Director of rugby, una rivoluzione copernicana per la palla ovale

Nazionale maggiore, Emergenti, U20, nazionali giovanili, squadre celtiche: c’è qualcosa da ripensare nella loro gestione?

COMMENTI DEI LETTORI
  1. crosby 23 Giugno 2014, 08:30

    D’accordissimo.
    Purtroppo Gavazzi ce l’ha già il suo Director of Rugby che tra l’altro e’ lo stesso che aveva anche Dondi.
    La carta bianca ce l’ha lui: sceglie i tecnici, gestisce le 44 Accademie/Centri di Formazione, supervisiona gli arbitri, etc…
    Il Director of Rugby e’ importante se chi chiamato a farlo ne ha le competenze…

    • M. 23 Giugno 2014, 08:47

      A chi ti riferisci? Ascione, Checchinato?

      • parega 23 Giugno 2014, 10:45

        si riferisce a ASCIONATO

        • mezeena10 24 Giugno 2014, 10:07

          o a checchinone!

          • gamester 24 Giugno 2014, 12:44

            Lasciando perdere un attimo gli organigrammi qualcosa sotto sotto sta cambiando…Chi segue i corsi allenatori può confermare/smentire…

            E’ stato reinserito nello staff federale dopo anni di esilio Tiziano Casagrande che prenderà il posto di Ascione, credo io al termine della naturale scadenza del suo contratto…

            La cosa è passata un pò in sordina ma indipendentemente dal personaggio “Titta” Casagrande che può piacere o non piacere perlomeno è dichiaratamente filofrancese e da anni lavora con metodologie più aderenti a quello che è il nostro “mondo nazionale”…Perlomeno è una scelta che ha una certa logica…

            Quest’anno Ascione è stato messo un pò in disparte nonostante quello che cita l’organigramma federale…

            Vi faccio un esempio banale…Ero presente al corso di aggiornamento allenatori (valevole anche per il 4° livello federale se non sbaglio, quindi massima espressione della formazione nazionale) con gli allenatori della mischia e della difesa degli All Blacks in quel di Parma..
            Chi ha fatto gli onori di casa in veste federale? Non Giancarlo Dondi presente nell’ufficio adiacente, ma Tiziano Casagrande…
            Ascione? Non pervenuto..

  2. berton gianni 23 Giugno 2014, 08:34

    Concordo.
    E’ da mesi che dico che il Pres. non può e non deve interessarsi di questioni tecniche.
    Deve fare il referente di una persona, di spessore, che gestisca il tutto.
    Il problema e’ se saprà scegliere la persona giusta…
    OT. Ho letto che in tanti dicono che Romano e’ un pilone.
    None. Non è un pilone. E’ un pilota :
    ” …con il pilota romano Romano, Andrea de Cesaris…”

  3. ginkgo16 23 Giugno 2014, 08:52

    Gavazzi, se ci senti batto un colpo

  4. Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 08:53

    Mi pregio di rispondere a questa sollecitazione con una domanda.
    Io non so che Rugby avete visto nei decenni scorsi! A sentire questi commenti ( quelli di ieri sugli emerging e quelli dell’altroieri sulla naz. maggiore) sembra che noi, reduci da mille battaglie vinte , passiamo da una disfatta all’altra. Il rugby Italiano da 40 anni a questa parte ( da quando cioè partono i miei ricordi e la mia esperienza di tecnico e giornalista) ha l’eterno e unico grande problema del reclutamento.
    Ogni tanto, casualmente, esce qualche CAMPIONE che illude tutti noi e pensiamo che il problema sia risolto. Ogni tanto vinciamo qualche partita “simbolo” ( Grenoble, Roma 2011, guardacaso sempre con la Francia) e di nuovo ad illuderci che il nostro sistema sia una macchina oliata a sfornare campioni di rugby.
    Purtroppo il professionismo ha ancor più allargato la forbice tra noi e coloro che VERAMENTE hanno un sistemma di reclutamento rugbustico vero ed efficace, paragonabile al nostro calcistico, dove ogni oratorio e ogni comune ha la sua scuola calcio.
    Noi siamo nel 6N solo grazie a Diego e grazie a Coste che su Diego ha costruito il resto del catenaccio.
    Reclutare giovanotti grandi, grossi e veloci e metterli nelle accademie ( 3 o 30 che siano, politiche o laiche che siano) non significa “per forza” farne dei giocatori di rugby di livello internazionale, nenche fossero allenati da Graham Henry in persona.
    Il talento sportivo è una dote particolare che uno ha o non ha. Il talento si può allenare, meglio indirizzare, ma non si può infondere. Paolo Vaccari non ha fatto un minuto in nessuna accademia, ha esordito in serie “A” a 16 anni, così come Scannavacca e Bettarello. Oggi abbiamo le accademie e non abbiamo più nessuno che esordisce a 16 anni in serie “A”. Tutti e tre i giocatori citati, non a caso,provengono da una zona geografica dove il rugby è ai primi posti dei valori sportivi delle famiglie del territorio di appartenenza. E questa è l’altra grande difficoltà, intercettare i talenti. Io credo che in Italia ci siano e molti ragazzi in grado di diventare campioni di rugby, il problema è di intercettarli.
    Le Accademie ( pubbliche o private che siano) potranno migliorare il livello medio del gioco, sicuramente innalzarlo, ma i test match con Fiji e Scozia li vinci, con regolarità, se hai campioni, non dei buoni giocatori.
    Oggi per competere e non fare aumentare il gap con gli anglosassoni è necessario uno sforzo colossale a livello della scuola.
    Le affermazioni contenute nella presentazione, partono dal presupposto che già in Italia esista un sistema collaudato che intercetti i ragazzi ( 9/13 anni) che hanno le caratteriscitche agonistiche e psicomotorie per giocare a rugby.
    Non è cosi!
    E non è così nemmeno a Treviso e a Brescia. Dove pure il rugby è al primo posto nelle scelte delle famiglie.
    In quante scuole elementari i ragazzi dalla prima alla quinta vedono un pallone da rugby?
    Eppure la scuola elementare è ancora un territorio libero, gli insegnanti “delegano” volentieri a consulenti esterni l’ora curricolare. Che il rugby si faccia avanti!

    • mezeena10 23 Giugno 2014, 09:08

      “catalano questa è per te”!!! ihihih

    • MAUTRE 23 Giugno 2014, 10:05

      Ciao a tutti, buongiorno Alberto, nonostante ci sia molto da dire sulla gestione passata e presente della FIR (troppo politica rispetto ai tanto “sventolati” PRINCIPI nobili del rugby…ma la sedia e le tasche hanno sempreun loro “perchè” ) e io sia piuttosto critico in quanto IN PRIMA LINEA sul campo, di nome e di fatto, quanto hai sopra descritto direi che è ESATTAMENTE lo “stato dell’ arte” del nostro sport nel nostro Paese. Mancanza di cultura sportiva e soprattutto nelle scuole non viene “predicato” nemmeno come eventuale risorsa per uno sbocco professionale…perchè non sono mica tutti Einstein i nostri ragazzi. E come hai sottolineato anche TU…..i giocatori che hanno esordito a 16 anni (io a 17) in serie A….provenivano per la maggior parte da realtà di provincia, dove l’affettività al contatto, alla lotta è molto più radicata che in una grande città, per vari motivi. Ma questa non deve essere una scusa, anzi deve spronare sia la federazione che il Ministero a prende nota di questo perchè oggi come oggi, con l’avvento di Internet, dei videogiochi, della multimedialità….se ha dato un grosso apporto dal punto di vista culturale ha altrettanto depauperato gli “istinti” dei nostri giovani che piuttosto che andare a fare un sacrificio in palestra per una formazione fisica, preferiscono “ingrossarsi” i pollici alla playstation. E, come ha di nuovo giustamente sottolineato, i talenti devono essere “aiutati” nella crescita e devono anche “aiutarsi” cioè, rendersi conto che per OTTENERE bisogna prima DARE. Poi sul “chi” ha in mano la gestione di questo discorso nella nostra FIR, beh…..ci sarebbero molte domande da fargli per capire come/cosa e perchè di certe scelte !!

