Sei Nazioni? Ci sono un israeliano, un olandese, un tongano…

Curiosità: nel torneo delle Sei Nazioni i paesi rappresentati in campo in realtà sono molti, molti di più…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. georg truckl 6 Febbraio 2013, 08:19

    Così su due piedi nell’Italia mancano Orquera, Garcia e Geldenhuys… Le regole sull’equiparazione e affini forse andrebbero un po’ riviste nascono per dare vantaggi alle aree poco evolute (compresa l’Italia, specie anni fa), ma ora si rivelano essere un’arma a doppio taglio: le grandi nazionali prendono dalle piccole i loro migliori giocatori con il risultato di aumentare il “dislivello”.

  2. Gianangelo 6 Febbraio 2013, 08:43

    E’ vero quel che dici: ma se fai una regola è normale che tutti la usino a proprio favore, io però da Italiano la terrei così com’è perchè loro (Scozia a parte) senza equiparati una squadra competitiva riescono a schierarla mentre noi senza i vari Cutitta, Dominguez… nel 6N non saremmo entrati e senza i Castro, Geldenhuys, Parisse…. non ci saremmo rimasti. Io direi che è ora che, anche in fedrazione, si rendano conto, come sembra, che le franchigie devono essere lasciate libere di agire, almeno una delle due, magari quella più ad est……

  3. Gianangelo 6 Febbraio 2013, 08:45

    A proposito, domenica il dislivello non l’ho visto……

    • georg truckl 6 Febbraio 2013, 08:54

      No certo, l’Italia senza le equiparazioni non avrebbe mai raggiunto il livello attuale e non si sarebbe potuta confrontare con le altre del 6 nazioni. Tuttavia credo che ci siano delle nazionali come ad esempio le pacifiche che tra equiparazioni e naturalizzazioni varie vengano molto penalizzate. Credo che le regole come l’equiparazioni servano per aumentare il numero delle nazionali competitive, a rugby si gioca in 15 ed è un sport estremamente tecnico se ad esempio non hai piloni e mediani presentabili non vai da nessuna parte, in alcune nazioni non è affatto facile trovarne! Ho solo detto che forse andrebbero un po’ riviste, tutto qui…

  4. xnebiax 6 Febbraio 2013, 08:50

    Italia quindi seconda solo alla scozia in questa classifica con 11 giocatori. Anche se Furno e Parisse proprio stranieri non sono.

    A me comunque le regole stanno bene cosí.

    • Maggicopinti 6 Febbraio 2013, 10:38

      Non è che 11 contro 7 o 9 faccia questa gran differenza….

  5. Pesso 6 Febbraio 2013, 09:06

    Certo, bisognerebbe quanto un giocatore è stato nel paese per cui gioca: Canale per esempio ha passato un bel pezzo della sua vita in Italia, molto più di Castro, per esempio. Furno idem e anche Parisse. Comunque il nostro è un mondo sempre più cosmopolita e di persone di origine mista ce ne saranno sempre di più. Bisogna sapersi adattare ai tempi che cambiano

  6. Giovanni 6 Febbraio 2013, 09:30

    Ma Parisse non è nato in Italia, da genitori italiani che poi si son trasferiti in Argentina quando lui era ancora piccolo?

    • Katmandu 6 Febbraio 2013, 09:42
    • Pesso 6 Febbraio 2013, 09:51

      No, è nato in Argentina da genitori italiani. Poi è tornato in Italia, non ricordo a che età

      • Katmandu 6 Febbraio 2013, 10:12

        Mi pare che durante i mondiali U19 in argentina si stava allenando con la rappresentativa pumas in preparazione del torneo ed è stato scippato ed ha giocato con la selezione italiana quel mondiale e successivamente è sbarcato a tv
        Almeno sapevo così la leggenda

        • Maggicopinti 6 Febbraio 2013, 10:35

          Beh Parisse non è il classico argentino oriundo. Lui si è sempre considerato italiano, non argentino: i suoi genitori erano italiani (aquilani per la precisione, Parisse è un tipico cognome aquilano) andati a lavorare in Argentina negli anni ’70 per Alitalia, se non erro. Ma in casa parlavano italiano, tutte le estati tornavano in Italia per le vacanze, e guardavano all’Italia come casa propria.

