Sei Nazioni 2024: le pagelle di Francia-Italia

Menoncello e Lamaro tra i migliori. Grande ingresso di Marin: i nostri voti

Sei Nazioni 2024: le pagelle di Francia-Italia (ph. Sebastiano Pessina)

Sei Nazioni 2024: le pagelle di Francia-Italia (ph. Sebastiano Pessina)

Un pareggio agrodolce: l’Italia impatta 13-13 a Lille contro una Francia in 14 dall’inizio del secondo tempo per l’espulsione di Danty dopo un placcaggio pericoloso su Brex. Gli Azzurri ottengono il primo risultato utile in terra francese al Sei Nazioni, il secondo in totale dopo la vittoria di Grenoble del 1997, ma c’è il rimpianto per il calcio sbagliato all’80’ da Garbisi e per un’impresa mai così vicina. Ecco le nostre pagelle di Francia-Italia, terza giornata del Sei Nazioni 2024.

Leggi anche: Italia, con la Francia pareggio storico o vittoria mancata? Le risposte di Quesada e Lamaro

Le pagelle dell’Italia

Ange Capuozzo 7 – Dati alla mano, nel complicatissimo primo tempo degli Azzurri è il giocatore più avanzante, e fa anche un buon lavoro nel gioco al piede. Nella ripresa, quando gli spazi si aprono grazie alla superiorità numerica, riesce ad aprire più volte il gas. Firma la meta che vale una grossa fetta di questo pari.

Tommaso Menoncello 8 – Il migliore degli Azzurri. Nel primo tempo placca qualsiasi cosa gli passi davanti, poi nella ripresa si scatena ed è sempre presente in tutte le azioni d’attacco dell’Italia. L’azione della meta di Capuozzo nasce da un suo break che porta l’Italia dai propri 22 nella metà campo francese: è ovunque.

Juan Ignacio Brex 7 – Dopo la battuta d’arresto di Dublino torna il gran placcatore di sempre. Ferma persino Tuilagi con un paio di “tagliole” delle sue. Prende una botta tremenda da Danty, ma resta in piedi e gioca un ottimo secondo tempo: in attacco guadagna 25 metri a contatto e spesso lavora da primo ricevitore.

Federico Mori 5.5 – Un primo tempo difficilissimo per lui: di palloni ne vede pochi e non riesce a imporsi fisicamente. Un po’ meglio nella ripresa. (Marin 7 – Grandissimo ingresso, dopo quasi 2 anni di assenza dal rugby internazionale. Tira fuori un offload strepitoso per la meta di Capuozzo e anche in difesa, che non è la sua specialità, fa un paio di interventi importanti come il mezzo miracolo – insieme a Garbisi – su Penaud lanciato a tutto campo)

Monty Ioane 6.5 – Come sempre il suo dinamismo fa la differenza. È l’azzurro che ha fatto più metri (110) ed è tra i più pericolosi in attacco. Due errori da penna rossa abbassano il voto: la scelta di non calciare un pallone sotto pressione nei 22 nel primo tempo, mettendo in difficoltà anche Brex, e un placcaggio mancato su Penaud (che poco dopo batterà Varney nello stesso modo) nel secondo tempo.

Paolo Garbisi 7 – Sarebbe riduttivo valutarlo solo per quel calcio sbagliato alla fine – che pesa, certo – dove incide tantissimo anche la sfortuna: soprattutto perché poco prima aveva messo dentro la difficilissima trasformazione della meta di Capuozzo. Gioca un primo tempo sotto grandissima pressione e fa fatica a trovare la giocata giusta, poi nella ripresa può guidare la manovra con più libertà e contribuisce ad accelerare il ritmo. Ottimo anche in difesa, soprattutto su Penaud a 5′ dalla fine.

