Filippo Frati e il suo nuovo Rovigo danno il via all’Eccellenza

I rossoblu sono la squadra più attesa del torneo che scatta questo fine settimana. OnRugby ha intervistato il coach

ph. Tommaso Moretto

Questa mattina a Milano, alla presenza del presidente federale Alfredo Gavazzi, ci sarà la tradizionale cerimonia d’apertura dell’Eccellenza. Presenti tutti gli allenatori e tutti i capitani delle undici squadre partecipanti. Noi però abbiamo già incontrato quello che guida la compagine più attesa dopo una campagna acquisti di altissimo livello. E che ha alle sue spalle una città innamorata di rugby. Una chiacchierata in cui Filippo Frati parla del torneo che sta per scattare, di giovani da tenere d’occhio, di coppe europeee che potrebbero non esserci più e di coppe europee a cui Rovigo ha detto no…

 

Avete gli occhi di tutti addosso, sei arrivato in una città che vive il rugby come forse nessun altra: quale delle due pressioni senti di più?
Direi di partire dal presupposto che allenare il Rovigo è prima di tutto un grande privilegio, mi ritengo quindi una persona molto fortunata. So benissimo di avere una grande squadra, che ha alle spalle una socetà gloriosa e bene organizzata e un’intera città che vive per questo sport. Diciamo che quello che tu chiami pressione io lo chiamo stimolo e per uno che ha scelto di fare questo mestiere essere stimolato a fare sempre del tuo meglio è fondamentale.
Tutti parlano di Rovigo e della campagna acquisti estiva dimenticandosi che altre squadre si sono mosse altrettanto bene, spendendo quanto noi se non di più. Il club, con il presidente Zambelli in primis, scegliendo me e Andrea, ha scelto anche di portare avanti un progetto ben preciso e ci ha messo nelle condizioni di lavorare con le persone che noi reputavamo adatte per realizzarlo. Per questo abbiamo scelto di portare a Rovigo il nostro preparatore Tommaso Boldrini, che avremmo voluto affiancare a Giorgio Da Lozzo, che però ha scelto di andare a Mogliano, e tanti giocatori che da un po’ di anni  stanno lavorando con noi.
Abbiamo allestito una rosa competitiva di 34 giocatori, tenendo sempre presente i tre obiettivi che ci siamo dati per la campagna acquisiti: primo, risparmiare e ci siamo riusciti, perché la squadra di quest’anno costa meno di quella della passata stagione; secondo, trattenere tutti i giocatori cresciuti nel nostro vivaio, cosa fatta con le eccezioni di Bacchetti che ha scelto di andare alle Fiamme Oro e Reato che ha deciso di smettere; terzo, avere almeno due giocatori “titolari” per ogni ruolo, e anche qui mi sento di dire che l’obiettivo è stato raggiunto.

 

Mazzariol, allenatore del Mogliano campione d’Italia, in una intervista a OnRugby ha detto che i favoriti alla vittoria finale sono Rovigo, Viadana e Calvisano. Sei d’accordo?
Non completamente. Intanto non le metterei in questo ordine: direi Calvisano davanti a tutte, sulla carta ha un roster mostruoso, e dietro a ruota Rovigo, Viadana e Mogliano a pari livello.
Cocco si è probabilmente dimenticato di aggiungere il suo Mogliano: è la squadra campione in carica, si è rinforzata ulteriormente rispetto all’anno scorso con alcuni tra i migliori giovani in circolazione e Matt Cornwell, uno dei migliori stranieri mai approdati in Italia negli ultimi 10 anni. Non vedo perché non metterla tra le favorite al titolo.

 

Quale può essere l’underdog, la sorpresa?
Penso che sarà un campionato molto avvincente: oltre alle quattro squadre appena citate, per i primi posti lotteranno anche Fiamme Oro, Lazio, Prato e Padova, la vera sorpresa potrebbe essere proprio Prato che piano piano ha allestito un organico di buona qualità. Ammiro molto poi il progetto che sta portando avanti la Capitolina, il loro director of rugby Daniele Pacini è una delle persone più competenti in circolazione e il lavoro che ha impostato fin dalle formazioni del minirugby sta portando a risultati straordinari.

 

Coppe europee: sui giornali si è parlato di un invito che avete ricevutodalla FIR per prendere parte alla Challenge Cup al posto della squadra spagnola che si è ritirata: confermi la notizia? E se sì quali i motivi del vostro “no”?
Confermo la notizia ma non posso parlare dei motivi del nostro no. E’ comunque dispiaciuto parecchio a tutti, a cominciare dal nostro presidente, rifiutare una simile occasione.

 

Coppe europee due: le nuove competizioni che vanno profilandosi rischiano di escludere del tutto le squadre dell’Eccellenza, per il movimento è un danno o il gap era tale da avervi liberato da un peso?
Sai benissimo come la penso. Ho sempre vissuto le coppe, con i Crociati prima e con i Cavalieri poi, come un momento di crescita per tutto il club, tecnici, giocatori e dirigenza, e qui sono d’accordo al 100% con quello che dice Cocco: per arrivare a giocare ad un certo livello serve l’abitudine a confrontarsi con realtà più forti e più organizzate di te. A volte ci scappano i 60 punti, ma fanno parte del processo di crescita e l’esempio che Cocco fa con la Benetton calza a pennello.

 

Rovigo ha condotto una campagna acquisti sontuosa e Mirco Bergamasco è la ciliegina sulla torta: come si sta comportando un giocatore come lui abituato a ben altri palcoscenici? L’impressione è che si sia buttato in questa avventura con grande umiltà e voglia
Dico da sempre ai miei ragazzi che meglio sei come persona e meglio sei come giocatore di rugby. Mirco non fa che confermare questo detto: è una persona estremamente umile, educata e disponibile, i traguardi che ha raggiunto in carriera sono il risultato di una dedizione assoluta, quasi maniacale a quello che è il suo lavoro e la stessa dedizione la sta mettendo qui a Rovigo.
I campioni veri sono questi, il solo talento non basta altrimenti sarebbero capaci tutti. Abbiamo tanti giovani in squadra e il suo esempio insieme a quello di altri campioni come Basson, Mahoney e Montauriol, è di grande aiuto alla loro crescita.

 

Il nome di un giovane su cui puntare forte
Direi che in assoluto Michele Campagnaro del Treviso può diventare tra i più forti in Europa nel suo ruolo. L’ho visto allenarsi in pre-season: è molto fisico, coordinato ed ha una facilità di esecuzione straordinaria in tutto quello che fa.
Siccome però alleno in Eccellenza ti rubo un pò di spazio per parlare dei tanti giovani interessanti che a mio parere sono in giro in questo campionato. Qui a Rovigo dico Edoardo Ruffolo, Bibi Quaglio, Andrea De Marchi, Francesco Menon, Simone Ragusi, Guido Calabrese e Matteo Ferro, poi Marcello Violi e Visentin del Calvisano; Bisegni e Colabianchi della Lazio, Zucconi del Prato, Farolini e i due Scalvi del Reggio, Bigi e Apperley del Viadana, Ferrari e Padovani del Mogliano, Bellini e Menniti del Padova, Rorato del San Donà. E i veneti hanno preso un fenomeno all’apertura, il kiwi Dion Taumata.

 

Cosa prometti ai tuoi nuovi tifosi?
Niente promesse, io alle parole preferisco di gran lunga i fatti. Vorrei arrivare a fine stagione senza nessun rimpianto e con la consapevolezza di avere sempre fatto il massimo, i risultati sono la diretta conseguenza di tante cose e alla fine il lavoro paga sempre.

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