Franchigie come la nazionale: opportunità o “pensiero unico”?

Per il presidente Gavazzi è un punto fisso non negoziabile, per altri invece una scelta quantomeno dannosa

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mauro 1 Aprile 2014, 08:21

    niente di strano, mi dicono che il nostro presidente sia avezzo prendere le supposte per via orale.

    • valter.nutini 1 Aprile 2014, 12:35

      Sono convinto che il miglior progetto di gioco che possa produrre la nostra nazionale non possa esentarsi da una migkliore gestione strategica della gara. La strategia è il piano offensivo e difensivo che si intende realizzare prima di effettuare il lancio del gioco. Essa dipende da tanti fattori: livello degli avversari e dei porpri giocatori, importanza della gara, condizioni metereologiche, punteggio e tempistica, ecc. Chi decide la strategia da adottare nel match? A mio avviso l’allenatore attraverso un confronto settimanale con il capitano ed i propri giocatori, durante lo svolgimento del match tale responsabilità spetta prevalentemente al capitano in concerto con i ruoli chiave, 2-8-9-10-15.
      Nella gestione strategica delle gare è maestra la nazionale Argentina. Dovremo fare proprio il motto de Machiavelli, il fine giustifica i mezzi, cioè la vittoria giustifica i comportamenti in campo. Nel rugby elite conta il ranking ed esso è condizionato dalle vittorie o sconfitte, il resto conta meno.

  2. mauro 1 Aprile 2014, 08:27

    battute a parte come si può contraddire l’ovvio.
    In questo caso c’è una vsione centrifuga del rugby, mentre il resto del mondo ne ha una centripeta che portando dalla periferia verso il centro assomma diversità positive in grado di migliorare la genetica del gioco.
    Dite che il signor G. sia in grado di comprendere anche cose banali?

  3. crosby 1 Aprile 2014, 08:27

    Condivido Liviero al 100%.
    E’ un discorso assurdo quello di Gavazzi…l’allineamento tecnico a cui aspira non ha esemplificazioni all’estero.
    Come del resto non ha esemplificazioni il sistema italiano delle accademie…
    Copiare dai più bravi no?!

  4. teorub 1 Aprile 2014, 08:30

    lo so che non è corretto prendere esempio da altri sport ma se prendiamo il modulo con cui l’Italia del calcio ha vinto gli ultimi mondiali in Germania ci può dare un esempio di come in teoria si deve sviluppare il gioco della nazionale che è pari pari a quello Irlandese, ovvero allenatore di club vincente che passa alla nazionale e la fa vincere altro non c’è da dire se non che omologare il tutto porta solo a un sistema che nel breve tempo può portare giovamento ma nel lungo periodo in caso di un salto di qualità necessario per raggiungere nuovi obbiettivi al nulla.
    PS ma noi abbiamo allenatori italiani all’altezza di questo progetto ?

    • carlo s 1 Aprile 2014, 09:09

      Teorub, mi hai preceduto
      Anch’io come te penso che ci vorrebbe un’allenatore per l’italia che porti avanti il lavoro fatto nei club. Ci vorrebbe uno meticoloso e bravo, così come hanno gli irlandesi. L’unico a mio avviso che avrebbe potuto svolgere questo ruolo in italia per me è Franco Smith (anche se in tutta onestà a me non ha fatto mai impazzire). Ha dimostrato di saper far giocare la squadra e ha portato risultati, sarebbe quello che serve alla nazionale.
      Poi bisogna assolutamente far entrare nello staff della nazionale Diego Dominguez… non si può disperdere un patrimonio del genere.

      • teorub 1 Aprile 2014, 11:42

        quoto su Dominguez ma credo che persone come lui e vedi Munari che è in uscita dal Benetton debbano, come ha detto Gavazzi, metterci la faccia e puntare al grosso vedi elezioni in Fir.
        E allora certe idee di organizzazione moderne o meglio sensate prenderebbero piede…

        • San Isidro 2 Aprile 2014, 00:15

          sono d’accordo, però Dominguez come tecnico dei calci in nazionale sarebbe perfetto…

  5. Appassionato_ma_ignorante 1 Aprile 2014, 08:41

    Lasciando la porta aperta al potenziale fraintendimento delle reali intenzioni o idee del Presidentissimo, se sostanzialmente le cose stanno come riportate nell’articolo si tratta di un’idea paragonabile alla Corazzata Potëmkin di fantozziana memoria.

  6. malpensante 1 Aprile 2014, 09:05

    1) 4 anni di offerte di disponibilità di Smith e due di Phillips: risultato la richiesta di farli fuori fino, per Viadana, all’aut aut o lo staff o la vita;
    2) esperimento già fatto (con grande successo): Gajan e Troncon alle Zebre;
    3) Gajan l’ho mica fatto fuori io, e C&C non credo li abbia scelti Brunel.
    Ma di cosa stiamo parlando? Fumo, l’arrosto (blindare il patto di sindacato e spazzare via una possibile opposizione) l’ha portato a casa brillantemente. Fuffa, per farci chiacchierare sul nulla.

    • Hullalla 1 Aprile 2014, 10:46

      Sono d’accordo: le proposte di Smith e Phillips erano quelle “giuste”: coordinamento e scambio continuo di informazioni tecniche, metodi di allenamento, schemi…

      Le proposte della FIR al momento non si capiscono: sono quelle che suggerivano Smith e Phillips o no?
      SE mai ci sara’ chiarezza in questo ambito ci si potra’ esprimere. Nel frattempo l’unica osservazione che si puo’ fare e che in quattro anni le relazioni tra FIR e “franchigie” sono state coperte dal “segreto di stato”.
      Perche’??? Che senso ha?
      Come si fa a sperare che il pubblico e gli addetti ai lavori non direttamente coinvolti ne pensiono male???

  7. Stefo 1 Aprile 2014, 09:09

    Le critiche di Liveiro sono quelle che diverse di noi portano da settimane a partire dal fatto che siano i club spesso che spingono per i cambiamenti in Nazionle, il gioco dei club che spesso esalta piu’ le caratteristiche dei giocatori rispetto a quello della NAzionale in cui il CT spesso non avverte il cambiamento di organico e necessita’ di cambiamento di gioco come avvenuto in Irlanda negli ultimi anni dove il gioco di Kidney non era piu’ quello che sevriva per esaltare le doti di una rosa ampiamente cambiata rispetto al 2009.
    L’omologazione di fatto toglie il confronto la possibilita’ di vedere i giocatori come eprformano con metodi di gioco diverso e quindi capire quale meglio si adatti alle loro caratteristiche, certamente limitera’ la scelta degli allenatori ad allenatori di secondo piano ma questo a Gavazzi sicuramente va bene visto che vuole allenatori italiani, ma senza offese per i Cavinato ed i Casellato che sono buoni allenatori ed il meglio che l’Italia possa offrire porobabilmente con questo sistema non potrai puntare a prendere un allenatore di primo livello internazionale, chi si vede un Cheika o anche un Kirwan venire per fare da esecutori delle idee altrui?E non so ma a me automaticamente rinunciare a provare ad avere ovunque allenatori di prima fascia internazionale pare darsi la zappa sui piedi.

  8. Katmandu 1 Aprile 2014, 09:13

    L’unica cosa su cui son completamemte concorde è il punto 3 si vince prima nel club e quindi in nazionale
    Per il resto continuo a non capire cosa vuol dire che il club deve giocare come la nazionale? Trovatemi 2 allenatori che la pensano 100% allo stesso modo, non esistono, se mi dice che la preparazione fisica di alcuni giocatori deve essere mirata e specifica in funzione della nazionale è un discorso, se mi dice che faranno stage con i vari tecnici nazionali è un altro, ma se mi dice che a prescindere da chi va in campo deve giocare come dico io mi pare una quazzata enorme, a sto punto JB fa da capoallenatore anche alle 2 celtiche e alle 10 di eccellenza (mi pare eccessivo farglielo fare pure per la A e la B)

    • carlo s 1 Aprile 2014, 09:21

      si kat mi pare che quello che dici tu sia inopinabile. Ogni allenatore ha una sua visione di gioco e costruisce la squadra sulla base del materiale umano che ha.
      Credo che gavazzi sia arrivato a questa esasperazione, esasperato dal fatto che da TV non volessero dialogare con la federazione, e che le squadre fossero costruite non pensando alla nazionale ma al proprio tornaconto…..

      • ungar 1 Aprile 2014, 09:39

        cioè per fare uno sgarbo a Tv manda a nobili signore tutto il movimento? Dai su ..

      • malpensante 1 Aprile 2014, 09:48

        Infatti facendo dei buoni campionati Treviso ha fatto il male della nazionale. Ci sono anni di dichiarazioni di Smith e Phillips (anche ai tempi di Mallet, peraltro) sull’assoluta indifferenza degli staff tecnici della nazionale a qualsiasi dialogo con loro.

