RWC 2015: un’Italia senza “italiani” alla prossima Coppa del Mondo?

Alcune federazioni scelgono il protezionismo, molti gli azzurri dati in partenza verso l’estero. Una situazione che presenta pro e contro

COMMENTI DEI LETTORI
  1. crosby 25 Marzo 2014, 08:23

    I momenti migliori vissuti dalla nostra nazionale combaciano con le migliori prestazioni dei nostri emigranti.
    Ideale secondo me avere 15-20 italiani tra Top14 e Premiership più gli 80 circa nelle due squadre celtice.
    Avere 100 professionisti che giocano ad alto livello nei migliori 3 campionati europei non è male…
    Quanto all’uniformità del gioco, meglio che ce ne siano tanti non allineati alla linea tecnica Fir/Ascione…

    • Hullalla 25 Marzo 2014, 09:04

      Non sono d’accordo sulla tua affermazione che i momenti migliori vissuti dalla nostra nazionale combaciano con le migliori prestazioni dei nostri emigranti: devi sostenere questa tua tesi con dei dati oggettivi.

      • crosby 25 Marzo 2014, 09:36

        I 3 periodi top a cui mi riferisco sono:
        1997-1999: vittorie con Scozia, Irlanda (2, una a Dublino), Francia (Grenoble), Scozia (Treviso).
        Il “blocco emigrante” della nazionale era composto da Dominguez, Troncon, Martin, Massimo Cutitta, Giovannelli, Stoica.
        2006-2007: prima non sconfitta estera al 6n (pareggio in Galles), prima doppietta al 6n (Galles e Scozia 2007), prima vittoria in trasferta 6n (Scozia 2007), prima volta con 2 vittorie alla RWC (2007 Romania e Portogallo).
        Il “blocco emigrante” composto da Castrogiovanni, Lo Cicero, fratelli Bergamasco, Bortolami, Bortolussi, Pez, Parisse.
        2013: seconda doppietta al 6n con vittorie su Francia (seconda al 6n) e Irlanda (prima volta al 6n).
        Blocco emigranti composto da: Castrogiovanni, Parisse, Gonzalo Canale, Lo Cicero, Andrea Masi.

        • LiukMarc 25 Marzo 2014, 10:53

          Be considera che ora il Blocco sarebbe composto dai citati Castro, Parisse, Masi, Canale (anche se infortunato), con in più Allan, Furno e Tebaldi (che vabbè, ha giocato meno di Gori). Quindi un po’ di “expat” ci sono sempre, e dobbiamo ringraziare che alcuni (Castro ad esempio) era meno spremuto di altri anni. Certo, l’età avanza anche per loro (e il nostro problema è che Parisse e Bergamauro hanno esordito a 18 anni in nazionale, ma 18enni o 20enni cosi com’erano loro non ne vedo moltissimi adesso; poi mai dire mai…)

          • LiukMarc 25 Marzo 2014, 10:54

            (e ho lasciato fuori Benvenuti che a quanto pare ha poco credito in Nazionale).

        • Hullalla 25 Marzo 2014, 11:17

          Appunto: si parla di 4-8 giocatori su 23 convocati (come e’ stato fino a quest’anno), mentre qui si discute di far salire questo numero fino a 15, piu’ o meno… non e’ una piccola differenza.

          Tra l’altro la RWC 2007 che citi (quando il numero di giocatori all’estero era piu’ alto della media) e’ stata una grande disfatta per il rugby Italiano, a meno che tu non dimentichi che oltre alle vittorie con Romania e Portogallo ci sono state anche delle sconfitte durissime da digeriree che vorrei.dimenticare… ecco, mi hai fatto venire il magone…

          • crosby 25 Marzo 2014, 12:12

            4-8 su 23 convocati???
            Parliamo di 4-8 sui 15 titolari in campo…non banalizzare!
            Meta’ squadra era fatta da emigranti o comunque i leader di quelle squadre non giocavano in Italia.
            La RWC 2007 che tu chiami disfatta e’ stata l’unica nella quale ci si è giocato l’accesso ai quarti di finale.
            Remember il piazzato di Bortolussi uscito di mezzo metro sul 16-18 contro la Scozia.
            Se entrava, erano quarti di finale!
            Altro che disfatta…vd RWC 1999….

          • Hullalla 25 Marzo 2014, 15:43

            Aaaargh! lo sapevo che me lo avresti ricordato, quel piazzato!!! adesso mi viene un coccolone!!!!
            Quella era la coppa del Mondo dove abbiamo avuto il sorteggio piu’ fortunato della storia e abbiamo saputo comunque buttarla nel cesso….:-(

          • Hullalla 25 Marzo 2014, 15:45

            4-8 sui 15 in campo li abbiamo ADESSO!
            L’anno prossimo saranno praticamente TUTTI i titolari!

        • Machete 25 Marzo 2014, 11:59

          Crosby è un discorso che lascia il tempo che trova….tanto per restare a tempi recenti….il bel 6N 2013 dell’Italia credo sia dovuto non tanto alle prestazioni dei nostri emigranti….ma ad una condizione di forma eccellente generale soprattutto dei “celtici”……
          resto cmq dell’idea che più gente va a giocare in campionati performanti meglio è……anche se la fuoriuscita deve essere gestita dalle franchigie con programmazione e non può essere un liberi tutti

          • crosby 25 Marzo 2014, 12:35

            Più ne vanno all’estero meglio è.
            Ne avessimo 20 tra Inghilterra e Francia, ci sarebbero più occasioni per quelli 80 che restano in Italia.

