parere ci sono diversi giocatori, soprattutto di Treviso che non hanno dato tutto, e in questo sport se non dai tutto fai le figuracce, e le fai anche anche all’estero.

  15. settea 16 Luglio 2014, 16:15

    Tanto per dire, a L’Aquila si è vinto un campionato senza stipendi nè per i giocatori nè per lo staff tecnico. Inoltre c’è l’incertezza da mesi sul futuro. A parte la tranquillità, che comunque serve, qui secondo me c’è mancanza d’impegno.

  16. Giovanni 16 Luglio 2014, 16:50

    Stavo pensando che il Galles, con tutto ciò che è successo tra federazione e franchigie, avrebbe dovuto prendere pesanti imbarcate da tutti. Invece appena 3 settimane fa per poco non hanno vinto in SAF. Poi se la mischia si fa travolgere perfino su introduzione nostra dai samoani vuol dire che, più che con la testa, non ci stanno con le gambe. Continuo a ritenere che JB fosse arrivato qui con un’opinione molto più ottimista sul rugby italico: gli ci son voluti due anni per rendersi conto come in Federazione vi sia un’accozzaglia di intoccabili scalda-poltrone, che ogni realtà locale sia chiusa nel proprio orticello, che i formatori giovanili siano indietro di lustri rispetto alle capacità formative delle altre realtà del 6N, che di soldi investibili ne girino pochi, che tra FIR e Treviso si litighi un giorno sì e l’altro pure, che bisogna fare il giro delle sette chiese per trovare una sede per i TM novembrini, che almeno il 50% dei club di Eccellenza e serie A sono a rischio insolvenza/fallimento, che l’Olimpico si riempie ma i campi dei club (tranne Rovigo e pochi altri) son delosatamente vuoti, che riuscire a coinvolgere un nuovo sponsor sia un’impresa titanica, ecc.ecc.ecc.
    Poi possiamo dire che certe sue dichiarazioni son state improvvide, che doveva lavorare di più sulla fase difensiva, che i progressi di quella offensiva si son arenati, che alcuni elementi hanno vistosamente rallentato il proprio percorso di crescita e così via. Ma siamo alle solite: un allenatore può rendersi più o meno criticabile e fare più o meno bene il suo lavoro, ma fino a quando il carrozzone continuerà a portarsi dietro tutti quei problemi, potremo solo sperare in qualche exploit o in una stagione più brillante di altre, ma, al tirar delle somme, il saldo quadriennale rimarrà negativo.

    • Stefo 16 Luglio 2014, 18:53

      Giovanni il problema pero’ e’ anche se il CT inizia ad allinearsi su certe posizioni politiche e le supporta pubblicamente come fatto un mese fa ed in questa intervista…perche’ vuol dire che o si sta allineando alla cultura del carrozzone oppure sta facendo il paramulo.

      • Giovanni 16 Luglio 2014, 21:05

        Si sta allineando per quieto vivere e perchè si è reso conto che da solo non può certo rivoltare il rugby italiano come invece meriterebbe. Ed intanto conta i mesi che mancano al mondiale, per potersene andare. Quello che volevo sottolineare è che, fatti salvi gli errori di Brunel, si sta ripetendo un copione già visto con i predecessori: qualcuno sarà riuscito a produrre qualche frutto in più, ma la sostanza è che illudersi che arrivi il “salvatore della patria rugbystica” di turno e risolva tutti i problemi che affligono il mondo della palla ovale nostrana non è solo errato, è proprio dannoso.

        • mauro 16 Luglio 2014, 21:44

          giusto! nessuno aspetta il salvatore della patria ma nessuno ha ordinato l’ennesimo spandiletame. Il nostro rugby già galleggia sul guano di suo, palesemente

        • gsp 16 Luglio 2014, 22:33

          Giovanni c’è però una differenza con I suoi predecessori. Lui ha 60 atleti pro che in Italia non li ha mai avuti nessuno, e la maggior parte concentrati su due squadre e quasi tutti i ruoli coperti.