      • Hullalla 1 Aprile 2014, 10:49

        NON e’ vero che non volessero dialogare, anzi, se leggi le interviste di Smith, lui era molto sorpreso che nessuno l’avesse contattato dalla nazionale.
        Qui sono le parole di un’intervista contro le tue congetture.

      • San Isidro 2 Aprile 2014, 00:27

        @carlo s,
        non è vero che Treviso non volesse dialogare con la FIR, tuttavia penso che Gavazzi sia arrivato a questa decisione proprio perchè ritiene che un club come Treviso sia costruito “non pensando alla nazionale ma al proprio tornaconto” (credo proprio che Gavazzi pensi questo)…

  9. ginomonza 1 Aprile 2014, 10:14

    chissà perché l’allenatore della squadra vincente il 6N 2014 ex Leinster si basa principalmente su quella squadra o mi sbaglio?

    • Stefo 1 Aprile 2014, 10:23

      Si gino ma appunto il verso in cui la cosa e’ andata e’: vince col Leinster praticando un gioco diametralmente ppposto rispetto a quello che l’ex CT della Nazionale Kidney, prende il posto in Nazionale e fa la sua squadra in base al suo gioco nel frattempo al Leinster arriva O’Connor che non pratica un gioco come quello di Schmidt (e da tifoso Leinster dico purtroppo).
      La pressione per i cambiamenti in NAzionale viene dal club che meglio ha giocato e piu’ ha vinto, come in precedenza la pressione per passare da O’Sullivan a Kidney era venuta dai successi del Munster di Kidney.
      Gavazzi propone l’inverso.

      • ginomonza 1 Aprile 2014, 12:33

        vero Stefo ma anche la situazione è diversa soprattutto perché noi abbiamo un rugby perdente.
        Non so se sia la cosa giusta da fare però come è andata finora non ha funzionato tranne casi sporadici : allora perché non tentare ? e poi eventualmente giudicare?
        D’altra parte anche nel calcio ( spiacenti per quelli che non lo vogliono considerare ) sia in Italia sia all’estero le grandi squadre sono state formate sul nocciolo duro di una squadra ( Juve in Italia e Barcellona in Spagna tanto per citare dei campioni del mondo).
        Il fatto è che da noi non ci sono alternative valide in questo momento, almeno così io la penso.

  10. Maxwell 1 Aprile 2014, 10:14

    1)
    Anche nell’articolo c’è scritto “Che gli staff tecnici delle tre realtà rugbistiche più importanti d’Italia si parlino e si incontrino regolarmente è cosa che andava fatta un secondo dopo aver deciso l’ingresso delle nostre squadre nel torneo celtico, non ora, comunque meglio tardi che mai.”
    Non riesco a capire dove sta il problema
    A quelli che continuano con esempi calcistici rispondo che
    la nazionale di Rugby non ha niente a che vedere con la tradizione, il radicamento e la cultura del calcio… L’esempio che si può prendere è la Steaua Bucarest di fine anni ’80, una squadra di club che era per 14/20 la nazionale e che arrivò in 4 anni a vincere una coppa campioni, una finale e una semifinale. Un po’ di umiltà non guasta, poi fra 3-4 anni se le cose migliorano……
    2)
    Se 10-12 giocatori se ne vanno all’estero il 50% di quello che pensiamo oggi è aria fritta.
    3) Area geografica di Liviero
    Io penso che, se quest’articolo fosse stato scritto al 20 maggio sarebbe stata una cosa interessante, oggi la reputo dannosa ed inutile.
    Già è un’ annata storta, Smith, Munari, CL all’ultimo secondo, giocatori che giocheranno sempre al 100% ma c’è il rischio del pensiero “che-faccio-l’anno-prossimo-se-mi-faccio-male?”
    Che si finisca l’anno in tranquillità,si dia la lode ai giocatori e poi discutiamone… A me sembra il classico articolo che vuol formare l’opinione pubblica.

  11. aug61 1 Aprile 2014, 10:40

    Franchigie che giocano come la nazionale…? Dopo questo sei nazioni…ma cos’è una battuta di spirito o gusto per l’horror…
    Ma: i ghe fa oi ghe dise…?

  12. Hullalla 1 Aprile 2014, 10:52

    Per il futuro, sarebbe un bel segnale in questa direzione se alla nazionale andasse uno degli allenatori che ha avuto maggior successo con le nostre franchigie, anziche’ pescare regolarmente all’estero.

  13. Hrothepert 1 Aprile 2014, 11:24

    A me hanno insegnato che non si fanno processi alle intenzioni e che, al limite, si criticano i fatti dopo che sono avvenuti, perchè altrimenti si rischia di fare delle figuracce tipo: “Questi al drop non ci pensano per niente!!” e poi, come volevasi dimostrare, …drop vincente di Weir, quindi prima di “sparare” sentenze assolute pensiamoci e limitiamoci ad un “be’, staremo a vedere”, che se poi, per puro caso, avesse ragione il Signor G ci toccherebbe reingoiarci tutto!!

  14. gsp 1 Aprile 2014, 11:27

    Lo dico chiaramente, questa posizione di gavazzi la trovo abbastanza nociva, ma soprattutto non capisco ancora che cosa voglia dire in pratica, a quali aspetti del gioco si riferisca. Certo poi paga quasi tutto la FIR e quindi scelgono loro i criteri. ma almeno ci dicano quali sono. al momento vedo difficile basare i futuri allenatori delle celtiche su Brunel perche’ c’e’ da capire su dura oltre il 2015.

    detto questo penso che i riferimenti a tolosa e munster siano abbastanza fuori luogo. siamo su scale completamente diverse. e soprattutto parliamo di squadre che per risorse ma anche come attrazione possono richiamare il meglio che c’e’ in giro, anche come allenatori. per noi non e’ cosi’, bisogna necessariamente fare cose in modo diverso.

    per la cronaca sarebbe anche utile sottolineare anche alcune cose a favore dei club che noi facciamo e che gli altri non fanno. Zanni che gioca cosi’ tanto col club e’ una rarita’ nell’universo celtico.

    sugli allenatori. se mi prendi il meglio o allenatori di prima fascia allora mi sta bene. ma se devi prenderli di seconda e terza fascia, allora mi tengo Cas/Cav, anche in ottica nazionale.

    • Maxwell 1 Aprile 2014, 11:40

      Io proverei Gower ……. 🙂

      • gsp 1 Aprile 2014, 11:49

        Caro Max, Gower sempre! mannaccia quanto bene c’avrebbe fatto, se fosse rimasto 32enne a vita.

    • Stefo 1 Aprile 2014, 11:45

      gsp verissimo non si sa se dopo il 2015 ci sara’ Brunel ma si plasma tutto l’alto livello sulle sue idee…non una mossa geniale di suo.
      Certamente un certo livello di collaborazione e’ necessario, questo l’hanno sottolineato anche i tecnici delle due celtiche in questi anni accusando anche pesantemente in certi casi la mancanza di dialogo, ma per collaborazione si puo’ parlare di gestione del minutaggio (in entrambe le direzioni limitarlo per alcuni ed alzarlo per altri magari anche se qua il problema del possibiel esodo riduce questa possibilita’), richieste in situazioni speciali di testare un giocatore in un ruolo invece che un altro, imparando la lezione di come il cambio di regole in mischia ordinata abbia colto impreparati molti magari lavorare su situazioni possibilmente analoghe di concerto (cambia la regola ci si trova e si discute come lavorare sia a livello di club che poi in Nazionale per affrontare il cambiamento di regole), ma se il presidente intende come ha detto in passato che se la NAzionale difende in maniera x allora i club devono fare lo stesso si passa la linea del buon senso al di la’ di chi mette o non mette i soldi prima di tutto perche’ comunque standardizzi le cose mentre penso che un giocatore esposto a diverse metodologie e sitemi possa solo che migliorarsi, un confronto da la possibilita’ di fare un benchmarking sulle performances dei giocatori con sistemi diversi.

      • gsp 1 Aprile 2014, 11:51

        sono daccordo, vorrei sentirgli spiegare che cosa voglia fare.

      • Hullalla 1 Aprile 2014, 14:25

        Non si e’ proprio capito cosa intenda fare la FIR e probabilmente non verra’ mai spiegato ai comuni mortali, come tutto il resto delle “regole segrete” che hanno governato finora l’avventura celtica.