  2. Katmandu 25 Marzo 2014, 08:57

    Beh alla fine é un mpdo come un altro per allargare la base su cui appoggia la nazionale, l’unico problema é che se firmano un contratto che impedisce loro di vestire la maglia azzurra… Ma di solito i UK non lo fanno vero?
    Comunque c’è da fare più di un distinguo
    -inghilterra: ha una base impressionante di tesserati e per cui ne hanno di opzioni, anche se uno come wilko fa sempre comodo (si lo so lui nom vuole…)
    -NZ tanti giocatori per cui non han problemi a fare ricambi
    -Argentina non han troppi giocatori ma il loro vero problema é che non si può far giocare i giocatori 365 giorni l’anno

    • Hullalla 25 Marzo 2014, 09:05

      In UK ci sono stati vari esempi di giocatori Italiani che hanno rinunciato alla nazionale.

      • Katmandu 25 Marzo 2014, 09:26

        appunto è quello se vanno all’estero per liberare un posto nella CL è un discorso, se ci vanno per chiudere con la nazionale è un altro (ero ironico e non si è capito) lo han fatto anche in quel di Newport…

  3. Hullalla 25 Marzo 2014, 09:09

    La cosa che piu’ mi fa perdere le staffe e’ che la grandissima parte delle risorse in Italia va al rugby di vertice e solo l’1% (peraltro malissimo gestito) va al rugby di base.
    Eppure queste notizie fanno pensare che il rugby di base (lasciato parecchio in balia di se stesso) dia dei risultati migliori del rugby di vertice. Forse proprio perche’ lasciato in balia di se stesso?

    Non ci vedo niente di male, come federeazione, ad avere tutti i giocatori di vertice che giocano all’estero (vedi Argentina), ma allora e’ il caso di riequilibrare il budget e spendere il 99% sul rugby di base e l’1% sul rugby di vertice, visto che tanto ci pensano i nostri colleghi europei…

    • Hullalla 25 Marzo 2014, 09:11

      Per quanto riguarda le prestazioni della nazionale, invece, abbiamo avuto per quattro anni la possibilita’ di gestire al meglio i giocatori per la nazionale e di avere collaborazioni tra franchigie e nazionale, ma non l’abbiamo sfruttata per niente (vedi intervista di Franco Smith). Se e’ questo quello che siamo stati capaci di fare in quattro anni, allora tanto vale…

    • exile 25 Marzo 2014, 09:24

      D’ accordissimo. Visti gli ultimi risultati in campo internazionale, bisogna rendersi conto che il ns. livello è quello della Georgia. Senza oriundi, naturalizzati, di formazione estera, equiparati etc etc, forse anche meno…
      Meglio prendere atto che si possono portare i giocatori fino ad un certo livello, dopo di che chi ha voglia, talento, volontà è meglio che vada a migliorarsi all’estero, in un regime di professionismo vero e non “vorrei ma non posso”.
      Meglio 20 giocatori che giocano ad un vero alto livello che 50/100 né carne né pesce, che poi devo mandare in campo con “i giocatori di sostegno”.
      Per quanto riguarda il rugby di base mi domanderei piuttosto come mai con l’exploit di praticanti da 15 anni a questa parte (mi sa che ne abbiamo ben di più dell’ Irlanda) i risultati sono più o meno sempre gli stessi e per far mettere in campo una “nazionale” si deve sempre pescare in Argentina/Sudafrica/Australia…….Nessuno lo chiede ad Ascione & Co ?
      Lo faceva l’Irlanda 20 anni fa quando li rifilavamo anche 30 punti a casa loro, adesso non penso si sogni più di farlo, lo fa invece la Scozia, che difatti è disastrata come noi.
      Ma anche qui non conviene raccontarsi balle: è vero che è un “home union”, ma è anche vero che pesca da un bacino di 3/mil di abitanti……
      Ormai noi di alibi ne abbiamo sempre meno…..

      • Stefo 25 Marzo 2014, 09:45

        @ exile sui praticanti riguardati i numeri, l’Italia e’ ben lontana dai numeri di praticanti dell’Irlanda

        • exile 25 Marzo 2014, 10:08

          http://www.irb.com/mm/Document/AboutIRB/IRBOrganisation/02/07/03/26/irb-dev-glob-map.pdf

          Di questi numeri mi fido poco: Lussemburgo ed Andorra sommati hanno quasi gli stessi praticanti della Georgia…..e Malta avrebbe 19.000 “giocatori” ed il Galles 66.000 (meno di noi….)
          Poi bisogna sempre sapere se si parla di “tesserati” o “praticanti”, le sorprese sarebbero molte……

          • Stefo 25 Marzo 2014, 10:23

            Exile il numero di tedsserati in Irlanda e’ nettamente superiore a quello dell’Italia, puoi decidere di fidarti o meno dei numeri ma pensare che l’Italia oggi abbia piu’ tesserati o anche praticanti dell’Irlanda e’ illudersi di qualcosa non corrispondente alla realta’.
            Se poi vogliamo aprlare di numeri i numeri italiani sono estremamente discutibili visto che la Fir ne riporta un giorno un numero, il Coni che riceve i numeri dalla Fir ne riporta un altro e la IRB che li riceve sempre dalla Fir un altro ancora.
            I tesserati comunque sono il numero su cui dovresti maggiormente fare affidamento ed i dati ufficiali parlano di 100mila tesserati di differenza, puoi anche limarli se vuoi ma parliamo di 100mila non 1000.
            Sui praticanti poi non so quanto meglio ti andrebbe visto che sicuramente sports come touch o tag rugby che ricadrebbero dentro tale computo aumenterebbero ancora di piu’ la forbice.
            In Italia il rugby oggi come oggi e’ e resta uno sport di nicchia con una pratica molto piccola, in Irlanda il rugby e’ uno dei top 3 sports (GAA, calcio, rugby) e questi sono i fatti.