    • davide p. 23 Giugno 2014, 10:59

      mi dispiace Alberto, non sono d’accordo con la tua opinione sul talento.
      se dovessimo accettare quello che tu dici, l’italia si potrebbe anche ritirare dal panorama italiano del rugby, perchè di talenti innati non ne abbiamo mai avuti; e non mi tirate fuori dominguez o parisse per piacere.
      l’italia ha fatto quello che ha potuto con i mezzi a sua disposizione e laddove abbiamo pensato di inquadrarlo il talento, l’abbiamo esportato per meglio valorizzarlo,consapevoli che in casa i mezzi non ci sono o non si voglia trovarli e valorizzarli.
      e anche questa politica è fallita; ma fallita due volte: sia perchè con i fortunati ‘talentuosi’ la costanza dei risultati non si è mai vista, sia perchè tuttora i nuovi espatriati o scappano (vedi quelli del treviso, i senatori) o non hanno trovato la stessa fortuna (vedi benvenuti, un giovane) o puntano a risultati importanti che il sogno italiano non permette (vedi il giovanissimo dei tigers).
      si potrebbe dire alberto: cornuti e mazziati!
      e se siamo in questa situazione lo dobbiamo in misura principale ad un quadro di dirigenti, che seduti da anni sulle loro comode poltrone, hanno mangiato, continueranno a mangiare, senza avere avuto la briga di trovare l’orientamento.
      e per chi da alla forca il ‘baffone’, si ricordi pure che lui almeno la faccia l’ha messa nel dire indirettamente cosa pensa del nostro movimento: completo immobilismo.
      e se ci aggiungi il poco ‘cuore’ che in nostri mettono in campo con squadre di seconda/terza fascia, capisci come possiamo perdere anche con queste squadre di tuttiespatriati che quando si riuniscono si ricordano lo spirito e il cuore del rugby.
      quindi più che i talenti innati ci serve dare uno scossone profondo all’intero movimento, partendo dai mangiaufo che ancora stanno attaccati alla poltrona, ci serve (come dici te) valorizzare fin da subito tutti i giovani ma senza fare distinguo sul talento, e soprattutto ci serve ritrovare lo spirito della nostra nazionale.

      • MAUTRE 23 Giugno 2014, 11:55

        Ciao Davide,
        direi che quanto dici è giustissimo…infatti è lo stesso motivo per il quale tutte le Nazioni di Prima fascia “blindano” i propri giocatori nella Nazione medesima. Dalla Nuova Zelanda, alla Franzia, all’ Australia, Galles, Scozia, etc…..forse l’unica che è un po’ fuori da questo discorso è il Sud Africa, ma ha altri aspetti politici da gestire (le quote dei neri, etc…)e sicruamente non ha problemi di quantità/qualità.
        Ad ogni modo, come ho avuto occasione di scrivere in altro post, in Italia la Nazionale non è vista come un momento di crescita globale per il Movimento e quindi un RIFERIMENTO, ma come un palcoscenico dal quale mostrarsi per ottenere contratti corposi, bando al fatto che in Italia il livello è basso e i “più dotati” cercano di mantenere elevato il proprio livello andando a giocare all’estero. Credo che un Castrogiovanni o un Parisse a parità di livello in Italia o in Francia ma dove “a casa” prenderebbero max 200 mila euro e in Francia quasi il doppio, beh…credo non ci sia ombra di dubbio quale “sponda” sceglierebbero….in barba alla crescita del Movimento.
        In sostanza, parlando in termini di risultati, la Nazionale e il Movimento non hanno un livello tale da consentire ai nostri Azzurri di proseguire nella loro crescita……e ad un certo momento questa cosa è come il famigerato CANE CHE SI MORDE LA CODA…..se i nostri migliori giocatori vanno all’ estero…come fa a crescere il Movimento ? Se poi quelli che rientrano dalle esperienze estere lo fanno semplicemente perchè LA…non hanno più niente da dire e vengono a “svernare” qui !??!

        • davide p. 23 Giugno 2014, 12:27

          MAUTRE…quello che scrivi si può riassumere in: cornuti e mazziati!
          …cornuti loro (metaforicamente parlando) perchè se ne vanno all’estero per vivere;
          …mazziati noi e loro (sempre metaforicamente parlando) perchè non sempre trovano il successo all’estero (vedi anche masi o d’apice con i suoi cherry and white) e quando vanno in campo con la Nazionale, osannati per il loro rientro, non fanno primavera.

          MAUTRE…il nostro movimento è in stagnazione da anni…ma a noi cosa ci frega…aspettiamo la prossima giornata storta dell’avversario per parlare di ‘maturità’ trovata.
          più che di rivoluzione copernicana, troppo lontana dalla nostra situazione facciamo un passo alla volta e cominciamo a fare il sistema tolemaico.

      • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 13:46

        Non voglio fare nessuna difesa dei dirigenti sportivi. Ma sul “talento” bisogna intendersi. Esso è indispensabile ,ormai, per competere ad ogni sport di vertice. Lo è per il calcio, per il Basket, per la Pallavolo, per l’Atletica e a maggio ragione per il rugby.
        Se tu dai un’occhiata ai numeri di base dai quali Calcio e Pallavolo ( non a caso cito loro, sono tra le nazionali prime al mondo) dai quali escono i giocatori per il vertice e li paragoni al rugby vedrai l’abissale differenza tra i movimenti.
        E sia noi che loro , abbiamo : dirigenti cazzoni, scuola dove lo sport fa ridere ecc. ecc.
        Loro però hanno un movimento di base ( scuole calcio in ogni paese da un lato e minivolley in tutti i distretti scolastici) dal quale esce uno/due talenti internazionali all’anno che permettono di fare una nazionale tra le prime 4/5 al mondo.
        Fino a che il rugby starà fuori dalla scuola il movimento non potrà crescere come è necessario.

    • rubenargo 23 Giugno 2014, 13:52

      Quoto Alberto al 100%.
      Sono padre di bimbi in età di “indirizzamento sportivo” e la scelta del rugby è vista come un’eccentricità. Siamo accerchiati da scuole di calcio, basket e pallavolo, il 99,99% dei compagni dei miei figli è stato inserito in una delle top3 di cui sopra, i maschi “alfa” (come perfettamente qualcuno aveva riferito nei giorni scorsi) trascinano i gregari.
      Nelle scuole elemntari si fa proselitismo a senso unico (o meglio, nei 3 sensi delle discipline a palla tonda).
      Ma capisco anche le scuole: campi da calcio, basket e pallavolo (questi 2 sono poi la stessa cosa) sono capillari e sovvenzionati, e per allenare in queste discipline non servono skill-coach o chissà cosa ma professori isef… Il rugby richiede allenatori competenti (almeno delle regole) e campi e palloni CHE NON CI SONO.
      Gavazzi da tanti soldi all’alto livello. Ok, opinabile ma accettabile.
      Ma il basso livello? Le porte ad acca, i palloni, i corsi di formazione per allenatori? Sovvenzionare un campo ogni tot abitanti? fare un censimento delle necessità del territorio? Questi sono i problemi del quotidiano.
      Reperire i giovani va bene, i talenti nascosti ci sono (sicuramente, è un fatto biologico) ma senza struttura (=soldi) si va poco lontano.