Martin Page-Relo 6.5 – Sbaglia un paio di passaggi pesanti in fase offensiva, anche se la pressione francese nel primo tempo è furiosa. In generale, non ce ne vogliano i suoi colleghi di ruolo, sembra dare più sicurezza alla mediana rispetto alle prime due partite. E quei 3 punti da metà campo sono pesantissimi. Forse esce troppo presto. (Varney 5.5 – Entra male, sbagliando due calci e regalando due palloni ai francesi, poi si riprende a contribuisce all’accelerazione che porta al pareggio. Nel finale rischia tantissimo sbagliando il placcaggio su Penaud lanciato in meta.)

Ross Vintcent 6.5 – Nel primo tempo tende a strafare e spesso sbaglia, ma intanto placca come un dannato. Nella ripresa aggiusta le cose e diventa anche più solido: insieme a Lamaro è il migliore dell’Italia in difesa, con 18 placcaggi riusciti su 20.

Michele Lamaro 7.5 – Partita totale in difesa del capitano azzurro, non solo per i 18 placcaggi (che già basterebbero) ma anche per il lavoro in attacco (10 cariche avanzanti), nel brekdown e ovviamente per la leadership con cui guida il gruppo, soprattutto durante un primo tempo infernale. In occasione della meta francese aveva anche salvato su Woki già lanciato verso la marcatura, prima che Ollivon segnasse. Unico neo, volendo trovare il pelo nell’uovo, la scelta di non piazzare a inizio partita sul 7-0.

Riccardo Favretto 6 – Chiamato a dare opzioni in più in rimessa laterale, assolve bene il compito ma commette anche un fallo evitabile in touche a inizio secondo tempo. Da rivedere in campo aperto: perde un paio di palloni pericolosissimi, ma gioca una buona partita difensiva. (Zuliani 7 – Lo strepitoso tenuto conquistato nel finale avrebbe meritato miglior fortuna, ma lui c’è sempre)

Federico Ruzza 6.5 – Un paio di errori non da lui nel secondo tempo, quando l’Italia sembra poter accelerare ma non riesce. Nel complesso, però, è la solita sicurezza in rimessa e in difesa. Esce dopo aver dato tutto, come sempre (Zambonin 6 – Perde la battaglia aerea nel primo lancio, poi si riprende e porta a casa la partita)

Niccolò Cannone 7 – Si propone come ulteriore alternativa in touche, togliendo pressione a Ruzza. Solito muro in difesa con 16 placcaggi.

Giosuè Zilocchi 5.5 – Nella prima mezz’ora fa tanta fatica contro Baille, poi gli prende le misure e guadagna anche un calcio a favore. Da lì, porta a casa la partita senza altri brividi. In campo un buon turnover all’inizio, ma non riesce ad essere presente come al solito. (Ferrari 7 – Non era al meglio, non doveva nemmeno giocare perché si pensava di preservarlo per la Scozia, ma il suo contributo in mischia è fondamentale nel secondo tempo).

Giacomo Nicotera 7 – Più sicuro al lancio rispetto alle prime traballanti partite, aiutato anche dalla presenza di molte più opzioni. La conquista in rimessa non è sempre tranquilla, ma è un’altra cosa rispetto a prima. In campo è la solita macchina da guerra fra turnover, battaglia nel punto d’incontro e placcaggi, 16 alla fine. (Lucchesi 6.5 – La finta sulla maul avanzante è già storia. Sbaglia un lancio all’inizio ma poi si rimette in carreggiata. Ottime le cariche avanzanti in campo)

Danilo Fischetti 6 – La premiata coppia Atonio-Tuilagi uno dietro l’altro è un incubo vivente, ma dopo una prima mezz’ora di assestamento il pilone delle Zebre regge bene. Sul lavoro che fa in mezzo al campo rischiamo quasi di essere ripetitivi, ma è una garanzia. (Spagnolo 6 – Prende un primo fallo in mischia, poi si riprende e contro Aldegheri tiene bene fino alla fine. Anche lui, come Ferrari, in crescita mischia dopo mischia)

A cura di Francesco Palma

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