Ritorno tra le fila dello staff azzurro per il tecnico francese, già alle dipendenze della FIR tra il 2006 e il 2012
Italia: Philippe Doussy è il nuovo skills coach della nazionale maschile
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Esperienza internazionale importante, sembra essere un buon acquisto. Assomiglia pure un pò a Masi…
Bene per la notizia. Peccato invece per “paventare” che vuol dire tutt’altra cosa (1. aver paura, spaventarsi | nutrire preoccupazione, essere in ansia) rispetto alle presumibili intenzioni dell’estensore.
aiuto, potrebbe voler dire che forse, addirittura, la nazionale italiana maschile di rugby inizierà a… non me lo dite… a CALCIARE DAL BOX?????
Effettivamente, ricordo di aver letto una sua intervista attorno al 2009 ed il personaggio mi era molto piaciuto. Tuttavia, quell’Italia di Mallett era fortissima in quanto a pacchetto di mischia, ma per il resto le skills… ecco, latitavano, sia al piede (Marcato l’unico con pedata educata) e palla in mano era meglio lasciar perdere. Strano. A maggior ragione, quando giunse poi il pur sempre franzioso Brunel, Doussy fu lasciato andare. E la prima Italia di Brunel, quella del 2013, giocava in effetti molto meglio palla in mano.
Forse era solo il materiale umano disponibile allora?
Doussy mi convinceva allora come idee e spero dia la controprova che, allora, tutto fu semplicemente figlio del proprio tempo.
Scusate, prima sbaglio o c’era Corrado Pilat?
Questa mi pare, e non solo pare, una grande notizia! Primo, per il profilo del tecnico ex Racing 92 e secondo, perché il gruppo di lavoro di Quesada non sarà identico a prima ma anzi andrà ad arricchirsi!
Qualcuno con buona memoria, potrebbe postare tutto lo staff della nazionale?
Difesa – Marius Goosen
Avanti – Andrea Moretti
Skills – Corrado Pilat
Preparazione atletica – Giovanni Sanguin
Analisi – Simonluca Pistore
ora manca l’allenatore dell’attacco per avere uno staff numericamente come quello delle nostre avversarie
Grazie 👍
Redazione è sempre più difficile leggere OnRugby, il browser riporta sempre “troppi errori, ricaricare la pagina”.
capisco che viviate di pubblicità, ma per favore trovare u modo meno invasivo,
un fedele lettore
Da ieri abbiamo un problema (ci risulta però solo da Safari su Mac). Ci dice cortesemente browser e device?
Grazie e ci spiace per il disservizio (stiamo lavorando per risolverlo)
Sono andato a cercare perchè non mi ricordo molto di lui. Ex italia di Mallet fino al 2011. Con Brunel va via. Ma poi lo riprende nel 2018 nella sua Francia come consulente. Boh. Vedremo. Aldila della scelta buona o no, io auspico, da tanti anni, un cambiamento nel gioco al piede come filosofia, opportunità. Dopo lo straio dei calci senza senso di O’Shea, si può tornare ad avere una visione diversa del gioco. E questo se vuole lo può decidere solo Quesada.
Certo che chi gestisce le sorti del rugbybin italia ha una confusione enciclopedica.
Prima lo mandano via, dopo lo riprendiamo, ma dove è la coerenza, o perlomeno allora quando prima nel 2012 lo mandano via, allora erano degli insulsi??!!!
Insomma decidetevi e noi vi seguiamo a mo di gregge…
Diteci chi dobbiamo ineggiare e lo faremo con la massima solerzia!!!
Suvvia!
ci fu un cambio di tecnico e la cosa mi sembra normale. Poi io non mi ricordo molto, ma magari se uno ha offerte migliori magari e lui a scegliere di cambiare. I rapporti professionali non sono dei matrimoni…
È un ottimo tecnico. Rimango perplesso sui tempi. Ufficiale dal 1° gennaio, con il 6N dietro l’angolo, non si poteva anticipare e farlo girare per i club? Certo che si poteva pensare anche al coach difesa perché francamente…
Interza ciao, non ho niente contro o cambi o i rapporti professionali, anzi!
Ma se leggi bene io dico, ma se prima lo bocciano e non viene più ripreso, vuol dire che non era così bravo…
Poi lo so anche io che unanpersona che ha un C. V. , così importante deve essere bravo….
Ma allora sorge il dubbio che precedentemente abbiano sbagliato…., non convieni??
Ciao Parvus Capisco il tuo discorso, e come detto non so molto di questa persona.
Dico solo che per quello che ho letto essendoci stato un campio di allenatore da Mallet a Brunel, probabile che il secondo non era interessato ad averlo come collaboratore e avrà scelto un altro non perchè non fosse bravo ma magari perchè non rispondeva alle sue necessità. Oppure è lui che ha trovato un contratto migliore e a salutato. Le variabili possono essere tante. E per inciso, come dicevo nel mio commento per me conta il tecnico principale a definire un modo di giocare e le variabili. Sono contrario ad avere staff di 6-7 persone, anche 8-9. Primo perchè non possiamo permettercelo economicamente, secondo perchè è il rugby moderno che ha incrementato tutti questi ruoli, tante volte solo per aumentare gli stipendi a gente che probabilmente resterebbe fuori dal rugby. Mi auguro che il professionismo si dia una calmata anche su questo aspetto. Ciao