    • Hullalla 23 Giugno 2014, 14:42

      E di fatti chi ha in mano (da sempre!) il Progetto Scuola? Tullio Rosolen.

    • Sermar 24 Giugno 2014, 06:49

      Già… in Francia l’ovale è noto ai bambini fin dalla scuola materna…

      • mezeena10 24 Giugno 2014, 10:56

        in francia i ragazzini hanno la possibilita di provare tutti gli sport e solo dopo scegliere in base alle attitudini personali..
        inoltre particolare non da poco è gratuito per tutti!

  5. malpensante 23 Giugno 2014, 08:58

    Non sono d’accordo, di uomini della provvidenza non sento la mancanza. Di un Director sì, ma con compiti molto precisi, limitati e dettagliati. Non sono d’accordo neanche sul Gavazzi “farei ma non posso”: gli uomini che ha sono quelli che hanno tessuto la tela per la sua elezione, Dondiani con Dondi, Gavazziani con lui, Munariani nel caso. Paraculi e con la loro bella e forte clientela al seguito.

    • Paolo 23 Giugno 2014, 09:08

      Ciao Mal
      guarda che la penso come te, ma forse non mi sono spiegato bene (e in questo caso me ne scuso).
      E’ chiaro che il DoR (o come diavolo vogliamo chiamarlo) debba avere compiti precisi, verrebbe comunque scelto dal presidente e a lui deve rispondere. Ma all’interno di quei limiti deve avere carta bianca.
      Su Gavazi: io non so se aveva intenzione di portare i suoi uomini, non so nemmeno se ne avesse di uomini veramente “suoi”. Sta di fatto che Dondi ha rinnovato i contratti a tutta la dirigenza all’inizio del 2012.

      • berton gianni 23 Giugno 2014, 09:32

        Ok, Paolo,
        Ma di sicuro Din-Don-di ne avrà parlato con gavazzi-niente-fighe-solo-cazzi.
        Questo nel senso che il prezzo da pagare era : ti passo il testimone, ti faccio la campagna a favore, ma tutto resta come ho fatto io.
        More solito…

        • Paolo 23 Giugno 2014, 10:37

          non lo so. Non so esattamente quando i contratti sono stati rinnovati, la cosa certa è che dondi annunciò la sua intenzione di non candidarsi il 21 giugno 2012.

      • maz74 23 Giugno 2014, 09:38

        Vi ricordo che Gavazzi rappresenta la continuità dell’era Dondi, faceva parte del board ed nella fase finale dell’era Dondi con Saccà era di fatto il promotore di tutte le iniziative dalla riconferma dei dirigenti (per avere voti) all’uccisione degli Aironi, ecc…..
        Ci vorrebbe un presidente non coinvolto in affari personali ed interni alla FIR e come director vedrei bene Graham Henry con poteri illiminati dato che ha anche una grandissima esperienza a livello giovanile

        • Paolo 23 Giugno 2014, 10:38

          Ciao Maz. Posto che Graham Henry lo vederei bene ovunque, va anche detto che i rapporti Dondi-Gavazzi sono stati quantomeno altalenanti, per usare un eufemismo

          • maz74 23 Giugno 2014, 14:25

            E’ vero i rapporti sono stati burrascosi dal momento che il nuovo leone considerava il vecchio oramai da pensionare e sopratutto sono stati molto vicini alla rottura sul caso Aironi (mi risulta che Dondi non voleva quello che poi è stato fatto), comunque Gavazzi sta conducendo in prima persona tutto e decide in solitario quasi tutto e quindi oggi è il vero responsabile dello sfascio

  6. Nicola79 23 Giugno 2014, 08:58

    Indubbiamente la figura del DoR è necessaria e fondamentale per strutturare un movimento unito, coeso e organico. La cosa che mi ha colpito maggiormente del mondiale U20 è stato il fatto che l’Inghilterra ha giocato ESATTAMENTE come gioca l’Inghilterra senior. Hanno di fatto una “scuola” strutturata, un “linguaggio comune”, una visione unitaria di cosa sia il rugby e di come (secondo loro) debba essere giocato. Cosa che pochi eletti hanno, e che noi manco lontanamente ci sogniamo.
    Fondamentale è però anche affidare questo ruolo a un professionista competente e autorevole, senza vergognarsi a chiamarlo “da fuori” nel caso in cui in Italia non si riesca a produrre un personaggio di questo spessore.

    • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 09:04

      Quini tu pensi che i talenti ci siano ed è solo un problema di tecnici?

      • Nicola79 23 Giugno 2014, 09:09

        Assolutamente no, ti ricordi cosa ti avevo detto nell’altro post sulle Accademie al riguardo delle mie esperienze coi bimbi del minirugby e delle loro difficoltà motorie di base?
        Il lavoro da fare secondo me è olistico, si deve prendere tutto insieme e riformarlo, senza farsi spaventare dalla mole del lavoro e senza pretendere “miracoli” nel breve periodo (cosa tipicamente italiana). Reclutamento, formazione degli educatori per le scuole, formazione dei tecnici… sono facce diverse di un solo dado, non si può cambiarne una alla volta e lasciare il dado rotolare per conto suo.

        • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 09:20

          Pertanto se è vero questo, come io credo lo sia, il rugby sconta da decenni una povertà di idee organizzative.
          Che non sempre possono essere copiate pedissequamente dagli anglosassoni.
          Il basket, non ha copiato l’organizzazione americana che pure è la prima al mondo, ha percorso una sua strada creando un centro nazionale del minibasket che è autonomo dal presidente federale, e come ho già detto “recluta” tutti i giocatori di basket italian;i le società intervengono dagli 11 anni in poi.

          • Nicola79 23 Giugno 2014, 10:09

            E’ esattamente quello che penso anche io. Quante risorse, quante energie, quanti soldi sprecati in 16 anni di cosiddetto gotha rugbistico? E altra domanda… il nostro movimento in questo momento riesce a produrre una figura che riorganizzi tutto il sistema? Senza fretta per ottenere risultati concreti? O siamo di nuovo al “caccia il baffone e tutto tornerà ok”?

          • ginomonza 23 Giugno 2014, 10:14

            per copiare lo sport americano occorre avere una struttura analoga fin dalla scuola.
            Se non ce l’hai non puoi copiare.
            Poi noi non abbiamo gli atleti neri come li hanno loro e questo non è possibile copiarlo.

        • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 10:35

          Caro “Ginomonza” è proprio così.Il basket è riuscito ad elaborare un modello proprio autonomo e di successo: il minibasket appunto.

  7. tunga 23 Giugno 2014, 09:03

    Ma di che vogliamo parlare se ls testa federsle ha organizzato un rafforzamento del suo club con la franchigia. Guardate i giocatori che fanno su e giù e ditemi de succede in altri club

  8. M. 23 Giugno 2014, 09:06

    Ragazzi, la passione verso questo sport è oggettivamente cresciuta, ma spesso lo fa al di fuori della Fir. Se guardate ai numeri del campionato amatoriale Uisp e all’entusiasmo e alla filosofia che c’è la dentro ne avete un’idea. Se guardate il delirio alle varie feste del rugby che ci sono in giro. Un fascino, una desiderio di avvicinarsi, un attrattività del nostro sport esiste ed è un patrimonio che non si può buttare via.