      • Hullalla 25 Marzo 2014, 11:21

        Ehm… in Scozia sono circa cinque milioni…:-)

  4. malpensante 25 Marzo 2014, 09:16

    Nell’articolo secondo me è saltato un paragrafo, posto la sintesi:
    La FIR per far rientrare e tenere i nazionali ha deciso di entrare in Celtic, spendendo fino ad ora circa un po’ meno di 30 milioni in 4 anni. Il risultato è che se ne sono andati molti di più di quanti se ne fossero mai andati: un progetto fallito. La FIR ora ha deciso di spenderne almeno altri 40 in 4 anni. Progetto, obiettivi? Nessuno, così sarà difficile dire che li ha buttati via (in realtà li ha messi e li metterà nelle tasche giuste, come sempre). Amen

    • neurone bruciato 25 Marzo 2014, 10:53

      ne aggiungo un altro.
      E’ il prezzo politico x ridimensionare Treviso e avere il controllo di tutta la filiera, costi quel che costi?
      … a pensare male…

  5. lucabiavati 25 Marzo 2014, 09:17

    Sarebbe uno schiaffone sul faccino di ogni giocatore giovane che nei suoi sogni spera di poter giocare in Nazionale. Sarebbe arrendersi all’evidenza che mancano tecnici e squadre in grado di allevare gestire e tenere tecnici e giocatori di qualità nelle squadre italiane. Formare una Nazionale vincente. ma “aliena” è quantomai dannoso. Ci si illude di avere un qualche valore e invece non è così. Mi sembra un imbroglio nei confronti di quelli che restano nei piccoli o grandi club e che non accederanno mai alla nazionale, nei confronti del pubblico , che una volta appassionato cercherà di capire di più e si renderà conto di quanto poco siamo competitivi con altri.
    Fare le cose in modo serio.
    Dire e dirci che non possiamo stare nel 6 Nazioni perché non lo meritiamo più, capire che ci mancano allenatori , preparatori , organizzazioni, campi, strutture, centri di studio, insomma cultura al rugby.
    Cominciare a dire che la FIR dovrebbe spendere i soldi per inserire il rugby nelle scuole dalle elementari in poi, dovrebbe spendere per mandare allenatori a prepararsi in un paese che ha il rugby nel loro DNA. Un controllo capillare della FIR sull’operato delle squadre negli ambiti ammessi , insegnamento , gestione giocatori , tecnici, sviluppo. Magari passerebbero ancora molti anni per vincere qualcisa , ma poi sarebbe sicuramente una nostra vittoria.Una vittoria di tutti gli Italiani
    Se avete vissuto la Coppa del mondo di calcio del 1982 sapete cosa intendo per nostra. Scusate non ho memoria sportiva più emozionante di quella al momento , e il calcio credetemi, davvero non mi piace.
    Ciao

    • luis 25 Marzo 2014, 10:22

      E’ il solito discorso di sempre @lucabiavati ( che condivido appieno): in fir mancano conoscenza, competenza e soprattutto programmazione.

      • HumptyDumpty 25 Marzo 2014, 11:53

        Scusatemi, ma se Gavazzi e presidente della FIR e’ perche’ ha vinto alle elezioni. Voglio dire, e’ stato votato anche dai piccoli club … se la sono cercata la rogna!!! Qui si parla di programmazione, ma quando senti parlare di squadre celtiche con solo allenatori italiani ti cadono le braccia, ma dove si vuole andare!!!!!!!! Fanno bene i giovani ad andare all’estero, e’ l’unico modo per imparare ed essere competitivi ad alto livello.

        • lucabiavati 25 Marzo 2014, 13:27

          Gentile HumptyDumpty, Il problema sta proprio nella convinzione che dici anche tu , OGGI andare all’estero è l’unico modo per imparare ed essere competitivi ad alto livello. Chiediamo a Gavazzi di riflettere e cominciare a programmare… Poi nessuno è obbligato a restare in Italia , ma permettimi se i giocatori validi e o promettenti se ne devono andare via per migliorare mi dici a cosa serve la FIR? Ad arricchire di capacità e qualità le federazioni e le squadre estere?

          • HumptyDumpty 25 Marzo 2014, 14:17

            Bella domanda Luca Baviati. La FIR per come e’ composta a mio avviso non serve proprio a niente, se non per dare lavoro a persone che non sono meritevoli del ruolo a loro dato. Io davanti a tutti metto il giocatore che va in campo e che ci mette la faccia, il tempo, la fatica, i sacrifici e a volte la salute. Penso alla frustrazione dei giovani della Nazionale che non hanno allenatori per elevarli a livelli degni del 6 nazioni. Penso alla farsa che c’e’ dietro al carrozzone della Nazionale, tanti magna magna, e quando ti chiedi se tra i tecnici ci siano kicking coach o mental coach, scopri che i ragazzi sono lasciati a loro stessi (questo vale anche per i club di celtic). Allora ben venga la possibilita’ per i meritevoli di andare all’estero e come dici tu di andare ad arricchire le squadre estere, per poi ritornare e arricchire a loro volta la nostra nazionale. Ovvio che questo non e’ giusto, ma a mali estremi, estremi rimedi.