          Io onestamente non penso s’aspettasse perchè basta parlare al primo italiano che mastica un pò di rugby e ti dice queste cose e perchè sarebbe un ingenuo totale.

          La domanda per valutarlo é se lui sta facendo il meglio con quello che ha. Per me no. E per questo ad oggi é un miracolato. Ovviamente si spera che da qui al mondiale ripaghi la fiducia e metta le cose a posto.

        • Stefo 16 Luglio 2014, 22:34

          Giovanni di certo non ero io che aveva dato l’etichetta di salvatore della patria a Brunel, e non mi aspetto un salvatore della patria…ma uno che fa il paraculo e’ fastidioso, non e’ quieto vivere e’ paraculaggine bella e buona.

        • Giovanni 17 Luglio 2014, 00:02

          @gsp: un conto è sentirsi raccontare, stando al di fuori, le opinioni personali di questo o quel personaggio del rugby italiano, altro è esserci dentro come coach della Nazionale.
          @Stefo: non ho attribuito a te quella definizione: il mio era un riferimento generico. Non so se definirla “paraculaggine” la sua, però penso che la convivenza con Gavazzi non deve essere semplice neanche per lui.

          • Giovanni 17 Luglio 2014, 00:21

            @gsp: su tutti i ruoli coperti ho più di un dubbio. Purtroppo le cose possono involvere rapidamente: visto cosa sta succedendo nella posizione di MM, dove, fino a poco fa, ci ritenevamo coperti ed invece adesso siamo deboli? Vero che ci sono più giocatori e riuniti in due squadre, ma quest’ultimo anno qualcosa si è rotto in una di loro e ciò ha avuto ripercussioni pesanti su tutta la stagione. Però sono d’accordo su una cosa: Brunel sembra essere sempre a rimorchio degli eventi, incapace di analizzare e prevenire laddove si possano manifestare punti deboli e situazioni di sofferenza nel gioco. La dichiarazione sulla mischia è preoccupante.

        • Sergio Martin 17 Luglio 2014, 00:27
  17. ermy 16 Luglio 2014, 21:54

    Per la mia breve esperienza ricordo che le voci e gli atteggiamenti del contorno influivano parecchio su noi giocatori… scagliarsi contro i giocatori definendoli presuntuosi, arrivati, etc, a mio parere dimostra una scarsa conoscenza ( reale e non teorica, come appare in molti scrittori del blog) dei meccanismi dell’atleta di alto livello.
    Anche se professionista l’ambiente influenza tantissimo il giocatore di rugby, sport collettivo di combattimento, non dimenticate!

    • mauro 16 Luglio 2014, 22:13

      aggiungo, se mi è permesso, che il fisico di un atleta oggi è la sua azienda. Quanti sono disposti a rischiare la propria senza alcuna garanzia? Soprattutto se questa è fisiologicamente in grado di produrre reddito per un periodo breve.
      La conseguenza di questo si esprime in un atteggiamento, anche inconsapevole, di autoconservazione.

  18. Sergio Martin 17 Luglio 2014, 00:26

    Mi convinco sempre di più che l’allenatore non sia da solo determinante, e che, invece, sia solo uno dei tanti elementi importanti che contribuiscono insieme a creare quell’alchimia che fa di una squadra una grande squadra. È solo la ciliegina sulla torta. Per intenderci, gli All Blacks potrebbero vincere il Championship anche con un coach di media levatura. Se l’allenatore trova il back ground giusto, allora come un buon maestro d’orchestra fa suonare tutto all’unisono come si deve. Altrimenti, si ammoscia e comincia ad arrancare per portarsi a casa lo stipendio fino alla fine del contratto, oppure fino a firmare un contratto migliore. Ma non c’è da biasimare nessuno: uno ci prova, ma se le condizioni per crescere sono troppo ingarbugliate e le difficoltá oggettivamente insuperabili nel medio termine, ci sta pure che uno si dica “non ce l’ho fatta”. Temo che in questo momento questo possa essere lo stato d’animo di Brunel… Il che non mi lascia presagire molto di buono sul futuro del suo rapporto con la FIR. Ma spero di sbagliarmi e di essere smentito.

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