  7. Katmandu 6 Febbraio 2013, 09:50

    Sebbene io sia un amante delle culture straniere in genere trovo quantomento sconveniente che un giocatore che non ha parenti legati a quel dato territorio rappresenti la nazionale se non ha il passaporto di quella nazione
    Spiego meglio uno a caso, parisse, è giusto che rappresenti l’italia al mondiale giovanile? Si è cresciuto in una casa italiana trapiantata in argentina
    È giusto che visser rappresenti la scozia? No prima la cittadinanza e poi la maglia scozzese! Ma questo per tutte le rappresentative dovrebbe valere
    Un ultima cosa che fa capire la globalizzazione a che livelli è arrivata al tour de france una volta le nazioni rappresentate ai nastri di partenza erano 6/7 e le lingue parlate ancora meno oggi mezzo mondo partecipa al tour, giustamente dico io non si può fermare il flusso di persone che emigrano ma bisogna anche saper mettere dei paletti per rappresentare un dato paese

  8. giodeb 6 Febbraio 2013, 10:20

    la questione è diversa , non si possono considerare o’gara, heaslip, barbieri, furno, maitland stranieri. questi sono nati all’estero ma da genitori irlandesi, italiani o scozzesi (o nonni, ma in ogni caso si ha diritto alla nazionalità).

    diverso è il caso degli equiparati, su tutti visser, ma credo questa norma serva per far confrontare con il livello internazionale anche giocatori di nazionali non di prima fascia. visser con l’olanda non avrebbe potuto affrontare i tornei e le squadre che affronta con la scozia, il che sarebbe un peccato

    • Maggicopinti 6 Febbraio 2013, 10:37

      Verissimo, la norma degli equiparati serve anche per permettere a giocatori molto forti ma di nazioni non rugbysticamente evolute di poter giocare test match. Altrimenti che spazio potrebbero avere norvegesi (Lund), olandesi (Visser), tedeschi….

    • Matteo Stefanon 6 Febbraio 2013, 10:41

      Completamente d’accordo. Sarebbe da distinguere “Nazionalità” con “Luogo di Nascita” semmai.

      • Katmandu 6 Febbraio 2013, 12:36

        Hai ragione ma la nazionalità o te la porti dietro o te la devi guadagnare come il resto visser non mi sembra sia di nazionalità scozzese, non può votare per la scozia e non ha i diritti di un cittadino scozzese

    • Rabbidaniel 6 Febbraio 2013, 13:56

      Secondo me il tuo discorso è un po’ claudicante, non puoi fare norme a geometria variabile, a seconda del coefficiente di forza rugbistica del paese. Alziamo il tetto di equiparazione per i fijiani e lo abbassiamo per gli olandesi ecc.? Le norme devono essere univoche, altrimenti il margine di interpretazione lascerà sempre spazio a cavilli per superarle. Così com’è la norma sull’equiparazione non funziona più, va rivista.

      • giodeb 6 Febbraio 2013, 16:08

        secondo me si, lo si potrebbe fare. ad esempio la possibilità solo di equiparare i giocatori provenienti da squadre sotto un certo ranking, proprio come accade per visser o lund.

        certo noi perderemmo così i vari botes, vosawai, geldenhuys

        • Rabbidaniel 6 Febbraio 2013, 18:22

          C’è anche da dire che così elimini qualsiasi possibilità di crescita alle nazioni meno forti, che verrebbero in tal modo considerate come dei serbatoi da cui attingere liberamente nel caso in cui esca un giocatore forte.

          • giodeb 6 Febbraio 2013, 18:50

            la crescita nel rugby è lenta, noi ne siamo un chiaro esempio. per crescere una nazionale non ha bisogno di una superstar e tante pippe, ma deve crescere come movimento , piano piano, dalle basi. se non c’è una struttura intorno ci fai poco di una superstar

            secondo me è nell’interesse stesso delle piccole federazioni nel caso avessero una superstar che questa giocasse con i migliori (adesso l’unico caso che mi viene in mente è sempre visser per l’olanda), questa poi porterà la propria esperienza in patria nel futuro. magari si potrebbero anche introdurre dei rimborsi (solo un idea che butto lì, non so quanto sia fattibile )vuoi schierare un giocatore di una federazione più piccola che gioca da tre anni nel tuo campionato? bene, ma devi risarcire quella federazione, che potrà usare quelle risorse per crescere in futuro

            senza scordare che così facendo si eliminerebbero i “furti” per le isolane, quando parlo di piccole federazioni parlo di quelle dalla 25° in giù

  9. malpensante 6 Febbraio 2013, 10:59

    Segnalo solo l’enorme disparità tutta italiana tra un normale cittadino residente da molti anni che chieda la cittadinanza (o che addirittura sia nato e vissuto sempre nel nostro paese) e uno che pratichi qualsiasi sport, non solo il rugby.