          • HumptyDumpty 25 Marzo 2014, 14:19

            Ops, scusa Luca, ho sbagliato il cognome: Biavati! Sorryyyyy 🙂

  6. AleGialloNero 25 Marzo 2014, 10:08

    E’ un processo non tamponabile e dovuto al professionismo. Normale che i migliori atleti italiani siano di buon livello, normale che siano appetibili dai top team europei, normale che là imparino di più, normale che li paghino di più, normale che possano ambire a traguardi individuali e di gruppo più prestigiosi, normale che le nostre due franchigie non possano fare miracoli per tenerseli e quindi è assolutissimamente normale che questi ragazzi vogliano espatriare di corsa… Alzi la mano chi non lo farebbe. A quel punto, pretendere una sinergia di gioco tra la Nazionale e due franchigie che non possiederebbero più giocatori azzurri sarebbe un’utopia. Però non vedo grossi problemi nell’aver eventualmente sparsi per l’Europa i nostri atleti. Noi non potremo mai essere un’Irlanda col “blocco Leinster”…

    • Hullalla 25 Marzo 2014, 11:24

      Ultimamente abbiamo avuto il “blocco Treviso”, pero’.

      • AleGialloNero 25 Marzo 2014, 12:04

        Hai ragione. Ma io parlavo al “futuro”, e cioè alla prospettiva di non avere più azzurri nelle nostre franchigie, per allinearmi a quella dell’articolo. Ciò che ci aspetta è l’impossibilità oggettiva di non aver più “blocchi”. E forse non è un problema così negativo…

        • Hullalla 25 Marzo 2014, 15:49

          L’anno scorso e’ andata molto bene, quest’anno molto male…

  7. dogriccio 25 Marzo 2014, 10:12

    io non penso sia neanche giusto dare un aut aut a gente che ha tirato la carretta finora.
    tipo vai da Castro (o Parisse o Canale) e gli dici: da domani se non torni in italia non giochi più con la nazionale!
    ma è corretto come comportamento?
    sono sempre stato contrario le varie forme di proibizionismo, poi per quanto riguarda l’italrugby non sarebbe che un altro palliativo: il problema italiano IMHO non sono i giocatori che vanno all’estero ma la scarsità di allenatori giovanili e senior di alto livello.

  8. kinky 25 Marzo 2014, 10:17

    Io mi sento molto esterofilo e, nella situazione di oggi, secondo me avere 20 giocatori della nazionale all’estero con due franchigie che giocheranno la Celtic non fa altro che aumentare il livello della nazionale preparando più giocatori “azzurrabili”. Porto un esempio di un giocatore che a me piace, Muccignat: andando via Rizzo e De Marchi sicuramente Muccignat giocherà molto ma molto di più, questo gli permetterà di migliorarsi, di avere più autostima (serve anche quella) e sicuramente di mettersi in mostra ed essere eventualmente provato magari anche da Brunel e non sarei sorpreso se dopo due mesi di Muccignat titolare nel Benetton si alzasse il coro dei bloggari a suo favore. Poi è anche abbastanza ovvio che gli stranieri che prenderemo nelle due franchigie dovranno portare molta qualità (meglio uno/due in meno ma gli altri devono essere di alta qualità). Pensare che dall’anno prossimo Rizzo, De Marchi, Ghiraldini, Cittadini, Vosawai, Barbieri, Zanni etc…saranno in campionati esteri e sapere che quindi si libereranno posti per altri ragazzi 12/15 giovani che non potranno altro che crescere nel campionato celtico (certo per i prossimi due anni sarà durissima) mi fa capire che la nazionale ne potrà solo che giovare. Poi un giorno (chissà quando, forse mai) quando avremo un bacino da cui pescare grande come la Francia o Inghilterra con tecnici preparati veramente (qui do ragione a Francesco Strano) allora potremo iniziare a fare altri discorsi. Fino ad allora ben vengano i giocatori che vadano all’estero….che poi saranno ad 1 massimo 2 ore di aereo, certo non fanno i voli degli argentini!!!!

    • luis 25 Marzo 2014, 10:27

      @kinky vedi che Muccignat e ben più di un uon prospetto, se non avesse avuto un problemino ricorrente che ne ha rallentato l’impiego . . .

      • kinky 25 Marzo 2014, 11:00

        Luis era il primo che mi è venuto in mente, ma se vuoi allora ti cito Pratichetti…vedrai che se Sgarbi, Loamanu e Campagnaro vanno all’estero Pratichetti giocherà molto di più migliorandosi sensibilmente e portando concorrenza in nazionale. Se vuoi ti posso anche citare, liberandosi un sacco di posti, Steyn e Sweanepol già dall’anno prossimo quando giocheranno parecchio nelle franchigie conteremo i giorni a quando potranno essere eleggibili etc….

        • luis 25 Marzo 2014, 11:42

          kinky volevo solo dire che lo stesso FSmith teneva in considerazione il Mucci, solo che lo ha potuto poco utilizzare per il motivo i cui sopra. Concordo con te che altri giocatori troveranno più spazio grazie alla dipartita verso i clubs esteri di diversi altleti Benetton, è nella logica delle cose.