    Perché molti che iniziano a giocare e a farsi società vanno là (nel campionato amatoriale Uisp) e non nella Fir? O perché passano dalla Fir a quel torneo? Perché non riescono a farsi dare un campo e giocano sempre fuori casa pur di giocare (io ho sentito 5-6 anni fa richieste di 100 euro/ora per campi in cui si doveva tagliare anche l’erba ed erano totalmente disusati e in stato di abbandono da anni), perché non arrivano a 20 ma vogliono giocare comunque, perché hanno entusisiasmo e sana volontà di far parte del mondo ovale ma sentono la parte “ufficiale” distante se non “inutile” e “Inutilmente costosa”.

    Cosa hanno fatto gli scozzesi con i soldi di BT? Li hanno girati alla base giusto? Girarli alla base significa prima di tutto strutture e tecnici. Le strutture nella regione più rugbystica d’Italia, la Lombardia, quella con più tesserati non ci sono, spesso sono marcatamente da rinnovare o vengono ricavate con sforzi enormi da qualcosa che non nasceva per il rugby, il classico campo del classico paesello che non ha più la squadra di calcio, magari più piccolo, magari mezzo in pendenza, con l’erba che è un ricordo di decenni fa, le retacce a 1 metro dalla riga, il boiler che non scalda e l’acqua fredda, l’elettricità che manca e non puoi illuminare e via dicendo, sono cose che tutti abbiamo vissuto…).
    I tecnici sono spesso persone volenterose che da anni vanno avanti a dedicare passione e tempo allo sport che amano ma certo non sono andati a fare stage in Nuova Zelanda.

    Programmare per me significa dire con X soldi in 4 anni sistemo X campi a livello nazionale e formo X allenatori che già operano nei club e non vi sono imposti. Significa istituire in questo criteri di merito ma anche saper guardare al territorio. Vedere che se c’è un gruppo di amici che da 10 anni lotta per fare qualcosa e non demorde, che si è fatto da sé un “campo” in polvere, gli spogliatoi, si è sempre autofinanziato, questo gruppo non va perso, perché sappiamo che un rugbysta fa innamorare altre persone a questo sport, ma purtroppo il rischio di vedersi costretti a chiuderla per mila ragioni c’è ogni annata.
    Ma la Fir si muove, va nel terriotorio, lo conosce? Il famoso “censimento dei campi” è stato mai fatto? Esiste una struttura “mobile” di tecnici che associa quelli locali andando allenamento per allenamento a fare cose specifiche, stage, a mostrare anche ai tecnici cose nuove?
    Perché un’altra cosa che conosciamo tutti noi che abbiamo fatto/facciamo parte di questo mondo è che la voglia di giocare a questo sport è un motore enorme, la voglia di stare insieme e prendere la palla in mano è una cosa che ti fa superare ostacoli enormemente più grandi rispetto ad altri sport: voglio dire una palestra, un campo da calcetto lo trovi. Qua per tirare avanti devi avere veramente tanta voglia e chi gioca, solitamente, ce l’ha. Questo è il patrimonio più grande e la base su cui partire: ma il “contorno” che sono in primis un campo decente e un tecnico che sa insegnare non li trovi girando l’angolo. E il progetto dovrebbe partire da questo. Campo, tecnici, programmi veri di promozione tra i ragazzi. Cosa ne è stato del rugby negli oratori? Il campionato Uisp raddoppia e loro fan accordi col Csi? Si può pensare di far partire dal seven o dal tocco nelle scuole? Esiste il nostro sport nei giochi della giuventù (se si chiamano ancora così?).

    • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 09:09

      Esatto. Seven e touch nelle scuole. Bravo.

      • M. 23 Giugno 2014, 09:15

        Almeno come modo per provare, pagare 5/10 campioni in “pensione” a girare per le scuole e far vedere, raccontare questo sport, mostrarne la bellezza.
        Usare i nostri punti di forza, gli all blacks, il terzo tempo, usare quanto è noto e già apprezzato per fare breccia.
        Portare i genitori a vedere che “non si fa male” e intanto offrirli una birra. Fare capire cosa troverà in questo mondo. Insomma boh parliamo di cose sempre “altissime” ma il rugby di base è questo. La madre che ha paura che il figlio muoia, il sindaco imbecille con cui devi lottare, il tuo allenatore che è lo stesso del club da 30 anni e il consiglio di alimentazione che dà è “mangia banane”, la scuola per cui l’ora di ginnastica è come un’ora buca in un contesto di 40 ore, esageratissimo, di forzatura in classe. La scuola baby sitter funzionale a trattenere i figli in un posto “sicuro”. Di questo si parla insomma.

        • maz74 23 Giugno 2014, 09:57

          Ci sono squadre che già lo fanno autonomamente nel proprio territorio, ma servono risorse per poter implementare veramente questa cosa per creare passione e far conoscere uno sport che è molto formativo

          • M. 23 Giugno 2014, 10:53

            Esattamente, questi team quanti soldi prendono per fare questo lavoro che è il primo e più essenziale? Immagino di sapere la risposta. Al 99% tutto volontariato e passione personale dei singoli (club e appassionati).

    • Giov 23 Giugno 2014, 09:15

      Vero. Qualche giorno fa qualcuno aveva scritto: ” non servono stadi ma campi”.

      • malpensante 23 Giugno 2014, 09:30
        • Giov 23 Giugno 2014, 09:54

          Scusami, non ricordavo il nome del “colpevole”

        • Rabbidaniel 23 Giugno 2014, 09:58

          Io aspetto il giorno in cui Benetton si stuferà del rugby e farà della Ghirada un unico campo da golf.

          • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 11:58

            Scusa ma perchè dovrebbe farlo. Non mi pare che Benetton sia un filantropo da quattro soldi. E’ un filantropo serio e quindi finchè ne avra’ le possibilita la Ghirada esisterà, indipendentemente dai presidenti della FIR. Per fortuna.

          • Rabbidaniel 23 Giugno 2014, 12:02

            Perché le cose cambiano, Luciano Benetton non è eterno e i programmi del gruppo potrebbero puntare ad altro. Si può vedere anche nel golf una componente “sociale”. D’altra parte anche con volley e basket hanno chiuso in due minuti, mantengono le giovanili ma, a quanto so io, al verde sport non vanno più i ragazzi più promettenti, o appena si accorgono di valere qualcosa vanno altrove. Non darei niente per scontato.

  9. boh 23 Giugno 2014, 09:07

    Alberto, sarebbe più produttivo che queste cose le dica alla fir.. a quale persona decidilo tu.
    Paolo, il tuo articolo, pecca in un punto. Gavazzi, non accetterà mai un director of rugby, o meglio lo può accettare, ma deve fare quel che dice lui. Guarda, che una delle sue ambizioni per diventare presidente federale, è quella di interessarsi personalmente della parte tecnica. In quanto, LUI si ritiene il migliore in quel ruolo. Qualcuno mi dirà che ha ragione, visti i risultati del suo club degli ultimi anni. Vero, ma allora non doveva fare il presidente, ma il director of rugby federale.

    • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 09:11

      Beh, io da persona libera le scrivo in questo glog, almeno fino a che il dott. Wilhelm , su tuo consiglio, non casserà il mio account!

      • barry 23 Giugno 2014, 09:48

        Quoto tutto quello che hai scritto!! Anche secondo me non è un problema di tecnici o diciamo che non è il problema principale. Se vogliamo entrare in pianta stabile nelle prime otto al mondo dobbiamo diventare uno sport serio in fatto di numeri. Ma secondo voi quanti giocatori ci sono realmente in Italia? non quelli che dichiara la Fir….Poi è chiaro che si può migliorare quello che già abbiamo e forse un giorno facendo tutto benissimo arriveremmo vicino alla settima e ottava, ma se veramente vogliamo arrivare con basi solide dobbiamo avere un’altro bacino sia in numeri che in qualità(anche perchè i ragazzi che arrivano al rugby spesso sono la terza/quarta scelta degli altri sport). Investiamo in campi,nel reclutamento, nei tecnici del minirugby. Spendere altri 300/400 mila euro in un guru non mi sembra una buona idea.Per quanto bravo sarà poi non credo riesca in breve/medio tempo ha cambiare tanto e in Italia verrebbe crocifisso.