    • Rabbidaniel 6 Febbraio 2013, 12:54

      Esatto! Ragazzi nati e cresciuti in Italia che a 18 anni non sono ancora cittadini italiani. A fini sportivi, per il lustro della patria diventi italiano (o francese o inglese ecc) in pochissimo tempo.

      • ginomonza 6 Febbraio 2013, 16:37

        mica vero: in Italia balotelli è diventato italiano solo al 18mo anno e per questo non ha potuto partecipare a un campionato europeo per l’Italia e così per altri atleti figli di emigrati ma nati in Italia.
        In altri paesi la nazionalizzazione è molto più veloce.

        • mezeena10 7 Febbraio 2013, 08:28

          verissimo gino..proprio alle ultime olimpiadi alcuni atleti italiani di seconda o terza generazione non vi hanno potuto partecipare perche ancora minorenni, nonostante siano nati e cresciuti in italia..balotelli è il caso piu famoso, ma ce ne son tantissimi altri..e non solo nel mondo dello sport purtroppo

  10. And 6 Febbraio 2013, 12:13

    Heaslip mi pare sia nato a Beirut capitale del Libano, nn so se nel frattempo è stata invasa da Israele..a proposito di Italia, ho letto alcuni commenti ironici su vari siti (in lingua italiana, inglese e spagnola) di come TUTTI i punti dell’Italia siano stati segnati da giocatori nati all’estero, ineccepibile come discorso, ma come l’articolo riporta ormai è una tendenza comune a tutti. Qualcuno mi sa dire chi siano il sudafricano (escluso Pretorius) e l’australiano del Galles, e dell’Irlanda i due neozelandesi (uno è il pilone e l’altro?)e l’australiano ?

    • Stefo 6 Febbraio 2013, 15:34

      Heaslip nato in Israele. Australiano: Tom Court. Neozelandesi: Bent il secondo non ricordo a parte Boss che pero’ nel giro non mi viene in mente nessuno se non Boss ma non fa parte del giro…ma vado a memoria

  11. Rabbidaniel 6 Febbraio 2013, 12:36

    Come è detto nella fine dell’articolo in larga parte non si tratta di stranieri, ma di giocatori nati all’estero per impegni lavorativi dei genitori o altri fattori simili, come l’emigrazione all’interno degli ex imperi coloniali.
    Sugli equiparati, è un discorso vecchio, ma a me le regole così come sono non vanno bene. Se ne vedranno i risultati, nazioni economicamente più povere depredate di giovani che dopo 3 anni di permanenza potranno giocare nelle nazionali dei paesi ospitanti. Per poi, magari, rischiare l’espulsione non avendo la cittadinanza (com’è avvenuto di recente). Questo aspetto va sistemato per due motivi: l’equiparazione in un rugby professionistico diventerà un mercato e i paesi più poveri rischiano una cannibalizzazione dei giovani talenti. L’idea di Gavazzi è inaccettabile, prima di tutto eticamente. Se abbandoniamo un minimo di etica non riempiamoci la bocca con i “valori” del rugby.

    • Katmandu 6 Febbraio 2013, 12:44

      Concordo in tutto ma qual’è l’idea di gavazzi?

      • Rabbidaniel 6 Febbraio 2013, 12:47

        “D’altronde anche il presidente FIR Gavazzi ha detto più volte che anche l’Italia inizierà a guardare con occhi attenti alle isole del Pacifico..”

    • mezeena10 7 Febbraio 2013, 08:34

      straquotone..innalzare la soglia minima a 5 anni sarebbe giusto..qualcun altro suggeriva 7..ovvio che vada rivista la norma, pero a parte il caso visser e simili, trovo una grande ricchezza del rugby questa possibilità di “scelta”, se mi passate il termine, di nazionalità..cioe giusto che chi è nato o ha i genitori o i nonni di un altro paese, o chi c’è cresciuto fin da piccolo (e fa parte della storia cultura formazione di quel paese) possa scegliere da quale farsi convocare

  12. Gianangelo 6 Febbraio 2013, 13:16

    Se sbaglio correggetemi ma mi sembra di aver letto che gli Italiani emigrati all’estero negli ultimi 100 anni siano circa “25 Milioni” in maggioranza maschi, considerando che ci sono almeno 3/4 generazioni in mezzo possiamo dire che ce ne sono almeno il doppio (calcolo approssimativamente e senza documentarmi) che hanno un antenato Italiano di prima seconda o terza generazione…. il resto và da se.