        • HumptyDumpty 25 Marzo 2014, 12:00

          Scusa Kinky se ti faccio questa domanda: ma Steyn e’ il giovane bokke che ha giocato la coppa del mondo junior 2012? Pensavo che in Sud Africa se giochi U20 non sei elegibile per altre nazioni. Spero tanto di sbagliarmi.

          • kinky 25 Marzo 2014, 12:49

            Sembrerebbe proprio invece che possa essere eleggibile e soprattutto che abbia scelto l’Italia!!!

          • HumptyDumpty 25 Marzo 2014, 12:53

            BENE!!!!! 🙂

          • Stefo 25 Marzo 2014, 13:04

            Veramente anche a me risulterebbe che il Sud Africa ha indicato la sua U20 come “next senior fifteen-a-side National Representative Team” cosa che renderebbe Steyn ineleggibile.

          • kinky 25 Marzo 2014, 17:50

            Si ma da quando ha messo questa regola quest’anno oppure molti anni fa?!?

          • HumptyDumpty 25 Marzo 2014, 18:52

            Sono sicura che nel 2013 l’U20 del Sud Africa era considerata come seconda squadra, infatti so di un giocatore che non ha voluto parteciparvi in quanto ha il doppio passaporto (Sud Africa e UK) ed ha voluto tenere aperta l’opzione UK. 2012 non so …

          • kinky 25 Marzo 2014, 19:37

            ok, ma Steyn ha giocato 3 anni fa per l’U20 sudafricana potrebbe essere fuori dalla nuova “regola”

          • Stefo 25 Marzo 2014, 22:09

            kinky la regola sull’eleggibiita’ e’ la stessa da anni e dipende da che squadra la union sudafricana ha indicato come “next senior fifteen-a-side National Representative Team”…ed a me pare che abbiano la U20 da parecchio tempo non avendo una squadra tipo Saxons.

        • HumptyDumpty 25 Marzo 2014, 21:51

          Kinky, ho fatto una piccola ricerca e sembra che Steyn non sia eleggibile per Italia in quanto ha vestito la maglia dei baby Springbok nel 2012. Notizia trovata su un giornale.
          http://com.itsol.it/risorse/allegati/29-GDB_2013_09_28_P46.pdf
          Peccato 🙁

    • Stefo 25 Marzo 2014, 10:30

      Ciao kinky sono tendenzialmente d’accordissimo col tuo discorso anche se resto dell’idea che il ragionamento “esportazione” nel momento che si e’ scelto di continuare la strada celtica debba essere fatto in base ad un’analisi ruolo per ruolo, caso per caso in base a cio’ che c’e’ o non c’e’ a livello giovanile, ma cio’ presupporrebbe una programmazione pluriennale coordinata con tanto di succession plan fatto da franchigie e federazione con attivita’ e coordinamento di almeno due accademie in seno alle franchigie.

      • kinky 25 Marzo 2014, 10:55

        d’accordissimo: infatti prima dovrebbero vedere chi va via (tanto più o meno lo sanno già chi parte) su questa base vedere cosa c’è di veramente interessante nell’Eccellenza e come fare degli interscambi tra Zebre e Benetton e poi di conseguenza andare a vedere come coprire i “buchi” riempiendoli con stranieri di qualità vera!!! Mi vien da pensare per esempio le Zebre hanno a tallonatore D’apice, Manici e Giazzon e il Benetton ad oggi (Ghiraldini parte, sicuro) Sbaraglini, Ceccato (te lo raccomando), e Maistri. Bene Manici potrebbe passare al Benetton ed assieme a Maistri cercare di crescere con Sbaraglini terza scelta, di là ci sono appunto D’Apice, Giazzon e si vanno a prendere uno dall’Eccellenza o portare addirittura dall’Accademia Silva. A piloni invece è inevitabile che il Benetton debba prendere almeno un mastino straniero!!!

        • Hullalla 25 Marzo 2014, 16:01

          Ma un mastino straniero verra’ in una squadra simile e con un budget simile?

          • kinky 25 Marzo 2014, 17:51

            Coi schei sua man, si!!!! traduzione: con i soldi in mano, si!!!

          • Hullalla 25 Marzo 2014, 23:46

            El problema xe che non ghe xe i schei!
            Se no, no serviva farghe el regaeo aea federassion…. e i partiva in tre invesse de ventisinque!

    • Hullalla 25 Marzo 2014, 15:57

      1) Abbi pazienza, ma fare due franchigie di “giovani promettenti” che perdono tutte le partite non e’ un bel modo di farli crescere, a meno che non si voglia far crescere una generazione di giocatori abituati a perdere…
      2) Con questo tipo di squadre non puoi attirare sponsor, per cui hai budget bassi, per cui non ti puoi permettere (olttre agli Italiani di prima fascia) nemmeno gli stranieri di prima/seconda fascia. In questo modo il tuo auspicio di prendere degli stranieri di valore diventa impossibile.
      Hai visto di che stranieri si parla per l’anno prossimo? Buoni (ma non eccezionali…) per l’Eccellenza…
      3) Se i nostri cari partner Celtici si accorgono che mandiamo regolarmente in campo squadre materasso (gia’ oggi siamo ultimi e penultimi…) confidando nel fatto che non ci sono retrocessioni, che non ci sono (per forza) spettatori, che non ci sono (per forza) contratti televisivi, che non ci sono (per forza) sponsor… secondo te quanti secondi ci mettono a cacciarci fuori o a chiederci di nuovo il pizzo?
      Chi crediamo di prendere in giro?

