Una lunga intervista a Midi Olympique dove il ct azzurro parla di molte cose, da Benvenuti al tour di giugno…
Jacques Brunel mette la barra azzurra al centro del rugby europeo
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Ok l’Italia è un bacino interessante ma: 1) è un paese economicamente in difficoltà, non mi sembra un mercato in espansione; 2) il rugby è sempre lì che attende di esplodere ma, nazionale a parte, il seguito mi pare dubbio, si veda un po’ che succede a Parma con le Zebre, e Parma non è certo un territorio poco rugbistico; 3) i nostri risultati in HC sono modesti.
l’equilibrio di quest’uomo è fantastico, non una parola fuori posto, non una scusa, non un sasso nello stagno, tutto detto con pacatezza dando un colpo al cerchio ed uno alla botte (magari più forte da una parte e delicato dall’altra); mi piacerebbe capire dove arriva la “politica” e dove iniziano le sue idee; mi trovo d’accordo su molte cose dei punti riferitici da paolo, ma mi rimane sempre qualcosa che mi suona sbagliato, boh?
che ti suona sbagliato?
su tutti i suoi discorsi, per quanto mi trovi d’accordo, mi rimane sempre la vaga impressione che non abbia detto proprio tutto, come dicevo prima, non capisco mai dove arrivi la sua convinzione su quello che dice e dove cominci la parte “politica” del discorso, prendiamo, ad es, il fatto dell’italia come scenario di sviluppo, sono sulle sue stesse idee e sono anche d’accordo che i paesi anglosassoni più la francia siano alla quasi saturazione del loro mercato, mentre l’italia ha grossissimi margini di crescita ed è indubbiamente un paese che può creare dei vantaggi a qualsiasi sport, ma è possibile che non si renda conto dei molti problemi che abbiamo noi per veicolare il rugby al grande pubblico?
@gian, perche’ secondo me sono vere entrambe le cose. il potenziale numerico c’e’ (ma c’e’ anche in Scozia, se a vedere i Warriors vanno in 3000 ed i Celtics in 30000, idem per edinburgo ed hearts). ma e’ anche vero che abbiamo problemi enormi a svilupparlo.
e’ vero che la nazionale tira, molto bene ed in citta’ tipo roma, ma non solo, i numeri del rugby migliorano. la visibilita’ di giocatori e della nazionale non ha precedenti nella nostra storia. ed il rugby genera molti introiti in alto tra stadio e pubblicita’.
ma e’ anche vero che il rugby in provincia e’ fermo, l’eccellenza langue e soffre purtroppo. e non c’e il cambio di passo che ci s’aspetterebbe nella periferia rugbystica.
quoto, sono i problemi che lui mi pare non conosca o che non dica pur essendone conscio, capisci il mio “suonare sbagliato”? e su tante sue affermazioni e commenti, rimane questo strano senso di non detto, non so, sarò strano io! 😉
A me sembra che il rugby sia fermo molto più in città che in provincia. Roma esclusa, l’eccellenza rugbistica italiana sta nelle città medio-piccole. Chi ha vinto lo scudetto? Mogliano. Quanti abitanti fa? Sui 30.000 scarsi. In finale Prato e in semifinale Calvisano e Viadana. Mi pare di un’evidenza cristallina.
Il fenomeno si ripropone, forse in modo meno eclatante, per basket, volley e altri sport minori. Nelle città grandi si vive di calcio e di poco altro, gli sport minori, paradossalmente, sono più seguiti in provincia.
Se la FIR non si sbriga ad allungare il contratto al nostro baffino al 100% dopo il mondiale in Inghilterra va ad allenare la Francia…..
la prossima volta che intervistate brunello una domanda sul ns settore
giovanile,su come sone strutturate (*), su dove si deve intervenire per
aumentare il livello del rugby di eccellenza, e cosa ne pensa del gioco
espresso dalle due celtiche e’ possibile farle.
grazie
“In Italia ci sono 70 milioni di abitanti”, magari dieci milioni di meno…