    • San Isidro 6 Febbraio 2013, 15:00

      il numero esatto non lo so, ma se pensi che solo in Argentina il 60% della popolazione ha in famiglia un discendente di origine italiana, e circa due milioni e mezzo di argentini (su circa 40 milioni di abitanti) parlano correntemente l’italiano come secona lingua…

  13. San Isidro 6 Febbraio 2013, 15:33

    Paolo nell’articolo probabilmente si riferiva, al di là degli equiparati, a quelli nati semplicemente in altre nazioni. Il discorso sugli equiparati magari dovrebbe essere rivisto perchè essere eleggibili soltanto dopo tre anni che si gioca in un Paese potrebbe far emergere questioni di comodo da parte dei giocatori. Riportare a cinque anni, come era fino a qualche anno fa, le condizioni di eleggibilità sarebbe più saggio.
    Giusto per la cronaca, quanto agli italiani quelli effettivamente equiparati sono: Geldenhuys, Botes, Vosawai e Garcia. Se non sbaglio quest’ultimo è l’unico dei nostri argentini che non ha discendenze italiane. Quanto agli atri: Barbieri è nato in Canada da una famiglia di origini italiane, mentre anche i nostri “australiani” hanno tutti origini italiane. Furno è solo di famiglia italo-australiana, ma si è formato rugbysticamente a Benevento, mentre la madre di Burton è abruzzese e i nonni di McLean sono italiani. Per quanto riguarda la banda argentina, Parisse, come tutti sanno, è nato a La Plata (il capoluogo della provincia di Buenos Aires) da genitori aquilani (suo padre fu ala de L’Aquila) e si formato con il CULP (Club Universitario La Plata), è venuto a Treviso a 18/19 anni. I nonni di Castro sono siciliani, quelli di Orquera piemontesi (dalla provincia di Torino) e la famiglia di Canale ha origini romagnole, infatti Gonzalo venne in Italia durante l’adolescenza e si formò con le giovanili del Cesena.
    Se ho fatto qualche errore fatemelo notare

    • Maxwell 6 Febbraio 2013, 15:56

      Così “a braccio” dico che Castro oltre alle origini ha detto in un’intervista che è venuto in Italia giovanissimo che deve tutto a Calvisano e Gavazzi…..

      • San Isidro 6 Febbraio 2013, 16:01

        E’ vero, venne in Italia a 18 anni mi sembra, prima si era formato nella sua città con il CAEP (Club Atletico Estudiantes Paranà)…

      • ginomonza 6 Febbraio 2013, 16:41

        e Parisse parla Italiano come noi e si sente più l’influenza francese che spagnola

        • mezeena10 7 Febbraio 2013, 08:40

          beh gino dovresti sentirlo parlare in spagnolo allora..o meglio in argentino..sua vera lingua madre..vero che parla bene anche francese e inglese e un ottimo italiano (con accento arg infatti)..ma ripeto è solo una ricchezza, non starei tanto a sottilizzare 😉

    • And 6 Febbraio 2013, 17:14

      Garçia ha la madre Italiana come Dominguez. Lo stesso credo Orquera che è un cognome spagnolo

      • San Isidro 6 Febbraio 2013, 17:21

        grazie And, non sapevo…su Orquera sono sicuro, i nonni materni sono italiani, non sua madre

  14. giangi2 7 Febbraio 2013, 08:30

    In effetti la questione va ben posta nei diversi casi:
    – equiparati: forse siamo pronti per rivedere questa regola, rendendola più difficilmente fruibile quanto più la squadra è in alto nel ranking;
    – oriundi: uno straniero con avi italiani (fino al nonno mi sembra) può richiedere la cittadinanza italiana, e secondo me può giustamente giocare in nazionale;
    – italiani nati all’estero: sono italiani a tutti gli effetti (direi che Parisse è il caso più in vista) e quindi giocano giustamente in nazionale;
    Quello che eviterei è il discorso della “formazione”, utilizzato in molti sport per evitare le naturalizzazioni di comodo, ma li deve essere la legge a fare il suo corso; secondo me l’unico criterio deve essere la cittadinanza (e l’unicum rugbystico dell’equiparazione, che la sua logica ce l’ha, anche se oggi come oggi avvantaggia solo chi può permettersi di “importare” giocatori).

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