      • Stefo 25 Marzo 2014, 16:03

        No huillala non hai capito il discorso che si fa, il punto del caso per caso ruolo per ruolo e’ proprio quello di cercare di mantenere un minimo di competitivita’ ed equilibrio, e’ un discorso che ho fatto in passato per cui se dietro ad un top ho x giocatori di buon livello posso anche a malincuore far partire il top (se partisse solo Zanni in terza non sarebbe un dramma calcolando quello che c’e’ nel ruolo a Treviso…se partono invece Zanni, Favaro, Barbieri, Vosawai invece si diventa un problema).
        Si chiama fare programmazione e darsi un succession plan nei ruoli facendo uno sforzo economico laddove non hai dietro giovani che spingono (se non hai piloni destri giovani di valore che potrebbero trarre giovamento dal giocare allora offri quanto basta per tenere il Cittadini di turno avendo magari sacrificato lo Zanni perche’ in quel ruolo giovani che spingevano per aver spazio ne avevi).

        • Hullalla 25 Marzo 2014, 23:50

          Tutto bello, ma a quanto pare sta’ partendo in blocco tutta la prima linea…. quella non la si puo’ inventare a marzo e se anche ci fossero giocatori di livello e esperienza disponibili, non c’e’ il budget per portarli a Treviso (e poi in ogni caso servira’ tempo per amalgamarli…)
          Se questo e’ l’oculato succession plan!

  9. Silverfern 25 Marzo 2014, 10:47

    Secondo il mio modestissimo parere, non c’è nemmeno da domandarselo: per avere giocatori migliori molto meglio che vadano coi migliori.
    L’alternativa sarebbe fare un programma pluriennale PARTENDO DALLA BASE
    ovvero proselitismo nelle scuole e tecnici bravi e preparati.
    Ma in Italia se non vinci ora e subito,anzi prima, sei un looser tutta la vita.
    Nel basket, il poter giocare nella NBA è visto come una consacrazione, chi ne torna è sicuramente un giocatore migliore che può migliorare tutto il movimento.
    Ribadisco: mia modestissima opinione.

  10. megu65 25 Marzo 2014, 11:33

    I commenti sopra sono tutti parimenti interessanti e ricchi di spunti. Lasciatemi fare un paio di considerazioni personali:
    – Il mio lavoro l’ho imparato in Italia (qui ho studiato e fatto pratica), ma l’ho perfezionato all’estero, quando sono tornato ero migliorato, non sono io che lo dico ovviamente! Ora riparto perchè all’estero il mio lavoro è meglio retribuito.
    – Mio figlio (8 anni), gioca a rugby e pure a volley, nella remotissima ipotesi che diventasse una professionista, in uno di questi sport, perchè dovrebbe restare a giocare in Italia se avesse l’opportunità di giocare in un campionato migliore, con una retribuzione più alta? Ho parlato non a caso di due sport dove se sei bravo giochi comunque e ovunque, se sei scarso il contrario.
    Chiudo con una piccola nota tipicamente “italiota”: gli unici spogliatoi in condizioni decenti che ho visto finora sono stati quelli della ProRecco; a scuola di sport non se ne fa (ma nemmeno se ne parla, figurarsi se si fanno degli accenni a sport come il rugby o il volley dove ci vogliono istruttori preparati), c’è qualcuno che riesce a spiegare come il CONI (e non solo la FIR), programmano lo sport di base giovanile?
    Per inciso noi ci trasferiamo in un paese francofono, dove presso la scuola Francese c’è la squadra di rugby, cercherò di iscrivere li i miei figli :)!

    • Hullalla 25 Marzo 2014, 16:08

      Anch’io vivo e lavoro all’estero.
      Sono migliorato (come professionista) soprattutto perche’ all’estero mi hanno messo a disposizione mezzi, organizzazioni e strutture che in Italia non si sognavano nemmeno di mettermi a disposizione.
      Oltre a questo, ho trovato migliori contratti e condizioni.
      Bene, e’ il professionismo e i professionisti vanno dove ci sono le condizioni migliori. Bisogna pero’ sottolineare che il valore aggiunto che creo va ad arricchire un altro paese e non l’Italia che mi ha “formato”, che invece preferisce suumere stranieri “a basso costo”.
      Chi mi ha sostituito in Italia (che tra parentesi NON e’ Italiano) continua a NON avere i mezzi e le strutture per fare un salto di qualita’ (ma sicuramente costa meno di me).

      Io pero’ non gioco nella nazionale degli ingegneri…

  11. Emy 25 Marzo 2014, 11:36

    Già a partire dal titolo emerge tutta la contraddizione dell’italico ovale: abbiamo una nazionale da anni infarcita di gente che con l’Italia non c’entra niente e poi si sta a fare i nazionalisti se i giocatori vanno a giocare oltralpe? Suvvia.
    L’Italia non può minimamente permettersi alcun tipo di politica protezionistica, che io peraltro trovo poco intelligente in generale, salvo che per le squadre dell’altro emisfero, dove più che di protezionismo si tratta di questioni di calendari e stagioni e di logistica. Quella dell’Argentina, che non è la NZ, è una bella scommessa: vedremo se sarà vinta oppure no.
    Il professionismo vuole anche dire che i giocatori vadano a giocare dove lo ritengono più conveniente, sia economicamente che per quanto riguarda prestigio del club e del campionato, crescita personale a livello tecnico, esperienza di vita, etc etc.
    Personalmente non credo che ci sia una contrapposizione sviluppo organico vs giocatori che vanno fuori: in un sistema ben fatto, che è seguito bene dalla base, ha buoni numeri e soprattutto qualità, l’andare a giocare all’estero oppure il rimanere a fare il professionista “in casa” sono scelte entrambe valide che i giocatori possono prendere.
    L’unico vero protezionismo che l’Italia dovrebbe attuare sarebbe smetterla con l’orrore degli equiparati.

