L’ovale fa uno strano rimbalzo: La storta e la furba rientra negli spogliatoi

Dopo un’ottantina di storie esemplari, allegre e commoventi, Marco ci saluta e noi lo ringraziamo con tutto il cuore: a presto!

COMMENTI DEI LETTORI
  1. 6nazioni 6 Maggio 2014, 17:08

    grazie x i tuoi racconti pieni di grande umanità, e quoto la frase …
    il ns rugby e’ costruito di volontariato e buona volontà’.
    buon giro d’italia

  2. lucabiavati 6 Maggio 2014, 17:10

    Carissimo Marco
    grazie di tutto.
    Magari per “colpa tua” mi appassiono al ciclismo.
    Immagino verremo a cercarti in molti per leggerti ancora.
    Un sincero abbraccio da un fan delle tue storie.
    Luca

  3. malpensante 6 Maggio 2014, 17:25

    Il giro d’Italia ovale l’hai fatto fare a noi. In lungo e in largo, in alto e in basso, avanti e indietro, andata e ritorno. Buona andata e mi raccomando il ritorno.

  4. cassina 6 Maggio 2014, 17:36

    Grazie e a presto!
    i tuo racconti in tante occasione hanno spiegato su quale terra si poggia il rugby italiano, GRATUITA PASSIONE forse rispetto ai grandi paesi ancora troppo “CAMPI IN TERRA, BIRRA E SALAMELLE” ma comunque sempre RUGBY
    CIAO CASSINA

  5. jock 6 Maggio 2014, 17:48

    Grazie, li ho letti tutti, ben scritti e divertenti; torna presto.

  6. Giovanni 6 Maggio 2014, 18:00

    Ho letto con piacere le tante belle storie che hanno accompagnato periodicamente il sito: era un po’ come sedersi in poltrona la sera, spegnere il telefono e gustarsi un buon film che fin dal titolo intrigava e creava attesa e restituiva il piacere della sequenza delle scene e dei personaggi che descriveva, talora strappando un sorriso, talaltra inumidendo gli occhi. Mi dispiace sapere che quel piccolo angolo d’essai rugbystico non sarà più qui ad accompagnarci, ma sono confidente che il presente sia solo un “arrivederci” a future narrazioni.
    Nell’attesa, potrò consolarmi rimirando, con un pizzico d’orgoglio, quel vecchio testo sul rugby nostrano, trovato per caso l’autunno scorso in una piccolissima libreria della mia città, che da qualche mese reca sul frontespizio un poetico pensiero seguito dalla firma di Marco Pastonesi.

  7. andrease 6 Maggio 2014, 18:04

    Bella Marco! alla fine quello che ti guida (diciamoci la verità.. 🙂 ) non è il rugby e le sue storie di passione in giro x l’Italia o il ciclismo o qualunque altro sport di cui abbia scritto, E’ IL CIBO SANO E GODURIOSO CHE ACCOMPAGNA TUTTE QUESTE BELLISSIME STORIE CHE CI NARRI!! e io ti do ragione x tutta la vita! ahahahah
    Buona fortuna e a presto!
    Andrea

  8. tergestum 6 Maggio 2014, 18:10

    grazie Marco, è stato sempre un piacere leggere le tue storie.
    se vieni a Trieste x il giro, si può organizzare rugby&cycle&beer meeting

  9. M. 6 Maggio 2014, 19:01

    Grazie e spero tu possa tornare da queste parti…

  10. mezeena10 6 Maggio 2014, 19:15

    come diciamo in Sardegna “a menzus bidere”..
    arrivedercia presto, personalmente seguirò il giro nonostante le incredibili e continue delusioni e ovviamente leggerò i tuoi racconti..
    grazie!

  11. frank 6 Maggio 2014, 20:41

    Grazie per il tuo contributo! In bocca al lupo per tutto.

  12. mistral 6 Maggio 2014, 21:31

    … grazie Marco, una grande bella storia a puntate, adesso ti aspettano altre tappe, chissà che non ci si reincontri in giro per il Giro?…

  13. fabiogenova 6 Maggio 2014, 21:40

    Carissimo Marco, spero che La Storta e la furba diventerà un libro. Grazie di tutto!

