Un inno bellissimo e dal testo piuttosto “forte”. Domenica a Parigi gli azzurri dovranno affrontare anche questo
Singing the Six Nations: un po’ di sangue sull’ovale con la Marsigliese
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Beh, sono i nostri cuginetti.
piccolo inciso, “mugir” si traduce con “mugghiare”… ruggire sarebbe stato troppo lusinghiero per i “feroci soldati” della tirannia, paragonati a bovini inferociti, non certo a leoni!
…e comunque, “il tema musicale originale è opera del compositore vercellese Giovanni Battista Viotti, che lo scrisse nel 1781 con il titolo di Tema e variazioni in do maggiore. Viotti, che era musicista alla corte reale francese, scappò dalla Francia in rivolta ai primi del 1792, senza portare con sé lo spartito”. Da http://it.wikipedia.org/wiki/La_Marsigliese
Un italiano c’e’ sempre…
che storia…non la conoscevo…
manco l’inno è loro!
ridateci la gioconda (cit.)
😀
Ricordati del tuo amico pardies
Ragazzi, nella storia ed in tutti i fatti storici, gira che ti rigira c’e’ sempre un italiano. Ad ogni longitudine o latitudine, prima o poi l’italiano spunta fuori. Puo’ essere il barista che ti serve il caffe’ in Alaska, o il tassista che ti porta in giro a New York, oppure il professore universitario che ti insegna storia dell’arte, filosofia o altro all’Universita’ di Copenhagen…oppure il pilone che ti appioppa un pomeriggio difficile allo Stade de France… 🙂
Sono italianissimo, ma lo canto, tutto a squarciagola, con grande trasporto ed emozione, per questo scrivo questo post, ogni volta che vedo una partita della Francia in TV; per la Francia, per il nostro Continente, per il Mondo, quell’ Inno, nato per celebrare la difesa di quella Rivoluzione, ci ricorda i principi fondanti della democrazia: LIBERTE’, EGALITE’, FRATERNITE’; altri combatterono prima dei francesi la tirannia, gli Inglesi durante la Gloriosa Rivoluzione, gli americani 15/20 prima, ma in quell’ Inno c’ è un pezzo importantissimo della storia d’ Europa, e quindi c’ è un poco di tutti noi. E il nostro ci assomiglia molto ed è bello uguale. Sono certo, chiedo scusa, di cantarlo bene e con discreta pronuncia, ma il proprietario del pub, ogni volta e per scherzo, mi indica la porta, tra gli sghignazzi dei presenti e la solidarietà dei francesi presenti. Quindi si fa così anche domenica, e perciò FORZA ITALIA, FORZA AZZURRI, AVANTI IL 15 D’ ITALIA.
Io invece cambio canale fino dal momento in cui inizia fino a che non è finito, come ogni volta che vado in UK, se sono accanto al finestrino, abbasso lo scurino dell’ oblò sulle alpi e lo rialzo sulla Manica e viceversa al ritorno!!!
ahahah…hroth, visto che stiamo in tema latino, ma la stessa reazione ce l’hai pure per gli argentini?
Che sarebbe l’umanità, senza i cuginetti d’oltralpe!
Una cosa..migliore?!?
Se dobbiamo indicare gli inni sacri, la Marsigliese è il simbolo di Democrazia popolare, che ha portato alla democrazia politica (forse9 che regna ora nei Paesi civilizzati.
Nell’ambito del 6 nazioni mi prudono solo le mani ad ascoltare il XV della rosa, mentre sfoggia l’inno del Regno Unito anziché quello inglese. Sintomo di spavalderia nei confronti di Scoti, Gallesi ed Irlandesi.