    • Paolo 23 Giugno 2014, 09:11

      Ciao Boh. Hai ragione, purtroppo.
      Al di là di quello che uno può pensare di Gavazzi e/o di Dondi entrambi – a mio modestissimo e personalissimo parere – peccano della sindrome dell’uomo solo al comando. E non sono gli unici.

      • boh 23 Giugno 2014, 09:23

        Ciao Paolo, vorrei anche aggiungere, che la scusante dei contratti rinnovati prima della fine del mandato, sono puerili. Perché se si hanno progetti innovativi e le persone che hai a disposizione non sono all’altezza, al di la dei contratti, cambi loro le mansioni. Ma Gavazzi, questo lo sa, visto che è un imprenditore.

        • Giov 23 Giugno 2014, 09:39

          Che poi se non sono decennali dovrebbero quasi essere a scadenza questi contratti. sono stati rinnovati 3 anni fa circa se li aveva rinnovati D 6 mesi prima della fine del mandato.

          • Giov 23 Giugno 2014, 10:39

            Mi rispondo da solo: Gavazzi non era esattamente fuori dalla stanza dei bottoni quando questi contratti venivano rinnovati.

      • Rabbidaniel 23 Giugno 2014, 09:38

        Perché alla crescita di budget e di visibilità non è corrisposta una crescita in professionalità e strutturazione.

      • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 11:53

        Puo darsi che Lei abbia ragione, sulla sindrome che coglie i Presidenti delle federazioni, potrebbe aggiungere anche Barelli e altri. Ma non è per questo che ci possiamo permettere di trovar loro una dama di compagnia da 500.000€ all’anno.

    • HumptyDumpty 23 Giugno 2014, 10:49

      Quoto, a parte le ultime due frasi.

  10. Rabbidaniel 23 Giugno 2014, 09:37

    Credo che il problema dell’assenza di un DoR sia reale, ma uno dei tanti. A fronte di un budget secondo solo al basket, si è fatto poco sulla base. I progetti scuola sono sempre stati estemporanei e lasciati alla buona volontà di chi spendeva del proprio, di tempo e talvolta di soldi. Poi, a salire, la forbice con le Home Unions di allarga a dismisura, in qualità e in programmazione. Per ultimo, l’assenza, o quasi, di risultati in Celtic e la qualità discendente dell’Eccellenza fa il resto. La nazionale vista come traino andava bene, ma Dondi ha pensato bene di seccare molti pozzi. Non invidio Gavazzi per la situazione che si ritrova, però va detto che non fa molto per mettere insieme le forze positive che, pur poche, ci sarebbero.

    • fracassosandona 23 Giugno 2014, 09:44

      Rabbi…
      visto il tuo successo elettorale il discorso non sembra del tutto disinteressato…

      ma lancio subito la campagna #rabbidanieldirectorofrugby

      • Rabbidaniel 23 Giugno 2014, 09:52

        Fracasso attendo che San ammetta la sconfitta. Il DoR di Onrugby lo decideremo collegialmente e consegneremo la proposta a Paolo.

    • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 09:45

      Scusa ma quale altra federazione ha un direttore generale tecnico? L’incarico a Prandelli glielo da Abete e a Pianigiani glielo ha dato Petrucci.

      • Rabbidaniel 23 Giugno 2014, 09:50

        Tanto per dirne uno la Scozia, poi è quello che si immaginava avrebbe fatto Brunel. In ogni caso è uno dei problemi e non il maggiore.

        • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 10:05

          Mi riferivo alle federazioni del CONI.

          • Rabbidaniel 23 Giugno 2014, 10:16

            Non credo che gli organigrammi delle varie federazioni debbano essere identici.

      • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 11:49

        Certo che no. Ma il ricorrere al confronto con Scozia, Irlanda e NZ è improduttivo. Non possiamo copiare realtà che hanno il problema di tagliare i giocatori già a 12 anni. Hanno il problema di chiamare la mamma e dire ” Signora, suo figlio non è adatto al rugby, Le dispiace se proviamo col cricket?

  11. cassina 23 Giugno 2014, 09:47

    Concordo in pieno con Alberto da Giussano, il problema è sempre lo stesso produrre giocatori di livello, in Italia il rugby è da sempre uno sport irrilevante e sino a quando rimarrà tale il nostro livello sarà da sport minore incomparabile con il resto della truppa. Noi perdiamo con tutte le “grandi” perché rispetto a loro siamo meno forti e non è che a furia di giocarci contro impariamo no, continueremo a prenderle.
    Quindi quando andiamo a giocare il 6n oppure altri tornei sapendo di essere i meno bravi di tutte le grandi non facciamo gli ipocriti a dire MA COME E’ SUCCESSO? MA COME E’ STATO POSSIBILE????
    E’ COME SE L’IRLANDA ANDASSE AL MONDIALE DI CALCIO E SI DOMANDASSE, COME MAI HO PRESO 4 PALI DALL’ARGENTINA?
    SIAMO GLI ULTIMI DEI PAESI DI RUGBY ACCETTIAMO IL NOSTRO LIVELLO E SOTTO A LAVORARE SULLA BASE NON RIANIMANDO ARGENTINI QUARANTENNI TRAVESTITI DA ITALIANI

    • boh 23 Giugno 2014, 10:17

      E dai, devono ritenersi fortunati se han preso solo 4 pali dall’Argentina…Poteva andare peggio…Succedesse anche a noi saremmo più in alto nel ranking

  12. maz74 23 Giugno 2014, 09:54

    Non sono solo colpe di Gavazzi, ma il Presidente ha la colpa principale di continuare col disegno dondiano che sta risultando negativo per il movimento.
    Per costruire una casa solida si parte dalle fondamenta e non da tetto!!!
    Secondo me ci vorrebbe una personaggio importante e riconosciuto a livello internazionale che possa lavorare liberamente senza vincoli e ridisegnare tutto il sistema rugby italiano e ci vorrebbe l’azzeramento di tutto lo staff tecnico partendo da Ascione, Cecchinato, Troncon, ecc… in modo che la persona possa agire liberamente e di conseguenza assumersi la responsabilità degli errori, e ripeto la parola RESPONSABILITA’ che oggi non viene mai affiancata a nessun personaggio.
    Il nome giusto è GRAHAM HENRY, currilucum imporante ed esperienza nel campo formativo di assoluto livello.

  13. Francesco.Strano 23 Giugno 2014, 09:58

    Via la dirigenza!!!

  14. Machete 23 Giugno 2014, 09:59

    manca un DoR…ma anche se venisse chiamato……anche se ipoteticamente fosse una figura suprapartes e avesse carta bianca (cosa che dubito visti i nostri dirigenti federali)…..inciderebbe ??
    ho idea che il problema parta sempre dalle fondamenta…..creare una base solida con formatori che insegnino davvero ai ragazzi saper giocare…..
    ripensare alle accademie…..come sistema e come numero
    risolvere il problema dell’Eccellenza che continua a trovarsi in una sorta di limbo……
    poi secondo me quando queste cose verranno indirizzate in modo giusto si può pensare a chiamare qualcuno che gestica il professionismo……
    servono decisioni forti …ma dubito che qualcuno si prenderà la responsabilità di attuarle

    • Rabbidaniel 23 Giugno 2014, 10:03

      A mio modesto avviso è quello che Brunel pensava di fare, poi ha capito l’andazzo e si è adeguato, arrivando a gettare guano anche su Parisse, nella migliore tradizione italica.

      • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 10:22

        Parisse ad esmpio, l’hanno formato gli argentini, è tutto da provare che se papà Parisse fosse rimasto in Italia, il figlio avrebbe giocato a rugby!

        • San Isidro 23 Giugno 2014, 11:16

          sarebbe cresciuto a L’Aquila e avrebbe masticato pane e rugby…

          • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 11:29

            Ne sei proprio certo?

          • San Isidro 23 Giugno 2014, 11:40

            non si può essere certi di niente, ma crescendo a L’Aquila e con il padre ex giocatore neroverde la strada del rugby mi sembrava abbastanza scontata, la stessa strada che hanno intrapreso anche suoi famigliari, come il terza linea Fabrizio, cugino di Segio che ha vestito le maglie de L’Aquila e delle Fiamme Oro…d’altronde è stato il padre a portare Parisse all’Universitario de La Plata per farlo giocare a rugby, sicuramente lo avrebbe fatto anche a L’Aquila…

  15. GiorgioXT 23 Giugno 2014, 10:25

    Gavazzi è stato eletto come continuità con Dondi, ne ha ereditato le clientele, volete che tradisca chi lo ha portato dov’è?

    E’ inutile parlare di “DoR” , se il problema primario è formare giocatori dobbiamo capire perché non ci riusciamo.
    Cosa serve per formare giocatori di alto livello ?
    – Essere il primo o l’unico sport (come a Samoa, Fiji o SANZAR) e questo ce lo scordiamo
    – Numeri prima di tutto, con i numeri puoi fare selezione, senza no.
    – Qualità dell’insegnamento, che NON vuol dire imporre una unica tattica e tecnica di gioco ma investire = pagare gli istruttori e controllare che facciano bene il lavoro
    – Serve il confronto sul campo , e dovrebbe essere il più competitivo=formativo possibile
    – Serve una selezione – competizione che permetta a chiunque con merito di arrivare più in alto possibile, e che non dia mai “posti assicurati” a nessuno.

    Vi domando : stiamo lavorando così?
    A me pare esattamente il contrario.

    • Francesco.Strano 23 Giugno 2014, 11:04
    • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 11:45

      Purtroppo nemmeno il contrario. Il rugby italiano non fa nessuna analisi sulla sua capacità di penetrazione nella scuola primaria. Che, ripeto, è territorio libero e andrebbe presidiato quanto prima.

    • maz74 23 Giugno 2014, 14:27

      Non è vero che deve essere l’unico sport, in Francia ed Inghilterra il calcio ha lo stesso peso che da noi, ma evidentemente sono più bravi di noi a tutti i livelli dalla federazione ai singoli clubs

      • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 15:44

        Non l’unico, ma alla pari. Un genitore inglese farebbe carte false per vedere suo figlio nel XV della rosa. ( come in quello del calcio, del cricket)Ed la scuola ad offrire queste opzioni. Quanti genitori Italiani conoscono la forza educativa e formativa del rugby? E in più nessuno a scuola offre questa opzione!

  16. luis 23 Giugno 2014, 10:35

    Hai fatto centro Paolo; la figura che manca è il DoR, ma quello che non si vuole capire è che senza programmare e seminare oggi domani non si raccoglie niente: E non lo dicoio, ma sono i numeri ei risultati dell’intero movimento che parlano impietosamente da soli: numeri ma che bisogna saper leggere per trovare le cause e modificandole migliorane gli effetti.
    Comunque, ammesso e non concesso, tu pensi che il presidente vada a prendersi una figura del genere con il rischio che gli faccia fare ( a lui e alla sua accolita di yesmen federales) poi una figura barbina ? Ancora: chi viene a prendersi questa responsabilità con tutti poi che gli remano contro, vedi il baffone ?
    Non faranno niente di logico, elementare e scontato perche ne va di mezzo della loro stessa esistenza, il sig.G deve solo pensare a mantenere lo status quo, altrimenti va a casa ( come dovrebbe, lui e tutto il consiglio)

    • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 11:00

      Quindi, riassumendo: i giocatori ci sono, ( almeno 20/25 sicuri talenti internazionali) si incarica un direttore tecnico ( straniero suppongo e da 7/800.000 €/anno) che imponga e coordini una linea tecnica alle celtiche e alle nazionali e nel giro di due anni vinciamo con regolarità due partite ad ogni edizione del 6n.
      E’ così?

      • malpensante 23 Giugno 2014, 12:07

        In dodici post lo stipendio ipotetico è salito di 200/300000 euro.

      • luis 23 Giugno 2014, 12:13

        NO proff, dico che ci vuole una persona esperta, competente e che capisca di rugby a 360° e che avvii da subito un programma che ci porti alla rwc 2019, ma che soprattutto metta mano al rugby italico dalla base con un ulteriore programma a medio/lungo termine.

        • maz74 23 Giugno 2014, 14:28

          Ma quanto costano i vari Ascione, Checchinato, ecc…, come mai la FIR non pubblica mai i compensi dei singoli personaggi?
          Vedrete che uno di questi costa quasi come una persona competente che ricopra il ruolo di director (stipendio di 300/400.000 annui)

          • mezeena10 25 Giugno 2014, 11:54

            non voglio credere che quei 2 prendano 300k l’ anno!!!sarebbe un ludibrio assoluto!

  17. DarioF 23 Giugno 2014, 10:38

    Quello che trovo disarmante dopo i risultati delle nostre compagini del fine settimana è la sola dichiarazione di Gavazzi sulla conferma di Brunel.

    Anzi se vogliamo dirla tutta questa crisi del movimento è manifestata dai quattro venti dalla stampa sportiva, la FIR, per ora, non si è pronunciata.

    Questo silenzio è imbarazzante, e viste le esternazioni del Gavazzi in altri precedenti, almeno nel dopo partita con il Giappone un accenno a caldo su quanto sta succedendo poteva farlo, non limitandosi alla conferma di Brunel.

    Una cosa è certa il ruolo tecnico e quello politico devono essere separati sia come ruoli che come operatività. Il ruolo tecnico deve rispondere a quello politico ma non deve dipendere dallo stesso, deve avere totale autonomia a fronte di un progetto almeno quadriennale.

    Il silenzio della FIR fa pensare male e se tale rimarrà nei prossimi giorni sarà la conferma di una politica a noi tutti nota.

    Mettiamoci il cuore in pace, chi deve difendere i propri interessi ascolta tutti sempre con diffidenza e in mala fede anche quando questi parlano di interessi comuni . Mi dispisace avere una visione così pessimista ma qui stiamo parlando di decine di persone che danni vivono o hanno acquisito interessi grazie alla FIR e sanno che se non sposano il Gavazzi pensiero perdono questo status …

    Vedo solo due modi di uscire da questa impasse : assistere passivamente a questo evidente declino oppure trovare delle soluzioni che all’evidenza costringano la FIR a rinunciare a qualcosa per un cambiamento. Certe volte quando si ama una cosa bisogna avere il coraggio di farsi violenza per superare quell’inerzia presente, diversamente ci adagiamo sul tavolino del bar ripetendo sempre le stesse cose.

    QUanto Paolo sta proponendo in questa serie di articoli è evidente per noi assidui lettori a quanto pare non lo è per la FIR.