    • parega 25 Marzo 2014, 22:49

      putroppo erano state create le squadre di celtic per far tornare i giocatori qualita’ dall’estero e nonfare uscire i forti per farli giocare assieme come fanno le union dove il rugby e’ serio
      si e’ persa questa strada e si va’ avanti alla giornata
      programmazione zero
      stiamo andando in vacca con questa gente emy…tutti questi discorsi non serviranno a niente
      ogni cosa sulla quale mettono mano va’ male guarda le zebre
      percio’ stiamo parlando di cose che non avranno valore quando saremo di livello molto piu’ basso che ora
      anche perche’ all’estero gli stranieri vengono spremuti per bene
      stammi bene e buon lavoro

  12. fracassosandona 25 Marzo 2014, 12:33

    Zanni e Ghira sono diventati top players mondiali (con tanto di convocazione nei Barbarians) senza mai muoversi dall’Italia… è evidente che qualche buon tecnico l’avranno incontrato anche loro!
    non siamo degli incapaci a priori: occorre da un lato materiale umano e dall’altro la voglia di lavorare…
    De Marchi ce lo siamo fatto scappare ma secondo me è tra i migliori piloni sinistri al mondo (in ogni caso ha 28 anni e credo che quello che sa fare l’abbia imparato qui)…
    Sarto? vedremo che gli dice la testa… io credevo moltissimo in Benvenuti, che invece si è un po’ perso…

    la prendo larga?
    il problema caratteriale dei giovani contemporanei si riflette anche nel mondo del lavoro (li vedete gli apprendisti, stagisti, praticanti, tirocinanti nei vostri posti di lavoro? avevate o non avevate un po’ più attitudine al sacrificio, voi, alla loro età?)
    Persino nel calcio (con i numeri di praticanti che abbiamo in questo paese) si fa fatica a trovare giovani determinati…
    sembra mancare la voglia di “riscatto- ascesa sociale” che ha sempre animato i giovani nell’affacciarsi al mondo del lavoro o a quello dello sport: e non voglio dare loro la croce addosso, la realtà è che in un paese come il nostro il sacrificio non paga più ed è difficile convincere qualcuno del contrario… allora diventa tutto un accontentarsi del minimo indispensabile, che potrà essere sufficiente per sopravvivere ma non certamente per emergere a livello mondiale…
    nel mondo anglosassone (e in tutto quello condizionato da quella cultura) esiste il concetto di “fare la differenza”, che è pressoché intraducibile in italiano…
    c’è anche un rovescio della medaglia (tendenza alla violenza, all’alcolismo, a condotte autodistruttive in genere) che da noi invece è più raro riscontrare…
    (l’ho presa troppo larga, vero?)…

    quello che volevo dire è che tra numeri, tradizione ed indole italica contemporanea, sarà sempre più difficile distillare una cinquantina di giocatori di altissimo livello per un movimento come il nostro…

    • neurone bruciato 25 Marzo 2014, 15:20

      per quel poco che vale, BELLISSIMO POST!
      per fortuna i giovani non sono tutti così ma tanti sì purtroppo.
      stasera farò un discorsetto ai miei.

  13. gsp 25 Marzo 2014, 13:19

    dal punto di vista storico c’e’ poco da aggiungere, e’ come dice @mal.

    sono cambiate le priorita’ rispetto a Dondi, o lui aveva gia’ cambiato idea. male per lui, ma non e’ detto sia una cosa negativa. anzi.

    il progetto non e’ del tutto fallito pero’ per me funziona per molti versi, penso ad orquera. ma costa davvero tanto. si puo’ limare ma il pro non si puo’ fare con molto meno. quindi il dibattito tornerebbe a se vogliamo il pro o meno.

    Per me che vadano all’estero va bene. 2 squadre sono troppo poche per una nazionale sostenibile, anche se magari ancora non ci sono i giocatori per quelle. ma vanno fatte bene le squadre celtiche italiane, perche’ siano solide e competitive. ovvero se DeM va via, Rizzo non si muove.

    curioso di vedere come funzionera’ l’esperimento argentina. onestamente, con una sola squadra, mi lascia un po’ interdetto.

    • malpensante 25 Marzo 2014, 15:16

      gsp, quel che vedo io sono: 1) più soldi di prima, 2) nessuna correzione se non in peggio, 3) nessun progetto. Un progetto è “investo X, faccio così, voglio ottenere Y”. Con Dondi era chiaro, condivisibile o meno, e abbiamo fallito. Adesso qualcuno ci ha spiegato perché, come e dove si vuole arrivare? Visto che oltretutto degli obbiettivi precedenti evidentemente non gliene frega più niente a nessuno, dobbiamo spendere (per 4 anni) un’ulteriore e maggiore barca di soldi perché in testa c’hanno solo i soldi e l’aria fritta?

    • gsp 25 Marzo 2014, 17:52

      Mal, non devo dirtelo io. tutti quello tu dici, e che ogni organizzazione seria dovrebbe avere, manca. non c’e’ molto da aggiungere.

      pero’ ci sono dei vantaggi e dei miglioramenti, che anche cosi, ed a prezzi esosi, per il solo fatto di fare un campionato di alto livello e professionistico, ci sono.