  14. william 6 Maggio 2014, 21:50

    In bocca al lupo e grazie per le tante e belle storie

  15. Katmandu 6 Maggio 2014, 22:01

    grazie di tutto e a presto

  16. San Isidro 7 Maggio 2014, 04:23

    Ciao Marco,
    grazie di tutto, grazie per questo cammino ovale durato quasi due anni…è stato davvero un piacere conoscerti anche di persona, grazie della tua dedica sul libro di Maci Battaglini…ho anche i tuoi due libri sugli All Blacks che mi hanno fatto conoscere tanto sul rugby neozelandese…
    I racconti che più mi hanno colpito sono stati quelli su “Pinocchio e il Nano” e il Rwanda…anche se sono di Roma sono attratto dalle città di mare e Genova è una delle mie preferite…ripercorrere, attraverso la tua narrazione, le gesta di due grandi del rugby genovese come Bollesan e Conforto è stato emozionante, due che hanno fatto la storia della palla ovale in una città che vive pressochè di Genoa, Sampdoria e tradizioni nautiche…molto bello il racconto di rugby ambientato a Goma, tra la RDC e il Rwanda, uno dei posti più drammatici del mondo, uno dei luoghi dove si muore di più, eppure anche lì c’era una storia ovale da descrivere…
    Ho apprezzato anche le storie dedicate al rugby romano, come quella sull’Appia Rugby o quella sul mitico Rocco Caligiuri, una leggenda dell’ovale capitolino e nazionale, che purtroppo non è riuscito a godersi questa bella stagione con tre squadre romane in massima serie, lui stesso che nella stagione ’69/’70 fu protagonista con la gloriosa maglia bianconera della Rugby Roma dell’unico ed eccezionale anno, prima di questo, in cui ci furono tre compagini della capitale ai livelli più alti del rugby italiano…
    Ancora rido per la storia prima di Italia-Irlanda del 6N dell’anno scorso e per quella sulle battute sul rugby…epica la storia su Doro Quaglio…molto belle anche quelle dedicate al Carlini (un’appendice a quella su Pinocchio e il Nano), al fango del Giuriati (e chi ha giocato non può che apprezzare un racconto del genere, sul fango, un elemento che ci accomuna tutti), all’impegno civile del rugby contro l’N’drangheta a Milano, all’Interforze Napoli, squadra di cui mi hanno parlato diversi allenatori e, leggendo quelle righe, i ricordi sono andati al periodo del militare…
    Grazie inoltre per tutti i racconti che mi hanno fatto scoprire realtà ovali di periferia che non conoscevo o che avevo solo sentito nominare…
    Anche oggi sei stato geniale…pensare ai samoani e i fijani che giocano a rugby alla Garbatella è fantastica! Comunque alla Garbatella ci sono stati tutti (Gandhi, Nanni Moretti, i Cesaroni) vuoi che non ci arrivino pure gli isolani con la palla ovale? Comunque a Roma non c’è solo La Storta, per restare in tema, c’è pure Porta Furba dalle parti del Quadraro…
    Vabbè Marco, hai voluto la bicicletta? Mò pedala!!!

    • parega 7 Maggio 2014, 19:34

      @redazione
      a quando una proposta a san per una rubrica sui nostri fratelli argentini ?
      SAN FOR ONRUGBY !!!!!!

  17. Machete 7 Maggio 2014, 09:12

    ho letto le tue storie sempre con estremo piacere……
    in bocca al lupo per la corsa rosa che nonostante la crisi è piena di storie simili a quelle che hai raccontato
    a presto!

  18. Luca Scarpi 7 Maggio 2014, 10:53

    Grazie Marco, mi mancheranno i tuoi interventi su questo sito ma continuerò a seguirti iniziando dal libro sul “Maci” che ho acquistato un mesetto fa.
    Buon Giro d’Italia!

  19. Paolo82 7 Maggio 2014, 12:09

    Bhe Marco il giro parte dall’Ulster e li di storie di Rugby ne hai parecchie da ascoltare, ricordare e poi raccontare… buon giro!

  20. Burroughs 7 Maggio 2014, 18:13

    Un grazie di cuore a Marco, uno dei pochi giornalisti in Italia a saper scrivere di sport, cosa difficile assai…
    Superata la tristezza per l’assenza di questa bella rubrica, direi che sono maturi i tempi per “La garra”, rassegna sul rugby argentino curata da San Isidro.
    Meditate, redazione di On Rugby, meditate…

  21. parega 7 Maggio 2014, 19:34

    da sempre leggo ogni cosa che scrive…per me un vero poeta dello sport !! riesce a esprimere al meglio quello che un giocatore di rugby o ciclista deve e affronta in fatto di sacrificio e altro
    non ci saranno mai grazie per quello che scrivi …da ex rugbysta …e da cicloamatore adesso avro’ l’opportunita’ di seguirti ogni giorno per il giro d’italia

  22. koinedialektos 8 Maggio 2014, 02:09

    Marco,
    grazie infinite per le ore felici trascorse a leggere i tuoi racconti italici, gli aneddoti di un rugby che fu e la splendida mole di versi prosaici.

    Spero di scovare dove scriverai di ciclismo, per farmi sognare sulle strade come se fossero campi o taverne.

    Il mio idolo da bambino era Greg Lemond, poi via via cambiavano i colori e le facce e purtroppo le sostanze proibite. Come smisi di seguire la Formula 1 con la scomparsa di Ayrton, così feci con il ciclismo con la fine di Pantani. I sogni si nutrono di realtà quanto più uno s’aspetti. Tu alimenti sogni e aiuti a crederci.

    GRAZIE!

  23. maxetere 8 Maggio 2014, 12:30

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