Certo che, una volta tolta la marcia militare, l’inno scozzese rappresenta in modo struggente e realistico quel magnifico Paese che è la Scozia, dove onore, tradizione e identità culturale sono rimaste intatte. Proud Edward’s Army ancora lo ricorda. L’inno gallese rimane forse l’apoteosi di quel che è un inno nazionale. La gente piange mentre lo canta, la gente lo ama, ama il gaelico e mai lo farà morire questo idioma. E’ una cosa stupenda. Ricordo a Treviso il vecchietto celtico che lo cantava accanto a me, mentre le lacrime scendevano lungo la barba. Avevo i brividi. E dopo Fratelli d’Italia mi strinse in un fraterno abbraccio. IL RUGBY. Si narra di una terra verde abitata da impavidi guerrieri e romantici poeti. Casa dolce casa in Galles…. Diverso l’inno Irlandese (EIRE), un inno politico e giusto, un inno che non ha impedito negli anni di far giocare i silenti atleti di Ulster. Una maglia, una nazione. Irlanda, che si fotta la religione, la politica e la Regina. Irlanda è una isola, verde e selvaggia, con un forte rimasuglio di identità celtica, anche nell’Ulster. L’inno creato ad hoc per il rugby fa muovere la bocca alla gente di Ulster, ma non sarà ancora il vero inno irlandese per molto tempo. Gli inglesi? contenti loro di salvare la Regina…
@zazzaira, qualche precisazione God Save the Queen è..l’ inno inglese (tra l’ altro è il più vecchio inno del mondo)!! L’ arroganza casomai è che lo abbiano imposto come inno per tutto lo UK, in quanto a Flower of Scotland è soltanto UNO degli inni scozzesi, al pari di Scotland the Brave e Scots Wha Hae che sono molto più vecchi, e viene usato soltanto perchè è anti inglese ma come dico spesso ai miei parenti ed amici lassù oltre il vallo l’ onore, la tradizione e l’ identità culturale li devono dimostrare con il referendum sull’ indipendenza di quest’ anno altrimenti rimarranno soltanto vacue parole con cui riempirsi la bocca e quell’ inno soltanto una trovata..folcloristica!! Riguardo ad Ireland Call il mio vecchio amico Nick di Belfast (uno di quelli che erano in odore di IRA, con tutto ciò che ne è conseguito) suole dire “quella è una f….g song, perchè esiste soltanto una grande Irlanda e con un unico inno, A Soldier’ s Song!!”!!
mi permetto di aggiungere che in Galles si parla in welsh e non in gaelico.
che poi il mio amico Jeremy di Cardiff si incazza come una bestia…
Bravo andrease, chiamato anche brittonico.
Non erse.
Grazie Sir! 🙂
Gli inni degli avvversari li canto sempre tutti (tranne quello gallese, non sono mai riuscito a imparare la pronuncia giusta delle parole, al loro posto faccio lalalala con la bocca e dico solo “gwlad”), la prossima partita del nostro 15 da l’ occasione, ora, di parlare della Marsigliese ma basta leggere il mio nick e s capisce dove batte il mio cuore:
Alba gu bràth.
Slàinte @jock, whe’re ye fae?
Slà[email protected], slàinte mhath la prossima volta, per te, sabato, al pub against TOE; not a scot, unfortuntely, but from Venice, ma un pò scottish si, scusa la presunzione. Grandissimi, vecchi amici un pò oltre i 60 tutti, ex rugbysti, più forti di me, conosciuti qui e poi visti in giro per i campi del 6N, Roma, Parigi, Edinburgo compresi. Siamo legatissimi, due di Alyth, Blairgowrie, dopo la partita di Roma vengono a trovarmi tre giorni qui, altri, più numerosi, di Montrose, dove vado, almeno da sette anni, due volte l’ anno. Parto da VE, cambio ad Amsterdam e arrivo ad Aberdeen (granite city, gordon highlanders’ museum, ecc.); parto sempre con rotolo porta kilt, crail jacket, vest, hoses (nere e bianche), flashes, sporran, no sgian dubh, tie, belt and buckle. Una notte al pub a Montrose, alle due di notte, quando con Mallett le prendemmo a Murray, tentarono, vecchi ubriaconi, di fondare un clan Mc….+ il mio cognome; siccome suonava male, il giorno dopo (non aspettavo altro fin da piccolo), andammo tutti al negozio “highland scene” e mi comprai il mio Campbell Of Argyll (Ne obliviscaris, motto). In occasioni speciali lo indosso anche qui a VE, come quella volta, nel 2010 o 2011, che girammo tutti in kilt per la città, quando vennero a vedersi, al pub sotto casa mia, un Scozia Italia. Sulla mia auto, window cling con croce di Sant’ Andrea sul lunotto, altre cinque spare parts, nel comodino qui vicino a me, nel caso la prima si staccasse. Due anni fa, invitato al matrimonio del figlio maggiore del mio migliore amico Tom, grazie alla immeritata considerazione (quel “pazzo” di italiano che gira in kilt per la città, dicono di me al TESCO di Montrose), sono stato festeggiatissimo da un Fraser di Glagow, Un seconda linea imponente. persone meravigliose, tutte.