  15. Dagoberto 1 Aprile 2014, 11:38

    Le perplessità espressa dal giornalista Antonio Liviero mi sembrano molto tendere e, forse anche alimentare, l’annosa polemica alimentata attorno alla questione: le fondamenta o la base sono il piedestallo del movimento ed il suo vertice solo l’inevitabile conseguenza. Insomma, una questione che appassiona il movimento rugbistico da sempre. Risulta evidente, anche, come quantitativamente parlando i numeri di possibili lettori inclini ad un taglio di questo tipo alla questione siano decisamente superiori a chi, invece, possa ritenere lecito sintetizzare attorno al così detto vertice di un movimento sportivo, l’alto livello, maggiori attenzioni (anche il disegno bidimensionale di una piramide sa mettere in evidenza la maggiore ampiezza della base rispetto al suo vertice); i giornali si stampano per venderne il maggior numero di copie possibili, ergo, verso chi dovrebbe orientare le maggiori attenzioni l’editore? Detto ciò, ritengo utile aggiungere qualche considerazione.
    Inanzitutto, il movimento rugbistico italiano è ancora acerbo, con innumerevoli problemi di autosufficienza economica e un’identità internazionale ancora da compiersi. Questi aspetti condizionano le scelte di una Federazione che deve sponsorizzare sia la testa che la coda del movimento, nessuna assolutamente capace di autosostenersi (basti pensare alle difficoltà per trovare un’emitente disponibile a trasmettere le partite di eccellenza e PRO12). Un presidio, pertanto, a 360 gradi che rende più complicato che nelle realtà rugbistiche di altri paesi le scelte di riparto delle finanze e più facilmente portatrici di dubbi e critiche piuttosto che apprezzamenti. Dovrebbe risultare evidente ad un appassionato giornalista, sulla scorta di un’accreditabile maggiore profondità di analisi e sensibilità sui fatti, l’imprescindibile necessità che il rugby abbia un palcoscenico mediatico adeguato da permettere quella maggiore visibilità senza la quale già i pochi sponsor orienterebbero in altra direzione i propri denari riducendo ulteriormente il sostegno economico al movimento tutto. Non possiamo permetterci, pertanto, il sacrificio di un maggiore buio mediatico (perchè già oggi il rugby non è così presente sotto i riflettori dei media nazionali) inevitabilmente conseguente ad una totale attenzione alla base al fine di permettere quella tanto auspicata crescita tecnica che dovrebbe permettere il salto di qualità al movimento; chi e quanti se ne potrebbero accorgere mancando quel palcoscenico mediatico che non si costruisce certo dall’oggi al domani. Per il movimento rugbistico nazionale il vertice che ha conciso con il 6N prima e la PRO12 poi, è stata l’occasione di portare quei denari senza i quali il movimento non sarebbe in Italia, tra quelli con analoga capacità mediatica, trà i più sani ed in crescita di praticanti.
    Sull’aspetto più tecnico, fermo restando la condivisibile difesa d’ufficio verso la libertà ed il desiderio di espressione e, anche, di creatività che un tecnico di club possa nutrire, mi sembra più che evidente che, in particolare in uno sport fisico dove la preparazione atletica e di palestra condizionano fortemente anche le risposte aerobiche ed anaerobiche che si vogliono ottenere dagli atleti, un’omogeneità delle metodiche e delle scelte nella preparazione della stagione sportiva tra club e nazionale sia portatrice di benefici piuttosto che un contesto eterogeneo che spinga gli atleti di club verso allenamenti che si pongano obiettivi magari diametralmente opposti da quelli perseguiti durante le poche e concentrate temporalmente performance che gli stessi atleti siano chiamati a garantire in nazionale. Che ciò sia, poi, difficile da mettere in pratica è altro aspetto pragmatico di cui dover tener conto, ma se la memoria storica di questo sport, ma anche di altri sport di squadra, ci porta esempi pratici di blocchi di club trasferiti in nazionale con alcuni eccessi dove alcune formazioni di club venivano di fatto semplicemente fatti vestire della maglia nazionale, dovrebbe testimoniare sufficientemente a favore della soluzione più efficace ed efficiente, credo :-).

    • Stefo 1 Aprile 2014, 11:51

      Dagoberto nessuno nega la necessita’ di un dialogo ed una collaborazione si tratta di definire il limite in cui questo sfocia in direzione univoca e centralizzata dell’aspetto tecnico tattico.
      Senza dubbio in tema di preparazione fisica come di gestione dei minutaggi dei giocatori una collaborazione anche forte ha dei benefici innegabili sulla NAzionale ma qui appunta si cade nella collaborazione diciamo “virtuosa”, cosi’ come lo sarebbero delle occasionali richieste di schierare Pinco nel ruolo x invece che y, o per fare un esempio se Allan fosse in Italia richiedere che sia lui il piazzatore designato con continuita’ e magari lavorare di concerto sulla sua tecnica di calcio ma come detto sopra se uno mi dice che se la nazionale difende in una determinata maniera allora anche i club lo devono fare (ed il presidente ha detto anche questo) si supera a mio avviso la demrcazione tra la collaborazione ed il dialogo virtuoso e si passa a qualcosaltro.

  16. Rabbidaniel 1 Aprile 2014, 12:38

    Sul dialogo club/nazionale penso siano tutti d’accordo. Sul fatto che i club debbano giocare come la nazionale, be’, molti hanno espresso idee che sono anche le mie. In ogni caso, ancora una volta, nel rugby italiano tutto gira intorno alla nazionale. Per me la vera rivoluzione sarà quanto una delle franchigie italiane diventerà vincente o tenterà di esserlo con una certa continuità. E non portate l’esempio argentino, perché se avessimo la metà del loro sistema formativo saremmo a cavallo.
    Cmq ho orrore dell’onda lunga del pensiero dondiano che vede le franchigie come una palestra per la nazionale.

    • Hullalla 1 Aprile 2014, 14:29

      La cosa spaventa anche me, ma la FIR sta anche finanziando le franchigie per i due trezi del budget… preferirei si mettessero in grado i privati di fare il loro lavoro in autonomia, ma con i loro soldi (senza finanziamenti eccessivi), altrimenti non possono fare quello che vogliono coi soldi del movimento… o no?

  17. Dagoberto 1 Aprile 2014, 12:40

    Non voglio fare paragoni tra il calcio ed il rugby facendo pensare che li ritenga uguali, anche se non possiamo dimenticare la loro comune radice sportiva.
    Verso la fine degli anni ’80 Sacchi incominciò ad introdurre un approccio maniacale nel gioco a zona quando ancora molti club giocavano a uomo; fu una rivoluzione per il calcio italiano. Quando gli assegnarono la conduzione tecnica della nazionale, visti i tanti successi ragginti anche a livello internazionale con il Milan, emerse in tutta la sua evidenza l’incapacità di poter trasferire in nazionale tale approccio che necessitava di una preparazione dei giocatori specifica, un’abitudine ad allenare schemi e dinamiche di gioco, timing e scelte tattiche specifiche che non si riusciva a replicare in nazionale sia per l’impiego di giocatori di altri club non abituati a questo gioco, sia per il poco tempo a disposizione per preparare le partite in maglia azzurra. Di fatto l’avventura di Sacchi in nazionale, nonostante il secondo posto ai mondiali per un rigore sbagliato, non si potè ritenere esaltante quale quella con il Milan. Hai citato la difesa ed è proprio un esempio calzante. Mallet faceva giocare la sua nazionale quasi sempre con una linea attendista, vogliamo dire passiva, in particolare per evitare buchi sfruttabili dai 3/4 avversari nella diagonale che si verrebbe a creare con una difesa montante, in particolare se rovesciata con la parte esterna della linea di difesa più alta rispetto a quella centrale del campo. Ciò può accadere in quanto la distanza tra i difensori che montano creando tra di loro una diagonale è maggiore, aumenta man mano che salgono, rispetto ad una linea di difesa orizzontale. Peraltro, una linea attendista necessita di maggiore capacità esposiva nel placaggio del difensore che si troverà spesso a dover placcare l’avversario già in abbrivio di qualche metro, serviranno braccia e gambe, per così dire, d’acciaio; per ottenere ciò è privilegiabile un allenamento più anaerobico, concentrato, quindi, molto sulla forza muscolare e potenza esplosiva. In una difesa montante, invece, una contestuale capacità aerobica e di resistenza atletica è fondamentale per garantire continue salite e ritorni a ritroso che la linea di difesa è chiamata a fare nell’attaccare e cercare di soffocare la linea offensiva avversaria e, comunque, rientrare dal fuorigioco. Risulta evidente che la preparazione atletica dei giocatori dovrà tenere conto della tattica di gioco che si vorrà proporre in contesti competitivi dove spesso la differenza la fanno i piccoli dettagli, anche nella preparazione fisica degli atleti. Per una nazionale con così poche opzioni, 2 sono le franchigie da cui Brunel può pescare i giocatori utili alla causa, poter contare su un’omogeneità di preparazione e tattica di gioco sarebbe un’opportunità nel poter contare su giocatori che per tutto l’anno si allenano in coerenza con le esigenze azzurre. Se, come già detto nel mio intervento precedente, si considera l’utilità del valore mediatico che la nazionale assume verso tutto il movimento rugbistico italiano, principale sponsor economico, forse è un sacrificio che le 2 franchigie si possono anche permettere e di rispettivi CT se ne faranno una ragione.