    • parega 23 Giugno 2014, 10:49

      d’accordissimo
      noi possiamo parlare finche’ì vogliamo incazzarci ma tanto nella stanza dei bottoni tutto e’ gia’ stato deciso
      alla faccia della meritocrazia e soprattutto del buon senso
      speriamo si ravvedano sulla via di tokyo

    • HumptyDumpty 23 Giugno 2014, 11:10

      amara realta 🙁

  18. M. 23 Giugno 2014, 10:54

    Due domande per Paolo, tratte dal mio post, magari lui ne sa.
    – Cosa ne è successo del censimento dei campi? Si sta facendo? E’ finito in un cassetto?
    – Cosa ne è del rapporto annunciato tra Fir e Csi, cioè di quello che era stato chiamato “rugby negli oratori”. Si è fatto veramente qualcosa? Io qua in giro nella mia zona non ho visto nulla del genere.

  19. DarioF 23 Giugno 2014, 10:56

    Aggiungo un altro aspetto in questo ultimo articolo Paolo ha presentato una interessante proposta tecnica, una tra le molte presentate lungo queste ultime settimane da molti di voi.

    Come nel mio pensiero più volte ho ribadito la FIR non è a corto di idee tecniche ma di trovare una soluzione per continuare a gestire politicamente il sistema mantenendo l’attuale status di privilegi acquisiti dando al movimento una parvenza di essere tra i primi “n” del ranking mondiale.

    Se non vogliamo solo parlarci sopra e desideriamo fare qualcosa perchè tutto ciò abbia un inizio di cambiamento è opportuno discutere su delle soluzioni politiche . A vi la parola.

  20. Stefo 23 Giugno 2014, 11:12

    Paolo senza polemica, non si fa prima a chiamarlo CEO come avviene in molti paesi dove gia’ il presidente e’ “sgravato così dall’aspetto tecnico e con compiti di rappresentanza “politica” e di riperimento di sponsor, più attento all’aspetto economico-diplomatco.”?

    Detto questo, cosa volete che succeda in Italia paese in cui Sergio D’antoni e’ diventato presidente CONI in Sicilia…trombato alla Cisl, trombato in politica si ricicla nello sport…

    • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 11:37

      C’è una cosa ancora più italiana dell’elezione di D’antoni a presidente del CONi siculo. Quello di pensare che basta istituire un ulteriore incarico ( il director of Rugby) da almeno €.500.000/anno per mettere fine a 14 sconfitte internazionali dell’Italrugby!

      • Stefo 23 Giugno 2014, 11:42

        Paolo non dice che basta un DoR per mettere fine alle sconfitte internazionali, fa un discorso un po’ piu’ approfondito, di fatto propone di fare quello che avviene in gran parte dei paesi evoluti, la doppia carica: Presidente che ha specifici compiti e che dovrebbe fare in piu’ da garante super partes, e CEO che e’ una carica piu’ operativa.
        Magari leggere un po’ piu; attentamente non fermandosi ai preconcetti ma cercando di capire cosa si dice…poi uno puo’ essere d’accordo o meno ma se deve criticare almeno che lo faccia avendo letto e capito.

        • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 12:02

          Chiedo scusa se ho capito male, ma anche rileggendo un’altra volta non mi viene in mente niente di diverso da quello che ho scritto prima.

          • Paolo 23 Giugno 2014, 15:31

            Ciao Alberto, il mio pensiero è quello esposto da Stefo, tanto è vero che ho scritto che di certo da sola questa cosa non basterebbe a risolvere i problemi italiani. Il punto non è solo creare una figura ex-novo, ma una figura che possa muoversi in libertà. Chiamiamolo pure CEO o come vi pare…

  21. soa 23 Giugno 2014, 11:36

    Concordo con chi ha detto che è Gavazzi a ricoprire questo ruolo e non mi sembra intenzionato a mollarlo. Si occupasse della rappresentanza e lasciasse la gestione concreta ad altri, purchè competenti. Di cialtroni ce ne sono già troppi in giro.

  22. Da 23 Giugno 2014, 11:36

    Possiamo discutere quanto vi pare ma tanto saremo sempre d’accordo sul medesimo punto: il Rugby di base è da rifondare partendo dal reclutamento e dal miglioramento di tecnici e dirigenti, così da creare un sistema che possa permettere ai ragazzi che entrano nel mondo della palla ovale Italiana di essere già ad un livello accettabile quando sia affacciano al professionismo.
    La gestione dell’ultimo decennio è stata totalmente insufficiente. Chi difende l’operato di chi ha guidato la FIR sotto questo punto di vista o è di parte o non accetta la realtà..

    • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 11:41

      Te la faccio io la domanda , nel programma di Zatta a quale pagina si parlava della diffusione del rugby nella scuola elementare?
      Io non l’ho letto e siccome non sono di parte, salvo pensare che la FIR debba essere aiutata e non demonizzata, ti dico che non c’era nemmeno in quello di Gavazzi e nemmeno in quelli di Dondi!

      • malpensante 23 Giugno 2014, 12:41

        Errore. Dondi nel ventennio ha fatto un tot di progetti scuola, l’ultimo quello con l’ineffabile Rosolen. Ad minchiam, dal primo all’ultimo.

        • San Isidro 23 Giugno 2014, 12:45

          “ventennio Dondi” è bellissima, seppur è un dato di fatto…

          • Da 23 Giugno 2014, 13:22

            Alberto non metterla sul sostenere uno o l’altro. Non conoscendo i personaggi in ballo non posso giudicare. Al massimo potrei dirti che avrei scelto Zatta per vedere se un cambiamento radicale avrebbe portato qualcosa di buono.
            L’unica volta che mi sono posto la briga di scegliere da che parte stare è stato sabato alle elezioni organizzate da @San e dove ho espresso la mia preferenza per la lista Zorro, motivandola col fatto che mi piaceva il telefilm.. 🙂

          • San Isidro 23 Giugno 2014, 13:23

            caro @Da, le elezioni non le ho organizzate io, ma altri 36 utenti assieme a me…

      • Da 23 Giugno 2014, 13:26

        Aggiungo una postilla: io se le cose non funzionano sono abituato a dare la “colpa” ai responsabili. Siccome i nomi di chi comandava la FIR sono Dondi e Gavazzi e i collaboratori corrispondevano alle figure di Rosolen, Ascione e Checchinato io li ritengo responsabili diretti della mancata crescita del nostro movimento. E’ un mio pensiero che porto avanti da quando frequento questo sito e da quando scrivevo sul Grillotalpa che può essere condivisibile o meno..

        • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 13:53

          E’ un modo corretto di procedere. L’importante è non incolpare Ascione del fatto che dalle accademie non esce nessun Dan Carter.

          • Da 23 Giugno 2014, 14:43

            Ti dirò, non gli chiedevo un Carter ma un paio di Weir almeno si. Se non Ascione allora chi per lui non ha gestito in maniera competente il compito dirigenziale che gli era stato dato. Insomma, in parole povere, chi doveva produrre giocatori non l’ha fatto

          • Alberto da Giussano 23 Giugno 2014, 16:00

            Se posso rispondere.
            L’idea di canalizzare una e le scelte tecniche al di fuori del ruolo”politico” del Consiglio federale potrebbe essere anche buona.
            Molto difficile da realizzare in una realta politico-sportiva come quella del CONI, ma fattibile. In molte federazioni questo ruolo di coordinamento e controllo è svolto dal C.T. Nella Fir non saprei quali gambe darle. E il nemico , mi creda Paolo, non è Gavazzi, che ha tanti difetti, ma non quelli della lungimiranza, diversamente non sarebbero nati nè il rugby Calvisano nè la Tiesse Robot.
            Questa proposta, secondo me, nasce comunque dalla convinzione errata che il nostro movimento scoppi di talenti. Le accademie sono piene di giocatori buoni ma di classe media. Anche se lei mettesse Graham Henry ( anch’io lo metterei dovunque, se possibile) a Tirrenia , fra quattro anni, se non si modifica il meccanismo di reclutamento, noi perderemo ancora dalla Scozia e prenderemo ancora non dico 64 ma 50 punti dall’nghilterra o dal suafrica

          • soa 23 Giugno 2014, 16:50

            @alberto, condivido abbastanza. Di sicuro non è vero che “italiani no buoni per rugby” ed è indiscutibile che ci sono potenziali talenti che non si affacciano al rugby insistendo con mediocri risultati nel calcio. Il problema sta nel far provare il rugby a quanti più bambini possibile, magari nella versione touch che è meno violenta. Rimango sempre della mia idea che le polisportive aiuterebbero.
            Quanto alle accademie, lavorano con quello che si ritrovano ma i risultati non sono entusiasmanti. Visto che di fuoriclasse non ne escono tanti, preferirei limitare il numero delle accademie e dirottare i soldi sulla base.