      Pero’ mal, analisi o meno, il problema rimane il solito. il professionismo, anche fatto al meglio delle capacita’ neozelandesi, tanto costa. forse un po’ meno, ma sempre un bel pacco di soldi. quello sarebbe il dibattito da fare, e le cose di cui parl dovrebbero esserne parte integrante.

  14. M. 25 Marzo 2014, 13:20

    Questo segnala il fallimento di una delle ragioni di fare la Celtic: far rientrare gli italiani.

    • Hullalla 25 Marzo 2014, 16:15

      piu’ passa il tempo piu’ ci si dimentica di ripeterla…

      • parega 25 Marzo 2014, 22:45

        ce la ricordiamo in tanti non ti preoccupare….in tanti

  15. Danthegun 25 Marzo 2014, 14:57

    I giocatori migliori devono giocare con e contro i migliori. Questa deve essere una regola assoluta!
    Quindi i nostri italiani devono poter giocare all’estero e, dico di più, la federazione dovrebbe incentivare l’esodo soratutto dei giocatori “in età” da mondiale e far rientrare se mai i più anziani. Mi spiego meglio: a mio avviso la federazione dovrebbe programmare ogni 4 anni una prospettiva sui singoli giocatori provando a identificare quelli che ragionevolmente non saranno più parte della nazionale richiamandoli in patria e incentivando magari un giovane promettente ad uscire dai confini nazionali.
    Il problema è che oltre alle squadre celtiche il campionato di eccellenza non è competitivo e non genera giocatori spesso pronti per un salto in CL o in altri campionati. Si deve pensare ad una formula per rendere il campionato più competitivo (eccellenza a 8?, inserimento di franchige straniere).
    Se il problema è far giocare maggiormente la nazionale perchè non pensare ad eventi estranei ai test match uffciali dove comunque far giocare insieme i giocatori: Barbarians, Lions, New Zeland Maori, Isole del Pacifico, potrebbero essere un esempio di squadre non valide per i test match ma comunqe occasioni competitive per giocare. Altra ipotesi potrebbe essere quella di organizzare partite contro clubs eureopei o dell’emisfero sud.
    Se Italiani diventano “stranieri” ci sono anche stranieri che possono diventare “italiani” e anche in questo caso servirebbe una programmazione o ancora meglio una vera e propria agenzia federale che aiuti i clubs a ingaggiare i giocatori stranieri che ragionevolemte possano essere risorse in un futuro per la nazionale (italo qualcosa, under 25 promettenti ma fuori dal giro delle rispettive nazionali, ecc.).
    Condivido ovviamente che il maggior investimento debba però essere nel rugby di base e nella preparazioni delle giovanili e degli allenatori.

    • Hullalla 25 Marzo 2014, 16:26

      I piu’ anziani quando ritornano vengono massacrati dai simpatici tifosi (bolliti, ecc…).
      Ha fatto benissimo Carlos Nieto a finire ai Saracens: si e’ risparmiato certe cose.

  16. Giovanni 25 Marzo 2014, 15:53

    La realtà è questa e, francamente, non ne farei manco una tragedia. Cerchiamo di vedere gli aspetti positivi: ci saranno 10-15 top-players che per uno o più anni avranno la possibilità settimanale di confrontarsi col meglio del pianeta (Top14, Premier, HC, CC). Che, essendo immersi in rose competitive, sentiranno il “pepe al culo” di chi è pronto a soffiar loro il posto da titolare (ed in alcuni casi partiranno dalla panchina), cosa che in Italia non sono abituati a dover gestire. Vedremo 15-20 elementi nuovi salire dall’Eccellenza alla Celtica: all’inizio per alcuni ci sarà il contraccolpo, l’adattamento e quant’altro, ma è quello il modo di crescere, di fare quel benedetto passo avanti che permetta poi di avere maggiori scelte in chiave Nazionale e preparare alcuni a prendere il posto dei veterani di oggi.
    Poi, è vero che le principali Nazioni del mondo rugbystico cercano di tenere i propri gioielli in casa per abituarli a giocare assieme con evidenti vantaggi, ma teniamo conto anche di una situazione come quella verificatasi quest’anno a Treviso (ma che un domani potrebbe capitare anche a Parma): un traumatico ed improvviso fine-ciclo che vede pesanti ripercussioni su tutta la squadra, il gioco ed i risultati che ne risentono negativamente, gli effetti nefasti sulla Nazionale. Avendo un certo numero di giocatori sparpagliati su più squadre, una situazione del genere sarebbe scongiurata.

    • Hullalla 25 Marzo 2014, 16:28

      Il rovescio della medaglia e’ che ci ritroveremo giocatori abituati a giocare col meglio del pianeta ogni settimana, e stanchi.

  17. Alberto Cracovia 26 Marzo 2014, 00:26

    Mah secondo me il fatto che tanti giocatori Azzurri vadano all’estero è un bene perchè lasciano spazio ad altri giocatori di prospetto di poter giocare a ritmi molto alti e a un’intensità molto elevata come nel Pro12 e creando così un circolo virtuoso di concorrenza per i ruoli in Azzurro. E poi scusate i giocatori sono professionisti e ovviamente vanno dove gli offrono più soldi,anche perchè una volta finita la carriera del rugbista ci devono campare con quei soldi + moglie ed eventuali figli. Questo è anche il loro lavoro…

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