    • Rabbidaniel 1 Aprile 2014, 12:43

      Il problema in Italia è che tutto gira intorno alla nazionale, non so se si era compreso…

      • Dagoberto 1 Aprile 2014, 12:52

        Ciò vale anche per i tanti soldi che grazie alla nazionale il movimento tutto ha a disposizione; basta andare a verificare quale fosse il bilancio FIR in epoca pre 6N e accorgersi come una nazionale performante e mediaticamente accattivante sia indispensabile in un momento economico di vacche magre dove i singoli club faticano a trovare sponsor adeguati all’alto livello (Aironi docet, sigh).

        • Rabbidaniel 1 Aprile 2014, 13:19

          Evidentemente avere una nazionale mediaticamente forte aiuta il movimento, il problema della politica dondiana è stato però l’aver puntato tutto sulla nazionale, pensando che fosse l’unico aspetto degno di nota. In tutte le nazioni rugbisticamente evoluta (caso argentino a parte) i club hanno un ruolo fondamentale. Mi pare utopistico pensare di poter vincere il 6N se poi le tue franchigie non passano un turno in HC. Munari ha detto una cosa sacrosanta, l’Irlanda ha vinto a Parigi anche perché le provincie sono abituate ad andare in Francia a giocarsela, anche Connacht.

          • gsp 1 Aprile 2014, 14:11

            Rabbi, la scelta di puntare tutto sulla nazionale è stata vincente e lo dimostrano I conti della FIR. Il problema invece è enorme su come hanno deciso di spendere o sperperare quei soldi.

            Sui club, è sempre la stessa storia. Dipende per fare cosa, dove ed a che livello d’etá. La situazione club nel rugby evoluto è tutt’altro che uniforme, non penso sia possibile fare una affermazione categorica come la tua.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 14:24

            gsp fosse stata veramente vincente avrebbe fatto da traino a tutto il movimento, avrebbe fatto si che tutto il rugby italiano ne guadagnasse in termini di visibilita’ ed interesse ed invece cosi’ non e’ stato anzi esattamente il contrario…come al solito si confonde il successo mediatico della Nazionale che e’ circoscritto alla NAzionale e basta ed alcuni introiti IRB dovuti a pagamento di debiti politici (ricordiamo vero l’extra dato all’Italia dopo le ultime elezioni IRB per aver votato “giusto”) con il successo di uno sport nel vero senso della parola.

          • gsp 1 Aprile 2014, 14:35

            aspetta, aspetta. e’ stata vincente dal punto di vista dei conti e soldi entrati nelle casse della federazione. penso sia innegabile. e soprattutto non puoi nenche dire bravo a Dondi perche’ i soldi sono arrivati a livello internazionale, ma il treno imboccare era quello giusto.

            non facciamo confusione ogni volta.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 14:47

            gsp non e’ stata vincente non si puo’ fare solo il calcolo della serva sui soldi, una scelta politica come questa si puo’ ritenere vincente se porta benefici allo sport nel suo complesso…la confusione la fate voi nel dire che sicocme ci sono piu’ soldi e’ stata una politica vincente…no non lo e’ stata perche’ il resto del movimento rugbystico italiano e’ messo peggio di come era messo prima, la base e’ stata messa in ginocchio, i club anche di Eccellenza sono con le pezze al culo perche’ nessuno sponsor va oltre la Nazionale, le TV se ne fottono dell’Eccellenza ed anche della Celtic in questi 4 anni che significa che il rugby come sport in generale non e’ cresciuto in termini di visibilita’ ed interesse commerciale…se questo vuol dire una politica vincente dimmelo tu!

          • Stefo 1 Aprile 2014, 14:49

            Ah senza dimenticare che i privati anche della Celtic se ne fottono a partire da Benetton che chiaramente ha ridotto l’investimento e la Federazione quindi deve subentrare pagando per tenere in piedi l’alto livello della Celtic…questi sono proprio i risultati di una politica vincente…

          • Rabbidaniel 1 Aprile 2014, 15:18

            Gsp allora avremmo una nazionale al centro di tutto, non vincenti, e club non vincenti ancillari alla nazionale. Così siamo contenti tutti.
            Dimmi in quale nazione evoluta, Argentina esclusa, i club franchigie non hanno una funzione fondamentale.

          • gsp 1 Aprile 2014, 15:29

            E certo che e’ vincente. e’ stata giusta e vincente nel generare risorse economiche importanti. e’ stata una tragedia totale nel fare in modo che quei soldi fossero spesi bene ed in modo sostenibile, sulla base, con un progetto. generare soldi e spenderli non sono le stesse cose. puoi fare bene una e cannarne l’altra.

            ragazzi, davvero non so come metterla in modo piu’ chiaro. e soprattutto mi sembra una cosa oggetivamente innegabile.

          • gsp 1 Aprile 2014, 15:33

            Stefo, ma il nesso tra generare soldi attraverso la nazionale e benetton che se ne va, dov’e? Se avessero generato meno soldi sarebbe stato meglio?

            mi sembra tanto una di quelle conversazioni in cui non vuoi far passare un messaggio, ma non e’ che possiamo negare la realta’.

            si puo’ benissimo dire che Dondi e’ stato abilissimo in quello ed incapace e corrotto in altro. si puo’ dire, anzi e’ l’approccio piu’ vicno alla realta’.

          • gsp 1 Aprile 2014, 15:38

            rabbi, per quello ti dico che vuoi dire per club? se parli di club/franchigie vincenti allora e’ diverso.

            se parli poi di contesto italiano, dove vuoi andare con 6 mln a franchigia? se riesci a fare il settimo e’ un risultato pregevolissimo.

            ma devi anche specificare che significa avere una nazionale vincente. che vuoi vincere? solo per capirci se le tue aspettative sono realistiche o meno.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 15:49

            gsp non e’ solo come son stati spesi, se la politica fosse stata vincente all’interesse per la NAzionale sarebbe seguito un trickle down effect che portava interesse mediatico e commerciale al resto del rugby al di la’ di come son stati spesi i soldi ma questo non e’ avvenuto…agli 80mila dell’Olimpico avrebbero fatto seguito qualcosa piu’ che 300 persone sugli spalti di alcune squadre dell’Eccellenza o gli a stento 2000 delle Zebre…puoi rigirarla come vuoi ma non puoi definire vincente una politca che non ha portato benefici al movimento nella sua intierezza.
            Mi spiace gsp ma secondo me non vuoi proprio ammettere questa cosa e ti nascondi dietro ai soldi che poi vorrei sapere come colleghi i milioni di Euro di premio voto “giusto” che furono dati a Dondi con le politiche sulla Nazionale…

          • gsp 1 Aprile 2014, 15:58

            omioddio. ma che centra il trickle down, che centrano gli spettatori? sono cose diverse.

            sono cose diverse e lo capiscono tutti. e’ stata la scelta giusta ha portato tanti soldi e visibilita’. ma fammi capire come sarebbe stato meglio avere meno visibilita’ della nazionale e meno soldi? spiegami come 40000 invece che 60000 sarebbero stati meglio.

            se non vuoi far passare il messaggio, buon per te.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 16:02

            No non ci capiamo, quello che sto dicendo e’ che non ha portato benefici generali, ai benefici per la NAzionale e finanziari per la federazione (anche se i soldi per i voti non centrano nulla) non ha fatto seguito un effetto sul rugby come sport in generale, il trickle down caro gsp conta perche’ quello che hai fatto doveva fare in modo che anche il resto del movimento ricevesse maggior attenzione mediatica e diventasse commercialmente interessante ma cio’ non e’ assolutamente avvenuto, anzi se vogliamo dircela tutta la situazione per il restodel movimento che non e’ la NAzionale e’ peggiorato.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 16:04

            Poi se per te la bottom line e’ “ci sono piu’ soldi” va beh amen, e’ una visione molto miope e che non prende in considerazione tutto…e’ lo stesso del dire la CL figata perche’ fa bene alla NAzionale senza pensare agli effetti sul resto del movimento…una scelta politica come puntare tutto sulla NAzionale si misura anche negli effetti per il resto del movimento che avrebbe dovuto creare e non ha invece creato secondo me…analisi a 360 gradi si chiama

          • gsp 1 Aprile 2014, 16:09

            no stefo, io ho capito benissimo quello che tu dici e lo condivido.

            quello che tu non stai condividendo e’ il fatto che incrementare di molto la disponibilita’ economico FIR ed il richiamo della nazionale e’ una cosa oggettivamente positiva, che tu la usi, bene o male, o meno. non avere i soldi, ed usarli male sono cose diverse.

          • gsp 1 Aprile 2014, 16:10

            continua a non capire. fammi capire quale vantaggio avrebbe portato avere meno soldi?

          • Stefo 1 Aprile 2014, 16:20

            Ma gsp io non ho negato che cio’ sia positivo sto dicendo che pero’ per valutare la politica e la scelta fatta devi analizzare tutto non solo che ci sono piu’ soldi…e se analizzi a 360 gradi le politiche seguite non credo si possa parlare di politica vincente per tutto il movimento.