          • Francesco.Strano 23 Giugno 2014, 17:37

            Guarda che quando diceva no buoni pe rugby secondo me si riferiva ai dirigenti….che appunto non sono in grado di programmare in uno sport così difficile come è il rugby

  23. San Isidro 23 Giugno 2014, 12:15

    OT: nel post della Benetton su Vallejos e Van Zyl sono stati pubblicati tutti i risultati delle elezioni di On Rugby con tanto di ricco dossier elettorale!
    Grazie a tutti quelli che si sono impegnati in questa simpatica avventura e soprattutto a tutti quelli che hanno votato!

    • Da 23 Giugno 2014, 13:28

      @San: pardon!! avevo letto male 😉 complimenti alla simpatica iniziativa

  24. gsp 23 Giugno 2014, 17:00

    Ho sempre auspicato una quadro con un CEO e con un presidente.

    I’ll problema è che il CEO agisce in un quadro ed una strategia. Senza strategia inutile chiamare un CEO, ed uno serio nemmeno ci viene.

    Ci vuole un white paper che rivaluti tutto, un piano condiviso. Ma ci vorrá consenso politico. E a fare il piano deve essere chiamata una persona pragmatica e senza dogmi. E ce ne sono. Senza queste condizioni sarà uomo della provvidenza.

    • boh 23 Giugno 2014, 17:54

      gsp, di persone pragmatiche in FIR ne è passata più di una negli anni passati. Ma il loro pragmatismo stride con i personalismi dei nostri testoni.

  25. Rollo 23 Giugno 2014, 17:12

    Cosa resta da dire che si provi anche il DoR, ma il totale fallimento dell’Italrugby di questo 2013-14 è conseguenza della “guerra” tra FIR e Veneto. Purtroppo ci sono tutte le condizioni perchè tale conflittualità vada sempre più ad esasperarsi.

    • soa 23 Giugno 2014, 17:16

      Non è che prima la nazionale vincesse dando 40 punti agli AB. La guerra tra FIR e Veneto al massimo ha destabilizzato l’umore e la concentrazione dei nazionali che giocavano a Treviso, ma non credo sia stata tale da influire così tanto sul rendimento della nazionale. La vedo più come una concausa che come una causa principale.

  26. Francesco.Strano 23 Giugno 2014, 17:31

    Quoto un commento che trovo PERFETTO:

    La mia impressione da profano é che il giro della nazionale sia diventato un circolo esclusivo, ci entri, trovi un tuo spazio e non ne esci più. Sei arrivato e dal tuo ruolo non ti schiodi più. Cittadini è l’eterno secondo di Castro. Se Castro gioca male non importa, lui è il titolare, Cittadini è la riserva. Quindi a Cittadini chi glielo fa fare di impegnarsi nel tour del Pacifico? Tanto quando Castro rientra il titolare sarà cmq lui. Meglio pensare al suo ingaggio all’estero e risparmiarsi. Ho preso due nomi a caso, ma il discorso vale per molti altri. Ogni tanto si affaccia qualche volto nuovo, ma dopo poco le cose tornano come prima. E’ ovvio che in clima del genere l’impegno di molti sia quello che sia, i titolari son sicuri del posto e le riserve sanno che per quanto si impegnino sempre riserve resteranno….

    Ragionamento che si può fare anche dalla Pro12 in giù….

    Chi ha un minimo di talento o doti fisiche in più(o l apprezzamento dell allenatore senza un adeguato tornaconto)si imporrà sempre su magari chi alla lunga potrebbe anche essere migliore !!!!

    • Francesco.Strano 23 Giugno 2014, 17:33

      E vale anche per gli ex nazionali ecc che vengono a guadagnarsi la pensione in eccellenza……. Sanno di valere di più quindi l impegno è quello che è…..

      • faduc 23 Giugno 2014, 19:41

        Continuando questo ragionamento, allora il Treviso ha fatto bene a scaricare i big, perché sapevano che tanto giocavano sempre loro…mi sembra corretto

        • Francesco.Strano 24 Giugno 2014, 10:41

          I risultati parlano da sé quest’anno…….

  27. faduc 23 Giugno 2014, 19:47

    Comunque rilassiamoci, è un male tutto italico. Nel calcio accadono le stesse cose…siccome c’è aria di sconfitta con l’uruguay, e di conseguente fallimento per la spedizione italica, si aggirano nelle reti rai commentatori che stanno puntando il dito su Prandelli perché ha sbagliato le convocazioni; di errori ne avrà fatti, ma per curiosità sono andato a vedere i giocatori italiani delle prime classificate dell’ultimo campionato…beh, di difensori in più non ce ne sono, per non parlare degli altri ruoli.

  28. jock 23 Giugno 2014, 20:23

    @San Isidro: scusa, arrivo tardi, ma ci tengo a ringraziarti, anche se buon ultimo. Una iniziativa divertente e simpatica, grazie ancora per questi giorni e tante altre iniziative simpatiche. Un abbraccio.

  29. jock 23 Giugno 2014, 20:25

    Scusate l’ OT, ma nessuno di voi perdigiorno è andato a vedersi gli Stones?

    • Sergio Martin 23 Giugno 2014, 22:05

      No, però ieri sera avevo il concertone degli Strones daa parrocchietta sotto casa…

      • jock 23 Giugno 2014, 22:28

        Dopo che se so magnati a pajata, libbera, naturalmente.

        • Sergio Martin 23 Giugno 2014, 22:54

          Mah, ho visto un camion che scaricava quintali de coda, presumibilmente da cucinà ala vaccinara…da mangiare rigorosamente portando i pezzi alla bocca con le dita, per spolparli e ciucciarli. Roba da aristocratici.

  30. jock 23 Giugno 2014, 20:26

    @Hro, buona estate, buon viaggio, mi mancherai; Who Dares Wins.

  31. jock 23 Giugno 2014, 20:37

    Sempre stato d’ accordo, un AD, o chiamiamolo CEO o DoR, ma assolutamente separare la Presidenza dalla Direzione. Il primo segue i rapporti istituzionali, economici, ecc., raccorda il Consiglio con la gestione, conferendo le deleghe al DoR, che organizza e gestisce, su mandato nero su bianco. O un allenatore internazionale con carta completamente bianca (non succederà mai), o Munari, correndo qualche rischio, ma con chiare opportunità (idem).

  32. gsp 23 Giugno 2014, 20:46

    Buona vacanza, Hro. Se l’insulsa bona ha bisogno di supporto dalle i miei dettagli. O di @san, in mia assenza.

  33. Sergio Martin 23 Giugno 2014, 22:58

    @Hro, buone vacanze! Portace una bottiglia di quello buono!

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