Driech weather, there?
Chiedo scusa, aggiungo che il mio dran, ovviamente, porta l’ emblema del cinghiale e il motto del mio clan e i bicchieri da whisky per gli altri, sono stati comprati e portano la scritta “parlamaith nà alba”, perdona eventuali errori.
volevo chiederti se sai dove si possa imparare a suonare la GHB qui dalle nostre parti perché la scuola più vicina che ho trovato è a Bologna e mi viene un po’ scomoda…
Questa persona, signori, evidentemente, è un altro grande: si fracassa, l’ unica è a bologna, gestita da un tipo di li, regolarmente patentato e ben qualificato in Scozia ed è l’ unica di tutto il Paese riconosciuta da non so quale organismo scozzese, per quanto ne so. Mi risulta anche che ci vuole un sacco di tempo e lezioni per imparare bene, e poi allenamento continuo, aggiungici che, una volta ho visitato una nota fabbrica di cornamuse (non ricordo dove, ma non dovrebbe essere difficile recuperarla in rete) e ho visto come te la fanno e cosa costano, e ti renderai conto che, secondo mio parere, almeno, o vai a BO o non vale la pena. fammi sapere se hai bisogno di altro aiuto.
fracasso io conosco bene un artigiano, che è anche un famoso piper ma di uiellan pipe, che fabbrica uiellan pipes ma penso anche HBP, onestamente non so quanto chieda ma ha ragione jock costano da un migliaio di pounds in su, ti puoi sempre accontentare di una di quelle “Made In Pakistan” che vendono nei negozi di souvenir, sono stonate ma attaccate al muro di casa ti posso assicurare che fanno la loro figura!! Io mi diletto con il bodhran, è più semplice da imparare e con un centinaio di euro ci sono artigiani irlandesi che te lo spediscono a casa anche perchè Mccormick a glasgow ha chiuso il negozio!!
Era dram
Ti ho letto e riletto più volte, mi hai aperto la mente. L’estate scorsa ho lavorato come junior activity leader alla Heriot – Watt University e ho girellato per Lothian, Borders, Clyde e Fife. Avrei voluto andare più su e in generale in tutti i posti possibili, ma il lavoro era intenso e avevo pochissime ore libere. Ecco, leggendoti mi sono sentito come se avessi viaggiato. Grazie.