          • Rabbidaniel 1 Aprile 2014, 16:35

            Gsp io concordo con Stefo. Ma per chiarire: mai detto che avere meno soldi sarebbe stato meglio o che il traino della nazionale sia in sé negativo. Anzi è un patrimonio. Ma come tutti i patrimoni e i capitali bisogna vedere come li spendi. In un rugby tradizionalmente molto campanilistico si è tagliato il punto di collegamento, franchigie che possano avere un appeal verso il pubblico. Un mio amico digiuno di rugby, ma animato da sincero entusiasmo, va a Cardiff a vedere la partita dell’Italia, eppure lui, di Treviso, non da che TV gioca in Pro12 e quando lo invito non è tanto convinto di venire a Monigo (15 minuti da casa). C’è qualcosa che non va. Questo nella “promozione”.
            Sul piano sportivo, per me club forti fanno bene alla nazionale, e se fossero performanti (magari non vincere Pro12 e HC o quello che sarà, ma arrivare ai PO o passare un turno) sarebbe un volano incredibile e aiuterebbe i giocatori ad avere una certa mentalità.
            La Scozia è un buon esempio da questo punto di vista.
            Poi, che un collegamento tra club e nazionali sia auspicabile siamo d’accordo, che i club debbano giocare come la nazionale, mah, dove accade? In quale modello vincente accade? Semmai, come rimarca Stefo, si dà il contrario.

          • gsp 1 Aprile 2014, 16:40

            rabbi e stefo, ma noi siamo qui dopo due ore al punto di partenza. io non ho fatto ne’ volevo fare una analisi di sistema che abbiamo fatto tante volte.

            volevo solo dire che avere 100 e’ meglio che avere 50, che 60mila sono meglio di 40000, e che aver preso il treno 6n e’ stata la scelta giusta.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 17:08

            gsp scua ma ne io ne rabbi abbiamo mai detto che andare al 6N sia stato un errore, sono le politiche che sono susseguite tutte rivolte alla sola NAzionale fregandosene del resto del movimento quello che contestiamo…

        • Stefo 1 Aprile 2014, 14:10

          Benissimo Dagoberto allora andiamo oltre, andiamo all’idea gavazziana di andare nel pacifico prendere una 20na di giocatori pagarli per diventare Nazionali italiani ed amen…il compito della Federazione non e’ solo la NAzionale ma lo sviluppo di tutto il movimento, da 15 anni invece si lavora solo ed unicamente in virtu’ della Nazionale e’ questo quello che Rabbidaniel sta provando a dire.

          • Dagoberto 1 Aprile 2014, 14:57

            Il punto è che le risorse economiche sono quelle che sono, nonostante un bilancio federale tutt’altro che modesto, e ottimizzazioni a parte, sempre possibili anche per ridurre sperperi e spese strumentali per favorire l’amico dell’amico, rappresentano una coperta sempre troppo corta; per alimentare adeguatamente, anzi appena dignitosamente, l’alto livello in un contesto privo di efficaci finanziamente privati (arriAironi docet) si sacrifica inevitabilmente una parte dei denari da destinare alla base del movimento, base, peraltro, talmente estesa, checché se ne dica (andare a vedere i tesserati e gli adepti nei periodi ante 6N, altro che non è servito a nulla per lo sviluppo del movimento), da rendere ininfluente qualsiasi finanziamento a pioggia. Scelte più discrezionabili sarebbero difficilmente confortabili e fonte di critiche generalizzate. Il sistema rugbistico italiano non è minimamente paragonabile a quello degli altri paesi del 6N, figuriamoci a quello dei paesi dell’emisfero sud. Forse solo il sistema argentino potrebbe, in parte, essere preso a confronto sotto il profilo economico, pur con tutti i distinguo del caso, nonchè gli altri paesi posizionati oltre la 10° posizione del ranking mondiale. Poco ha senso, pertanto, ispirarsi a loro per valutare le scelte FIR. I principale club del rugby professionistico mondiale possono contare su sponsorship private sufficienti a garantire la coperturta di buona parte dei loro costi di gestione, cosa che in Italia non vale neanche per le 2 franchigie, non parliamo dell’Eccellenza che ruota ancora in un limbo di semi professionismo e in tale contesto i finanziamenti della Federazione alle 2 di PRO12 che contribuiscono alla loro soppravvivenza non sono accantonabili per destinarli, invece, alla formazione di base. Proprio e anche per questo che tali sforzi devono essere ulteriormente efficentati cercando di perpretare il massimo ritorno in termini di risultato, come un intelligente coordinamento tra club e nazionale potrebbe fornire, anche per non rendere tale sacrificio, perchè tale risulta essere per il resto del movimento che potrebbe, invece, usufruire di tali risorse finanziarie.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 15:09

            Non condivido una parola.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 15:11

            Allora facciamola semplice, facciamola come la federazione di rugby league, fottiamocene di tutto cio’ che non e’ la NAzionale nel movimento, spendiamo per portare passaportati e passaportabili come fanno quelli del League (parlo della federazione ufficialmente affiliata alla federazione internazionale), che quella e’ la via giusta, solo alto livello e fottersene del resto perche’ quello e’ il lavoro di una federazione…peccato che lo statuto dica qualcosa di completamente opposto.

    • Maxwell 1 Aprile 2014, 12:48

      CHAPEAU !!!

    • Stefo 1 Aprile 2014, 13:00

      Ho preso la difesa per via delle arole esplicite del presidente Gavazzi al riguardo.
      Io penso che la standardizzazione od omologazione tattica sia un’errore enorme, penso che la possibilita’ per i giocatori di venir testati con sistemi diversi dia la possibilita’ di meglio capire quale sistema di addice maggiormente ai giocatori disponibili. Aggiungo poi che visto che l’esodo verso l’estero e’ iniziato e continuera’ molti dei possibili effetti positivi che tu elenchi perdono completamente di significato perche’ andando all’estero certe cose non avverranno.
      Come gia’ detto sulla preparazione fisica si puo’ anzi deve collaborare cercando una soluzione che rispetti tute le esigenze pero’ non solo una (e qua io continuo a pensare che identificare tutto il lavoro in virtu’ della Nazionale e basta sia l’errore che si e’ fatto da 15 anni a questa parte ed i cui effetti non tutti positivi anzi sono sotto gli occhi di tutti e penso sia difficile dire che gli effetti siano piu’ positivi che negativi al riguardo quindi non vedo come ulteriormente rilanciare la NAzionale come unico obiettivo del momento possa fare bene al movimento).
      Resto dell’idea che comunque ci siano aree ed aspetti in cui il lavoro coordinato tra NAzionale e celtiche debba essere fatto e possa portare ad effetti positivi, non penso che nessuno riterrebbe folle che ne so se la Fir firmasse un Dominguez (o Wilko o ROG scegli tu chi ti piace di piu’) come kicking coach e dicesse che il lunedi’ e martedi’ lavorerebbe a PArma e mercoledi’ e giovedi a Treviso sugli skill dei giocatori (e non solo piazzati ma anche calcio tattico), cosi’ come se si tornasse ad avere un allenatore specifico per i breakdown in Nazionale che poi durante la settimana lavora due giorni con una squadra e due con l’altra, queste mi paiono idee di collaborazione e di buon senso, la standardizzazione no…le collaborazione come quelle da me elencate avvengono anche altrove la standardizzazione no e forse ci sara’ un perche’.

      • Dagoberto 1 Aprile 2014, 13:13

        In scozia mi risulta che la collaborazione tra nazionale e le 2 franchigie sia molto forte e il nostro Cutitta spesso supporta negli allenamenti le 2 mischie. Non possiamo, poi, dimenticare il sostegno economico rappresentato dalla nazionale al movimento italiano, situazione che non troviamo in nessun paese british, figuriamoci in Francia, dove i club possono contare su sponsor e finanziamenti che in Italia ci sogniamo. Come già detto, è un sacrificio che ci possiamo permettere. Se le due franchigie fossero autonome economicamente la base del movimento, grazie al lavoro della nazionale negli ultimi 10 anni, potrebbe contare su ben altri supporti economici, ma, come noto, le difficoltà a reperire fondi privati costringe la Federazione a sostenere le medesime leve (le 2 franchigie) che, a sua volta, alimentano la macchina rugbistica nazionale. Purtroppo, oggi come oggi, è un po’ il cane che si morde la coda, ma abbandonare il supporto al grande livello è un lusso che il movimento non si può attualmente permettere, purtroppo :-I.

        • Stefo 1 Aprile 2014, 14:00

          Apputno e; una collaborazione ma Glasgow ed Edinburgh non giocano lo stesso rugby ed entrambe non giocano lo stesso rugby della Nazionale prima sotto Robinson, ora sotto Johnson da giugno sotto Cotter…e’ quello che sto provando a dirti: ci sono collaborazioni di buon senso come sarebbe lavorare di concerto sulla preparazione atletica, dialogo sui minutaggi, utilizzare alcuni tencici per certe skills in comune come appounto potrebbe essere il kicking coach, l’allenatore dei breakdown e volendo anche lavorare isnieme sulla mischia davanti ai cambiamenti di regolamento…cosa ben diversa e’ impostare un intero game plan e tattica uguale per tutti in base alle idee di un CT…mi sembra abbaastanza chiara che ci sia una differenza tra le due cose, e’ la linea di demracazione tra nuon senso e invadenza.

