Il pilone Azzurro: “Della pressione sui gallesi non ci importa, c’è anche quella su di noi”
Italia, Danilo Fischetti: “Con la Scozia vittoria non per caso. Ma in Galles andiamo coi piedi per terra”
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Il capo allenatore sul capitanato a Nicotera e nuovi leader da far emergere

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Le parole del centro degli Azzurri

Italia, Simone Gesi: “Il tour estivo è un’occasione per far vedere quello che ognuno di noi sa fare”
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Giustissimo.
Sarebbe importante dimenticarli per un paio di giorni e lasciarli stare in pace.
Se vogliono fare un ulteriore step devono essere in grado di resistere alla “pressione” di due siti in croce di rugby in Italia che fanno qualche domanda. Inoltre se da un lato condivido che la differenza in campo tra i titolari non sia così netta, semmai noi abbiamo più qualità delle riserve(loro comunque pesano di più) e più impact player tra l’altro con caratteristiche molto diverse (metti uno Zanon a partita in corso o un Marin e cambi totalmente lo stile) . Dall’altra lato bisogna essere in grado di stare sul pezzo pure con i favori del pronostico, non raramente pure contro le migliori tier 2 del momento abbiamo faticato per errori stupidissimi e il Galles non è sicuramente una tier 2 che può perdonarti qualche errore.
Tralasciando ciò, l’unico vero aspetto proprio carente è la touche, poi abbiamo altri da migliorare come il possesso ma senza sistemare la rimessa anche in futuro sarà tosta.
Tra i 70 mila dell’Olimpico c’erano 55 mila Italiani e 15 mila Scozzesi a moderare la pressione sui giocatori Scozzesi, ma non sono bastati (per due punti).
Quanti Italiani ci saranno al Principality Stadium a moderare la pressione sui giocatori Italiani? Se vogliamo fare un ulteriore step bisogna che le prestazioni attorno al campo si avvicinino a quelle della concorrenza. 🙂
L’Italia ha disputato un Sei Nazioni, a prescindere, grandioso. Soprattutto pensando alle premesse. Ha dimostrato di starci dentro e non solo andando vicina nel risultato. Eppure mi tocca leggere sempre gli stessi post “Se non stiamo attenti…”, “Tante altre volte è andata così e poi l’abbiamo pagata”, “Loro sono più forti/meno forti in…” e la pressione, ecc, ecc…un altro che sottolinea che abbiamo vinto di due punti (e penso lavori nel settore biglietteria, altrimenti non si spiega questa ossessione per i numeri di pubblico)…ma un po’ di fiducia, no? Perché bisogna sempre pensare che crolleremo? Perché sottolineare che alla fine abbiamo vinto di poco contro una squadra 6a al mondo al suo completo e che concorreva per vincere il Sei Nazioni, lo sottolineo, non quella partita…l’intero torneo. Leggervi è sconfortante, credetemi.
Lo so, ogni volta lo ripeti ed in parte condivido. Ma innanzitutto sono i giocatori ad andare in campo e sono stati vicini di due punti e spesso avanti perché la scozia è un’ottima squadra, poi c’è lo staff che allena. Il tifo è importante ma non è che la squadra con più tifosi vinca per forza. Inoltre c’è per forza da vedere la realtà che il rugby non è così seguito e non ha gli stessi sponsor in Italia che tanti altri sport e lo si capisce anche dal fatto che le TV a fatica danno le partite e su TV 8 hanno preferito fare le qualifiche della moto GP, quindi nemmeno la gara, a far vedere il match dirottato su cielo per i solo già interessati a priori tipo noi che scriviamo qua su.
C’è da iniziare a vincere di più e creare interesse attorno allo sport che tutt’ora è di nicchia, non come in Germania o in Svezia ma sempre con numeri molto più piccoli di calcio, pallavolo, basket, tennis, Motorsport vari, ciclismo o senza almeno la spinta delle olimpiadi e di essere tra le migliori al mondo come la pallanuoto (che ha meno spettatori ma condivide parte della formazione con il nuoto ed è più capillare che il rugby). Anche solo a lavoro e nei luoghi di frequento tanti parlavano del mondiale di basket e solo uno mi chiedeva del rugby perché sa che piace a me.
Altrimenti sarebbe da creare una maggior cultura dello sport in generale che mi vedrebbe in prima linea ma deve coinvolgere tantissimi aspetti a partire dall’ istruzione che da noi viene fatto male a scuola e si danno pochissime possibilità (economiche e di tempo) di integrarlo fuori dalla stessa e di ciò ne risente pure la salute. Se crei cultura dello sport la gente è invogliata a vedere tutto anche ciò che gli interessa di meno e magari senza scannarsi in tribuna.
Vincere, tristemente oggi, vuol dire essere sotto i riflettori, soprattutto in italia; e ringrazia che è finito sanremo…
Non saranno in 70 mila a sostenere il Galles, al Principality Stadium. Al massimo 69998 😉