il mio problema non è l’acquisto di uno strumento da appendere in taverna (che peraltro non ho)…
so suonare vari strumenti e mi affascina il suono delle cornamuse, più di tutte quella scozzese…
so che si dovrebbe cominciare dal suonare il chanter (la trombetta) a parte ma qui finiscono le mie competenze e, per queste cose, occorre un minimo di maestro…
fracasso l’ avevo capito, era una battuta per dire che tra il costo dello strumento, la mancanza di insegnanti e la difficolta dell’ imparare è più conveniente lasciar perdere, facciamo così, siccome il chanter io ce l’ ho (al pari della cornamusa “pakistana attaccata alla parete!!), vieni giù ed impari a suonare, quando poi sei pronto io ti accompagno con il bodhran e mettiamo su il duo FracassoHroth, sono sicuro che il nome sarebbe azzeccato perchè di sicuro faremmo un gran…fracasso!! 😉 🙂
Scusa jock se ti rispondo adesso ma oggi ero a lavoro ed ero troppo impegnato per risponderti, io sono scozzese in parte, nel senso che ci ho passato gran parte della fanciullezza, tutta l’ adolescenza ed un po’ della giovinezza, ma sono nato e da molti anni sono ritornato in Toscana più precisamente (come tutti i “vecchi” utenti del blog ben sanno ormai da molto) a Barga, che in Scozia quasi tutti conoscono perchè c’ è stata una massiccia immigrazione nel corso di un secolo emezzo; ormai, purtroppo, su vado soltanto per visitare parenti, amici,..pubs e a vedere le condizioni della casa.
Ho dei parenti e degli amici ad Aberdeen ma lì non vado mai anche perchè a parte le..pecore c’è..niente altro!!
Adesso salirò a Glasgow a metà luglio per un matrimonio e quindi dovrò tirare fuori dall’ armadio kilt (rigorosamente Royal Stewart tartan!!), Bonnie Prince Charlie Jacket, e tutto il resto, il kilt lo indosso giusto per qualche matrimonio (se qualche parente o amico o figlio di amici viene a celebrarlo qui) per la Robert Burns Night e se la Scozia vince la Calcutta Cup, per andare all’ oseria che frequentano gli esponenti della colonia sassenach locale!! In quanto al Fraser di Glasgow aiuterebbe sapere il cognome per vedere se lo conosco.
Insomma, una figata. Immagino siano bei posti. Purtroppo non ci sono mai stato, ma prima o poi in Scozia ci vado. Anzi, mi piacerebbe visitare tutte e tre le terre celtiche. Magari, con la scusa della trasferta per vedere la partita…
Sergio ti consiglio il viaggio in treno sulla West Coast Line da Glasgow a Mallig, è considerato il secondo viaggio in treno più bello del mondo, io l’ ho fatto parecchi anni or sono, con l’ open return ticket, è un po’ costoso ma ti posso assicurare che ne vale la pena e quando arrivi a Mallig prendi il traghetto oppure un bus e vai a Skye Island.
Grazie. Prendo nota, e lo proporro’ ai miei compagni abituali di 6n, con i quali da lungo tempo stiamo progettando “fughe” per i prossimi tornei….
@koine: figurati, grazie a te, ma ti assicuro che è un Paese e della gente che ti entra dritta nel cuore con struggente dolcezza.
@hro @sergiomartin: in effetti, rispetto alla costa est dove vado io, l’ ovest è incommensurabilmente più bello, da visitare anche isole partendo da Glasgow e andando verso Fort William, poi su su anche fino a Thurso e John O’ Groats e scendere giù e vedersi Inverness dall’ altra parte, girando verso est sud est.
Ho perfino un jack russel, preso a Stupinigi (TO) ma che viene (un caso), da un allevamento di Brora. Il cognome di quel Fraser, apologize, proprio non ricordo.
Beh, quando sento la marsigliese ho i brividi…bellissimo il video in cui Nyanga piange, magari era solo l’emozione del momento, ma ti trasmette molto…
Dei canti francesi mi piacciono molto quelli baschi e sentirli ti fa venire la pelle d’oca…quando gioca la Francia a Roma di solito fuori dallo stadio ci sono gruppi baschi che intonano canti delle loro terre…mi permetto di postare la classica Pena Bayona, tutta da vivere, soprattutto nell’anteprima del derby con il Biarritz in quel di Bayonne…
http://www.youtube.com/watch?v=IZQ5_5OLOMg&feature=player_detailpage
In tema basco, bellissima anche Anoeta Hegoak…
Bellissimi, non li si conoscevo, grazie San.
Ti avvicini sempre più all’ Assoluto.
ahah, e lo so, sono uno schellinghiano…