          • Dagoberto 1 Aprile 2014, 15:03

            infatti si vedono i risultati della nazionale scozzese, sono sotto gli occhi di tutti e solo gli azzurri riescono ancora a lasciarci le penne nel 6N.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 15:08

            E si vedono anche i risultati del Glasgow se e’ per questo che intanto nelle ultime stagione e’ sempre arrivata in semifinale di Pro12 e vi e’ in corsa anche questa stagione essendo dietro di 1 punto solo rispetto ai quaerti NONOSTANTE debba recuperare due partite, cosi’ come due anni fa si son visti i risultati dell’Edinburgh semifinalista di HC…guardiamoli tutti i risultati caro Dagoberto non solo quelli che fanno comodo….volendo poi potrei dirti che la Scozia negli utlimi due anni l’Australia l’ha battuta ed in Australia…quindi starei ben zitto.

        • Hullalla 1 Aprile 2014, 14:36

          A parte che Glasgow e Edimburgo hanno molte giocate da mischia in comune, sono d’accordo con te.
          Il problema e’ che se le franchigie sono finanziate per due terzi dalla FIR (che usa alla fin fine soldi che vengono dal 6 Nazioni…) e’ ovvio e giousto che chieda in cambio qualcosa.
          Comunque son tutti discorsi campati in aria, visto che l’anno prossimo i titolari della nazionale (e probabilemnte anche la panchina) giocheranno tutti all’estero, qualunque cosa facciano le franchigie.
          Quando c’e’ da chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati non ci batte nessuno al mondo!!!

          • Stefo 1 Aprile 2014, 15:03

            Hullala ma le giocate di mischia ordinata non sono tutto, ti pare che il game plan generale sia offensivo che difensivo che le due squadre fanno sia lo stesso?Non lo e’ e neanche lontanamente…ed ancora meno e’ legato al CT della NAzionale che fino a 18 mesi fa era uno, ora e’ un altro e tra 2 mesi un altro ancora…nel frattempo a Glasgow Townsend e’ andato avanti per la sua strada con la sua idea di gioco come ad Edinurgh ha fatto prima Bradely ed ora Solomon ed entrambi hanno un proprio staff incluso allenatore degli avanti: Munro a Glasgow e Scott a Edinburgh che COLLABORANO con Cutitta. Collaborazione e’ una cosa ben diversa da quella che invece Gavazzi sembra voler fare.

          • Hullalla 1 Aprile 2014, 22:49

            Ma cos’hai mangiato ultimamente? Se non si e’ d’accordo 1000 per 1000 con te e’ un delitto?

            Ti ho detto che, a parte un particolare, sono d’accordo con te.
            Se ti va bene, bene, altrimenti e’ cosi’ lo stesso.

            Tra l’altro stiamo discutendo dell’aria fritta, come ho scritto nel mio intervento precedente.

        • speartacKle 1 Aprile 2014, 14:37

          ma che c’entra l’autonomia economica con il gioco omogeneo tra franchigie e Nazionale?
          Non è che se le due franchigie sono sostenute economicamente dalla federazione allora devono giocare con la stessa linea tecnica di Brunel…

          • Dagoberto 1 Aprile 2014, 15:35

            Stefo il punto non è considerare tutti i risultati, ma contestualizzare le situazioni. In Scozia, fortuna loro nonostante problemi economici finanziari ci siano anche li, non hanno bisogno della nazionale per alimentare finanziariamente il movimento. I campionati hanno loro autonomie in termini finanziari, i club vivacchiano dignitosamente anche grazie ad atteggiamenti protettivi proprosti dal sistema paese che in Italia ci sogniamo; la Royal Bank of Scotland sponsorizza un po’ tutti e tutto nello scottish sports, solo per fare un esempio, da noi, invece, le Zebre hanno dovuto aspettare la Banca Reale, per carità, niente di male, ma non è proprio la stessa cosa. Piaccia o meno, fino adesso il rugby in Italia è ruotato economicamente attorno alla nazionale e nessun elemento fa pensare che potesse funzionare anche un sistema diverso. Ai tempi del grande Milan rugbistico di Berlusconi, aditato da molti come un’epoca virtuosa del rugby nazionale, non è che le finali scudetto avessero questa decina di migliaia di spettatori sugli spalti, figuriamoci le partite di campionato durante l’anno. I 70.000 spettatori dell’Olimpico e gli 80.000 di San Siro sono numeri che hanno un altro peso, che ci piaccia o meno questo è il rugby nazionale e la base, al momento, non è questo pare essere questo forte piedistallo che tutti vorrebbero esaltare come ideale fondamenta della piramide!

          • Stefo 1 Aprile 2014, 16:17

            Dagoberto mi pare che parli senza avere minima idea di quello che e; il sistema e la situazione scozzese.
            In Scozia tutto cio’ che non e’ la Celtic e’ bene che vada semi pro, loro la scelta celtica (come gallesi ed irlandesi) l’hanno fatta perche’ neanche loro il professionismo vero da soli potevano farlo, mercato troppo piccolo e plafonato ed unendo le forze e dandosi strutture fortemente finanziate dalla federazione invece si…ti ricordo che le due Scozzesi sono rette economicamente dalla SRU e ti informo se tu non lo sapessi che i privati che tenevano su l’Edinburgh son stati fatti fuori dalla SRU poco dopo la emta’ degli anni 2000 quindi se proprio vogliamo aprlare di un sistema centrale sorretto dalla Federazione e’ quello scozzese…nonostante questo la SRU destina tra il 15 ed il 18% del suo budget ogni anno al grassroot/community rugby.
            Sui risultati Dagoberto scusa ma li hai tirati fuori tu per primo, onesta’ intellettuale e corretteza pero vogliono che se porti qualcosa come argomentazione la porti completa non cio’ che a te interessa e basta…se poi vuoi rigirare la frittata perche’ presi in completezza contestualizzandoli alla gestione scozzese della cosa smentiscono cio’ che hai provato a dire e’ un altro discorso.

          • Dagoberto 1 Aprile 2014, 16:47

            Stefo, sono andato a leggere nei loro siti web, nessuna ricerca particolare quindi, gli sponsor accreditati (e secondo me ne manca qualcuno):
            EDINBURGO RUGBY
            • Mitsubishi Motors in the UK
            • BT Sport
            • Macron
            • Caledonia Best
            • ESPC
            • Highland Spring
            • Optimum Nutrition
            • Spire Murrayfield Hospital
            • David Lloyd
            • G1 Group
            • Hotel Du Vin, Malmaison
            • Princes Street Suites

            GLASGOW WARRIORS
            • Macron
            • BT Sport
            • Caledonia Best
            • The Famous Grouse
            • Clyde Travel Management
            • CreditFix Ltd
            • Greenbelt
            • House of Fraser
            • The Malcolm Group
            • McCrea Financial Services
            • Mentholatum
            • QBE
            • Rowan Glen Products
            A questi sono da aggiungere i partners dai quali ottengono facilitazioni e sconti sulle prestazioni e, ovviamente, ii finanziamenti federali.
            Per curiosità, prova a visitare l’analoga pagina web delle Zebre e dimmi se ti sembra esserci un’analogia. Parlare per massimi principi piace a tutti, ma poi bisogna fare i conti con il dio denaro e, non si sa com’è, sembrano sempre troppo pochi.
            Un vecchio detto popolare diceva: “Coi soldi degli altri sono tutti signori”.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 17:00

            Dagoberto allora il principale sponsor e BT Sports, lo sai che il contratto che BT sports ha fatto per avere il suo nome e logo sulle amglie di Glasgow ed Edinburgh l’ha fatto centralmente con la SRU?Cosi’ come il contratto MAcron che prevede la sponsorizzazione come materiali della NAzionale e dei due club CL lo sai che e’ un contratto centrale SRU?
            Le due scoezzesi sono tenute in piedi dalla Federazione, la proprieta’ privata dell’Edinburgh e’ stata fatta fuori nel 2006 (o 2007 non ricordo con precisione), le due celtiche scozzesi sono due entita’ federali non c’e’ un Benetton o nenache un Melegari proprietario delle due squadre…questi sono i fatti.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 17:02

            Se poi Dagoberto vuoi anche negare il fatto che le due entiota’ scozzesi sono federali per supportare le tue argomentazioni amen, non perdo neanche tempo a discutere a quel punto

