Per il 26enne potrebbe essere il momento decisivo: c’è però da superare una nutrita concorrenza a Leinster e uscire dall’imbuto degli utility back confinati in panchina
Gli appassionati di rugby in Italia ricorderanno il buon Ciaran Frawley, salito agli onori delle cronache per i 2 drop che hanno steso il Sudafrica nell’incredibile secondo test della serie tra Irlanda e Springboks, anche per un vecchio match del Mondiale under 20 2017, quando il mediano (e anche centro ed anche estremo) irlandese mancò il calcio della vittoria a tempo scaduto proprio contro gli Azzurrini.
Di acqua sotto i ponti ne è passata. Frawley ha fatto tutta la trafila fino ad arrivare nella prima squadra di Leinster, dove gradualmente ha guadagnato sempre più spazio fino a conquistarsi un po’ di maglie da titolari, poi la chiamata in Nazionale nel 2023. L’Irlanda è arrivata tardi, quindi, quando Frawley aveva già 25 anni, anche a causa dei tanti infortuni.
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Il ragazzo nato a Sydney ma cresciuto in Irlanda dall’età di 3 anni ha avuto tanta sfortuna, ma alla fine è maturato con i tempi giusti, senza l’ansia del bambino prodigio, e adesso per la stampa internazionale potrebbe essere pronto per la maglia numero 10, quella di Johnny Sexton.
Il primo erede designato da Andy Farrell è stato Jack Crowley, che però ha fornito prestazioni discrete ma non del tutto convincenti. Frawley, anche in virtù della sua grande versatilità, è stato spesso utilizzato dalla panchina, ma è stato proprio lui stesso a definirsi prima di tutto un mediano d’apertura: “La gente mi dice che sono un 12 o un 15 che gioca molto il pallone, ma è perché penso come un 10 e gioco come un 10 anche quando sono in quei ruoli”.
Per conquistare la maglia della Nazionale, però, bisogna prima prendersi la titolarità nel Leinster. Il principale vantaggio di Crowley, infatti, è di avere meno concorrenza nel ruolo a Munster e di conseguenza più minutaggio, e così arriva più rodato agli appuntamenti internazionali. Frawley invece deve giocarsi la maglia numero 10 con Ross Byrne, Harry Byrne e Sam Prendergast (che invece, lui si, deve fare i conti con le aspettative del ragazzo prodigio) e sono 3 clienti durissimi.
I drop di Durban hanno sicuramente acceso i riflettori su Frawley, ma ne ha anche evidenziato la tenuta mentale, dopo che a maggio l’irlandese aveva mancato per due volte il drop che avrebbe consegnato la Champions Cup a Leinster. Nella finalissima contro Tolosa, infatti, Frawley ci aveva provato sia nei tempi regolamentari, sia nei supplementari, mancando però il bersaglio. Eppure ci ha riprovato – e ci è riuscito per ben 2 volte – nella partita più importante della sua vita. Questo conta, e non poco.
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