          • Dagoberto 1 Aprile 2014, 17:41

            Stefo, non mi sono spiegato bene, non volevo negare l’apporto federale alle 2 franchigie scozzesi, intendevo solo dire che possono fruire anche di altri finanziamenti privati che da un lato aumentano le rispettive capacità di spesa dei club, dall’altro lato permettono alla federazione un intervento minore, potendo riservare denari ad altri capitoli di spesa del bilancio SRU, attività di base comprese. Per le franchigie italiane, invece, il mancato intervento economico della FIR abbiamo visto quali situazioni critiche provocano, gli Aironi sono falliti, il Benetton ha ridotto i finanziamenti e le Zebre cercano ancora uno major sponsor . Insomma, ad oggi, purtroppo, il motore che alimenta il volano economico che finanzia la Federazione e, quindi, le potenzialità di finanziamento del movimento tutto, rappresentato dal rugby di alto livello (fino alla stagione passata ne facevano parte anche le 4 formazioni di eccellenza che partecipando alla CC fruendo di lauti finanziamenti ERC), si brucia una grossa fetta del medesimo tesoro, ma tanti denari rimangono e sono spesi per altre attività anche nella formazione di base.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 18:17

            Ah ok ho frainteso scusa.
            Vero quello che dici ma resta che il modello parte dalla federazione anche in Scozia (come in Irlanda) ma comuqnue non centralizza tutto…quello dove mi sembra ci stiamo perdendo e’ il discorso che secondo me tu non pensi che ci sia un limite tra il buon senso ed il centralismo esagerato e giustifichi la scelta con il discorso economico.
            Ora nessuno nega che in questi 4 anni la mancata collaborazione sia stata sbagliata, per primi i tecnici delle franchigie lo dicono quindi ovvio che tutte le parti sono interessate giustamente a collaborare, e di nuovo dico se la Fir per contenere i costi dicesse: bon kicking coach, allenatore dei breakdown, mental coach se vuoi o altri coach specifici per determinate skill ci sono ma sono centrali lavorano con e per Brunel ma se li volete due giorni alla settimane ve li mandiamo…partirei con una standing ovation per primo per Gavazzi se facesse una cosa del genere (a patto che siano nomi validi non i soliti volti noti che girano da anni).
            Se affianco a questo dicesse anche bon le due franchigie hanno il loro staff tecnico sulla base delle decisioni del loro CEO/Director of Rugby come avviene in Scozia e Irlanda ma si parlasse allo stesso tempo di collaborare su tecniche di allenamento, gestione dei giocatori, necessita’ di testare questo o quel ragazzo che so a 7 invece che a 6, di nuovo come avviene altrove non avrei nulla da ridire, anzi di nuovo parlerei di quel tipo di collaborazione che e’ mancata in questi anni.

            Standardizzare od omologare il gioco e’ per me invece un passo oltre il buon senso, centralizzare il sistema di gioco di tutto l’alto liverllo omologandolo alle idee di un CT la trovo una follia…cosa fai se dopo il Mondiale Brunel ti dice ciao ciao?Fai ripartire da zero in base ad un nuovo cT tutte e 3 le squadre?Come scegli il nuovo CT se non hai il confronto di come i giocatori performano con un altro sistema di gioco?Ti abboni vita natural durante a quel sistema perche’ cosi’ hai iniziato?Non reputi che un giocatore possa migliorarsi provando tattiche e metodi di gioco diversi Dagoberto?Che uno stesso cT magari vedendo che un sistema di gioco nel club e’ piu’ funzionale alle caratteristiche dei giocatori possa trarre qualche spunto?

            E Dagoberto la scusa dei finanziamenti non regge, le altre federazioni finanziano ma le franchigie hanno dei CEO, dei Director of Rugby, degli Allenatori scelti indipendentemente e per quanto possano raccogliere da sponsor privati il rapporto tra quanto la federazione mette e quanto loro portano di loro non e’ molto lontano da un 60-40 in favore della federazione nei migliori dei casi, perche’ parliamo anche di 70-30 o 80-20 in casi come il Connacht ma il Lam se lo sono scelti loro non la IRFU ed anzi il Connacht potrebbe essere l’esempio perfetto del fallimento di certe politiche visto che 3 anni fa dopo una review sulla sostenibilita’ e’ stato deciso che sarebbe stato liberato dall’essere una development squad a gestione IRFU, e’ stato dotato di CEO proprio e board indipendente pur restando ampiamente dipendente dai finanziamenti federali e la gestione piu’ libera sta dano dei risultati di squadra e sviluppo giocatori migliori che in passato.

          • Hullalla 1 Aprile 2014, 22:59

            Avete detto tutto: avendo frequentato, direi che non e’ la Scozia il modello giusto.
            La gestione delle franchige e’ superaccentrata e hanno fatto fuori i privati in un modo che fa sembrare la gestione di Melegari da parte della FIR un trattamento da signori. Buona parte degli sponsor delle franchigie sono sponsor “centrali” che sono stati “dirottati” alle franchigie.
            Lo sviluppo dei giovani e’ fatta in gran parte “in provetta” col metodo (*), piu’ una caccia all’oriundo e all’equiparato che fa paura.
            Il domestic e’ di livello parecchio basso (ho toccata con mano) e le due palanche che ci sono le spendono per paghicchiare degli stranieri di venticinquesima fascia.
            Questo ha fatto si che gli spettatori latitino (se non si arriva almeno a qualche quarto di finale, cosa che peraltro puo’ capitare.

            Il grandissimo vantaggio che hanno, pero’ e’ culturale e il fatto che nonostante tutto ci siano ancora delle rugby schools che sono una vera manna dal cielo.
            Questi ultimi fattori in Italia purtroppo proprio non esistono.

          • Stefo 1 Aprile 2014, 23:28

            @ hullala intanto sucsa per prima non volevo essere aggressivo.
            Hai detto tutto in questo post inclusa la parte piu’ importnate quella finale sulle rugby schools.
            L’altra cosa a mio avviso importante che sottolinei e’ la corsa all’oriundo diventata enormemente pesante negli ltimi 3-4 anni che chiaramente indica che il modello non sta funzionando tanto bene.

  18. anormAle 1 Aprile 2014, 13:31

    magari Gavazzi è un genio eh..ma secondo me movimento nazionale e movimento club non possono essere più slegati. Sacrificare uno dei due elementi per migliorare subito l’altro è una mossa che non ci si può più permettere (cito la prima analisi di @dagoberto ). Una soluzione interessante sarebbe applicare quello che l’ex allenatore di TV aveva più volte caldeggiato: maggiore confronto tra staff dei club e staff della nazionale nell’allenamento e nella crescita dei singoli giocatori.
    E’ vero che la nazionale muove la quasi totalità degli sponsor, ma se poi la Fir non spende quei soldi per migliorare il movimento di base, i club non arriveranno mai ad essere competitivi e finanziariamente autosufficienti..insomma un circolo vizioso mica da ridere.

    • Dagoberto 1 Aprile 2014, 15:15

      è così difficile da capire che 1.000.000 di euro diviso 1000 (club) fa la miserabile cifra di 1000 euro :-I. Se si volesse finanziare la base, indistintamente, come caldeggiato da molti in questo blog su quali finanziamenti potrebbero contare i club, 20.000, 50.000, faccciamo anche 100.000 euro all’anno per club?
      Bene, azzeriamo la PRO12 e la partecipazione al 6N, perchè questo sarebbe lo scotto da pagare compreso il più ampio buio mediatico conseguente, quindi già maggiore di quello attuale che tolto DMAX per un paio di mesi all’anno e la ruota della fortuna con cui tutti gli anni si assegnano i diritti tv per la messa in onda del PRO12, rimanda ai blog sul web la capacità counicativa, cosa ci farebbero i club con i 100.000 euro all’anno, assolderebbero un paio di tecnici in più, qualche muta e palloni nuovi, qualche trasferta pagata e l’erba del campo di calcio rifatta a fine stagione, punto. Servirebbe a far crescere il movimento?

      • anormAle 1 Aprile 2014, 15:49

        mm..quello che dici è vero,ma bisogna anche considerare che con l’attuale sistema (cioè privilegiare solo il vertice del vertice,ossia nazionale e poco altro, con i sistemi che abbiamo di fronte) siamo a questo punto.
        Ci sono modi e modi per migliorare il movimento..ed essendo in Italia sappiamo tutti che i finanziamenti a pioggia senza controlli producono solo storture.
        Io non sono contrario a priore a nessuna strada, ma se non si da un indirizzo politico forte di lungo respiro che coinvolga anche il movimento della base,il rugby in italia non avanzerà mai (è un discorso che in realtà vale per tutti i campi,qui nel Belpaese).
        Se dovessimo partire da zero (dio ce ne scampi) sarei un talebano della crescita dal basso,ma visto che la nazionale dà un capitale enorme in termini economici e di visibilità si deve assolutamente sfruttarlo meglio:
        Corsi obbligatori per allenatori, campionati giovanili a spese Fir, maggiore partecipazione con televisioni e radio..sono esempi stupidi, ma di strade ce ne sono tante e alcune più giuste delle altre..

        • Dagoberto 1 Aprile 2014, 16:21

          L’unica alternativa che vedo di buon occhio allo status quo, prendendo spunto da un’altra federazione che ritengo virtuosamente coraggiosa, è la televisione federale. Da quando la Ferazione Italiana Tennis se ne è data una la capacità mediatica di questo sport nel paese è aumentata in maniera esponenziale dopo il buio di anni di sola televisione a pagamento che aveva quasi fatto dimenticare le racchette agli italiani. Bisognerebbe fare un progetto economico, un businesplan per verificarne la sostenibilità. Ecco, se fossi Gavazzi prenderei in considerazione un’analisi su un simile progetto.

  19. Mr Ian 1 Aprile 2014, 13:39

    Questo è il vero pesce d Aprile..quasi quasi ci stavo credendo….

  20. giomarch 1 Aprile 2014, 13:49

    Questa ed altre tarle del presidentissimo sono a mio parere decisamente pericolose per il rugby italiano..
    Qualcuno ha visto il film “Inception”? C’e’ un volontario disposto ad inculcargli il seme di un idea? Tranquilli, l’idea sarebbe da condividere con il movimento(gia’ di per se una rivoluzione da qualche decennio a sta’ parte..)..
    Avendo gia’ commentato la notizia in un altro post allego quanto scritto in precedenza..

    giomarch scrive:
    28 marzo 2014 alle 04:09
    Attenzione però… stando nuove dichiarazioni rilasciate al corriere dei piccoli dal nostro presidentissimo, Tebaldi, sarà comunque riportato in patria.
    L’aitante ragazzotto sarà convertito a pilone sinistro grazie alle formule magiche contenute negli scritti di Ascione. .
    Questo per sopperire alla ormai certa partenza di De Marchi ed al concomitante infortunio di Rizzo, dato comunque ai Tigers.
    Nel caso il Tebaldi voglia comunque onorare il contratto che lo lega agli O- Spritz per un ulteriore anno è già bella e pronta la richiesta di estradizione…
    Questo in un ottica di centralizzazione delle risorse e per partecipare alle sofferenze delle zebre in prima linea. .non avendo i parmigiani piloni in rosa si decide di formarli dumblèe a Treviso. .
    In ottica di federalizzazione del gioco della nazionale come già anticipato verranno uniformati in franchigie e clubs metodologie di allenamento, preparazione fisica, taglio e colore dei capelli (per la stagione 2014/2015 è stato scelto il biondo di Gori) .
    Circa la nazionale vi sarà un immediato beneficio dovuto al fatto che ogni club o franchigia avrà stesso piano di gioco, stessi schemi e stessa birra in gradinata (quella del Monigo).
    Al prossimo sei nazioni gli avversari saranno colti di sorpresa dalla varietà e dalla imprevedibilità italica non avendo mai visto una nostra chiamata in touche o un nostro schema.
    Schemi e piani di gioco saranno come già detto comuni ad ogni realtà sportiva di alto livello. Non potendo formare però gli allenatori italiani per questione di tempo ed in virtù dell’autarchia da tutti condivisa, gli schemi saranno 2 e saranno scelti da Ascione ad inizio anno tra i “combo” di rugbymania.
    Professionalità e competenza dell’uscente staff trevigiano sono considerate una risorsa, ma avendo la federazione ereditato un importante numero di riconosciuti professionisti … ciccia…
    Munari potrà fare il commentatore a condizione che ogni italiano tolga l’audio al televisore. In alternativa se deve esprimere un opinione deve candidarsi a presidente federale. .
    Per ovviare alla mancanza di leadership e di una figura carismatica in stile pulzella d’Orleans il ruolo di Capitano degli azzurri verrà assunto ad interim dal presidentissimo.
    Nuove dichiarazioni sono attese comunque per domani ed in funzione dell’umidità percepita potrebbero smentire o meno queste voci di corridoio. ..

  21. giobart 1 Aprile 2014, 14:03

    Se lo stile di gioco deve essere uguale tra Nazionale e club che differenza fà se passa prima dal club o passa prima dalla Nazionale, sempre uguale è; piuttosto diciamo che è una cosa molto difficile perché ancora non si sà come gioca la Nazionale, e quindi che impostazione bisogna dare alle celtiche?
    Per il momento il gioco della Nazionale dipende esclusivamente dai giocatori in campo.

  22. boh 1 Aprile 2014, 14:42

    Non mi dilungo in commenti già ben espressi fin quì.
    Rispondo solo al quesito del titolo, che è più sbrigativo.
    DI PENSIERO UNICO SI TRATTA!!!! TUTTO IL RESTO VALE ZERO!!!!
    Tanto a LUI non frega una mazza delle altrui opinioni.

  23. poros 1 Aprile 2014, 14:48

    E’ noto che l’evoluzione biologica passa per la biodiversità, che sola riesce a creare le migliori opportunità di sopravvivenza, ovvero di adattamento, man mano che cambiano i fattori competitivi dei contesti ambientali.
    Anche le culture hanno una interazione e una “evoluzione” simile. Le specie che non si confrontano e non competono con la diversità hanno una riserva di risposte adattive minori, meno flessibili, meno tempestive e pertanto sono a forte pericolo di estinzione.

    Temo però che un approccio come questo sia fuori luogo, starato, rispetto al possibile interlocutore e destinatario del problema.
    Mi sono fatto un’idea semplice, sempice: si tratta di un caso di AUTARCHICO PROVINCIALISMO. Un caso di modesta preparazione culturale, di arretratezza della chiavi di lettura del mondo, di chiusura mentale.
    Il problema è come mandarlo a casa, non quello di perdere tempo a discutere di un problema inconsistente.

  24. andycri 1 Aprile 2014, 16:24

    ..cosa significa .. le franchigie dovranno giocare come la nazionale..che gli allenatori delle franchigie devono uniformarsi alle idee del Brunel di turno? Se è cosi facciamo allenare le franchigie direttamente da Brunel. Risolto il problema!!!!

  25. grenz 1 Aprile 2014, 17:20

    secondo me se domani gavazzi dicesse”ok,scusate abbiamo scherzato. i 4 mln ce li teniamo ma in cambio vi lasciamo tutta la libertà del mondo”
    dalle colonne del gazzettino si inizierebbe a scrivere che tutto sommato sì,forse, una via italiana potrebbe anche essere possibile…
    pecunia non olet

  26. San Isidro 1 Aprile 2014, 19:30

    Personalmente non sono d’accordo con l’idea di Gavazzi…trovo che sia una cosa assurda e limitante per le franchigie…

  27. San Isidro 1 Aprile 2014, 19:30

    E poi, la domanda cruciale è:
    perchè Gavazzi vuole questo?

    • gsp 1 Aprile 2014, 22:07

      la risposta e’ dentro di te. per’ e’ sbagliata.

      • Stefo 1 Aprile 2014, 22:21

        Ne risponderanno i tuoi denti di questa domanda a Gavazzi direttamente e palesemente…

      • San Isidro 1 Aprile 2014, 22:48

        come direbbe il buon Marzullo:
        “Si faccia una domanda e si dia una risposta…Crisantemi, ops gsp, cosa chiede a se stesso e cosa si risponde?”…
        “Ma la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?”
        “Ma è più bello fare domande o rispondere alle domande?”

        • gsp 1 Aprile 2014, 23:10

          La gente non sa più quando stiamo andando. La gente non sa più quando stiamo facendo. Ti chiedi dove chi? Perché quando? Ma la risposta non la devi cercare fuori. La risposta è dentro di te. E però, è sbagliata. Palesemente.

          • San Isidro 1 Aprile 2014, 23:27

            gsp, ricordati:
            se fosse cane bau
            se fosse gatto miao
            se fosse tardi ciao

  28. edopardo 1 Aprile 2014, 19:46

    Il problema in poche parole e… ma quanto tempo si sta perdendo in minchiate varie e ad Aprile ancora non c’è nulla di certo se non che le Zebre ci sono e sono sempre le solite…a tutt’ora non si sa che faranno le prime del campionato di eccellenza,non si sa come sarà questo Treviso di domani…Come saranno i campionati e lui pensa a far girare le franchigie come la nazionale,intanto come detto da alcuni qui le più federali Zebre non mi sembra che seguano un gioco in stile nazionale maggiore,e anche se fosse..complimenti bei risultati…in 2 anni alla fine abbiamo solo 2 ali che ne escono bene e un estremo/mediano ancora da testare bene..negli altri spot c’è il vuoto assoluto,sarebbe questo il serbatoio per la nazionale?Sarebbe questo il gioco della nazionale?ahh siamo messi proprio bene..

  29. malpensante 1 Aprile 2014, 23:50

    “…Ma di cosa stiamo parlando? Fumo, l’arrosto (blindare il patto di sindacato e spazzare via una possibile opposizione) l’ha portato a casa brillantemente. Fuffa, per farci chiacchierare sul nulla.”
    Amen.

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